Ultimo capitolo

Un passo, due passi, tre passi. Silenzio. Il pavimento scricchiolava e ancora l’impassibile “Silenzio”. Un sospiro. Un affanno amoroso. Una giovinezza passata al vento, all’inseguire qualcuno andato disperso nell’immensa distesa dell’infinito.

Un battito, ciò che era smesso di pulsare vita, solo quello rimbombava nella sua docile memoria. Uno sparo, un uomo e il suo amoroso. Ricordi confusi di un passato scordato. Quell’ospedale dove aveva visto nascere e morire. Lì ora lei stava. Sdraiata, su un letto, con un telo poggiato sopra. Desiderava ciò che stava per accadere. Sessanta anni senza amore e con due figli senza identità. Un anello sotto il suo cuscino e poi venne distrutto. Il profumo di polvere da sparo. Ecco ciò che le rimbombava nella sua testa.

Ormai aveva ottantatré anni. Tutti dispersi nel vuoto, ciò che da paura le metteva paura. James Jean e Eloise Vega erano la loro chiave per un forziere disperso.

Era distesa su quel lettino triste a guardare nel nulla. Voleva solo poter smettere di ricordare. Soffriva di una malattia mentale e aveva avuto anche un cancro al seno – purtroppo, diceva lei, operato-. Voleva che anche il suo battito andasse nell’oltretomba come il suo più caro.

Infatti il 24 Dicembre, vigilia di Natale, alle 23:59 morì. Era lì e guardava il nulla, o almeno per gli stupidi e gli infantili sembrava guardare il nulla, ma fu per la prima volta che era veramente felice. I suoi occhi marroni lo stavano abbracciando con gioia.

Un passo, due passi, tre passi. Silenzio. Quattro passi, cinque passi, sei passi. Si udiva un bambino ridere. Sette passi, otto passi, nove passi. La colomba entrò nella casa. Dieci passi, undici passi, dodici passi. La luce si spense. Tredici passi, quattordici passi, quindici passi. Finisce tutto.

Per la mia dolce adorata nonna Rose White,

da tua nipote Caroline Rose Vega.

Sedicesimo passo. Il loro incontro.