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Autore: AliArdemonio    24/02/2012    1 recensioni
Gaara viene messo in guardia dal maestro Gai: Rock Lee non deve bere alcolici. Sfortunatamente basta un momento di distrazione per far sì che scoppi un disastro. Riuscirà Gaara a limitare i danni?
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gai Maito, Rock Lee, Sabaku no Gaara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Gaara sapeva perché in quel momento l'unica immagine che occupava la sua testa era la faccia sorridente del maestro Gai. Oh, se la ricordava fin troppo bene la conversazione che avevano avuto qualche giorno prima.
Lui era da Ichikaru ad aspettare l'arrivo di Lee, e improvvisamente il suo maestro era passato fischiettando e saltando su un piede. Probabilmente, ricordava di aver pensato, doveva aver perso un'altra delle sue strambe scommesse col maestro Kakashi. Gaara aveva cercato di farsi piccolo piccolo per non essere visto, ma la giara gli aveva fatto da spia. Gai s'era accorto di lui e si era avvicinando saltellando. Non che gli stesse antipatico, anzi, solo che era un tipo talmente strambo che non sapeva come relazionarsi con lui.
“Buongiorno”
“Ciao Gaara! Aspetti Lee?”
“Sì”
Gaara credeva che la conversazione fosse morta, invece il maestro l'aveva inaspettatamente prolungata.
“Sai, sono contento che abbiate un rapporto così stretto. Povero ragazzo, ha sofferto così tanto. Beh, in ogni caso.. Mi raccomando: non farlo bere. Mai.”
Avendo visto l'espressione seria e preoccupata del maestro, Gaara era sul punto di chiedere il perché di una richiesta così particolare, quando improvvisamente Lee era spuntato da dietro l'angolo salutando i presenti con un sonoro “buongiorno”.
“Maestro, che ci fa qui?”
“Stavo tornando a casa dopo aver perso con onore contro il maestro Kakashi. Ho visto il tuo ragazzo e sono passato a salutare, ma credo che ora andrò: ho delle missioni da sbrigare” e così dicendo, sparì in una nuvola di fumo.
Appena il maestro si era dileguato, Gaara e Lee avevano ordinato da mangiare e avevano chiacchierato; dopodiché erano andati sulla loro collinetta per stare tranquilli. Era stata una giornata normalissima, ma comunque molto piacevole, e Gaara si era completamente dimenticato dell'avvertimento di Gai.
Dopo qualche sera, Naruto aveva deciso di dare una festa, così, senza un particolare motivo. Normalmente Gaara declinava l'invito – non amava stare in mezzo alla confusione. Quella sera però, erano cinque mesi che stava con Lee. Per questo, sapendo quanto il suo ragazzo amasse le feste, si era deciso ad acconsentire. Si era lavato, vestito, ed era andato a prenderlo. Erano andati insieme alla festa e tutto sembrava perfetto. Tutti, tranne Rock Lee a cui era stato esplicitamente vietato, stavano bevendo alcolici.
C'era chi, come Kiba, Kankuro e Tenten, aveva bevuto come un disperato e a metà festa era già corso in bagno a vomitare almeno un paio di volte, e chi, come Gaara, Sasuke e Neji, sorseggiava qualcosa di forte chiacchierando con gli altri. Certo, non mancavano gli ubriachi molesti, però tutto sommato era una festa tranquilla. O almeno, così era stato finché Lee non aveva sbagliato bicchiere, bevendo un sorso del rhum con ghiaccio di Gaara. Quando i suoi amici l'avevano visto buttare giù il liquido ambrato, improvvisamente avevano trattenuto il respiro. L'aria era tesa; Naruto e Sasuke si erano scambiati occhiate eloquenti, mentre Neji guardava Lee come se gli stesse augurando di non fare troppo casino o sarebbe stato picchiato. Gaara non capiva l'apprensione dei ragazzi della foglia: dopotutto Lee aveva pur sempre diciotto anni, no? La risposta gli arrivò quasi subito: Lee iniziò a ridacchiare istericamente. Poco alla volta la sua risata diventava sempre più sguaiata, e all'aumentare di questa, aumentava anche l'incapacità di Lee di reggersi in piedi. Vedendolo ormai prossimo al cadere per terra, Gaara si stava avvicinando per sorreggerlo, quando un braccio gli aveva bloccato il passaggio: Neji scuoteva la testa e gli faceva cenno col capo di guardare verso Lee. Girandosi, Gaara lo vide prendere il tavolo e scaraventarlo per terra, il tutto continuando a ridere.
“Quando beve alcolici è sempre così, dannazione” aveva commentato pacatamente Neji. Anche se il tono era calmo, si percepiva che era pronto a fermare Lee con le buone e con le cattive, come se fosse una cosa che aveva fatto ormai diverse volte. Sentendosi estraneo alla faccenda, e per questo irritandosi alquanto, Gaara aveva insistito perché tutti ad abbandonassero momentaneamente la casa di Naruto, giusto per dargli il tempo di calmare Rock Lee.
Ora che però si trovava solo con lui, non sapeva cosa fare. Lo guardava vagare con aria ebete e buttare per terra tutto ciò che era a portata di mano.
“Lee” provò a chiamarlo. Vedendo che non otteneva l'effetto sperando e perdendo la pazienza, gli si parò davanti.
“Rock Lee” quasi ringhiò. Vedendo che il ragazzo non dava segno di averlo sentito, lo bloccò per i polsi e lo spinse contro il muro, sperando che il dolore gli facesse riacquistare un po' di lucidità. Gaara però non aveva fatto i conti con l'incremento della forza fisica di Lee, che riuscì facilmente a ribaltare le posizioni. Sentendosi schiacciare contro il muro, Gaara strinse la presa sulle mani di Lee, forzandolo a portarle dietro la schiena. Vedendo che il ragazzo stava facendo uno strano movimento, Gaara si preparò a ricevere una testata, che però non arrivò mai. Al suo posto, sentì la lingua di Lee accarezzargli il collo. Si fece sfuggire un mugolio sorpreso. Il ninja di Konoha aveva iniziato a baciargli il collo con foga, leccando e succhiando con maestria. Gaara era così stordito dall'atteggiamento del ragazzo che aveva sciolto la presa sulle sue mani. Accorgendosi improvvisamente del pericolo, ribaltò nuovamente le posizioni, spingendo Lee contro il muro. Per evitare che facesse resistenza, lo baciò con foga, cercando di attirare la sua attenzione in modo che dimenticasse di distruggere il poco rimasto dell'appartamento di Naruto. Il bacio si approfondì e poco alla volta persero il controllo delle loro azioni.

Mezz'ora più tardi, Naruto e gli altri si decisero ad entrate per controllare che non fosse morto nessuno: al loro ingresso trovarono entrambi i ragazzi stesi a terra, ansimanti e coi vestiti stropicciati, come se fossero stati raccattati all'ultimo secondo. Si stavano guardando intensamente e avevano le gote arrossate; non capendoci nulla, Naruto chiese inseguamente:
“Ragazzi, state bene?”
“Benissimo” fu la risposta asciutta di Gaara.
“Vedo che sei riuscito a fermare Lee” commentò freddamente Neji.
“E' stato piuttosto facile in verità, basta solo capire come prenderlo.” Dopo aver parlato, Gaara guardò eloquentemente Lee, il quale arrossì.
La festa ormai poteva considerarsi conclusa: la casa di Naruto necessitava immediate riparazioni. Tutti si misero al lavoro e nell'arco di qualche ora, la casa era di nuovo abitabile.
Mentre tornava negli appartamenti destinati al Kazekage, Gaara si ritrovò a pensare al fatto che Gai fosse a conoscenza dell'effetto che l'alcool aveva su Lee e si chiese in quale occasione avesse potuto vederlo ubriaco. Mentre apriva la porta però, si ritrovò a ridacchiare tra sé e sé: certo, il maestro Gai sapeva che se Lee avesse bevuto alcolici sarebbe diventato violento, quello che non sapeva però era che se gli si impediva di sfogarsi con la violenza, ripiegava sul sesso. “E questo”, rifletté Gaara, “è meglio che non lo sappia nessuno”. Coricandosi sul letto pensò che alla fine non era stata proprio una brutta festa.

  
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