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: lover@aol.com
To
: Mac.jag@aol.com
Object : Una
storia…
Ora ti
racconto una
storia, una storia che mi compare davanti agli occhi ogni sera, da
quella sera.
Una storia che vivo ogni notte nei miei sogni e che mi risveglia ancora
più
desideroso di averti tra le braccia.
La nostra
storia
inizia sempre sul quel battello, sotto il cielo stellato di Sidney.
Tu sei
bellissima,
con la brezza tra i capelli e quell’abito che ti rende ancora più
donna. Io ti
guardo e immagino di scoprire poco alla volta la tua pelle nascosta dal
vestito.
Non parliamo:
non
serve. Nei nostri occhi c’è tutto quello che vorremmo dirci e le parole
sciuperebbero tutto.
Siamo vicini;
ci
sfioriamo, senza toccarci. Osserviamo il procedere lento del battello
sull’acqua, mentre entrambi ci proiettiamo con la fantasia a quello che
potrebbe accadere dopo, quando scenderemo e saremo lontani da sguardi
indiscreti.
Io sogno una
spiaggia, con la sabbia morbida e umida sotto di noi…
Durante il
tragitto
ci guardiamo, quasi sorpresi di scoprirci diversi. L’elettricità tra
noi è palpabile,
sospesa nell’aria, come i nostri pensieri… Quando giunge l’ora di
scendere, ti
prendo per mano e quell’elettricità, che fino a poco prima era sospesa
tra noi,
scorre all’improvviso, passando dal tuo corpo al mio. E’ come una
scarica
elettrica che ci attraversa. Te ne accorgi anche tu, perché appena la
mia mano
tocca la tua, mi guardi quasi spaventata; allora ti sorrido. E, appena
ti
sorrido, come altre volte è già accaduto, torni serena.
Scendiamo con
le
altre persone ma, invece di incamminarci assieme agli altri, ti attiro
da un
lato perché devo assolutamente baciarti.
Tu di nuovo
ti
sorprendi: non sei abituata a gesti strani, appassionati, da parte mia.
Semmai
puoi pensare ad un pericolo imminente che io ho scorto e dal quale
voglio
proteggerti… Ti fidi, ti sei sempre fidata di me. Tuttavia mi è
sufficiente stringerti
tra le braccia, avvicinarti al mio corpo teso dal desiderio e
immediatamente la
tua sorpresa sparisce: ti abbandoni morbida, quasi avessi aspettato da
una vita
un momento come questo.
Accarezzo con
la
bocca le tue labbra già socchiuse, lasciandomi torturare dalla voglia
di avere
di più, molto di più subito, per darti la possibilità di lasciarti
andare, di
essere pronta a ricevere il mio bacio che so sarà prepotente. Ma non
hai
bisogno di preparazione: anche tu sei affamata di me.
Avvolgi le
braccia
attorno al mio collo, attirandomi a te e io sono perduto. Insinuo la
mia lingua
nella tua bocca e lascio che tutto esploda tra noi… tutto quello che
abbiamo
sempre trattenuto.
E il mondo
attorno a
noi scompare…
Chi è l’uomo che
mi scrive queste
parole?
Non il Mic
Brumby che io conosco! Non
l’uomo che mi ha dato un anello, imbarazzato e quasi timido nel
confessarmi il
suo amore. Come può una persona saper scrivere parole simili, poter
fare quello
che scrive e non farlo? Non è nello stile di Mic non essere diretto, ma
immaginare una cosa e farne un’altra.
No… quello è più
lo stile di Harmon
Rabb. L’uomo controllato, sotto la cui cenere potrebbe divampare un
fuoco… Se
solo fosse possibile!
Ho letto queste
parole più volte,
questa mattina. Fortunatamente ho aperto la posta a casa, parecchio
prima
d’andare in ufficio: sembrava quasi che mi sentissi che avrei trovato
parole
simili. Appena aperta l’e-mail ho subito osservato che era più lunga
del solito
e mi sono gettata a capofitto nella lettura, con un’ingordigia tale da
farmi
tornare più volte su una parola.
Sono arrivata
alla fine sconvolta ed
eccitata.
L’ho riletta
immaginandomi Mic mentre
mi diceva quelle parole e mi sono scoperta a provare tenerezza di
fronte ai
suoi tentativi di farmi capitolare. Non serviva lo shampoo, per
togliere
l’anello che l’altro giorno, in prova, avevo infilato alla mano
sinistra e che
non riusciva più ad uscire. Avrei potuto lasciarlo lì, se solo avessi
letto
questa e-mail prima! Seguendo il consiglio malizioso di Harm ho usato
appunto
lo shampoo…
Ancora una volta
i miei pensieri sono
corsi ad Harm e rileggendo l’e-mail per l’ennesima volta, la mia mente
ha
proiettato immagini proibite, immagini irrealizzabili.
Nella storia ero
con Harm: era la sua
mano a prendere la mia per scendere dal battello; erano le sue braccia
ad
afferrarmi per baciarmi… Era la sua bocca che sfiorava languidamente la
mia ed
era lui che attiravo a me, mentre la sua lingua m’invadeva e mi faceva
precipitare in un mondo irreale…
Sono arrivata di
nuovo alla fine della
lettera completamente rapita ed eccitata da quelle parole.
Sto impazzendo?