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Autore: Giuly_Zomb    24/02/2012    1 recensioni
Abby è una comune adolescente, spesso emarginata dalla società. Ha tante qualità, non mostrate al mondo per semplice timidezza. Non sa bene cosa sia l'amicizia né l'amore. Cambia spesso residenza per il lavoro del padre e proprio per questo non ha un buono rapporto coi suoi genitori. Ha un fratello, l'unico che riesce a capirla, lontano però mille miglia per la sua carriera militare.
Genere: Avventura, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente fu soggetto a ritardo, dato l'improvviso mal funzionamento della sveglia e dal sonno arretrato di quella notte. Abby si vestì più in fretta che poté, legò distrattamente i capelli castani in una coda e lasciò perdere la colazione.
Arrivò a scuola 5 minuti dopo il suono della campanella e fece il cortile di corsa mentre gli ultimi ritardati si affrettavano ad entrare.
Quella mattina avrebbero avuto un test di storia. La loro insegnate era alquanto anziana, forse troppo per insegnare, sorda com'era e distratta. Bassina, tarchiata ma con una vocetta acuta paragonabile ad una voce infantile.
Abby rallentò scivolando nel corridoio e si precipitò in aula spalancando la porta. L'insegnante, la signora White, non si accorse della sua entrata e continuò a distribuire i compiti.
Abby scivolò nel suo banco, notando solo in quel momento delle nuvole grigie in arrivo.
"Ehi" Melissa la chiamò dal banco di fianco al suo.
"Nervosa? Tranquilla, i compiti con la White sono una passeggiata" le disse, strizzando l'occhio.
Abby sorrise di rimando e dette uno sguardo alle domande.
"Avete un'ora a partire da ora" disse loro l'insegnante, mano all'orologio.
"Che ti dicevo? Una passeggiata!" commentava Melissa un'ora più tardi, riponendo i libri nell'armadietto. Abby annuì distrattamente, guardandosi attorno.
Non aveva ancora visto Luca quel giorno.
"Venite da me oggi? Mi serve un ripasso per chimica" disse Rose raggiungendole e inondando le loro narici col bel profumo che usava sempre.
"Non posso, mia sorella ci ha iscritto alla sfilata di fine mese, oggi c'è il primo incontro con le prove" disse Fliss, con tono annoiato, modellando un riccio tra le dita.
"Hai una sorella?" chiese Abby.
"Sì, gemella".
"Va beh, aspetto voi due da me alle 4, niente scuse!" concluse Rose, rivolgendo ad Abby e Melissa uno sguardo che non ammetteva repliche.
Solo all'uscita, nella calca generale, Abby intravide finalmente Luca in sella al suo scooter.
Cercò di incrociare il suo sguardo, ma la folla sgomitava per uscire e quasi inciampò per una spinta da uno scalino bagnato dalla pioggia mattutina.
'Che strano, sono sicura di non averlo visto nella scuola' pensò Abby di ritorno a casa.
Mentre passava in auto per andare a casa di Rose, Abby diede uno sguardo alla casa di Luca e fu quasi certa di aver intravisto il suo ciuffo castano da una finestra.
Il pomeriggio a casa di Rose migliorò di gran lunga la giornata: adorava Rose, in poco tempo l'aveva amata per ogni suo aspetto. Rose aveva una sorella e un fratello, Michelle e Gregory, più piccoli di lei.
Studiarono indisturbate per la maggior parte del pomeriggio, ma la casa di Rose era troppo piena di distrazioni per non notarle. C'era una piscina, prossima ad essere svuotata. Un cortile, grande abbastanza per ospitare 60 persone. Una soffitta, che conteneva tutti i passatempi migliori come video giochi, un tavolo da ping pong, un mega stereo, un divano apribile e tanto altro.
Tornarono a casa prima di cena. Suo padre annunciò loro di aver ottenuto ottimi risultati al lavoro ed Abby non seppe se gioire o meno: non doveva trasferirsi ancora, vero?
Dopo cena, mentre Abby se ne stava sul portico di casa sua ad ammirare probabilmente uno degli ultimi cieli degni di essere definiti stellati, sentì un miagolio proveniente dal vialetto seguito da una figura felina. Le ci volle un po' per capire che fosse Fonzie, il gatto di Luca. Effettivamente, aveva un'aria malaticcia. Approfittando della situazione, prese Fonzie in braccio e senza rendersi conto del passo svelto arrivo a casa di Luca.
Ad aprirgli fu proprio lui, proprio come sperava.
"Abby, ciao!" le disse sorridendo e stupito ma quando vide Fonzie tra le braccia di lei lo stupore svanì lasciando posto ad una risata che gli scoprì lo splendido sorriso. Aveva un aspetto trasandato, come suo solito, ma che gli donava alla perfezione. Esattamente come quella felpa di Superman che indossava.
"Credo sentisse la mia mancanza sai?" disse Abby, lasciando cadere il gatto che filò dentro facendo le fusa.
"Probabile, non sa resistere alle fanciulle".
Abby rise e senza troppi indugi continuò:
"Non c'eri a scuola oggi?".
Luca si passò una mano dietro al collo e rise.
"Beh, francamente non sono entrato. Avevo un'interrogazione di filosofia e, beh, non credo d'aver aperto mai quel libro" concluse, con una scrollata di spalle.
"E quante interrogazioni pensi di scamparti? Se ti serve una mano posso aiutarti, me la cavo in filosofia".
Le parole uscirono dalla bocca di Abby prima che ella se ne rendesse conto.
"Davvero? Ti va di vederci domani mattina? Non ho niente da fare la domenica. Almeno non mi assento di nuovo lunedì".
Abby fece un veloce calcolo mentale e concordarono di vedersi la mattina dopo a casa di Luca.

Così, la mattina seguente, Abby si dedicò ad una abbondante colazione per poi, sotto un cielo grigiastro, si diresse verso casa di Luca. Non aveva mai studiato di domenica mattina, ma ovviamente ora si poteva fare un'eccezione.
Arrivò a casa di Luca e fu di nuovo lui ad aprirgli.
"Giorno! Vieni, entra".
L'ingresso non era molto ampio. C'era uno specchio con un mobiletto coordinato sottostante da un lato mentre dall'altro un appendiabiti. Luca la condusse in soggiorno, ordinato in stile moderno. Si aspettò di trovare almeno uno dei suoi genitori, ma evidentemente era per questo che Luca aveva concordato di vedersi in quel giorno.
"Mia madre è a lavoro, meglio non averla intorno" disse Luca, quasi interpretando il suo pensiero.
"Accomodati, vado a prendere i libri".
Luca salì per una rampa di scale e scomparve. Abby diede un'altra occhiata in giro: le superfici splendevano, sulle quali vi erano cornici con foto di Luca da piccolo assieme ad una donna che suppose essere sua madre. Non vide traccia del padre in quelle foto.
C'era un pc portatile lasciato acceso sul bancone da cucina. Riconobbe il sito della scuola sulla pagina ma notò anche una foto di Luca al centro.
Incuriosita si avvicinò e lesse il titolo 'Luca Peracino – curriculum'.
Fece per scorrere la pagina ma sentì i passi di Luca tornare di sotto e si affrettò a sedersi sul divano. Luca le sedette accanto, lasciando i libri sul tavolino di fronte.
"Allora, premetto di non essere un caso facile. Ancora sicura di volermi aiutare?"
"Ovvio, finiremo prima che te ne accorga".
Iniziarono con una lettura dei vari filosofi ma dopo un'ora Abby dovette rimangiarsi ciò che aveva detto: era davvero più dura del previsto. Anzi, più di una volta poté giurare di aver visto con la coda dell'occhio lo sguardo di Luca fisso su di lei mentre era intenta nella spiegazione di qualche paragrafo.
"Insomma, perché atteggiarsi a fare i filosofi? Quanto può essere utile 'sta roba?" continuava a lamentarsi Luca.
"Se ti lasci cullare tra queste pagine magari puoi trovarle interessanti" ripeteva Abby.
Le lancette dell'orologio batterono le 11.30 e poco avevano concluso.
"Bah, lasciamo perdere, mi assenterò domani" sbuffò Luca, abbandonandosi sul divano.
"No, ritardare è peggio. Abbiamo ancora tutta la giornata, puoi farcela. Ti lascio i miei appunti, imparali" disse Abby, radunando i proprio libri.
"Puoi tornare stasera? Non ti farò perdere tempo, giuro".
C'era quasi tenerezza nel tono di voce di Luca e non seppe dirgli di no, ne valeva la sua promozione dopotutto.
Quel pomeriggio, nella propria camera, ad Abby venne in mente la foto di Luca sul sito della scuola. Si portò alla scrivania, accese il pc ed ebbe accesso al sito della scuola. Trovò la pagina richiesta, a quanto pare per gli studenti più 'interessanti' erano richieste maggiori informazioni.
Lesse alcuni curriculum precedenti, tutti riguardati premi scolastici, gare, riconoscimenti e si aspettò di leggere lo stesso nel curriculum di Luca.
"Luca Peracino, nato a Torino il 25 ottobre 1993".
Scorse la pagina fino a cercare qualcosa di più interessante.
"Espulso dal precedente liceo per atti considerati violenti, Luca Peracino si presenta problematico e difficile da trattare..".
'Ho letto abbastanza' pensò Abby, chiudendo la pagina. Così Luca era un.. vandalo? Strano, ai suoi occhi le era sembrano tutt'altro. Chissà quant'era vecchio quell'articolo, probabilmente vecchissimo.
Alle 6 giunse di nuovo a casa di Luca, e fu sua madre ad aprirgli. Era una bella donna, bionda e dal bel portamento. Sfoggiando un sorriso molto simile a quello di Luca, la invitò ad entrare.
"Luca! C'è Abby" chiamò su per le scale.
Luca scese metà rampa e le fece segno di raggiungerla. La camera di Luca era praticamente l'opposto di tutta la casa. Benché fosse enorme, non rispecchiava l'ordine generale dell'abitazione. C'erano poster di band musicali che ricoprivano la maggior parte delle pareti, rendendo la stanza più scura del dovuto. Un letto matrimoniale al centro della stanza da cui probabilmente Luca si era appena alzato, date le pieghe delle coperte. Una finestra con davanzale mostrava il cielo che andava via via scurendosi.
"Prima era la stanza degli ospiti" iniziò Luca, guardando la stanza.
"Ehm, ho avuto un problema con gli appunti" continuò, sedendosi alla scrivania e facendole spazio sul ripiano, accendendo una lampada blu da scrivania per illuminare il tutto.
"Prima cosa, li hai letti almeno?" disse Abby, alzando un sopracciglio.
"Sì! Sì che li ho letti! Solo che.. non riesco a memorizzarli".
Passò mezz'ora, un'ora e così via. Mentre Luca iniziava ad assimilare i concetti basilari, Abby diede uno sguardo al suo diario scolastico.
"Ehi, questo tema di storia l'hai già fatto vero?" disse Abby, leggendo l'assegno.
"Quale tema?" chiese allarmato Luca, alzando il capo dagli appunti di filosofia.
E fu così che ordinarono una pizza e continuarono a studiare a pancia piena.
"Finalmente!" esultò Luca, alle 10.30 passate, chiudendo i libri e gettandoli lontano con disprezzo.
"Cavolo, ricordami di farmi pagare la prossima volta" disse Abby, stanca ma ridendo.
"Ti accompagno a casa, è il minimo" disse Luca, notando però solo in quel momento il cielo scuro oltre la tenda.
"Ma piove! O diluvia, per meglio dire".
"Davvero? Merda, come torno a casa?" disse Abby, guardando fuori dalla finestra.
Lampi e tuoni dominavano il cielo.
"Aspettiamo una schiarita, dai" le disse Luca.
"Non ti ho ancora ringraziato per la tua pazienza" notò Luca, spegnendo il televisore.
Avevano passato il resto del tempo navigando in internet, chiacchierando, inondando il letto di patatine e pop corn mentre guardavano un film.
Ed ora se ne stavano lì, seduti l'uno accanto all'altro.
"Figurati, non l'avrei fatto se non mi andava" replicò Abby.
"Beh, nessuno lo avrebbe fatto quindi grazie".
Luca le si avvicinò sorridendo e le scampò un bacio sulla guancia, mettendole un braccio intorno alle spalle.
"Sei unica" le disse, quasi sussurrando.
Abby si limitò a sorridere impacciata, mentre diminuiva il brivido lungo la schiena.
  
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