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Autore: _Haru_chan_    24/02/2012    3 recensioni
Dunque dunque.
Codesta storia sarà la prima (credo) Round Robin della sezione Fairy Oak.
Preciso fin da subito che io non ho postato il primo capitolo, quindi chi primo arriva, decide come sviluppare la storia.
Spero che la aprirete, e decidiate di mettere del vostro in questa fan fiction creata con l'intenzione di unire tutti coloro che adorano questo fandom.
Io ci ho messo l'idea, il resto tocca a voi ^^
Aprite per leggere le regole, e poi... AGGIORNATE!
Un bacione, speriamo che abbia successo ;)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Titolo del capitolo: Quella sera di fine Inverno.

Autore del capitolo: _Haru_chan_

Raiting: Verde

Genere: Generale

Avvertimento: Nessuno ^^, P.O.V. Felì

 

Quella sera di fine Inverno

 

Dopo la nascita di Orchidea e l'arrivo mi Marcel, mi presi una giornata per osservare i cambiamenti che aveva subito il villaggio in quegli anni.

Prima di tutto, il numero uno di Via degli Orchi Bassi, aveva inglobato in sé anche il numero tre, appena di fianco a lui, unendo i due grandi giardini.

Il risultato era un enorme parco e due belle villette separate; in quella in cui erano cresciute le gemelle viveva Vaniglia con Jim e la neonata, che era più attaccata ai ricordi della sua infanzia rispetto alla sorella, mentre nell'altra, più nuova e anche un po' più grande, abitavano Pervinca e Grisam, mamma Dalia e papà Cicero, invece, si erano trasferiti dai consuoceri Burdok.

Io, in quei primi giorni, vissi nella casa di Vaniglia, ma ogni sera volavo da quella che ora potevo definire la mia Strega, e non più la mia protetta.

La vecchia casa dei Periwinkle non era cambiata poi molto, certo le foto appese ai muri mi erano per gran parte nuove, e le stanze erano arredate un po' diversamente, ma grossomodo era simile a come la avevo lasciata.

Il posto preferito mio e di Marcel era l'olmo che nasceva nel giardino del numero tre, da cui pendeva una robusta altalena formata da intrecci esperti, dono di nonno Duff, che l'aveva costruita prevedendo i giochi dei suoi nipotini, come si ostinava a considerare anche Orchidea e i futuri figli di Vaniglia e Jim.

L'arrivo della primavera rendeva quel posto magico, e io, Marcel e Pervinca stavamo ore a dondolarci sulla grande altalena a cesta in silenzio a scrutare le gemme appena nate sugli alberi ancora mezzi spogli: era un po' come un posto segreto, nel quale potevamo rifugiarci per scampare alla frenesia di casa Burium, in cui non si riusciva mai a riposare un attimo.

A volte, invece, vi trovavo Pervinca e Marcel, non a fissare le gemme, come di solito facevamo tutt'e tre insieme, ma a parlare, e allora io non me la sentivo di avvicinarmi.

Nonostante li separassero più di cinque anni d'età, Marcel si affezionò moltissimo a Pervinca, la riteneva come un esempio da seguire: anche lei, come lui, era destinata ad un potere che mal si abbinava al suo carattere, e allora... semplicemente, si era presa l'altro.

Il ragazzo veniva momentaneamente ospitato da Pervinca, che lo trattava un po' come un figlio, suppongo per far pratica in vista di quello che le sarebbe arrivato entro poche settimane: cucinava piatti più simili a pozioni che manicaretti per farglieli assaggiare e stavano svegli a chiacchierare ben oltre l'orario della nanna di un bambino.

Fatto sta, che, per il periodo in cui Marcel alloggiò a casa Burdok, lui e Pervinca furono avvolti da un legame estremamente particolare.

Un solo fatto spiacevole si permise di turbare la quiete di quei giorni.

Successe la sera che Grisam decise di invitare Vaniglia, Jim e Orchidea per una cena in giardino.

Inizialmente, tutto filò liscio: avevamo unito due tavoli per formarne uno lungo che posizionammo davanti all'olmo, in modo che, finita la cena, Marcel e Orchidea avrebbero potuto giocare senza essere persi di vista.

Pervinca aveva sparso ovunque candeline profumate che creavano un'atmosfera intima e spettacolare.

La cena fu un successo, Orchidea non pianse neanche una volta, e regalò sorrisoni a tutti quanti, e Vaniglia riuscì a distrarsi un po' dalle preoccupazioni che ogni neo-mamma deve affrontare.

Finché Grisam non mi chiese di volare in casa a prendere dell'altro pane: Appena mi vide volare via, Marcel mi corse dietro e mi tenne stretta, senza lasciarmi possibilità di allontanarmi da lui.

-Scusate- Cercai di giustificarlo, arrossendo d'imbarazzo -Marcel ha dovuto cambiare tre fate tate durante la sua crescita... e temo che si sia affezionato incredibilmente a me, penso avesse paura che me ne volassi via-

La tavolata mi sorrise, comprensiva, e a prendere il pane ci andò Jim, che di questioni di fate ne capiva poco.

-Non ci avevi parlato di due fate prima di te- Osservò Pervinca, mentre faceva giocare un po' Orchidea nel seggiolone.

-Beh, ve ne parlerò adesso- Dissi, liberandomi dalla stretta di Marcel e andando ad accoccolarmi in una piega dello scialle di Vaniglia che sembrava fatta apposta per me -La prima fate di Marcel, una certa Brillalalunanellaseraserena, detta Seren, si licenziò non appena scoprì le difficoltà di Marcel nel controllare i suoi poteri, mentre Cuoreinnamoratocheamamaressereamato, la seconda fatina...-

Non riuscii a finire la frase, perché Marcel prese a urlare, disperato, stringendosi la testa fra le mani.

-Marcel! Marcel!- Lo chiamai più volte, cercando di calmarlo: non era stata una buona idea rivangare quella storia, anche se credevo che ormai lo avesse superato.

-E' STATO UN INCIDENTE!- si lamentava il ragazzo in preda ai singhiozzi.

-Lo so, tranquillo, nessuno ti incolpa!- Cercai di tranquillizzarlo.

-IO... IO NON VOLEVO FARLE MALE! Non potevo controllarmi-

-Marcel- La voce, calma e ferma, arrivò da Pervinca -Non ho idea di che cosa sia successo a quella Cuoreinnamorato eccetera eccetera, ma io ti credo, non sei un ragazzo cattivo, Marcel, e se non sei riuscito a controllarti non devi fartene una colpa.

I tuoi poteri non sono malvagi, ma troppo forti per un ragazzo fragile come te.

Non disprezzarli, e non disprezzare te stesso: Sei una persona preziosa, sei un ragazzo dolce e gentile, non avere mai paure di essere ciò che sei.

Credo di aver capito che cosa è successo, e per questo di dico: Una fata non muore- E recitò a memoria le parole della grande fata Neve, riuscendo a tranquillizzare sia noi che Marcel.

Il resto della serata passò in totale allegria, e Pervinca e Marcel mi permisero per la prima volta di accoccolarmi fra loro e ascoltare le loro chiacchierate.

 

 

Non sono esattamente soddisfatta, ma è la stesura migliore fra quelle che ho scritto fin'ora (Immaginatevi le altre!).

E... Che fatica i nomi delle fate! Che so fanno schifo, però... (Nel caso qualcuno li volesse usare nelle sue fic (Dubito visto che sono orribili, ma non si sa mai), può farlo, ma per favore scriva che li ho inventati io ^^)

Un baciooooneee!!

Sempre vostra,

_Haru_chan_

  
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