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Autore: LunaGorgosprizza    23/02/2012    1 recensioni
Infilò le mani in tasca e, dopo essersi guardata intorno, si incamminò verso un boschetto poco lontano da lì. Era un luogo che lei adorava: sua madre ce la portava sempre da piccola, ed era tranquillo, la aiutava a pensare.
Ancora pochi passi ed entrò. Il vento che soffiava leggero tra le foglie produceva un fruscio rilassante. Le piaceva.
Proseguì e appena trovato uno spiraglio di sole andò a sedersi sull'erba. Passò le dita tra gli esili fili, come per cullarsi.
Chiuse gli occhi, si immerse nei suoi pensieri.
Fu un leggero pop a ridestarla. Riaprì gli occhi e si guardò intorno, ma non notò niente di strano. Tuttavia l'aria non la sembrava del tutto sicura. Si alzò e ricominciò a camminare.
Fu un attimo che si distrasse e subito dopo si sentì afferrare da dietro.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Luna Lovegood
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Il rapimento di Luna.


Tempi duri. Tempi duri erano quelli antecedenti alla seconda guerra magica: infiltrati ovunque, persino al ministero.
La Gazzetta del Profeta ormai scriveva solamente bugie. Forse qualche stupido ci credeva ancora. Tutti erano terrorizzati.
Non troppo lontano da Londra, su una collinetta isolata, si ergeva una piccola casa di forma molto bizzarra.
Vicino alla porta erano appesi tre buffi cartelli, su una parete cresceva rigogliosa una pianta con degli strani frutti che sembravano dei piccoli dirigibili arancioni.
Chi poteva abitarvi se non Xenophilius Lovegood e sua figlia Luna?
Xenophilius era il direttore di un giornale: il Cavillo. Gli studenti a Hogwarts lo conoscevano bene: Luna saltellava in qua e in là per i corridoi del castello, con la sua vocetta sognante, urlando: «Il Cavillo?».
Non 'era una volta in cui qualcuno non la fermasse per chiederle spiegazioni su qualche articolo riguardante strane creature, mai sentite nominare.
Nell'ultimo periodo, però, gli argomenti erano un po' cambiati: Xenophilius era sempre stato un sostenitore di Harry Potter. 
Non sopportava che la Gazzetta scrivesse, ormai, solo sciocchezze. Voleva che la gente sapesse la verità e ci avrebbe pensato lui.
Scriveva liberamente, senza badare troppo al peso delle parole, ma era costantemente preoccupato: mangiamorte ovunque, come stare tranquilli?
Un pomeriggio, come al solito, Luna era seduta sul suo letto. Gambe incrociate, schiena poggiata al muro, con qualche libro aperto accanto a lei.
Guardava distrattamente fuori dalla finestra. Anche lei era preoccupata, ma non lo dava a vedere. 
Tirò un gran sospiro, poi si voltò e poggiò i piedi a terra, facendoli scivolare nell'unico paio di scarpe che le erano rimaste.
Si alzò, prese la prima giacca che trovò lì vicino e scese le scale che portavano al piano terra.
Si guardò intorno per cercare il padre, ma non vedendolo si limitò ad avvertirlo ad alta voce. Si caricò in spalla la sua solita borsetta cucita ad uncinetto ed aprì la porta.
«Papà, io esco. Vado a fare una passeggiata qua vicino!»
Sentì un debole «Ok» proveniente dal retro ed uscì di casa.
Infilò le mani in tasca e, dopo essersi guardata intorno, si incamminò verso un boschetto poco lontano da lì. Era un luogo che lei adorava: sua madre ce la portava sempre da piccola, ed era tranquillo, la aiutava a pensare.
Ancora pochi passi ed entrò. Il vento che soffiava leggero tra le foglie produceva un fruscio rilassante. Le piaceva.
Proseguì e appena trovato uno spiraglio di sole andò a sedersi sull'erba. Passò le dita tra gli esili fili, come per cullarsi.
Chiuse gli occhi, si immerse nei suoi pensieri.
Fu un leggero pop a ridestarla. Riaprì gli occhi e si guardò intorno, ma non notò niente di strano. Tuttavia l'aria non la sembrava del tutto sicura. Si alzò e ricominciò a camminare.
Fu un attimo che si distrasse e subito dopo si sentì afferrare da dietro.
Cacciò un grido per lo spavento, si voltò per vedere di chi si trattasse: vide due uomini incappucciati.
«Lovegood...» disse uno dei due uomini. La voce non le sembrava nuova. «Sei la figlia di quel pazzo, vero?»
Non aspettò una risposta e proseguì: «Xenophilus Lovegood, direttore del Cavillo...- disse con tono solenne - Sai, abbiamo trovato molto interessanti gli ultimi articoli di tuo padre.»
Luna si divincolò dalla presa, cercando di liberarsi, invano.
«Anche il nostro Signore li ha trovati interessanti» Proseguì.
Luna lo scrutò, ancora immobile.
L'uomo si fece più serio, una nota nel tono della sua voce cambiò: «Dovrebbe fare attenzione a quello che pubblica... E dovrebbe fare attenzione a te.»
La squadrò dalla testa ai piedi. 
«Imprudente lasciare una ragazzina sola per un bosco, non trovi?»
Detto questo, raggiunse l'altro uomo. 
«Vediamo se così impara la lezione!»
Pop
La borsa di Luna cadde a terra, il bosco tornò deserto.
Xenophilius stava appena rientrando in casa quando sentì un grido provenire dal bosco. Riconobbe la voce: Luna.
Le boccette di vetro che teneva tra le braccia caddero a terra, frantumandosi, e lui si diresse correndo verso il bosco. Vi si addentrò, controllò in ogni dove, ma niente. Niente di niente.
No.. Quasi niente: appena coperta dalle foglie, c'era una borsa. Una borsetta azzurra, cucita all'uncinetto. 
Corse a raccoglierla e si portò una mano alla bocca. La guardò terrorizzato. 
«Luna..» Mormorò.
Lanciò un ultimo sguardo tra gli alberi e si portò il viso tra le mani.
«Lunaaaaa!»

FINE.


«Angolo della scrittrice»
Bene, rieccomi a scrivere, finalmente :3 Questo è il risultato di una delle tante noiosissime ore di scuola, tadaan :D
Spero che vi piaccia, mi ci sono impegnata un bel po' :P
Beh, magari lasciatemi qualche piccola recensione, almeno per sapere che ne pensate.
Alors.. Alla prossima!
Baci, LunaGorgosprizza :3
  
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