Serie TV > Gossip Girl
Segui la storia  |       
Autore: Linn_CullenBass    24/02/2012    2 recensioni
- "Tu as un beau chien -. Era una vocina squillante, come un leggero scampanellio.
Tenera e piccolissima, una bambina di circa 5 anni, mi fissava con i suoi occhioni verdi scuro.
I capelli erano soffici, scuri, color cioccolato. Le ricadevano dolcemente come un’onda delicata sulla schiena. Con la pelle rosea e le labbra rosse, la bambina si era voltata verso di me, mostrandomi un delizioso baschetto rossiccio, il cappottino firmato, la sciarpa e gli stivaletti di vernice rossa. “Alta società”, pensai.
-merci- le risposi, accennando un debole sorriso. E lei mi rispose altrettanto.
E in un attimo tutto ciò che avevo intorno di fece nitido.
Il cuore, freddo, ghiacciato, di pietra, di “Charles Bass” tornò quello di “Chuck”, preso da un piacevolissimo torpore, non fastidioso. E io mi sentii bene. "
5 anni dopo
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Blair Waldorf, Chuck Bass | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Create your own banner at mybannermaker.com!
Normal 0 14 false false false MicrosoftInternetExplorer4

                                                   Capitolo 16:




                                    New life, same love.






 
 
« La vita, il tempo, può cambiare. Anzi, deve farlo per essere tale. Ma l’amore resta immutato, perché lui al contrario deve essere così per essere vivo».
 












 
 
 
Quella notte, fu la più bella della mia vita.
In sostanza, non successe nulla. Nulla di quello che gli altri potrebbero immaginare, per lo meno.
Ma la dolcezza degli abbracci e dei baci, più casti del solito, di quanto eravamo abituati, non potè che sciogliermi.
Le parole, non servivano. Nessuno dei due aveva proferito parola, o detto qualcosa di particolarmente importante e significativo. Tutto parlava da solo.
Aprii gli occhi, con il sorriso ancora stampato sulle labbra.
Tra le mie braccia, la creatura che amavo più di me stesso e di chiunque altro stesse nel  raggio dell’intero mondo. Blair Waldorf, la mia Blair Waldorf. Il mio braccio passava sotto il suo collo, e potevo sentire addirittura i suoi capelli soffici accarezzarlo. Ed era una carezza tale, da scombussolarmi il cuore.
Stavo lì. A guardarla con probabilmente gli occhi languidi. Ma non provavo vergogna. Né l’orgoglio da uomo ferito stava prendendo il sopravvento. Ed era un cambiamento che stavo amando.
Probabilmente, le ore stavano passando. Ma io non me ne accorgevo.
Sarebbe potuta accadere qualunque cosa, ma io non me ne sarei reso conto. Il mio cuore non se ne sarebbe reso conto. Il mio cervello rifiutava di farlo. Per una volta andavano a braccietto, sentendo di aver fatto la cosa giusta.
Poi, l’imbarazzo e la paura, iniziarono a salire quando vidi due occhi castani e grandi fissarmi con insistenza.
Paura per cosa?
Il mio cuore cedeva al solo pensiero di un ripensamento e di un rifiuto.
- Ciao.-
Sorrise. Il suo sorriso era un qualcosa di dolce ed incredibile, e mi diede una scarica di una forza particolare.- Ciao.- risposi, accarezzandole dolcemente i capelli.
Si girò su un fianco, in modo da guardarmi meglio. Mi sentii più che a mio agio.
- Non dici nulla?-
Se ne uscì così, con questa frase. All’inizio pensavo scherzasse, poi vidi il suo volto farsi serio.
- Io?- chiesi.
- Hai ragione, ho iniziato io.- si voltò di nuovo, ed incominciò a guardare il soffitto, divertita.
- E comunque…-
Cominciai la frase alzando leggermente le spalle per vederla di nuovo in volto, mentre la luce filtrava debole dalla finestra.
- … non c’è nulla da dire.- e premetti le mie labbra sulle sue, mentre le sue braccia si legavano intorno al mio collo con fare naturale.
 
 
 
 
POV BLAIR.
Oddio, l’ho fatto davvero?
Tenevo gli occhi chiusi senza avere un disperato coraggio di aprirli. Avvertivo il suo respiro, ed era come se sentissi anche i suoi occhi su di me.
Era incredibile che avessi trovato la forza per fare quello che ormai sembrava inevitabile.
In realtà, il mio cervello aveva lavorato da solo, prendendo soltanto per mano il cuore.
Ma ora?
Quello che avevo dentro era peggio di quanto immaginassi. Peggio, nel senso che non avevo solo farfalle che libere se ne andavano per lo stomaco,  ma anche tante altre cose che provavo solo quando ero con lui, e alle quali ancora non riuscivo a dare un nome.
Ma poi, sentire le sue braccia intorno a me, mi diede un senso di libertà tale, che non potei che scivolare in quelle sensazioni. Mi sentivo al sicuro, felice, al mio posto.
Così, aprii gli occhi.
 
 
 
POV CHUCK.
- Posso solo sapere una cosa?-
La domanda, era quasi un’ovvietà.
Il dubbio interiore m’invadeva. E se quello che era successo, se tutti i baci, le carezze… fossero stati nulla, per lei?
Se niente sarebbe ricominciato?
Già sapevo che tutto mi avrebbe distrutto, stritolato, disintegrato.
- Si.-
Faceva un sorriso, mentre guardava la tv, tranquilla. Chissà cosa le passava per la testa.
- Perdona la franchezza, non voglio rovinare nulla. Ma questa cosa… significa qualcosa, vero?-
Prima di pronunciare l’intera frase, avevo preso una profonda riserva d’aria. Anche se, nel timore di quello che sospettavo, sarei potuto svenire da un momento all’altro.
Attesi.
Furono minuti che durarono più del solito.
- Chuck.-
Mi si avvicinò, alzandomi il viso con le mani pallide e sottili. Sussultai. – Significa quello che senti. Guardami negli occhi, Chuck. Poi dimmi tu, se significava qualcosa. Se la mia “confessione” voleva dire qualcosa.-
La guardai. La guardai e giurai a me stesso che l’avrei rifatto sempre. Emanava una tale luce, che addirittura offuscava i miei pensieri.
Non sapevo cosa dire, ma sentivo di poter affogare in quegli occhi. Di poter baciare quelle labbra in eterno, di poterla sentire MIA anche a chilometri di distanza. Quasi fossimo in una bolla nostra, che ci rendeva vicini anche lontani.
- Io ti amo, Bass. L’ho detto, perché la tua stupida testolina da sola non ci arriva.-
Sorrise, con un filo di malizia.
In realtà. dopo il “ti amo, Bass” non avevo sentito più nulla.
Non riuscii a controllare i miei pensieri.
Non sapevo se saltare, correre o fare qualsiasi altra cosa.
Mi sentivo in cima al mondo, sopra le montagne.
Più chiaramente, mi sentivo CHUCK BASS. Quanto tempo era che mi sentivo debole, vigliacco? Tanto. Al punto che ricominciai quasi a respirare e quasi riuscii a sentire il cuore battere, per quelle due parole.
Che dette da lei, con quella sua voce tremendamente famigliare, lo rendeva ancora più bello.
“dì qualcosa, Chuck”. Gridava la mente. “Dillo, avanti”.
Mentre il mio inconscio si lamentava, io metabolizzavo. E, come fosse la cosa più naturale del mondo, mormorai quelle parole.
- Io ti amo, Blair.-
La dolcezza nelle mie parole, non la colse impreparata. Se lo aspettava.
Uno scambio di sguardi si fece largo coinvolgendoci fino al midollo, e le nostre labbra s’incontrarono per l’ennesima volta.
- Allora non essere idiota. E comunque, ora, abbiamo altro a cui pensare.- si staccò, ed io la fermai prendendola per i polsi.
- Quando avremo ripreso Evelyn.- rispose.
Giusto, la bambina.
Mi sentii uno schifo a non averci pensato prima.
- Progenia Waldorf. Sarò curioso d’incontrarla e scambiarci quattro chiacchere. Se qualcosa vi accomuna almeno un po’, sono sicuro che riuscirò a rimanerne affascinato. -
Sdrammatizzai. Vidi il suo volto illuminarsi.
- Se non sbaglio già vi siete visti.-  ridacchiava.
Ma io, prontamente, risposi.
- Si, ma ci siamo giusto scambiati due parole. E comunque, ti somiglia molto. Fisiologicamente, intendo. E a giudicare anche da come si veste, anche il carattere dev’essere come il tuo. Sono piuttosto convinto che quella bambina sia incredibile. Certo, sempre se quelle origini di basso ceto di Humphrey non hanno infierito sulla sua singolare elegante figura.-
Commentavo, mentre la ragazza rispondeva al cellulare, in seguito ad una chiamata.
- Pronto.-
Ogni tanto mi rivolgeva sorrisi. Ai quali io rispondevo con i miei, intrisi di sentimenti.
- Si, ho capito. Grazie Dan.-
Sbuffai, al sentire il suo nome. Anche sono quello bastava ad irritarmi.
A giudicare dalla sua chiamata, Dan stanotte non era tornato. E questo, era stato davvero un dono dal cielo.
Staccò.
- Spegni quell’aggeggio, Waldorf. Accendo il mio, sono sicuro che Antony ha qualche novità.-
Vidi i suoi occhi che fissavano il basso.
Mi sentii male, a dirla tutta.
Per quale motivo ero sicuro di riuscire a vedere gli occhi della donna che amavo diventare gonfi e lucidi? Per quale motivo me ne stavo lì impalato e non chiedevo nulla? Non dovevo permettere che Blair piangesse, dovevo consolarla.
Dan aveva chiamato. Dan era con Serena, doveva andare da Louis.
Evelyn.
- Che- che c’è, che succede?- mi avvicinai a lei, e le misi il braccio intorno al collo, dandole un tenero buffetto sul capelli.
- Serena ha parlato con Louis. Lui sa, Chuck. Sa che ora  Serena sa dove si trova, che non ha ricatto. E allora, le ha soltanto detto di riferirmi un messaggio.- lo sguardo era perso nel vuoto
-Non rivedrò più mia figlia. Mai più. A patto che…-
La voce si perse,al punto che si lasciò cadere pesantemente le mani sul  viso.
- a patto che..?- domandai, titubante.
- A patto che io non torni la, da lui, a Monaco. A patto che io torni là come se non fosse successo nulla. Ma mi farà passare una vita orribile, d’inferno. È l’unico modo che ho per vederla…-
I suoi occhi erano lo specchio dell’orrore, della delusione.
Ed io, io non sapevo cosa dire o cosa fare. Come potevo? Non avevo niente in mano che la potesse aiutare.
Ma come? Tornare là?
Il sangue si gelò nelle vene.
- quando?-
Chiesi, in attesa della risposta.
- ho circa un mese per pensarci.-
Tirai un sospiro, perché di tempo ancora ne avevamo.
E poi, riuscii a capire bene.
Il suo ritorno era il sinonimo della nostra divisione. L’ennesima.
E non riuscivo a sopportarlo. Questo, perché già la sensazione di perdere di nuovo Blair era forte al punto da spingermi a stringerla forte. No, proprio ora che ci eravamo ritrovati. Nulla ci avrebbe diviso di nuovo, nulla l’avrebbe fatto ancora.
- Blair, ascolta, abbiamo un mese, possiamo pensarci… troveremo un modo!-
Dissi, in tutta fretta.
- No Chuck, tu non li conosci. Per loro, nulla è troppo complicato. Possono rendermi la vita un inferno senza fatiche. Non voglio che tu passi la stessa sorte, Chuck. Non posso trascinarti con me. Non posso trascinare tutti, Dan Serena… con me. Sarebbe inaccettabile.-
Incrociò le braccia, e cominciò a picchiettare le dita. Dopo queste parole non avevo nemmeno voglia di stare lì a dire qualcosa. La speranza o c’era o no. E in questo caso, la sua sembrava sotterrata. E la mia pareva anche seguirla.
- Beh allora sono io che voglio farlo, non posso permetterti di rovinarti in questo modo. Non posso permetterti di andare via. Non senza combattere.-
Le dissi, quasi mormorandole, nell’orecchio. Era un’idea, un qualcosa che potevo fare, quello che stavo cercando. Non bastava dover cercare Evelyn. Ora, dovevo anche tenere Blair lontana da una qualsiasi malsana idea di andarsene.
- Tu non sai cosa stai dicendo, Chuck.-
Mi disse.
E la mia risposta uscì come qualcosa di incredibilmente convincente.
 
 
 
 
POV SERENA.
Dan camminava di fianco a me, a passo svelto. Non rivolgeva parola, e si limitava a respirare veloce.
- Si può sapere che ti prende?- chiedi, snervata da tutto quel silenzio.
Non rispondeva, aveva lo sguardo fisso sulla strada, e non mi dava retta.
- Dan?-
Cominciai.
- Ascolta.- rispose, dopo che io lo presi per un braccio, un tantino violentemente. - .. Serena, dobbiamo portare Blair da qualche parte e tenerla lì.- rincominciò la sua camminata, ed io tentai di tenere il passo sopra quei maledetti tacchi vertiginosi.
- Ma non lo è già? Sta giorno e notte rinchiusa nella suite di Chuck, non mi risulta sia uscita ancora. Da lì ormai non se ne va, Dan. E penso proprio che se ne stia bene dov’è. –
Dissi, quasi con un sorriso sulle labbra.
- ormai è prevedibile. E se scegliesse di andarsene?-
Sembrava convinto, voleva tutti i costi togliere Blair da quel posto.
- Perché dovrebbe farlo? Ha tutto quello che vuole, là. E soprattutto, la protezione necessaria.-
Arrivammo davanti alla porta di vetro, pronti a spingere e salire nella suite per comunicare meglio a Blair la notizia.
POV BLAIR.
Me ne stavo così, al sicuro, avvinghiata a Chuck. Non parlavamo, non potevamo farlo. Perché mi sentivo male, perché volevo stare con lui e basta. Perché le parole mi avrebbero soltanto fatto ricordare la vita reale fuori da quelle braccia nelle quali volevo vivere, senza preoccupazioni.
Poi, fu lui a parlare.
- Blair…-
Mormorò solo il mio nome, stringendomi forte la mano.
- .. Siamo in due. Siamo abbastanza per fronteggiare questa cosa insieme.- mi guardava negli occhi.
In quegli occhi, un sentimento d’amore talmente forte, che si abbatteva su di me con l’intensità di una valanga.
Non osavo controbattere. Eravamo forti, invincibili, insieme. E poi, c’era la forza del nostro amore. Puro e forte come niente di quello che fino ad ora avevo visto.
Dopo, sentimmo qualcuno entrare.
- Ed ora, sentiamo chi è il rompiscatole.- mi alzai, e lo seguii con la mano intrecciata alla sua. Così, non volevo staccarmi per nessuna ragione al mondo.
Dan e Serena erano lì, davanti a noi, con lo sguardo fisso sulle nostre mani. Lo strinsi appena un po’ più forte. Sorrisi, felice ed invincibile, con il mio futuro di fianco.
- dobbiamo dirvi tutto. Tutto quello che  sappiamo, che abbiamo scoperto.-
Cominciò Serena, visibilmente felice.
Visibilmente sollevata, anche. Sapeva che ora, Dan non avrebbe più fatto nulla per stare con me. Ormai, era solamente suo.
 
 
 
 
 
 
POV SERENA.
- sono entrata, mentre Dan era fuori. Un ragazzo, sulla trentinta, mi ha preso per il braccio e mi ha portato con lui. Mi ha pure coperto gli occhi, a causa del cosiddetto “segreto”. Poi, quando ho visto di nuovo, ero nella stanza di Louis, e lui se ne stava lì, in piedi davanti a me.-
Cercavo di ricordare cos’era successo, anche se le sue parole erano rimaste ben impresse dentro di me. Mi avevano colpito, affondato. Avevo compassione per Blair, prima le avevano privato la figlia. Poi, la libertà.
- Ha incominciato lui a parlare. Mi ha fatto sedere, mi ha chiesto come va. E poi mi ha chiesto notizie di te.-
Sputai le ultime parole inacidita.
In realtà Louis aveva chiesto molto, su di lei.
 
 
- Allora, come stai, Serena?-
Mi aveva chiesto, tranquillo, seduto su quel divanetto duro e scomodo.
- Potrebbe andare meglio. Tu, tutto a posto con tua figlia?-
Avevo buttato quelle parole con i denti serrati, dalla rabbia. La crudeltà con la quale era stata portata via alla madre, mi aveva indignata.
- Come sta Blair?-
Aveva continuato, senza badar bene di rispondermi.
- Come staresti se ti portassi via la bambina?-
Indicai quella deliziosa creatura  che tranquilla guardava un film.
Lei mi notò, e si voltò per guardarmi meglio, incuriosita.
La prima reazione fu di dolcezza infinita.
I suoi capelli, erano la copia perfetta di quelli di Blair. Erano lunghi, quasi fino alla vita, racchiusi in boccoli delicati. La pelle, era perfetta. Bianca, tendente al rossastro sulle gote. E gli occhi, aveva due occhi verdi scuro, che non appartenevano a nessuno dei due genitori.
Il suo volto, era qualcosa di famigliare. Ma non era di Blair, no. Non riuscivo a capire, ma non ci feci caso.
Mi sorrise, mostrandomi le sue tenere fossette.
Sembrava una bambolina di porcellana.
Era vestita tutta a puntino, il che, mi diede un’ulteriore prova del fatto che fosse la figlia di Blair.
 
 
 
 
- Tu che cosa hai detto?-
Mi chiese, riportandomi alla realtà.
- Nulla d’importante.-
In realtà, non avevo risposto direttamente o chiaramente. A nessuna delle sue domande.
- poi mi ha detto che non necessitava più di me. Che sapeva che io ora ero al corrente di dove si trovasse Dan.-
Lo guardò. Era in piedi, appoggiato al muro.
- E tu?- mi chiese la ragazza, con gli occhi sgranati.
- L’ho informato che andava bene così.-
Feci spallucce, senza dar conto a quello che magari poteva sembrare.
- E poi lui ha detto che l’unico modo per rivedere Evelyn, perché sapeva che la stavamo cercando, era quello di tornare a Monaco come se nulla fosse. E tra l’altro, passando una vita infernale. Vedi Blair, lui ce l’ha con te per diversi motivi. Dice che ha sempre saputo che l’hai preso in giro. Dice che il fatto di aver messo a repentaglio la vita di quella bambina.- feci roteare gli occhi.- non è nulla, rispetto al tuo “finto amore”. Mi dispiace.-
Le passai una mano sul braccio, nel tentativo di consolarla. E Chuck, contro ogni mia aspettativa, l’abbracciò con dolcezza. Non sgranai gli occhi. Al contrario di Dan, dietro di me, che non sapeva più che dire.
- E a proposito.-
Dissi, prima di alzarmi.
-… tua figlia è meravigliosa.-
 
 
 
- Non c’è un altro modo?-
Avevo chiesto, semi-disperata.
- non ti è bastato portarle via la sua ragione di vita?-
Ormai ero disperata del tutto. Non potevo permettere che la portasse via di nuovo.
- Evelyn è più felice qui con me.-
La prese in braccio.
Il volto della bimba mi guardava quasi in lacrime. Non voleva stare lì, B aveva sempre avuto ragione. Quella povera bambina era rimasta con il padre contro la sua volontà.
- Non credo proprio.-
Mi guardava, con i suoi occhietti. Poi, si portò un ditino minuscolo e paffuto alla bocca.
Sorrisi, scuotendo la testa.
- conosci la mamma?-
Esclamò, con una vocina squillante. Chuck aveva ragione, era uno scampanellio idilliaco.
Non sapevo cosa dirle, ma mi sarei fidata solo del mio istinto.
- Sì, e ti vuole bene. E ti sta cercando. E le manchi.-
Le dissi, mentre quasi i miei occhi si riempivano di lacrime.
Louis, se ne stava impassibile di fronte a quella scena. Solo, aveva lasciato scendere Eve, che guardavo ammaliata, da inginocchiata.
- E allora perché non viene a prendermi?-
Non risposi, solo le diedi una carezza.
Continuava a chiederlo, mentre camminavo per lasciare quel posto.
La sua vocina riecheggiava, sempre con la stessa domanda.
- Perché non viene?-
Era una tale tortura che mi portò alle lacrime ancor prima di uscire.
 
********************************************************************************Angolo autrice:
 
Volevo ringraziare tutti coloro che hanno letto lo scorso capitolo. In realtà, per ora, è uno dei miei preferiti.
Volevo poi ringraziare chi ha messo la storia tra le preferite,  chi tra le seguite e quant’altro. Siete meravigliosi *-*
 A l b a_ oooooddio, grazie!!!!!!!! Ahah, in questo caso sono “contenta” che ti abbia fatto piangere *-*
Effettivamente Blair all’inizio era fredda. Ma penso proprio perché non accettava di provare quel che provava per Chuck. Ora possono stare insieme, no? Speriamo che il destino non gli sia avverso ancora una volta.
 Selene_v : Grazie mille anche a te!! :DD anche in questo caso mi emoziona averti fatto piangere *-* (spero che entrambe capiate cosa intendo) in ogni caso, è vero, questa stagione è un susseguirsi di disastri per i nostri CHAIR.  E si, ho visto PURTROPPO la puntata -.-“” (qua va sempre peggio)
Ci vuole un po’ di felicità e amore.
E soprattutto, un Humphrey di meno.
 blairina: sono contentissima che ti piaccia la storia, e ancora di più che aspetti di vederla tra la lista. *-*
So bene che a nessuno è piaciuto “l’uragano Dair” che si è abbattuto sullo show, e che tutti hanno bisogno di un po’ di CHAIR in questo momento.
Per questo, ho deciso di incominciare proprio qui, in questo e nello scorso capitolo,  questo cammino che…
Non posso anticiparvi nulla tranne che una frase, dal prossimo capitolo.
 
 
“Io ti voglio bene, Dan. Sei il mio migliore amico, forse effettivamente l’unico. E non ho paura ad ammetterlo.
Ma dio, l’amore che provo per Chuck è qualcosa che mi consuma al punto che a volte non riesco nemmeno a respirare.
 
 
XoXo,
 
C.
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Gossip Girl / Vai alla pagina dell'autore: Linn_CullenBass