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Autore: dragon_queen    23/02/2012    2 recensioni
Chi della mia generazione non ha sognato di sentirsi un Power Ranger???? Ebbene, ho inventato questa storia perchè in qualche modo ne sono stata sempre stata affascinata.
[Premetto che nelle battaglie ho saltato la parte con il Megazord perchè l'ho sempre trovata troppo noiosa, ma per il resto mi sono mantenuta abbastanza vicina al prototipo di Power Ranger]
Vorrei sapere cosa ne pensate, sono curiosa...Recensite...:)
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alison, Alex e Cloe si ritrovarono in una pianura sconfinata, dove il sole batteva a picco, in lontananza intravidero un agglomerato di pietre dalle varie forme e messe nelle posizioni più strane. Si incamminarono in quella direzione, mentre il caldo afoso faceva grondare loro la fronte. Il cerchio di pietre sembrava non avvicinarsi mai.

-Accidenti, ma da quanto è che stiamo camminando?- chiese Cloe.

-Non ne ho idea. So solo che sono esausta e questo caldo non aiuta- aggiunse Alison.

-Avanti ragazze, dobbiamo stringere i denti ed andare avanti- concluse Alex.

Quando erano ad ormai pochi metri dalle pietre, udirono dei rumori poco lontano. Non fecero in tempo a inserire le pietre nei loro bracciali che si trovarono circondate da guerrieri, i quali puntavano loro contro le armi.

-Voi, non vi muovete!!- gridò uno di loro, che poi si fece avanti.

Era un uomo possente, con poca barba, folte sopracciglia e occhi scuri.

-Straniere, cosa volete in queste terre?-

Alex parlò:

-Vogliamo passare senza avere problemi-

-Avete calpestato un suolo sacro, accusa che basta per farvi condannare a morte-

-E' un avvertimento signore. Non creda che non ci difenderemo perchè altrimenti è in torto- continuò la ragazza.

L'uomo scoppiò a ridere.

-Come potreste mai competere con noi?-

Le ragazze si sentirono offese.

-Portatele via al grande tempio del Sole, il mastro-sacerdote deciderà cosa fare di loro-

Le tre furono legate e trascinate via come in corteo, in mezzo ai guerrieri.

-Dobbiamo riuscire ad usare i nostri bracciali- bisbigliò Cloe.

-Giusto. Appena ci fermeremo, proveremo a sciogliere i nodi-

Il sole stava tramontando quando il gruppo si fermò in mezzo al bosco.

-Ci accamperemo qui- esclamò il capo dei soldati.

Poi aggiunse:

-Accendete un fuoco, legate le prigioniere e tenetele d'occhio-

Le ragazze furono legate al tronco di un albero con le mani dietro la schiena.

-Quando le guardie andranno a dormire, sarà il momento per tentare la fuga- sussurrò Alex.

Le altre furono d'accordo.

Finalmente anche l'ultimo soldato chiuse gli occhi. Rimaneva solo la sentinella, ma era troppo lontana perchè potesse far caso ai movimenti delle ragazze.

-Alex, i nodi sono troppo stretti, non ce la facciamo- sussurrò Alison.

Cloe ebbe un sussulto.

-Alison riesci a toccare le mie mani?- chiese.

-Certo, perchè?-

-Prendi la cosa che ho nella manica destra-

Alison lo fece. Poi sgranò gli occhi.

-Cloe, ti adoro- disse.

Dopodichè si udì uno scatto e in pochi minuti, la ragazza era libera.

-Bravissima. Adesso slega anche noi- disse Alex.

Lei provvide. Nel giro di poco le tre erano libere e sgattaiolavano via dal campo sotto la luce della luna. Nell'andarsene però Cloe urtò una pentola. Il soldato vicino aprì gli occhi. Quando le vide, gridò:

-Allarme!! Le prigioniere sono fuggite!!-

Le ragazze si misero a correre per il bosco con tutto il fiato che avevano in corpo, mentre dietro udivano i soldati che le inseguivano.

Senza sapere come, si ritrovarono nella pianura dove erano state catturate e, individuando il cerchio di pietre, si diressero verso quella parte. Dietro sentivano ancora le grida dei loro inseguitori. Ad un tratto Alex si bloccò.

-Che ti prende?- le chiesero le amiche.

-Dobbiamo liberarci di loro- rispose seria.

-Allora facciamolo- ribatterono le due, facendosi cupe anche loro.

Si voltarono. I guerrieri si fermarono di scatto.

-Cosa avete intenzione di fare?- chiese sghignazzando il capitano.

-Quello che avremo dovuto fare molto prima: darvi una bella lezione-

-Ah si? E come intendereste fare?-

Alex non rispose, ma si limitò a guardare le amiche.

-Pronte?-

-Pronte!!-

-Fallen Angel Power, ah!!-

In un lampo di luce furono rivestite delle loro armature. I soladati fecero un passo indietro.

-Che diavolo di stregoneria è mai questa?- chiese sbigottito il comandante.

Le ragazze non risposero, ma si misero in posizione di attacco. Non ebbero il tempo di muovere un passo che i soldati gettarono a terra le armi e se la dettero a gambe.

-Tutto fumo e niente arrosto- sghignazzò Cloe.

-Vero- sorrise Alex.

-Ragazze, andiamo adesso. Abbiamo perso fin troppo tempo- ribattè Alison.

Dopo essersi liberate delle armature, si incamminarono verso il grande masso messo parallelamente al terreno che probabilmente era proprio l'altare immolato al Sole.

-Bene, e adesso che si fa?-

All'improvviso sulla pietra sacrificale apparve una figura, una presenza eterea che brillava di una luce intensa e accecante.

-Chi sei?- chiese Alison, schermandosi gli occhi.

Una voce parlò:

-Io sono colui che trasforma la notte in giorno, colui che decide se il grano crescerà o seccherà, colui che trasforma le foreste in deserti. Io sono il Sole-

Le ragazze rimasero senza fiato. Poi il ranger della luce parlò:

-Signore, avremo una preghiera da rivolgerle: vorremo che ci indicasse la via per la porta bianca contenente la statua della sensibilità-

-E perchè dovrei farlo?-

-Per darci la possibilità di salvare il regno che noi proteggiamo, come lei, con il suo sacrificio, quel giorno salvò quegli innocenti-

Ci fu una pausa, poi la figura parlò:

-D'accordo ragazza, poiché con le tue parole mi hai commosso. Ecco e fanne buon uso-

Dettò ciò la presenza sparì, lasciando al suo posto una porta dai battenti talmente bianchi da sembrare che emanassero luce.

 

Alison era riuscita a recuperare la statua di quarzo bianco senza problemi.

-Torniamo indietro- disse la ragazza.

All'improvviso la terra davanti ai loro piedi esplose, creando un'onda d'urto che le fece cadere a terra. Ad Alison sfuggì la statua di mano, la quale rotolò dinnanzi a lei. Quando si resero nuovamente conto di dove si trovavano, videro giungere in lontananza due ombre. Uno lo riconobbero come Nergal.

-Maledizione!!- sussurrò Alex tra i denti e si alzò sui gomiti.

Le sue compagne fecero lo stesso. Finalmente riuscirono a mettersi in piedi, ma ormai i due nemici avevano raggiunto la statua.

-Fermi, non la toccate!!- gridò Cloe.

Nergal ridacchiò e si chinò per raccoglierla.

-Questa adesso è nostra- disse.

-Combatti mostro!!- disse Cloe e si preparò per trasformarsi.

Alison era rimasta ad osservare il demone al fianco di Nergal, il quale aveva il viso nascosto da un cappuccio. Eppure aveva qualcosa di familiare.

-Mi spiace ragazzine, ma stavolta non sarò io il vostro avversario, ma Calyl. Non temete però: rimarrò qui a godermi la scena-

Lo sconosciuto calò il cappuccio. Alison ebbe un tuffo al cuore.

-Edward?!?-

 

Le altre si voltarono a guardarla.

-Avevo ragione a non fidarmi di lui- si disse Alex.

Nergal ridacchiò di nuovo.

-Già, quello era il nome che ti avevamo dato per confonderti tra gli umani, non è vero Calyl?-

Il ragazzo fece un cenno di assenso con la testa. Alison aveva le lacrime agli occhi, senza poter far niente per impedirlo. Guardava il ragazzo che aveva conosciuto completamente cambiato: i suoi capelli erano rimasti neri come la pece, mentre i suoi occhi erano rossi rubino; indossava un lungo cappotto nero; portava una benda su un occhio e alla vita aveva una grossa catena. In pugno teneva una strana arma.

Alison avrebbe voluto che fosse un brutto sogno, dal quale avrebbe potuto svegliarsi da un momento all'altro.

-Calyl, distruggile-

-Si signore- rispose il demone e lanciò un attacco.

Le tre ragazze riuscirono a spostarsi appena in tempo, ma nonostante ciò Alison sembrava come imbambolata.

-Alison!!- la chiamò Cloe, ma la ragazza niente.

Il demone sferrò il suo attacco, ma davanti ad Alison si parò Alex, rivestita della sua armatura, di spalle. L'impatto fu violento, ma la ragazza non si mosse di un passo.

In compenso, l'armatura adesso recava un lungo squarcio sulla schiena, lasciando intravedere una ferita che sanguinava.

-Alex, stai bene?- disse Alison.

-Non è niente- rispose l'amica, ma proprio allora cadde in ginocchio.

La schiena si scoprì di più. Fu allora che Nergal le vide.

Erano quasi impossibili da intravedere a causa del sangue che fuoriusciva dalla ferita, ma il demone lupo, alla base della schiena della ragazza, vide due voglie: una a forma di mezza luna e una a forma di stella. Tra queste un solo neo.

-E se...-

Poi notò altri due segni sulle scapole, due cicatrici alla stessa altezza e della stessa forma.

-Strano- pensò quello.

Alison soccorse l'amica e Cloe corse verso di loro.

Nergal ordinò:

-Calyl, vai-

Il demone alzò la sua arma e scagliò l'attacco. Le tre amiche chiusero gli occhi sapendo di non aver possibilità di scampo. Con loro grande stupore, però, l'attacco non le raggiunse.

Solo Alison e Cloe aprirono gli occhi, poiché nel frattempo Alex aveva perso i sensi. Davanti a loro vi era un guerriero, un settimo ranger, dall'armatura argentata.

-E tu chi saresti?-

Il ranger si portò la sua arma su una spalla.

-Io sono il settimo ranger, il Silver Clemency Ranger e ti avverto: fai un altro passo e sarai annientato-

Nergal guardò il guerriero, poi guardò il demone al suo fianco. Infine disse:

-Andiamo Calyl, torniamo da Zepar- e detto ciò scomparve.

L'altro lanciò un ultimo sguardo ad Alison, mentre alla ragazza scendeva una lacrima. Lo sguardo di lui era malinconico e mortificato. Lei non capì. Dopodichè anche Calyl scomparve.

Il misterioso guerriero si volse verso le tre.

-State bene?- domandò.

Cloe rispose, diffidente:

-Noi si, ma la nostra amica è ferita e priva di sensi-

Senza aggiungere altro, lo sconosciuto prese Alex tra le braccia.

-Andiamo-

  
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