- Andiamo in camera mia Anderson, così mi spieghi il problema di fisica.
- Certo!
Risposi a Michel.
Salimmo le scale e dopo essere entrati in camera mi sedetti vicino alla scrivania.
- Ecco, guarda.
Michel aprì un cassetto nascosto sotto al suo tappeto e ne tirò fuori una scatolina rossa contenente un anello fatto interamente di oro bianco.
- Bello, ma non capisco cosa ci sia di strano.
Dissi.
La ragazza mi guardò e poi scoppiò in lacrime.
- Cosa ti succede, perché piangi?
Le chiesi.
- Questo anello me lo ha regalato Peter, il mio ragazzo.
- E’ una cosa bella, no?
- Ma io sono sicura che lo ha rubato!
- Come fai ad esserne sicura, potrebbero averglielo comprato i suoi genitori e lui lo ha regalato a te. - Ti dico che lo ha rubato, ne ho le prove, guarda qua!
Mi mostrò la pagina di un quotidiano di tre giorni fa, dove c’era scritto:
“ANELLO D’ORO BIANCO RUBATO IN UNA GIOIELLERIA IN VIA DEL PONTE. IL PROPRIETARIO, DISPERATO, LANCIA UNA MINACCIA DI MORTE RIVOLTA AL LADRO”.
Poco più in basso c’era la foto dell’anello. Non vi era alcun dubbio era proprio lo stesso anello.
- Okay, mi hai convinto, ma ho bisogno di parlare con Peter, puoi dirmi dove abita?
- Potrei dirtelo, ma ora è in vacanza, ha affittato una casa al mare e non risponde mai al cellulare.
- Ma alla fine della scuola mancano ancora un po’ di giorni!
- Lui non va a scuola, ha incominciato a lavorare.
- va bene, ho capito, ma io allora cosa dovrei fare?
- Non chiederlo a me. Sei tu il detective della situazione.
In effetti aveva ragione ero io il detective e stava a me decidere cosa era meglio fare.
- Non potresti neanche riportargli l’anello perché sospetterebbero di te e dopo alcune indagini arriverebbero a Peter.
La ragazza si passò una mano tra i capelli come gesto di disperazione.
Allora mi decisi a trovare una soluzione:
- Intanto potremmo andare a parlare con il proprietario della gioielleria.
- Sì, ma è strano che due ragazzi vadano a chiedere certe cose, potrebbe anche sospettare di noi.
- Non sospetterà nulla se gli diciamo che è un servizio per il giornalino della scuola.
- Anderson sei un genio!
- No, sono solo un detective, però la gioielleria è dall’altra parte della città come faremo ad arrivarci.
- Tranquillo a questo ci penso io!
Quando una ragazza dice “ci penso io” c’è sempre da preoccuparsi.
Infatti, neanche un minuto dopo mi ritrovai in sella ad una moto aggrappato fino alle unghie a Michel.
- Ma quanti anni hai?
Le domandai.
- Diciassette, perché?
- Niente, ne dimostravi meno.
Michel andava molto veloce e come dice il proverbio “donna al volante pericolo costante”. Passò anche con un semaforo rosso e non capivo perchè avesse tanta fretta.
- perché vai così veloce?
- non lo so neanche io!
Poco dopo arrivammo alla gioielleria.
Scesi dalla moto che Michel aveva parcheggiato vicino al marciapiede.
Quando entrai mi sentii a disagio, non ero abbastanza elegante per entrare in un posto simile. Ci avvicinammo ad un signore ben vestito: giacca e cravatta, scarpe in pelle e un paio di baffi alla francese.
- Salve siamo del giornale della scuola…
- E vorremmo intervistarla sul furto dell’anello d’oro bianco.
- Non ho niente da dire, so solo che quell’anello era la cosa più costosa che avevo in questo negozio.
C’era da immaginarselo che era la cosa più costosa.
- Ma lei, per caso, lo ha visto il ladro?
- No che non l’ho visto è venuto a derubarmi di notte!
Io e Michel ci guardammo e probabilmente avevamo pensato la stessa cosa.
- Ma se è entrato di notte, come mai non è scattato l’allarme?
- Non ne ho la minima idea!
Ci rispose.