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Autore: Alexandra_ph    25/02/2012    1 recensioni
Scritta tra l'estate e l'inizio autunno 2004.
Più volte ho immaginato, rivedendo quella scena, che le parole che si sono scambiati fossero diverse.
Più volte ho desiderato che il copione fosse un altro, che lui le dicesse finalmente quello che tutti noi avremmo voluto sentirgli dire e che la storia prendesse un corso diverso. Almeno per non aver voglia di dire, da quel momento in poi, “che spreco!” ogni volta che li vediamo lanciarsi i loro sguardi di fuoco, ben sapendo che rimarranno solo sguardi.
L’ho immaginato talmente tante volte che, alla fine, ho deciso di scriverlo.
Da quella sera, sul battello in Australia…
Questa è un’altra storia. Forse quella che tutti noi abbiamo sempre sperato di vedere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Object : Una storia…           

 

Ora ti racconto una storia, una storia che mi compare davanti agli occhi ogni sera, da quella sera. Una storia che vivo ogni notte nei miei sogni e che mi risveglia ancora più desideroso di averti tra le  braccia.

La nostra storia inizia sempre sul quel battello, sotto il cielo stellato di Sidney.

Tu sei bellissima, con la brezza tra i capelli e quell’abito che ti rende ancora più donna. Io ti guardo e immagino di scoprire poco alla volta la tua pelle nascosta dal vestito.

Non parliamo: non serve. Nei nostri occhi c’è tutto quello che vorremmo dirci e le parole sciuperebbero tutto.

Siamo vicini; ci sfioriamo, senza toccarci. Osserviamo il procedere lento del battello sull’acqua, mentre entrambi ci proiettiamo con la fantasia a quello che potrebbe accadere dopo, quando scenderemo e saremo lontani da sguardi indiscreti.

Io sogno una spiaggia, con la sabbia morbida e umida sotto di noi…

Durante il tragitto ci guardiamo, quasi sorpresi di scoprirci diversi. L’elettricità tra noi è palpabile, sospesa nell’aria, come i nostri pensieri… Quando giunge l’ora di scendere, ti prendo per mano e quell’elettricità, che fino a poco prima era sospesa tra noi, scorre all’improvviso, passando dal tuo corpo al mio. E’ come una scarica elettrica che ci attraversa. Te ne accorgi anche tu, perché appena la mia mano tocca la tua, mi guardi quasi spaventata; allora ti sorrido. E, appena ti sorrido, come altre volte è già accaduto, torni serena.

Scendiamo con le altre persone ma, invece di incamminarci assieme agli altri, ti attiro da un lato perché devo assolutamente baciarti.

Tu di nuovo ti sorprendi: non sei abituata a gesti strani, appassionati, da parte mia. Semmai puoi pensare ad un pericolo imminente che io ho scorto e dal quale voglio proteggerti… Ti fidi, ti sei sempre fidata di me. Tuttavia mi è sufficiente stringerti tra le braccia, avvicinarti al mio corpo teso dal desiderio e immediatamente la tua sorpresa sparisce: ti abbandoni morbida, quasi avessi aspettato da una vita un momento come questo.

Accarezzo con la bocca le tue labbra già socchiuse, lasciandomi torturare dalla voglia di avere di più, molto di più subito, per darti la possibilità di lasciarti andare, di essere pronta a ricevere il mio bacio che so sarà prepotente. Ma non hai bisogno di preparazione: anche tu sei affamata di me.

Avvolgi le braccia attorno al mio collo, attirandomi a te e io sono perduto. Insinuo la mia lingua nella tua bocca e lascio che tutto esploda tra noi… tutto quello che abbiamo sempre trattenuto.

E il mondo attorno a noi scompare…

 

Chi è l’uomo che mi scrive queste parole?

Non il Mic Brumby che io conosco! Non l’uomo che mi ha dato un anello, imbarazzato e quasi timido nel confessarmi il suo amore. Come può una persona saper scrivere parole simili, poter fare quello che scrive e non farlo? Non è nello stile di Mic non essere diretto, ma immaginare una cosa e farne un’altra.

No… quello è più lo stile di Harmon Rabb. L’uomo controllato, sotto la cui cenere potrebbe divampare un fuoco… Se solo fosse possibile!

Ho letto queste parole più volte, questa mattina. Fortunatamente ho aperto la posta a casa, parecchio prima d’andare in ufficio: sembrava quasi che mi sentissi che avrei trovato parole simili. Appena aperta l’e-mail ho subito osservato che era più lunga del solito e mi sono gettata a capofitto nella lettura, con un’ingordigia tale da farmi tornare più volte su una parola.

Sono arrivata alla fine sconvolta ed eccitata.

L’ho riletta immaginandomi Mic mentre mi diceva quelle parole e mi sono scoperta a provare tenerezza di fronte ai suoi tentativi di farmi capitolare. Non serviva lo shampoo, per togliere l’anello che l’altro giorno, in prova, avevo infilato alla mano sinistra e che non riusciva più ad uscire. Avrei potuto lasciarlo lì, se solo avessi letto questa e-mail prima! Seguendo il consiglio malizioso di Harm ho usato appunto lo shampoo…

Ancora una volta i miei pensieri sono corsi ad Harm e rileggendo l’e-mail per l’ennesima volta, la mia mente ha proiettato immagini proibite, immagini irrealizzabili.

Nella storia ero con Harm: era la sua mano a prendere la mia per scendere dal battello; erano le sue braccia ad afferrarmi per baciarmi… Era la sua bocca che sfiorava languidamente la mia ed era lui che attiravo a me, mentre la sua lingua m’invadeva e mi faceva precipitare in un mondo irreale…

Sono arrivata di nuovo alla fine della lettera completamente rapita ed eccitata da quelle parole.

Sto impazzendo?

  
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