Ed eccoci alla
mia ennesima yaoi, scritta ieri notte tutta d'un botto mentre la linea fastweb
era saltata e non avevo niente di meglio da fare*__*
Allegramente
basata su uno dei tanti giochi di ruolo da tavola che faccio con i miei amici
dove io e una mia amica interpretiamo una delle nostre coppie preferite: Astor
e Theodor.
E' un po insolita
ma a noi piace *__*
*****
E ancora ti sto
guardando.
Ti guardo dormire.
Steso qui, al mio
fianco, le labbra piegate in un’espressione corrucciata e leggermente
infantile, le palpebre chiuse, a nascondere quei tuoi bellissimi occhi scuri,
le tua guancia rosata posata sul braccio con il quale ancora ti cingo…sembri
quasi un bambino quando dormi sai? Intoccato dal tempo, dalla scuola, dai
pregiudizi della gente, così puro e innocente da farmi tremare al pensiero di
sporcarti.
Sei così bello Astor.
Resterei ore a
guardarti così, in silenzio, senza parlare per paura di rompere questo magico
momento.
Ti amo.
Questo mi è stato
chiaro fin dal primo mento che ti ho visto.
Sembrano passati anni
da quel giorno…eravamo solo bambini ricordi? I nostri genitori si erano
incontrati per discutere di chissà che cosa, e avevano pensato che non sarebbe
stato male che noi due facessimo amicizia.
E per una volta devo
dare loro ragione.
Ti ricordo ancora,
con quel sorriso impacciato, quei tuoi modi di fare così dolci e leggermente
buffi, la tua espressione serena mentre mi proponevi di giocare assieme a
te...bellissimo anche allora, mi sei entrato nel cuore da subito anche se nella
mia ingenuità non riuscivo a capire quanto fosse profondo quello che ci legava;
mi hai conquistato subito con il tuo modo di fare così allegro e spontaneo,
così diverso dal mio che era fin troppo artificioso.
Diventammo amici quel
giorno, amici veri…eravamo così fieri di poter dire “questo è il mio migliore
amico”, allora ci accontentavamo di poco; ci completavamo l’un l’altro, allora
come adesso: tu eri l’istinto, ed io ero la razionalità.
E come fui felice il
giorno del nostro arrivo ad Hogwarts, quando il cappello parlante sulla tua
testa urlò “Serpeverde!”, dimostrandomi ancora una volta che eri degno figlio
di purosangue…fino a quel giorno eravamo stati inseparabili, e da quel momento
lo fummo ancora di più.
Non passò molto tempo
per il nostro primo bacio.
Non ricordo molto di
quella sera, ero completamente ebbro di te…la luna, il lago, la leggera brezza
primaverile, il dolce profumo dei fiori notturni.
E poi tu.
Le tue labbra,
morbide, invitanti che si posavano sulle mie, il tuo dolce profumo di sandalo e
cannella, il tuo abbraccio forte e delicato nello stesso tempo, la tua voce
leggermente tremante nel sussurrarmi il tuo amore.
Ricordi la nostra
prima volta?
Sono passati quasi
due anni ormai, ma nella mia mente è tutto come allora, dolce e perfetto…ero
spaventato, e anche tu lo eri. Tremavo mentre le mie mani ti accarezzavano,
mentre ti spogliavo, mentre ti baciavo, mentre insieme consumavamo il nostro
amore…continuavo a ricercare il tuo sguardo in quella spirale che ci stava
avvolgendo, i tuoi occhi forse ancora più spaventati dei miei, ma ugualmente
carichi d’amore e desiderio.
Anche allora solo con
il tuo sguardo riuscivi a farmi sentire come mi sento ora in tua presenza…nudo,
indifeso, fragile, perché è questo che sono infondo, anche se cerco con tutto
me stesso di non mostrarmi.
Solo tu sai come sono
davvero.
Solo tu sei riuscito
ad andare oltre all’apparente velo di gelo e freddezza che mi
contraddistingueva, a conoscere il vero Theodor, quello che non è fatto solo di
studio e manie di grandezza, a capire la mia vera essenza e ad accettarla, ad
amarla…perché mi ami, lo so. L’ho sempre saputo.
Anche se cerchiamo di
farci male a vicenda, anche se ogni giorno che nasce ci vede tra le braccia di
una nuova ragazza, entrambi sappiamo che è solo una maschera, un qualcosa atto
a coprire il nostro vero amore, i nostri veri sentimenti…è l’unica cosa che
possiamo fare infondo.
Se gli altri
sapessero che succederebbe?
I nostri genitori non
ce lo perdonerebbero mai…quale disonore peggiore per un padre, vedere il
proprio figlio, il proprio erede donare il proprio cuore e il proprio corpo a
un altro uomo, come stiamo facendo noi due? Siamo di famiglia troppo altolocata
per poter anche solo sperare nella loro comprensione…io un Nott e tu uno
Zabini, quale accoppiata!
I nostri compagni di
casa non accetterebbero…quale vero serpeverde accetterebbe una cosa simile?
Molti di loro nemmeno conoscono l’amore, sposano chi viene scelto dai loro
genitori e non ci pensano su.
Forse sarei stato
anche io così se non ti avessi incontrato.
E ancora ti sto
guardando amore mio.
Credo di essere sul
serio un debole, se non riesco nemmeno a resistere alla tentazione di sfiorare,
anche per un solo istante, la morbida pelle del tuo viso, di prenderti la mano
e sprofondare nel tuo tenero abbraccio e di sfiorarti le labbra con le mie, per
poi baciarti di nuovo, e ancora, ancora....per sempre.
Sarebbe così bello
poterlo fare alla luce del sole, davanti a tutto il mondo, senza doverci
nascondere nel buio di questa stanza.
Ho pensato spesso di
farlo.
Ma alla fine non ho
mai trovato il coraggio.
Eppure ti desidero
così tanto.
Ardo dal desiderio
smanioso di averti ogni volta che casualmente sfioro il tuo corpo...ora più che
mai, ora che sei così stretto e vicino a me, avvinto dal sonno e dal mio
abbraccio...perchè non ho il coraggio di prenderti e di portarti via con me?
Che domande, perché
sono debole.
Il grande e fiero
Theodor Nott, così spaventato dalla vita reale che non ha nemmeno il coraggio
di vivere alla luce del sole tutti i suoi sentimenti.
Ti rigiri nel sonno
mugugnando qualcosa.
E ancora ti sto
guardando.
Hai detto il mio
nome, l’ho sentito chiaramente.
Lentamente allungo la
mano verso il tuo volto, scostandoti una ciocca di capelli dalla fronte, chiara
scusa per poterti accarezzare, pregando che questo mio gesto non ti svegli…non
vorrei mai turbare il tuo sonno.
Dovrei lasciarti
andare…lo so che questo amore ci distruggerà alla fine, che ci logorerà…non mi
importa di soffrire, ma tu meriti solo il meglio, e sicuramente quel meglio per
te non sono io.
Ma la mia codardia è
tale da non riuscire nemmeno a lasciarti andare.
Se solo al mondo
esistesse qualcuno che ti ama anche solo la metà di quanto ti amo io, sarei più
che felice di lasciarti a lui, ma so che non è possibile, il mio amore è troppo
forte, troppo intenso per essere anche solo lontamente simile a quello di
qualcun'altro.
Morirei nel sapere di
non essere più nel tuo cuore.
Ancora la mia mano
indugia sui tuoi capelli, in quella che vuole essere una carezza eterna.
Ti amo Astor Zabini.
Quante volte te
l’avrò ripetuto questa notte? Forse troppe, eppure non mi stancherei mai di
dirlo.
Vorrei uscire sul
tetto di Hogwarts e urlarlo, urlare i miei sentimenti per te, fare in modo che
tutti mi sentano, che tutti sappiano...è bello sognare ogni tanto.
Sei ancora tra le mie
braccia...non ti svegliare amore, non privarmi del dolce piacere che provo nel
guardarti dormire...lasciati cullare fino all'alba del nuovo giorno, lasciati
sussurrare all'orecchio parole d'amore come quelle che sto dicendo ora,
lasciati soffocare di baci e carezze.
-Theo...- la tua voce
è appena un sussurro mentre ti stringi di più a me.
-shh dormi...non
volevo svegliarti...-
le tua braccia si
serrano di più attorno al mio corpo -ti amo...- quante volte me lo avrai detto
questa notte? Non fermarti mai ti prego, continua a dirmelo, urlamelo,
picchiami con queste parole perchè al mondo altro non mi è rimasto.
-ti amo anche io
Astor...-lente le mie labbra si poggiano sui tuoi capelli suggellando le parole
con un bacio.
Non mi importa del
giudizio della gente.
Se per averti dovrò
peccare, decadendo nel disonore e tingendo tutto con il mio desiderio, ebbene,
sono pronto ad espiare.
Ti amo Astor.
Ti amerò per tutta la
vita.
***FINE***
Dedicata alle
uniche tre persone con le quali mi sento a casa...Cri, Evi e Marzio.
Non mi
basteranno mai le parole per dire quanto vi voglio bene e quanto siete
speciali...non mi importa dei problemi che posso avere in questa casa quando so
che in altre trre case non molto lontane da qui ci siete voi che siete la mia
vera famiglia.
L'unica di cui
ho bisogno.
Grazie di
tutto, vi voglio bene, davvero.
Deda/Tifawow