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Autore: dragon_queen    23/02/2012    2 recensioni
Chi della mia generazione non ha sognato di sentirsi un Power Ranger???? Ebbene, ho inventato questa storia perchè in qualche modo ne sono stata sempre stata affascinata.
[Premetto che nelle battaglie ho saltato la parte con il Megazord perchè l'ho sempre trovata troppo noiosa, ma per il resto mi sono mantenuta abbastanza vicina al prototipo di Power Ranger]
Vorrei sapere cosa ne pensate, sono curiosa...Recensite...:)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cloe non sapeva che fare: girovagava per la grotta, mentre il cavaliere e i suoi amici esaminavano le ferite di Drew. Il senso di colpa le attanagliava lo stomaco.

-E' colpa mia, se avessi distrutto subito Hagar, a Drew non sarebbe successo niente- pensava.

Aveva bisogno di prendere aria, quindi uscì dalla grotta. Attraversò il camminamento di pietra e si fermò, con le spalle rivolte verso il lago. Ad un tratto una voce disse:

-Sai, io posso salvarlo-

Cloe si voltò, avendo riconosciuto la voce all'istante: quando però lo vide spuntare dal folto degli alberi, rimase comunque stupita. Era Nergal.

-Che diavolo sei venuto a fare, maledetto?!?- disse lei e fece comparire la sua arma, puntandogliela contro.

-Perchè tutto questo astio? Sono venuto con le migliori intenzioni- sghignazzò, alzando le braccia in segno di resa.

-Chissà perchè, ma non ti credo-

-D'accordo, ero venuto a proporti un accordo, ma se non sei interessata allora me ne vado- e fece per allontanarsi.

La ragazza ci pensò.

-Aspetta. Che genere di accordo?-

Il demone si voltò e, camminando verso di lei, disse:

-Ti propongo di darmi le quattro statuette in vostro possesso in cambio di una cura per tuo fratello- e tirò fuori una boccetta con un liquido nero.

-Come faccio a sapee che la tua cura non lo farà stare peggio?-

-Non lo sai. Dovrai fidarti-

Cloe ci riflettè, poi disse:

-La tua offerta è allettante, ma anche se mi dessi un pezzo di luna, non ti darei mai le statue-

-Sei una stolta!! Non potrai mai guarirlo senza questo- disse, visibilmente alterato, sbattendole quasi la boccetta in faccia.

-Non mi interessa. Troveremo un modo-

-Bene, la tua decisione l'hai presa. Adesso non ho più motivo di essere gentile- e fece per estrarre una delle sue spade.

-Cosa ti porta da queste parti, Nergal?-

Entrambi si voltarono: a parlare era stata Alex, la quale se ne stava in piedi sull'ultimo masso del camminamento, con lo sguardo truce.

Il nemico la guardò e decise che quello non era il momento opportuno per combattere, quindi rinfoderò la spada.

-Niente di importante, me ne stavo andando- rispose e, come era arrivato, se ne andò.

Alex si avvicinò a Cloe.

-Tutto bene?- le chiese.

-Si, grazie- rispose lei, guardando in basso.

-Alex, stavo per fare una cosa orribile- disse poi.

-Ma non l'hai fatto e questo è ciò che più conta- le rispose la ragazza.

Cloe l'abbracciò e, nel contatto, avvertì qualcosa che le bucava nella tasca. Sotto lo sguardo attento dell'amica tirò fuori la piccola boccetta di cristallo che le aveva dato la ninfa. Se la rigirò tra le mani, poi esclamò:

-Ma certo!!-

-Che succede?- chiese Alex.

-Ho trovato come guarire Drew- concluse la ragazza.

 

-Nergal!!-

Il grido si diramò per il baratro, seguito dalla comparsa del guerriero lupo davanti a Zepar.

-Perchè non hai eliminato i due ranger quando ne avevi la possibilità?!?- tuonò il demone.

-Lo avrei fatto dopo che mi avessero consegnato le statuette e, senza saperlo, avessero eliminato anche il ragazzo ferito da Hagar-

-Cosa è andato storto?-

-Credo sia stato l'arrivo del red ranger-

-E adesso noi siamo senza statuette e ancora sei ranger che ci mettono i bastoni tra le ruote-

-Non tema signore, ho un asso nella manica- e fece cenno a qualcuno nell'ombra di avvicinarsi.

Quando Zepar lo vide, la bocca gli si deformò in un ghigno:

-Ottimo lavoro Nergal. Non ci avrei mai sperato-

 

Le due ragazze tornarono di corsa nella grotta.

-Fatemi passare, per favore- disse Cloe e raggiunse il fratello.

-Drew, come ti senti?- gli chiese.

-Cloe, sei tu?- disse lui.

-Si, e adesso ti restituirò la vista- continuò lei e, stappando la boccetta con la bocca, versò una goccia del liquido contenuto su ogni occhio. Come se la soluzione consumasse la ferita, la bruciatura scomparve in un attimo.

-Cosa è successo?- chiese lui.

-Apri gli occhi-

Il ragazzo ubbidì e le sue pupille erano tornate verde smeraldo.

-Ci vedo!! Cloe, mi hai guarito-

-Per fortuna- concluse lei e i due fratelli si abbracciarono.

 

-Bene, adesso che Drew sta meglio, dovreste andare a riposare- disse il cavaliere celeste.

Drew disse:

-Io non voglio abbandonare adesso. Almeno leggiamo il prossimo indovinello-

-D'accordo- disse Cloe e prese tra le mani la sua statuetta.

Quando però la base si aprì, all'interno trovarono due pezzi di pergamena.

-Strano- disse il cavaliere.

-Vuol dire che questi ultimi due dovremo risolverli io e Alison- intervenne Gabriel.

-Bene, allora ascoltate:

Rapido è l'elemento di questo rompicapo

e il luogo da trovare è a lui consacrato.

Con sè porta oscurità e paura,

ma solo un battito di ciglia dura.

Se saprai dirmi che cosa intendo

scoprirai allora dove cade il tremendo

e nel punto in cui si abbatterà

la statua dal nulla si rivelerà”

Questo è per Gabriel, invece per Alison il secondo:

Un occhio dal cielo che tutto vede

viaggia solitario e intanto si chiede

quale utilità potrà mai avere

per quel mondo a cui lui fa da barriere.

Capace di rendere tutto potente luce

oppure completa oscurità produce.

Trovate dunque il luogo che a lui è immolato

e aprirete i cancelli del regno che dagli esseri con le ali è popolato”

Finito-

Tutti si scambiarono uno sguardo confuso, poi fu Alison a parlare:

-Signore, credo di non aver compreso: esseri con le ali?-

-Esatto- rispose il cavaliere.

Poi continuò:

-Dovete sapere che il regno che io ho protetto e che voi stat proteggendo è popolato da un antichissimo popolo che ha la particolarità di possedere ali di angelo e dotato di straordinari poteri. Non si è mai saputo quali fossero le loro origini. C'è chi dice che discendano dalla divinità stessa della vita. L'unica cosa certa è che sono in possesso di qualcosa di molto potente, la cui natura è stata nascosta persino a noi che lo proteggiamo-

-Ciò significa che voi difensori non siete originari di quel regno?- chiese Alex.

-No. Appartenevamo alla Terra, proprio come voi, soltanto siamo originari di un'epoca ormai molto lontana. Fummo scelti per i nostri meriti e ci fu donata la vita eterna, senza però il permesso di varcare i cancelli del regno. Ci fu dato il nome di Angeli Caduti, angeli senza ali-

-Wow- disse Gabriel.

-Adesso ragazzi andate, avete bisogno di riposare- concluse il cavaliere celeste.

 

La mattina successiva, a scuola, Alison cercò Edward dappertutto, ma senza successo. Era svanito. Persino quelli che di solito frequentava non sapevano che fine avesse fatto.

-Perso il tuo principe?- le chiese una voce alle spalle.

La ragazza si voltò, trovandosi davanti Gabriel.

-Cosa ti importa?- chiese lei.

-Veramente niente. Volevo solo sapere se avevi intenzione di andare al ballo di Halloween che la scuola organizza-

-Non so. Perchè?-

-Beh...ecco...io...volevo chiederti...se volevi venirci con me- le chiese lui, visibilmente imbarazzato.

Alison arrossì: non sapeva cosa rispondere.

-Ecco...d'accordo-

-Davvero? Evvai!!- esclamò il ragazza, facendo un salto.

Poi si ricompose.

-Dovevo dirti anche un'altra cosa: Alex oggi pomeriggio ci ha invitato da lei. Dice che ha una sorpresa-

-Va bene. Ci sarò- e detto questo lo salutò e passò oltre.

 

All'ora di pranzo, le tre ragazze si ritrovarono nel solito posto prima che arrivassero gli amici. Cloe ruppe il silenzio.

-Avete sentito del ballo di Halloween?-

-Si, mi è giunta voce- rispose Alex.

-Anche a me- aggiunse Alison.

-Avete già un cavaliere?- chiese ancora Cloe.

Poi continuò:

-Non crederete mai chi me lo ha chiesto-

-Chi?-

-Jake-

-Jake?? Stiamo parlando dello stesso ragazzo timido e impacciato che tutte conosciamo-

-Esatto. Proprio lui. E voi?-

Alex esitò:

-A me lo ha chiese Drew-

-Ah, e bravo il fratellino. E tu Alison?-

-Gabriel- rispose lei, arrossendo.

A Cloe scappò un'espressione di esultanza, pensando:

-Finalmente il ragazzo si è deciso-

 

Gli amici cercarono in tutti i modi di far confessare ad Alex la sorpresa che li attendeva, ma la ragazza continuava a ripetere che l'avrebbero scoperta quel pomeriggio.

All'ora stabilita il campanello della ragazza suonò. Andò ad aprire il padre e si trovò davanti i cinque ragazzi.

-Buonasera professore- disse ognuno entrando.

-Benvenuti. Mia figlia è di sopra.

-Grazie- risposero e salirono le scale.

Trovarono Alex seduta su una comoa poltrona che li aspettava.

-Venite, sedetevi pure-

Fecero come gli era stato detto.

-Allora, qual'è la sorpresa?- chiese Gabriel, impaziente.

Senza dire una parola, la ragazza si limitò a sorridere. Dopodichè tirò fuori da dietro la schiena un libro molto antico, con la copertina sciupata e le pagine ingiallite.

-Che roba è?- chiese ancora Gabriel, con un'espressione poco convinta.

-Un po' di rispetto, amico mio. Vorrei che tu ed Alison mi ringraziaste, visto che ho trovato la soluzione ai vostri indovinelli-

-Davvero?- chiesero in coro.

-Esatto. In questo libro sono raccolti miti e leggende di tutt il mondo-

-Beh, allora cosa aspetti?- disse Alison, fremente.

-D'accordo. Ascoltate:

“...Secondo una leggenda etrusca, il dio del tuono era in collera con gli uomini, in quanto questi si ostinavano a non riversare offerte nel tempio a lui dedicato. Così iniziò a scatenare un temporale dietro l'altro, senza tregua. Ogni giorno il dio visitava il tempio in incognito e le offerte continuavano a non arrivare. Rabbia e collera crescevano sempre più e il maltempo diveniva sempre più furioso e violento.

Una volta la divinità trovò ai piedi della sua ara una povera fanciulla, la quale pregava il dio perchè facesse cessare i temporali, in quanto, con tutta quella pioggia, il raccolto dei genitori era da buttare. Il dio, commosso dalla purezza e ammaliato dalla bellezza della giovane, fece cessare i nubifragi.

Il tempo passava e il dio seguiva da lontano la ragazza, innamorandosene piano piano. Purtroppo, prima che potesse confessarle il suo amore, lei si ammalò e nel giro di poco morì. Così lui, colmo di tristezza, eresse un tempio in onore della giovane che prese il nome di “Tempio del fulmine”...”

Allora, soddisfatto?- chiese Alex.

-Accidenti se lo sono- rispose il ragazza, battendo il cinque con Drew.

-E ora per Alison:

“...Questa leggenda proviene dalla mitologia celtica. Un tempo, un ragazzo dai lunghi capelli dorati e appartenente ad una povera famiglia di pastori, mentre stava facendo pascolare le tre pecore che possedeva, incontrò un vecchio assetato. Il ragazzo gli donò la sua acqua e quello lo trattò alla pari di un nobile. Il giovane gli disse di essere solo il figlio di un contadino, ma il vecchio gli disse che era invece destinato ad un più nobile fato. Se ne andò.

Nei giorni che seguirono il sole cominciò a non sorgere. Ritenendo fosse un cattivo presagio, i saggi decisero di offrire alla divinità della luce dei sacrifici. Furono scelti tre ragazzi dal villaggio e tra questi c'era anche quello con i capelli dorati. Giunti all'altare sacrificale, il giovane ebbe pietà dei suoi poveri compagni e si avvicinò ai saggi, chiedendo di venire sacrificato per primo. Dentro di lui sentiva che sarebbe stato sufficiente. E fu così. Quando il pugnale si abbassò sul suo petto, dalla ferita si schiuse una potente luce, che poi inondò tutto il suo corpo. Di colpo la notte divenne giorno.

Il vecchio aveva ragione: lui era davvero destinato a qualcosa di più grande, a decidere il destino di un intero mondo secondo un suo capriccio, a brillare di giorno e riposare di notte. Lui era diventato il sole.

Da quel giorno la pietra sacrificale prese il nome di “Altare del sole nascente”...”-

-Complimenti Alex, bel lavoro- disse Alison.

-Grazie- rispose la ragazza.

 

La sera stessa i ragazzi tornarono alla grotta del cavaliere, comunicando di aver risolto i due enigmi. Poi Gabriel annunciò:

-Per guadagnare tempo direi di dividerci. Siete d'accordo?-

-Va bene- disse Cloe e con lei concordarono anche Drew e Jake.

-Non credo sia prudente- intervenne Alex.

-La maggioranza è a favore, quindi è deciso. Io, Jake e Drew andremo al tempio del fulmine, mentre tu, Alison e Cloe andrete all'altare- concluse il ragazzo.

Alex non ebbe il tempo di ribattere.

Il prima passaggio aperto fu quello di Gabriel, poi quello di Alison. Dopodichè sparirono tutti dalla grotta.

 

Il cielo era plumbeo, quasi nero. In lontananza si udivano dei rombi lontani. I tre si trovarono su una lunga strada sterrata, fiancheggiata su entrambi i lati sa una sistesa di giungla a perdita d'occhio. Davanti a loro, illuminato da un solitario cono di luce stava il tempio del fulmine in tutta la sua imponenza.

-Muoviamoci- disse Gabriel e, seguita dagli altri due, si misero a correre.

Ben presto si trovarono alle soglie dell'edificio, al cui interno la vegetazione cambiava, passando da erba curata a magnifici fiori e alberi da frutto.

-Accidenti. Doveva amarla davvero tanto- valutò Jake.

-Già- continuò Drew.

Gabriel, continuando a guardarsi intorno, avanzò attraverso il giardino, intravedendo qua e là statue di divinità femminili dall'aspetto candido e dalle forme suadenti.

Giunsero tutti e tre all'immenso colonnato che precedeva la zona sacra, dove si trovava l'altare e il simulacro della divinità. Sulle colonne rano incisi raffinati bassorilievi, mentre tra l'una e l'altra stavano guerrieri di bronzo con armature d'oro. Finalmente giunsero all'ara e davanti si trovarono una grandiosa statua che ritraeva una fanciulla dal viso gentile e bellissimo.

-Questa deve essere la ragazza alla quale il dio ha dedicato il tempio-

-Credo anch'io. Adesso però dobbiamo riuscire a trovare la porta con il simbolo del fulmine- concluse Gabriel.

Si divisero. Cercarono dappertutto. Ad un tratto Drew e Gabriel avvertirono uno sferragliare di armi e armature e videro Jake volare da una parte all'altra del colonnato, per poi atterrare ai loro piedi.

-Accidenti che botta!! Chi l'avrebbe mai detto che quei cosi erano vivi- disse.

I due amici alzarono gli occhi e videro avanzare uno squadrone di soldati di bronzo con le lance dritte di fronte a loro, nell'intento di infilzarli come spiedini. I tre arretrarono.

-Adesso che facciamo?-

-Ci trasformiamo!!- esclamò Gabriel e in un lampo di luce divenne il yellow ranger.

Anche gli altri fecero lo stesso.

Gabriel gridò:

-Fallen's axe!!- e tra le sue mani apparve la sua arma, un'ascia.

-Ora ci siamo. Avanti ragazzi, distruggiamo questi manichini!!-

Non con poca difficoltà riuscirono a farsi largo tra le sentinelle, fino però a trovarsi circondati.

-Accidenti, ma da dove spuntano? Non finiscono mai- notò Drew.

-Ragazzi, le forze mi stanno abbandonando- aggiunse Jake.

Gabriel invece si limità a guardarsi velocemente intorno, poi disse:

-Buttatevi a terra!!-

I due fecero come gli era stato detto. L'amico sollevò l'ascia verso il cielo e gridò:

-Potenza suprema del fulmine!!- e in un secondo una saetta attraversò la stanza, colpì l'ascia e si propagò per la sala, colpendo i nemici e riducendoli in polvere.

Quando l'attacco finì, Gabriel aveva il fiatone. Drew e Jake si alzarono e si congratularono.

-Complimenti, speravo che quei guerrieri sarebbero bastati e invece mi sbagliavo- disse una voce.

I tre si voltarono.

-Chi sei?!? Fatti vedere!!- sbraitò Gabriel.

Da dietro una delle colonne uscì un demone grigio, rivestito da un'armatura di acciaio dorato, la testa protetta da un elmo anch'esso d'acciaio con un corno che gli spuntava dalla fronte, due punte d'osso gli spuntavano da dietro la schiena. Aveva le braccia conserte sul petto.

-Scommetto che sei il quinto dei sei flagelli- disse Drew.

-Esatto, sono Rotor- rispose sghignazzando il mostro.

-Sei stato tu ad animare le statue?- chiese Gabriel.

-Si. Volevo vedere quanto eravate in gamba-

-Perchè allora non ti sei battuto personalmente?-

-Provvederò immediatamente- rispose e tra le mani gli apparve una mazza chiodata.

Senza aggiungere altro si scagliò contro i ranger.

-Separiamoci- disse Gabriel e gli altri due obbedirono.

In questo modo poterono evitare l'attacco.

-Complimenti- ridacchiò Rotor.

I ranger si prepararono per un altro attacco, che però non arrivò.

-Adesso è il vostro turno- disse il demone, allargando le braccia e accennando un inchino.

Gabriel si stava scocciando.

-Sei pronto Rotor? Stiamo arrivando!!- e, con un grido, seguito dai compagni, si scagliò contro il nemico.

Quello non si spostò, ma con semplice movimenta della mazza chiodata contrastò i ranger, facendoli volare in aria e riatterrare con un gemito.

-Accidenti, stavolta non ce la faremo- disse Jake.

-E invece dobbiamo farcela. Ragazzi, ho in mente un piano, ma ho bisogno che distraiate Rotor. Solo pochi minuti- aggiunse Gabriel.

-D'accordo. Non ci deludere, mi raccomando- gli disse Drew e i due batterono pugno contro pugno.

Quando il green e il blu ranger partirono all'attacco, Gabriel stese le braccia dinnanzi a sé, con l'ascia in pugno. Chiuse gli occhi e prese a sussurrare:

-Grande dio del tuono, ti prego, ascoltami. Ho bisogno che tu mi aiuti affinchè il demone che ho di fronte cada. Se non vuoi farlo per me, fallo per il luogo che tento di proteggere, il luogo che hai eretto per la donna che ami. Ti prego, dammi la forza per distruggere il mostro, prima che lui distrugga questo sacro tempio-

All'improvviso una voce tuonò nella sua mente:

-Mortale, ho udito la tua preghiera e vedo in te l'intenzione di adempiere alla promessa che hai appena fatto. È per qusto che ti trasmetterò la forza del fulmine più potente: la saetta scarlatta. Grazie-

Gabriel sentì piombare su di sé una scossa elettrica potentissima che elettrizzò tutto il suo corpo, dandogli nuova forza. Spalancò gli occhi e gridò:

-Rotor, qual'è il miglior conduttore di elettricità?!?-

Alzò l'ascia sopra la testa. Sulla sommità si era coagulato un fulmine scarlatto.

-Sparisci mostro!!- gridò e abbassò di colpo l'arma, scagliando l'attacco sul demone.

Quello si polverizzò.

-Ce l'ho fatta- si disse il ragazzo e cadde in ginocchio.

L'arma sparì. I due amici gli corsero incontro.

-Sei stato grande!!- esclamò Jake.

-Gabriel, come diavolo hai fatto?- gli domandò Drew.

-Diciamo che ho avuto un aiuto dall'alto-

Non riuscì a terminare la frase che un fulmine colpì l'altare, il quale, con rumore meccanico, si spostò, sollevando una nuvola di polvere.

-Ma che succede?-

Quando la polvere si fu diradata videro che lo spostamento dell'ara aveva rivelato una rampa di scale che scendevano in profondità.

-Credo di sapere dove conducono quelle scale- disse Gabriel e, alzandosi, iniziò a scendere.

I due amici lo seguirono. Arrivati alla fine della rampa i tre si trovarono di fronte alla porta gialla. Gabriel inserì la pietra mistica nella rientranza e la porta si aprì. Il ragazzo recuperò la statua di agata e risalì le scale, trionfante.

-Bel lavoro, amico mio- disse Drew.

-Già, proprio un bel lavoro- commentò Jake.

-Avanti ragazzi, torniamo al passaggio-

Erano quasi all'uscita del tempio, quando si sentirono colpire alle spalle da un potente attacco, il quale li fece volare a terra. Nella caduta Gabriel perse la statua. Mentre cercava di raggiungerla carponi, qualcuno gli si parò davanti. Alzò lo sguardo e riconobbe Nergal.

-Tu, codardo!! Cosa ci fai qui?!?- sbraitò il ragazzo.

-Sono venuto a recuperare una certa cosa- sghignazzò quello e si chinò per raccogliere la statuetta.

-Fermo!! Non la toccare!! Non ne hai il diritto!!-

-E invece credo proprio di si. Stavolta avete perso, ranger- disse Nergal e, ridendo, scomparve.

-Maledizione!!- urlò Gabriel con i lucciconi agli occhi, sbattendo un pugno a terra.

  
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