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Autore: Strega_Mogana    28/09/2006    7 recensioni
Ultima one-shot della mia raccolta, seguito di "Rendimi felice".I pensieri di un mago finita la guerra.
Genere: Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti! Questa è l’ultima one-shot della mia raccolta, come dice sempre vi conviene leggere anche quelle precedenti così da capire quello che succede. Questa, quindi, andrebbe letta dopo “Rendimi felice”.
Devo fare un ringraziamento a tutti quelli che hanno letto anche le altre storie e hanno recensito e un grazie particolare a Ale che ha letto quest’ultima, mi ha aiutato a correggere dei piccoli errori e mi sta obbligando a pubblicarla ora.
Bene aspetto un sacco di commenti, buona lettura!
Elena



La sento.
É vicina.
Il suo alito freddo é sul mio collo.
La sua mano ossuta sulla mia spalla.
É la Morte.
La Signora in Nero che vuole la mia anima.
E io vorrei solo potermi lasciar andare.
Lasciarla fare e farmi portare via.
Lasciare questo mondo.
Lasciare il mio corpo ferito e andare verso di loro.
Verso le persone che sono morte solo perché mi hanno seguito.
Solo perché credevano in me.
Solo perché ero io il predestinato.
Chiudo gli occhi ormai stanchi, questi occhi uguali a quelli di mia madre, vorrei solo morire, vorrei che la bella Signora in Nero mi portasse via da tutto il dolore che alberga nel mio cuore.
Sono un mostro.
Un mostro che ha portato al massacro i suoi più cari amici.
Il buio mi avvolge, sento la pioggia che mi bagna il viso, l’acqua fredda a contrasto con le mie calde lacrime salate.
Il mondo mi acclama come un eroe.
Invece io non sono un eroe.
Sono solo un ragazzino che, troppo presto, ha capito com’era il mondo vero.
Sono stato costretto a combattere, a lottare per sopravvivere quando io volevo solo una vita normale.
Prendimi Morte, allunga la tua gelida mano su di me... porta via la vita da questo corpo, distruggi la mia anima già devastata dal dolore.
Ma lei non mi ascolta, resta lì a fissarmi, la sento, potrei anche vederla se non avessi così paura di Lei.
Resta lì e mi fissa, mi scruta con gli occhi celati dal cappuccio nero, mi osserva con le orbite vuote che ci sono nel suo cranio, mi osserva e deride il mio dolore, si prende gioco di me negandomi quello che più voglio in questo momento: la morte.
Sento il vuoto, non c’é più calore né alcun tipo di sentimento, sono vuoto, sono solo una scatola sdraiata in questo parco mentre piove a dirotto.
Sento le ferite sul mio corpo che pulsano, il sangue che lentamente si coagula sui miei vestiti, sento la pioggia che disinfetta i tagli, che li purifica impedendomi di morire lentamente.
Un tuono rimbomba in lontananza, é come un urlo nel cielo, é come quell’urlo che ho in gola ma che non riesco a tirar fuori.
La guerra é finita.
Ho ucciso Lord Voldemort.
Ma non c’é nessuno con me ad esultare.
Sono solo.
Solo come non lo sono mai stato.
Vorrei esser morto anch’io.
Ma non mi sarà concesso questo privilegio, lo so.
Io devo restare qui a dannarmi per tutto il sangue che questa guerra ha versato.
Devo stare qui perché la morte porterebbe via tutto il mio dolore e non é giusto.
Devo soffrire per il male che ho fatto ai miei amici.
Devo soffrire come loro hanno sofferto prima che i Mangiamorte li uccidessero.
Perché é solo colpa mia se sono morti.
Nel buio che mi circonda vedo i volti di tutti quelli a cui devo la vita.
Fantasmi che mi saranno sempre accanto come l’indelebile ricordo delle mie colpe.
Sono tutti morti per salvarmi, a cominciare dai miei genitori.
Ignorando le fitte di dolore della spalla lussata e della gamba rotta mi metto di lato, in posizione fetale, sull’erba morbida di questo parco.
So che tra poco arriveranno gli Auror ma non me ne frega niente.
Io voglio restare qui, in questa terra bagnata dal sangue dei miei amici.
Il primo a morire é stato Bill.
Ancora rivedo il suo corpo in quel corridoio, seduto a terra con la schiena appoggiata alla parete come se stesse riposando, se non fosse per l’ampio taglio sul suo collo avrei giurato che stesse dormendo, rivedo le cicatrici sul suo volto, quelle cicatrici che ha dalla notte in cui é morto Silente.
Rivedo la sua giovane moglie, con il figlio in grembo.
Un bimbo che non conoscerà mai il padre solo per colpa mia.
Un’altra immagine sostituisce quella di Bill.
E’ Ron, il secondo Weasley che questa guerra si é portato via.
Ron é morto in uno scontro con Lastrange.
Stavano combattendo sulle scale.
É stata schiantato ed é rotolato giù.
Il secco suono del suo collo che si spaccava aveva riempito le orecchie come il tuono che poco fa ha tagliato il cielo in due, sovrapponendosi a quello del mio cuore che si fermava, stanco di battere per qualcosa che non aveva più senso continuare.
Stanco di vivere.
É rimasto fermo sul pavimento con gli occhi fissi sul soffitto.
Ho guardato quello sguardo offuscato dalla morte e gli ho chiuso gli occhi piangendo in silenzio mentre sentivo le urla disperate di Molly per la perdita del secondo figlio.
Cerco di aprire gli occhi ma la pioggia me lo impedisce, cerco di stringermi di più le gambe al torace nel vano tentativo di scaldarmi.
La mia testa é pesante, mi sento male. Ignorando il dolore sia fisico che mentale mi metto a carponi sul prato bagnato e vomito anche l’anima.
Stai ridendo vero?
Bella Signora in Nero, stai ridendo di me?
Sì, questo alito freddo che mi ha colpito é la tua meschina risata.
Ridi del mio dolore... ridi pure della mia sofferenza.
Tanto so che non posso aspettarmi altro da te.
Mi allontano leggermente dalla pozza di vomito e torno ad accasciarmi a terra.
Un altro tuono echeggia in lontananza o forse é vicino ma io sono estraneo a quello che succede fuori dal mio corpo martoriato dalla guerra.
Il suono cambia e nelle mie orecchie sento l’urlo di un uomo che ha appena perso la moglie.
Lo vedo ferito mentre abbraccia il corpo rigido e freddo della donna che ama.
E mi rivedo, sorpreso di vedere tutto quel dolore sul suo viso.
Io che credevo che non provasse altro che odio e rancore verso tutti quelli che avevano dimostrato un po’ di umanità nei suoi confronti.
Ricordo le sue lacrime mentre stringeva il corpo di Hermione, ricordo la scintillo d’odio con cui aveva guardato Bellatrix e il modo feroce con cui si era accanito su di lei.
Ricordo la lama che brillava nella sua mano anche se non c’era molta luce in quel castello, il modo così naturale con cui é entrata nel ventre del mio ex professore, il suo sguardo stupido e poi carico di disprezzo.
- Ora vai a fare compagnia alla tua sporca moglie mezzosangue. – gli aveva sussurrato quella donna all’orecchio mentre affondava di più il pugnale nel suo corpo.
Rivedo quel guizzo che aveva fatto afferrando la bacchetta della strega e poi il sibilo, la maledizione pronunciata solo con un filo di voce ma con tanto di quell’odio che, forse, solo la parola poteva esserle fatale.
Bellatrix era già morta ancor prima di toccare terra, Piton mi aveva fissato con uno sguardo eloquente, l’ultima occhiataccia prima che io mi voltassi verso il mio destino.
Quando sono tornato indietro solo e ferito ho trovato i due corpi dove li avevo lasciati, Piton si era lasciato morire, poteva curarsi con una delle sue pozioni ma aveva preferito che il sangue uscisse dalla sua ferita portando via anche la vita in modo da poter ricongiungersi con Hermione in un mondo migliore.
Sicuramente migliore di questo.
Erano abbracciati, morti, ma insieme. Senza nessuno che li giudicasse.
Ho scoperto che si erano sposati solo qualche giorno prima della grande battaglia.
Hermione era strana da diverso tempo ma io ero troppo preso da me stesso, dalla mia rabbia per accorgermi anche degli altri.
Ron, invece, sapeva tutto.
Ha sofferto in silenzio per mesi prima di togliersi quell’enorme macigno dal cuore, si é aperto con me una sera. Erano usciti entrambi e io, idiota quale sono, credevo anche andavano a fare una passeggiata, una stupida passeggiata per scollarsi di dosso la tensione dell’ultimo periodo.
Ma solo Ron é tornato indietro, demoralizzato, sembrava quasi che stesse per piangere.
- Dov’é Hermione? – gli avevo chiesto improvvisamente preoccupato, rendendomi conto solo in quel momento che potevano esser stati attaccati.
- Dove deve stare. – mi ha risposto lui salendo su per le scale.
- Che risposta é?
Si é fermato e mi ha guardato, non avevo mai visto quello sguardo sul volto del mio amico.
- Lascia perdere Harry, Hermione, ora, sta bene.
- Dov’é? – avevo insistito salendo gli scalini due a due per raggiungerlo.
- E’ con Piton. – aveva sussurrato con un filo di voce.
Ho urlato come un pazzo per tutta la casa, credevo Piton il più viscido dei servitori di Voldemort, lo dovevo uccidere, dovevo torturarlo per tutte le punizioni che mi aveva inflitto da quando avevo messo piede a scuola.
Dopo che mi sono calmato, quando il fiato era mancato nei miei polmoni, Ron aveva iniziato a spiegarmi la faccenda, il lavoro che Silente aveva riservato per lui, la sua totale fiducia nel mago che l’avrebbe ucciso.
Silente già sapeva cosa sarebbe successo su quella torre, per questo mi aveva pietrificato.
Mi sono sentito usato, una marionetta nelle mani di quel vecchio, mi sono sentito stupido, così accecato dalla vedetta che non vedevo il mondo attorno a me.
Venni a sapere della loro relazione che durava, ormai, da più di un anno.
E Ron mi confessò che quella stessa notte Piton e la mia più cara amica si erano sposati in gran segreto, gli unici testimoni erano Lupin e lui.
- Hermione ha deciso di stare accanto a lui, Piton é tornato nell’Ordine, ha abbandonato il suo ruolo di spia ed ora combatte apertamente contro Voldemort. Entrambi ti aiuteranno Harry, ma non volevano più nascondersi.
- Da quanto lo sapevi?
- Da troppo tempo.
Il sospiro demoralizzato che uscì dalle sue labbra riesce a pietrificarmi ancora adesso.
Ora che ho aperto gli occhi, ora che capisco che il mondo che mi girava attorno non era quello che realmente vedevo.
Sono stato un idiota.
Non vedevo, non volevo vedere, troppo concentrato a cacciarmi nei guai, ad emulare mio padre, a sentirmi un eroe per rendermi conto che le persone che avevo accanto non erano più le stesse.
Ero così preso dalla mia guerra, dal mio odio, per non accorgermi del dolore degli altri.
Sono egoista.
Uno stupido egoista.
Ed é per questo che merito questa dannazione
E’ per questo che la Bella Signora in Nero non mi vuole.
Sono solo.
Sarò sempre solo.
La vita che mi si prospetta davanti non é come me l’ero immaginata.
Chiudo di più gli occhi e rivedo i volti delle persone morte... li rivedo tutti... perfino quelli che non conoscevo...
Stringo ancora di più le gambe al petto ignorando il dolore per l’osso rotto che si sposta nella mia carne aggravando ancora di più la frattura.
Stringo di più gli occhi ma le lacrime continuano a scendere inesorabili come se conoscessero un passaggio che io non posso chiudere. Piango con la pioggia che batte sul mio corpo, piango mentre ripenso a tutti i miei amici morti.
Piango e, finalmente, urlo buttando fuori tutta la mia rabbia.
La mia angoscia.
La mia tristezza.
La mia solitudine.
Un tuono rimbomba su di me, ma il mio urlo é più forte, sovrasta ogni suono.
Non sono un eroe.
Non sono nessuno.
Sono solo Harry Potter.
Non il bambino sopravvissuto.
Non il prescelto.
Non il mago che ha ucciso Lord Voldemort salvando il mondo.
Sono solo Harry.
Un ragazzino con una cicatrice.

FINE
   
 
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