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Autore: Iria    23/02/2012    4 recensioni
"L'odio deve rendere produttivi. Altrimenti è più intelligente amare." -Pro domo et mundo, Karl Kraus.
Dieci one-shot, per mostrare un amore maturato nel tempo.
L'altra faccia della medaglia di "Ten little things that make me love (hate) you ♥".
[Kei x Yurij]
#1- Pride; #2- Coldness; #3- Silence; #4- Winter; #5- Darkness; #6- Christmas; #7- Sunrise; #8- Gloom; #9- Scars; #10- Promises.
Aspetto le vostre opinioni, spero che questo lavoro possa piacervi! ^^
Un bacio!
Iria.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kei Hiwatari, Yuri
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ten little things that make me hate (love) you

#7- Sunrise [910 parole] 

L’alba era l’unico momento della giornata che Yurij poteva dire d’apprezzare sinceramente, senza alcuna riserva sulla propria opinione.
Infatti, considerava la notte e le stelle uno spettacolo magnifico, certo, ma di cui molti –e forse in troppi- potevano godere e scaldarsi.
La frescura dei primi raggi rosei del sole, invece, era dedicata solo a quei pochi temerari che riuscivano ad aspettare, sfiniti, la nuova rinascita della stella.
Era in attesa e, seduto sulla fredda sabbia, si scaldava con uno degli asciugamani che lui e Kei avevano portato per quella notte.
I ruvidi granellini gli solleticavano le gambe, l’aria salata dell’oceano gli seccava le labbra ed una fievole sonnolenza aveva inibito i sensi del giovane.
Il cielo invernale si rifletteva timido nello specchio d’acqua; con le sue nuvole pareva disegnare un unico e lungo ghirigoro di grigio inchiostro e dal bagnasciuga si alzava una lieve brezza che, avvinghiandolo con grazia, gli procurava la pelle d’oca.
Yurij fissò incantato il primo fascio di luce affacciarsi all’orizzonte e aggrapparsi alla superficie cristallina del mare; il bagliore si proiettò fra le spirali del cielo, sfumandolo di rosso.
Il tiepido calore del sole lo baciò ed il russo sigillò gli occhi, schiudendo le labbra.
Ad ogni profondo respiro il profumo di salsedine lo cullava e, rilassando ogni suo singolo muscolo, porgeva a Yurij l’opportunità d’essere una creatura qualsiasi di quella terra, e non un sudicio fantoccio di pezza.
Chinava il viso, poggiandolo sulle ginocchia piegate e, lì, rannicchiato, si lasciava investire dal bagliore che esplodeva sul mare all’innalzarsi del sole.
Il cremisi sfumava nell’arancione che, mescolandosi ad un pallido rosa, si perdeva nell’azzurro di un cielo incupito da sottili nubi.
Yurij Ivanov sorrise.
Il cuore batté forte.
Una bocca calda si posò a baciare la bianca spalla nuda del malinconico uomo.

Si poteva dire che Kei, all’albeggiare, provasse un senso di profonda frustrazione nei confronti di Yurij.
Sdraiato sulla sabbia chiara ed avvolto dagli asciugamani, osservava il profilo del compagno nudo ed appena protetto da un telo.
Sulla pelle di Ivanov le piccole pietruzze della spiaggia si erano posate con lascivia, come a voler dichiarare di loro proprietà quel bel luogo.
Hiwatari non riusciva a spiegare il fastidio che l’espressione totalmente rilassata del russo gli provocasse.
Dannazione, sarebbe stato disposto anche a fermare l’incedere del sole con una pistola ad acqua, pur di negargli la facoltà di rendere felice Yurij.
Kei, egoisticamente parlando, voleva essere la sola alba in grado di donare al giovane più di un mezzo sorriso.
Ah, però l’unico problema era proprio l’incapacità del giapponese di dar atto alle sue tanto tronfie pretese.
Così, mentre la luce posava il proprio caldo manto sul corpo del compagno, Kei si alzò a sedere al suo fianco.
Guardò lontano, verso la linea del mare dove il sole ancora galleggiava pigramente e, respirando a pochi centimetri dalla cute della spalla del giovane, la sfiorò appena con labbra cocenti.
Poi, sentì il cuore di Yurij pompare forte il sangue, quando, posandogli una mano calda sui pettorali gelidi, gli avvolse un braccio attorno al torace.
Il freddo della notte si era impresso sul corpo del giovane Ivanov, intorpidendolo, e lui, Kei, così immerso nel tepore, poteva davvero essere l’unico calore di cui il russo avesse bisogno.
Né il sole appena nato, né il potente raggio di mezzodì o la temperata carezza del tramonto potevano dirsi paragonabili ad un abbraccio del caro Hiwatari..!
Così raro.
Così prezioso.

“Facciamo il bagno assieme.”
Al solito, il vecchio Kei preferiva porgere i propri inviti più in qualità di ordini che di tenere domande.
E, forse, era davvero meglio così: d’altra parte, il giapponese non riusciva affatto ad infilarsi le calzamaglie da principe azzurro e, se anche vi fosse riuscito, con ogni probabilità Yurij gli sarebbe scoppiato a ridere in faccia…
Ivanov, quindi, con un cenno d’assenso aveva lasciato scivolare via l’asciugamano dal proprio corpo e, sfiorando appena le dita di Hiwatari, si era avviato con lui alla riva.
Lentamente, si immersero nell’acqua fredda che, catturando i loro corpi, ne trafisse le pelli.
I due amanti si tennero vicini –per quanto potesse essere ampia la definizione di “vicini” nei canoni di Kei e Yurij, ovviamente!-  al fine di scambiarsi calore per poi, come in unanime decisione, lasciarsi totalmente prendere dai flutti cristallini.
L’oceano andava tingendosi di rosa al sollevarsi del sole e Yurij, allora, fissò il proprio sguardo ceruleo sulla stella ormai fluttuante che ardeva nel firmamento.
“Adoro l’alba…”
Confessò in un mormorio, più a se stesso che all’infinità che lo circondava.
Kei gli si accostò alle spalle, provando davvero a puntare gli occhi nella stessa direzione del compagno, però la luce intensa, illuminando il profilo bagnato del russo, lo spinse a posare le iridi su quel longilineo corpo dai delicati tratti virili.
Fu allora che il giapponese lo strinse in vita, avvicinandolo a sé.
«Ehi, palla di fuoco, ti piace così tanto corteggiare il mio uomo..?»
Eppure, Hiwatari –cocciuto!- proprio non riusciva ad afferrare che il profondo amore di Yurij per l’alba non fosse altro che gratitudine
Oh, sì!
Proprio lì, sotto i tiepidi raggi del neonato sole e bagnati dall’acqua salata dell’oceano, Kei lo baciava con quelle sue labbra screpolatesi per la nottata trascorsa all’aperto.
E cosa poteva esservi di più meraviglioso..?
Di certo, non il mero spettacolo d’una stella ridente che sarebbe sorta per altri miliardi di anni...
Già, loro erano lì in quel solo triste battito di ciglia del mondo, a respirare l’uno sulle labbra dell’altro nell’insignificante albeggiare delle proprie vite.

*Owari*

Salve, salve!
Chi non muore si rivede, e pare che io sia come uno scarafaggio, in verità! owo
Cosa dirvi?
Nello scrivere questo capitolo, ho cercato, ho provato ad infondere nel lettore la voglia di disegnare questa scena e spero, in un modo o in un altro, di esserci riuscita! =)
Mi auguro che la shot vi sia piaciuta, confido in voi, in un vostro commento ed in una vostra opinione, sempre molto ben gradita! ^w^
Un bacio, alla prossima!
Iria.

   
 
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