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Autore: GiulyHermi96    23/02/2012    4 recensioni
Si sono sempre dette le cose più perfide sull'amore; che è cieco, che non sa scegliere...ma dobbiamo ritenerci fortunati se davvero troviamo l'amore, perché ciò che l'amore vuole, lo tenta sempre e non dovremmo mai scordarci di questa sua buona qualità...
Questa fanfiction è arrivata quarta al contest di saramichy "La festa degli innamorati" Il pairing è George/Angelina e...bé, si svolge a San Valentino...di mezzo c'è Ginny, Diagon Alley, la perdita di un fratello e...sì, insomma, queste cose qui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Angelina/George
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Quel che amore vuole, amore lo tenta sempre

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Dunque...secondo contest a cui ho partecipato...sono attivata quarta classificata...il che non è malissimo, visto ch mi aspettavo di essere l'ultima. Purtroppo, pensavo che non avrebbe prorogato la cosa, quindi ho ricontrollato la storia solo due volte tralasciando un sacco di errori segnati da saramichy XD
Comunque sono abbastanza felice...spero vi piaccia, non avevo mai scritto una George/Angelina e devo dire di averci messo un pò...è stato abbastanza difficile =P

Nome autore sul forum e su EFP: GiulyHermi96 / GiulyHermi96

Titolo storia: Quel che amore vuole, amore lo tenta sempre

Pacchetto fiori: Margherita (George/Angelina)

Pacchetto colore: Rosso (Dichiarazione, Diagon Alley, “Quel che amore vuole, amore lo tenta sempre” dal film Romeo + Juliet, Ginny Weasley)
Genere: Romantico

Rating: Verde

Avvertimenti: One-shot

Introduzione: Si sono sempre dette le cose più perfide sull'amore; che è cieco, che non sa scegliere...ma dobbiamo ritenerci fortunati se davvero troviamo l'amore, perché ciò che l'amore vuole, lo tenta sempre e non dovremmo mai scordarci di questa sua buona qualità...

NdA: Si svolge dopo la seconda guerra magica, Angelina e Ginny giocano entrambe nelle Holidays Harpies, Ginny dovrebbe essere a scuola, ma poiché avrebbe dovuto essere a Diagon Alley, visto che ho preso il pacchetto con lei come aiuto e la volevo usare, ho scritto la storia come se Ginny avesse smesso di andare a Hogwarts come Harry e Ron.

So che la storia è un po' troppo lunga, ma penso che l'amore debba arrivare o comunque essere spiegato gradualmente e...bé ho cercato di farlo al meglio.

Ho deciso di mettere la citazione come titolo, oltre che dentro al testo, perché mi piace molto e l'ho trovata appropriata...spero vada bene lo stesso.

 

Dopo mesi dalla battaglia di Hogwarts George Weasley era ancora chiuso in casa.

Per l'esattezza erano ormai nove mesi che stava chiuso lì, nell'appartamento sopra il negozio che andava avanti solo grazie a Ron...già, il suo fratellino lo aveva aiutato così tanto ultimamente e non aveva nemmeno ricevuto una parola...bé, in realtà, nessuno dei suoi familiari lo aveva più sentito da un po', ma George non lo sapeva...per lui il tempo si era come dilatato...era, in un certo senso, rallentato e, in realtà, non se la sentiva di parlare con nessuno.

Ron , intanto, stava in negozio, gli portava da mangiare e cercava di farlo uscire...sempre senza successo. Piano piano la cosa era diventata una routine e, per il più grande dei due Weasley, il tempo era rallentato ancora di più.

Quel giorno gli occhi di George caddero sulla data del calendario. Il ragazzo scosse la testa come fulminato e cercò di guardare meglio, ma i numeri non cambiarono...era il due di febbraio 1998.

Il due di febbraio? Sul serio era passato tanto tempo?

Per la prima volta dopo mesi, George uscì dalla sua camera e, dopo essersi rinfrescato nel bagno, scese le scale che lo avrebbero portato al negozio.

Una volta sceso, sentì un grande brusio, tante voci felici che parlavano.

Appena fece il suo ingresso, però, tutti si zittirono. George cercò di arrivare al bancone sano e salvo, ma la folla iniziò a stringerlo da tutte le parti: “Bentornato signor Weasley, bentornato!” dicevano tutti spintonandolo ovunque.

Eppure George, non si poté dire infastidito...il fatto che tutte quelle persone volessero vederlo, per lui fu un grande gesto di affetto e, quando si furono calmati e li ebbe ringraziati, si avviò verso il bancone dove non trovò Ronald come si aspettava, bensì Ginny, sua sorella.

“Ginny...che ci fai qui?” chiese ma, la ragazza, prima che lui potesse dire altro, si girò sorpresa, lo guardò e, in un lampo, lo abbracciò stretto.

“Oh George! Sei sceso giù! Finalmente! Eravamo così preoccupati!”

“Ohi, Ginny! Calma...mi fai male!” George la prese e la allontanò ridendo: “Santo cielo Ginny, nemmeno le piovre giganti sono così appiccicose!”

Ginny lo guardò e scosse la testa asciugandosi gli occhi e solo in quel momento, vedendo la sorella 'quasi' piangere, George capì la gravità della sua assenza.

Ginny non aveva quasi mai pianto nella sua vita, e il fatto che lo stesse facendo per lui, lo sorprese moltissimo.

“Comunque, che ci fa la mia bella sorellina qui? E dov'è il mio fratellino piccino picciò?” chiese nuovamente George.

Ginny sorrise: “Bé, non ci crederai, ma Ron ha deciso di diventare auror...perciò ora è all'accademia...sta recuperando il tempo passato qui ad aiutarti e lo sta facendo anche bene...pensa che è già in squadra con Harry, per quanto abbia iniziato molto dopo!”

George ascoltava ammirato la sorella e sorrideva:”E bravo il nostro Ronnie! Cosa non si fa per conquistare Hermione!”

Ginny alzò gli occhi al cielo: “Stupido! Guarda che si è già dichiarato da un pezzo e ora sono belli che fidanzati quei due, così come io e Harry!”

George rimase a bocca aperta: “Cioè mi vuoi dire che vi sposerete?!”

Ginny arrossì continuando a mettere a posto la cassa: “Direi che l'intento sia quello...perché?” chiese.

George rise: “Bé, perché sono rimasto indietro...dovrò trovarmi una sposa al più presto...non posso mica essere l'ultimo a sposarmi in famiglia!” disse stranito.

Anche Ginny sorrise: “Non ti preoccupare, se è per quello, non credo che Charlie si sposerà mai...”

“Ah, e con questo dovresti tirarmi su di morale?!” chiese il rosso sarcastico.

“Sarebbe il mio intento, sì...hey! Angie! Hai bisogno di una mano?” chiese la sorella di George rivolgendosi ad una pila di scatole che levitava da sola.

“Chi...?” cercò di chiedere George ma Ginny corse verso la ragazza che aveva chiamato e parlò con la persona nascosta che rise e declinò la proposta d'aiuto della rossa.

La bacchetta magica dietro le scatole fece un movimento secco e queste si appoggiarono con grazia sul bancone, facendo, finalmente, vedere a George quale fosse l'identità della 'Angie' chiamata da sua sorella.

“Angelina?” chiese stupito il ragazzo.

Lei appoggiò il resto delle scatole sul bancone e sorrise felice: “George! Sei uscito dall'appartamento! Oh che bello! Non ne potevo più di sentire i lamenti di Ginny...e poi il suo umore non giovava alla squad- Hey!” disse a Ginevra che le aveva appena dato un pugno al braccio: “Mi serve per segnare! Vuoi forse che perdiamo la prossima partita?” chiese alla rossa che fischiettava indifferente.

George dal canto suo aveva smesso di sentire qualsiasi cosa nel momento in cui aveva visto il sorriso della sua ex compagna di scuola.

I denti bianchissimi della ragazza erano sembrati brillare in quella stanza che per lui era buia da mesi...il suo sguardo lo aveva come attraversato e guarito e il suo sorriso lo aveva ammaliato.

“Aspetta ma come...” disse cercando di risvegliarsi dalla trance.

Ginny sorrise: “Siamo giocatrici delle Holidays Harpies...George...Angelina è venuta ad aiutarmi perché voleva controllare che non mi sforzassi troppo prima della partita...praticamente non posso muovere un braccio che lei mi dice che prende il mio posto perché è molto più attenta...che c'è? È assolutamente vero!” disse Ginny in risposta all'amica.

Questa alzò gli occhi al cielo: “Ad ogni modo...nel retro bottega ci sono moltissimi scatoloni George, che nemmeno Ron sapeva dove andassero, perciò li abbiamo lasciati lì...” disse Angelina e George raccolse tutta la forza possibile per rispondere senza balbettare come suo fratello piccolo davanti ad Hermione: “Li metterò a posto io nei prossimi giorni...non c'è problema...avete già fatto abbastanza...”

“Ma figurati George! Fossero questi i problemi della vita!” disse Ginny sorridendo: “Comunque, dopodomani abbiamo una partita e non possiamo venire nemmeno domani, visto che il coach ci vuole pronte e arzille...non so...pensi di potercela fare a...?” chiese la sorella.

George sorrise: “In realtà, pensavo di chiudere sia domani che dopodomani, così riesco a riordinare un paio di cose e ricominciare...resterò qui e vi ascolterò alla radio...” disse sorridendo.

Angelina e Ginny si guardarono pensando la stessa cose: sarebbe stato saggio lasciarlo da solo per due giorni? Solo nel negozio che aveva aperto e curato col suo gemello. No, non sarebbe stato per niente saggio.

Angelina ebbe un'idea: “Perché non vieni a guardare la partita dal vivo...poi, quando è finita io e Ginny veniamo ad aiutarti...in tre faremo molto più velocemente.” George non riuscì davvero a dire di no a quel sorriso disarmante e, sotto lo sguardo inquisitore della sorella, annuì impotente.

Angelina sorrise più di prima: “Fantastico! Allora...ci vediamo domani, io devo andare a casa...mia madre mi ha chiesto di passare...” gli altri due annuirono e Ginny la salutò girando poi lo sguardo verso George che aveva gli occhi come 'pieni di lei'.

“Fratellone...perché non la inviti ad uscire?” chiese di punto in bianco la Weasley.

George che era riuscito a iniziare a fare qualche cosa di costruttivo, per poco non fece cadere lo scatolone che aveva preso in braccio: “C-come?” chiese stranito.

“Hai capito bene...e sì, è single...completamente e disperatamente single...” disse citando la compagna di squadra.

“Come fa ad essere single una ragazza bella e famosa come lei?”

Ginny sorrise: “Gli uomini che stanno con lei la mollano dopo poco perché si sentono inferiori...”

“Allora non la meritano.” disse semplicemente il proprietario del negozio.

Ginny sorrise ancora di più: “Tu la meriteresti, invece, non è vero?” chiese sbarazzina.

“Ginny, di cosa stai parlando? Angelina mi vede come un compagno di scuola...come un amico...forse come il fratello del suo ex-ragaz-” ma si interruppe pensando al periodo in cui Angelina e Fred stavano insieme.

A entrambi vennero le lacrime agli occhi e George cercò di sorvolare: “Ad ogni modo...non mi vede sicuramente, come pretendente Ginny, puoi anche finire di fantasticare sulla cosa...” e, detto questo, con un sospiro, portò nel retro gli scatoloni che aveva in braccio senza pensare che avrebbe potuto usare un 'Wingardium leviosa' per facilitarsi la cosa.

Anche Ginny sospirò e scosse la testa...quei due avevano proprio bisogno di una mano.

* * *

Il giorno dopo, le ragazze erano nello spogliatoio e si stavano preparando per la partita.

“Ginny...secondo te verrà davvero?” chiese Angelina all'amica.

Ginny la guardò: “Non lo so Angie...spero di sì per lui, oppure lo strangolo appena lo vedo.” disse torturando al posto del fratello la sua sciarpa delle Harpies.

Angelina alzò gli occhi al cielo: “Dai Ginny, non esagerare...sono solo preoccupata che tuo fratello torni nell'oblio, tutto qui...”

Ginny guardò l'amica: “Certo...senti signorina 'sono-solo-preoccupata-che-tuo-fratello-torni-nell'-oblio' mi dici cos'hai in mente di fare in questi giorni?” chiese scherzosa l'amica beccandosi il cappello di Angelina dritto in viso: “In che senso? Cosa dovrei fare, scusa?”

Ginny roteò al cielo gli occhi esasperata: “Ah, non lo so...andare fuori, fare un giro...D-I-V-E-R-T-I-R-T-I...mi sembri Hermione per Merlino! Sei Angelina Johnson! Giocatrice delle Holidays Harpies e bellissima donna! Morgana! Chiedi a qualcuno di uscire! Fai un giro...qualsiasi cosa!” disse la rossa.

Lei scosse la testa: “Sai che nessuno è nei miei pensieri Ginevra...”
L'altra la guardò: “Ah no?! Sul serio?! Ma che strano...pensavo che il signor 'mio-fratello-che-non-vuoi-che-torni-nell'-oblio' fosse abbastanza presente nella tua testolina da cacciatrice...”

“Ginevra...!” la sgridò l'amica sconcertata: “Se anche fosse...insomma...non potrei mai. Mi potrebbe vedere come un rimpiazzo di suo fratello e sappiamo bene che non sarebbe mai questo per me e...ma in fondo...cosa importa...non è così, quindi non c'è assoluto problema...”

Ginny, sconcertata dalla rivelazione, batté la propria mano sulla sua fronte: suo fratello e una delle sue più care amiche erano innamorati e non l'avrebbero ammesso nemmeno davanti al wizengamot, solo per non far riaffiorare brutti ricordi.

“Andiamo, dai...che la partita inizia...” disse Ginny dopo un po' mentre pensava ad un piano perfetto per far 'vuotare il sacco' ai due ragazzi innamorati e mentre si malediceva per dover sempre essere il cupido della situazione.

* * *

“Johnson e Weasley si passano la pluffa in una perfetta manovra Sterling! Johnson si avvicina agli anelli, sta per lanciare e...passa la pluffa a Weasley che arrivata vicinissima agli anelli segna senza ostacoli! Dieci punti per le Holidays Harpies! Le nostre ragazze sono in forma quest'oggi!” il commentatore era assolutamente entusiasta della partita e non smetteva mai di parlare o elogiare le due cacciatrici.

George, intanto, sugli spalti guardava ammirato le ragazze.

Per la verità, guardava in particolare una di loro, la ragazza con la pelle sempre abbronzata e i denti bianchi che brillavano ad ogni goal che faceva.

Eppure George si sentiva come in errore. Non poteva innamorarsi di Angelina Johnson, non poteva vederla come una fidanzata...era sempre stata una delle sue migliori amiche...non avrebbe potuto.

Eppure...anche Ron e Hermione erano sempre stati migliori amici e ora stavano insieme ufficialmente.

George cercava di seguire la partita, ma con tutti quei dubbi si ritrovava spesso con lo sguardo perso nel vuoto e la mente da un'altra parte.

“George! Cosa diamine stai facendo! Non puoi! Non puoi assolutamente! Te lo proibisco!” cercò di intimarsi da solo sotto lo sguardo attonito dei vicini di posto.

La partita durò parecchio, un paio d'ore e, quando il cercatore riuscì a prendere il boccino, George si alzò ed iniziò ad andare via ma, proprio quando stava per scendere dagli spalti, sentì delle urla e delle richieste si autografi dietro di lui, si girò e vide sua sorella avvicinarglisi.

“Dove pensi di andare fratellone? Tu ci aspetti! Non vuoi nemmeno festeggiare?!” chiese rimproverandolo con un cipiglio alla Molly.

George non poté far altro che ridere: “Dai Ginevra...devo andare in negozio...ci vediamo più tardi...”

“No, no, no e no! Avevi promesso e ora ci aspetti! Altrimenti ti lancio un fattura orcovolante addosso!”

George sorrise: “Allora sono fregato...come posso dire di no alla mia sorellina e alla sua fattura orcovolante?”

Lei alzò gli occhi al cielo e lo guardò un'ultima volta: “Dai...dopo io e Angelina veniamo ad aiutarti.” e senza dire altro, se ne andò negli spogliatoi facendo lo slalom tra i giornalisti.

George se ne andò in fretta dagli spalti per evitare i media e, sorridendo, pensò che sua sorella avesse proprio un bel caratterino.

* * *

“George questo dove lo metto?” chiese Ginny per la milionesima volta.

Il ragazzo alzò gli occhi al cielo: “Ginny, tutte le scatole con un segno colorato – sì, di qualsiasi colore – vanno al secondo piano, quelle con un segno nero – sì, il segno può essere di qualsiasi grandezza – al primo...tutto qui. Com'è che Angelina non ha trovato problemi a seguire le istruzioni?” chiese esasperato.

“Perché io sono la tua sorellina, ti voglio tanto bene e non ti ascolto mai...” disse ridendo ed evitando un pacchetto di pasticche vomitose lanciatole da George.

Angelina, intanto, divideva gli scatoloni rimasti in fondo alla stanza mettendo le colorate da una parte e le nere dall'altra, giusto per facilitare le cose.

“Angie...tu che farai a san Valentino?” chiese Ginny leggera rientrando nel retro.

Angelina scosse la testa ed alzò gli occhi al cielo: “Secondo te, Ginevra?” chiese retorica, visto che la ragazza le aveva ripetuto la stessa domanda per settimane.

“Oh, ma dai! Non puoi dire così, ci deve essere qualcuno con cui vorresti uscire!” disse allusiva.

Angelina arrossì un po', ma senza girarsi, disse alla rossa: “Attenta, non sei l'unica che sa affatturare le persone...”

Ginny rise e pose la stessa domanda al fratello: “Tu, invece, fratellino?” chiese allegra.

Lui la guardò accigliato: “Ginny, sono stato in casa per mesi, quante donne credi che abbia incontrato a parte voi due in questo tempo?”

“Hai ragione...” disse lei facendo finta di meditare sulla cosa.

Simulando poi un colpo di genio, schioccò le dita come folgorata da un'idea alla quale, in realtà, pensava da due giorni: “Perché allora non uscite insieme?” chiese felicissima.

Per tutta risposta gli scatoloni che George aveva sollevato con la magia caddero con un tonfo e Angelina si strozzo con dell'acqua che aveva appena fatto apparire in un bicchiere con la magia.

“Ginny...” cercò di ragionare il fratello.

Ma lei continuò imperterrita: “Bé, perché no? Insomma non sapete cosa fare, non siete accompagnati da nessuno, invece che restare soli, almeno sarete in compagnia...per quanto riguarda il negozio, ci posso tenere dietro io, lo agghinderò a dovere per la festa e voi non avrete problemi...io e Harry non possiamo vederci perché lui ha una missione, perciò sarebbe tutto sistemato, no?”

Gli altri due si guardarono straniti ed arrossirono un po'.

“Ginny io non...”

Ma questa interruppe anche l'amica dicendo: “Non c'è bisogno che mi ringrazi Angie...non ti preoccupare...intanto, porto gli scatoloni di sopra, ok?”

E prima che potessero fermata, era già corsa su per le scale con un paio di scatole.

“Io lo giuro...anche se dovessi ferire mia madre fino a farla morire di crepacuore, una di queste volte strangolo mia sorella!” disse George tornando alle scatole.

“Non ci obbliga nessuno George...se non vuoi, possiamo farle credere che usciamo e in realtà non farlo...” disse lei pensando che George fosse seccato dalla cosa.

“Scusa? Oh...no, no, no...ci vengo volentieri fuori con te...non c'è assolutamente problema...e poi, mi scoccia ammetterlo, ma Ginny ha ragione su una cosa...”

Angelina lo guardò interrogativa e lui continuò: “Abbiamo bisogno di uscire...entrambi, quindi...direi che ci vediamo a san Valentino, no?” disse portando anche lui fuori degli scatoloni e lasciando Angelina sola, basita e felice come non mai.

* * *

I giorni passarono, George finì di rimettere a posto il negozio e le ragazze si allenarono a quidditch quasi tutti i giorni.

Il tredici di febbraio Ginny arrivò in negozio e disse che avrebbe iniziato ad addobbare le stanze per san Valentino.

George, che non era mai stato un asso con addobbi e decorazioni, la fece fare pregandola di non esagerare.

Il giorno dopo, scese nel negozio e lo trovò...bé...un po' troppo rosa e rosso, ma non esagerato come aveva pensato il giorno prima.

In ogni angolo le luci erano state coperte da una lente rosa o rossa in modo da far cambiare colore alla stanza, i filtri d'amore erano stati posizionati al centro del negozio e l'insegna era stata ingrandita. Tutto ciò che riguardava san Valentino era in bella vista e illuminato da svariati fari e dovunque c'erano palloncini che svolazzavano da soli e esplodevano ogni minuto in tanti piccoli cuori.

“Che te ne pare?” chiese la sorella al ragazzo.

“Devo dire che non è così male...”

Ginny lo guardò di sottecchi: “Non è così male?!” chiese infervorandosi.

“Volevo dire che è magnifico e che non sarei stato capace di fare di meglio...” disse George.

Lei sorrise: “Bene...pronto per l'appuntamento con Angie?” chiese felice.

Lui alzò gli occhi al cielo: “Non è un appuntamento Ginevra...” precisò.

Lei lo guardò: “Perché pensi che non possa funzionare?”

Lui sospirò un po' rassegnato: “Perché non voglio che si senta un rimpiazzo a quello che ho perso...e non voglio che pensi che i miei sentimenti siano sbagliati...” disse con gli occhi lucidi.

La sorella gli si avvicinò e fece in modo che lui la guardasse negli occhi: “Ascoltami bene George Weasley...non pensare mai, MAI che i tuoi sentimenti possano essere sbagliati! Quel che amore vuole, amore lo tenta sempre...ricordatelo! Se sei innamorato di lei, allora prova! Lei ti respinge? Prova di nuovo, ma sarai veramente un perdente con i sentimenti sbagliati, quando smetterai di provarci!” gli disse sincera: “Io non ho mai smesso di volere bene ad Harry e ora siamo fidanzati...l'amore può essere anche cieco, ma quando trova una 'preda' fidati che non la lascia andare tanto facilmente se è quella giusta!”

George vide in sua sorella, per la prima volta, una donna. Una donna responsabile e matura, che aveva superato tante avversità e aveva trovato la felicità e, in quel momento, desiderò essere felice anche lui, desiderò tornare a sorridere come sempre, essere di nuovo spensierato come lo era prima della guerra...

Sorrise guardando la sorellina tanto adorata e ormai così cresciuta: “Grazie...sei cresciuta Ginny...tanto dall'ultima volta. Ma ti avverto, sarai sempre la mia piccola pulce...”

Lei rise guardandolo con rimprovero: “Come ti permetti! Razza di impertinente!” disse scherzando.

“Sì, sai la mia pulce nell'orecchio, quello buono, si intende...”

Lei cominciò a rincorrerlo per tutto il negozio urlandogli contro. Fu proprio così che Angelina li trovò qualche minuto dopo, quando entrò dalla porta principale. Avrebbe giurato di non aver mai visto spettacolo più buffo di quello, George che si smaterializzava qui e la e Ginny che cercava di raggiungerlo o di corsa o smaterializzandosi anche lei.

La ragazza si sistemò su una sedia e aspettò che i fratelli finissero di battibeccare.

Poco dopo, fortunatamente, Ginny si accorse di lei e, evitando di farsi fare il solletico dal fratello, la salutò: “Ciao Angelina!” ridendo poi di George che, tornando in postura eretta, stava arrossendo come non mai.

“Ciao...” salutò anche lui Angelina non sapendo cosa dire.

Lei sorrise e per toglierlo dall'imbarazzo disse: “Andiamo? Così Ginny apre il negozio...”

Lui annuì e, prendendo il cappotto diede le ultime dritte alla sorella che, con poca grazia e pazienza sbatté fuori i due ragazzi.

“Dove andiamo?” chiese Angelina ridacchiando.

Lui la guardò stranito: “Dove vuoi tu...è tanto tempo che non giro per Diagon Alley...guidami.”

Lei arrossì all'ultima parola, ma annuì.

“Potremmo percorrerla tutta e fermarci un po' dove ci va...” disse.

George annuì e seguì la ragazza che al suo cenno aveva iniziato a camminare.

* * *

“Comprate! Caramelle degli innamorati!”
“Palloncini personalizzati, prendetene uno e cambierà per ciascuna coppia!”

“Dolci al cioccolato, cioccolatini, torte al cioccolato! Scegliete qualcosa e portatelo alla vostra bella!
“Fiori! Fiori magici che cambiano colore! Comprate dei fiori!!!”

I venditori di Diagon Alley erano più accaniti che mai, a George la giornata sembrava più una fiera di paese che altro, e la vista di tutte quelle persone accanirsi per degli oggetti lo faceva ridere amaramente.

Angelina sembrò leggergli nel pensiero: “San Valentino non è mai stata la mia festa preferita...” disse guardando la strada di Diagon Alley piena di cuori, fiori e dolci di tutti i tipi.

“Sai, no...? Essere sempre quella che resta sola oppure quella troppo giocatrice di quidditch per essere invitata ad uscire...” disse elencando le cose sulle dita della mano sinistra.

“Non sarai mai troppo giocatrice di quidditch per uscire...facciamo così...ogni anno ti inviterò fuori, così non sarai più sola a san Valentino.”

Lei lo guardò sorpresa ma sorrise guardando gli occhi scuri ma felici del ragazzo: “Solo se eviterai di chiuderti in camera per altri nove o dieci mesi George...” disse seria.

Lui si fermò e la guardò in viso insicuro per un momento.

Angelina continuò: “Non hai idea di quanto fossimo preoccupati...Ginny era distrutta, Ron ancora di più, perché era l'unico che riusciva a vederti e l'unico che potesse dirci se tu fossi ancora sano di mente oppure no...non farlo MAI più!” disse lei con la voce un po' più acuta di prima.

George sospirò: “Avevo bisogno di tempo per pensare Angelina...avevo bisogno di riassestarmi, di ritrovare la strada e di intraprenderla da solo...non mi aspetto che tu capisca, ma in tutta la mia vita ho avuto F-fred al mio fianco, c'è sempre stato e non ci siamo mai separati...ora qualunque cosa faccia, tutte le volte che sono felice, mi sento in colpa, tutte le volte che scherzo con te, o con mia sorella, vorrei non farlo, perché è come se lo stessi tradendo...”

Lei scosse la testa: “Ascoltami George...ti prego, ascoltami bene...lui non vorrebbe questo e lo sai meglio di me...Fred odiava la tristezza e odiava vedere triste la sua famiglia...è vero, forse non lo conoscevo bene quanto te, ma sono certa di questo...sono stata con lui abbastanza tempo per capire che non aveva paura della morte e che sapeva che tutti ci eravamo più vicini di quanto pensassimo...lo conoscevo abbastanza per sapere che non avrebbe mai, mai voluto vedervi affliggere così tanto solo per lui...so che mi vorresti interrompere e ti prego di non farlo...so anche che vorresti contraddirmi...non fare nemmeno questo, sai quanto mi arrabbio quando vengo contraddetta...! Fred non voleva questo, di certo non avrebbe voluto morire, ma sapeva bene che qualcuno se ne sarebbe andato. Il fato ha scelto lui, ma il fato ha molto a che fare col Karma, lo sai? L'amore toglie e da...forse l'amore ci ha tolto Fred...te l'ha portato via, ma saprà ripagarti...forse non basterà, ma sarà sempre meglio che rimanere con un vuoto dentro. In più, sai cos'ho scoperto vivendo...?”

George, che era stato commosso, reso felice e arrabbiato nello stesso discorso della stessa ragazza in solo una manciata di minuti, scosse la testa guardandola e aspettando che continuasse: “Vivendo...” continuò Angelina: “Ho scoperto che il tempo sana tutte le ferite. Forse non subito, forse non in fretta, ma tutto si aggiusta...anche il cuore può essere risanato, devi solo trovare le persone giuste...”

I due ragazzi erano in mezzo alla strada e le persone li aggiravano un po' infastiditi dalla loro posizione al centro del viale.

Entrambi si guardavano negli occhi e cercavano di farsi forza a vicenda e George pensava di non aver mai visto Angelina così bella come lo era in quel momento.

“Volete dei fiori? Dei fiori per la bella signorina...?” chiese una signora anziana con un cestino in braccio.

Angelina distolse lo sguardo e scosse la testa, ma George la fermò e pagò l'anziana prendendo dal cesto una margherita.

Questa se ne andò sorridendo e ringraziando.

George, ancora serio, porse il fiore alla ragazza che lo guardò interrogativa.

Lui sorrise come ormai non faceva d mesi e prese le mani della ragazza tra le sue: “Non voglio che tu ti senta obbligata, non voglio nemmeno che tu ti senta un rimpiazzo, per questo non te l'ho voluto dire prima, pensavo che sarei potuto comunque andare avanti...ma non ce la faccio. Pensavo di essere abbastanza forte da superare un'altra perdita, ma non credo di poterla sopportare...”

Angelina lo guardava più confusa che mai e stava per interromperlo, quando lui la precedette: “Ti amo...”

Nella sua vita, Angelina Johnson era stata spiazzata da poche cose: l'ascesa di colui che on deve essere nominato, la sua entrata in una squadra famosa di quidditch pur essendo tanto giovane e la morte di Fred Weasley. Eppure mai, mai in tutta la sua esistenza si sentì più persa e confusa che i quel momento: “Cos-” chiese iniziando a sentirsi poco le gambe.

“Immagino che la cosa sia un po' repentina e strana, visto che ci siamo rivisti solo pochi giorni fa, ma è sul serio scattato qualche cosa in me e non saprei davvero cosa fare se tu non mi parlassi più...non pretendo che tu mi accetti, davvero, volevo solo dirti quello che provavo, visto che di sentimenti repressi ne ho tenuti anche troppi e...” ma Angelina non ci vide più.

Quello che aveva sperato in tutto quel tempo passato nell'aspettare che il ragazzo tornasse dall'oblio, si era avverato, perciò Angelina non aveva potuto fare altro che baciare il dolce e fantastico ragazzo davanti a lei.

Entrambi, in quel momenti, si sentirono in pace con il mondo, sapendo che si sarebbero completati a vicenda senza fatica: “Lasciami da sola solo ad un San Valentino e finisci male Weasley!” sussurrò lei sulle labbra di George che sorridendo rispose: “Immaginavo me l'avresti detto...”

Stettero insieme in mezzo alla strada, mentre i passanti li superavano sempre seccati.

Solo una persona li guardava da lontano, l'anziana donna che aveva dato loro il fiore, si tolse il mantello dal capo e fece tornare normali i suoi capelli trasfigurati: “Essere il cupido della situazione non è poi così male...” disse sorridendo tra se Ginny e tornando di corsa al negozio che aveva tenuto chiuso un po' di più per quei due novelli innamorati.

Giudizio di saramichy

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Grammatica e Ortografia: 9.48/10 

Auror si scrive con la lettera maiuscola, perchè i termini che ha inventato la Rowlings vanno sempre scritti così. 
MAIUSCOLA: -0.05 

"Chi...?" cercò di chiedere George, ma Ginny (prima di ma ci stava bene una virgola) 
VIRGOLA: -0.05 

Winzegamot (anche qui ci va la maiuscola) 
MAIUSCOLA: -0.05 

disse Ginny dopo un po', mentre pensava (meglio una virgola dopo po') 
VIRGOLA: -0.05 

Cupido va scritto con la maiuscola 
MAIUSCOLA: -0.05 

richieste si autografi (richieste di autografi DISTRAZIONE -0.02) 

Orcovolante (anche qui maiuscola) 
MAIUSCOLA: -0.05 

strozzo (si scrive strozzò) 
DISTRAZIONE: -0.02 

E prima che potessero fermarla (non fermata) 
DISTRAZIONE: -0.02 

Quidditch (Con la maiuscola) 
MAIUSCOLA: -0.05 

là ci va l'accento sopra 
DISTRAZIONE: -0.02 

Come ormai non faceva da mesi (non hai messo la a) 
DISTRAZIONE: -0.02 

Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato (Si scrive con la maiuscola ad ogni lettera) 
MAIUSCOLA: -0.05 

che in quel momento (Hai dimenticato la enne) 
DISTRAZIONE: -0.02 

disse sorridendo tra sé (ci va l'accento) 
DISTRAZIONE: -0.02 


Lessico e Stile: 9.75/10 

Ho trovato qualche piccolo errorino: 

quindi non c'è assoluto problema (Spero intendessi dire quindi non c'è nessun problema) -0.10 

Per tutta risposta gli scatoloni che George aveva sollevato con la magia caddero con un tonfo e Angelina si strozzò con dell'acqua che aveva appena fatto apparire in un bicchiere con la magia. (Hai ripetuto con la magia due volte, meglio evitare la seconda, si capisce lo stesso la frase) 
RIPETIZIONE: -0.05 

ci posso tenere dietro io (Ci posso pensare io, mi sembra una frase più giusta) -0.10 

Originalità: 10/10 

Davvero molto brava! Ho apprezzato la tua originalità, ma di storie su George e Angelina non se ne leggono tante in giro, quindi eri facilitata da questo compito. 

IC Personaggi: 10/10 

Mi sono sembrati tutti molto bene caratterizzati, quella che mi è piaciuta di più è stata di sicuro Ginny, ma anche George e Angelina erano davvero molto IC. Brava! 

Elementi obbligatori secondo pacchetto: 5/5 
Elementi facoltativi secondo pacchetto: 5/5 

Brava, hai utilizzato tutti gli elementi e devo ammettere che mi è piaciuto tutto. Li hai utilizzati splendidamente, dalla dichiarazione a tutto il resto. Brava! 

Gradimento personale: 5/5 

Mi è piaciuta la storia, davvero molto bella e romantica. Brava! 

Totale: 54.23/55

La storia ha anche vinto il premio cupido :3

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