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Autore: Alexandra_ph    25/02/2012    1 recensioni
Scritta tra l'estate e l'inizio autunno 2004.
Più volte ho immaginato, rivedendo quella scena, che le parole che si sono scambiati fossero diverse.
Più volte ho desiderato che il copione fosse un altro, che lui le dicesse finalmente quello che tutti noi avremmo voluto sentirgli dire e che la storia prendesse un corso diverso. Almeno per non aver voglia di dire, da quel momento in poi, “che spreco!” ogni volta che li vediamo lanciarsi i loro sguardi di fuoco, ben sapendo che rimarranno solo sguardi.
L’ho immaginato talmente tante volte che, alla fine, ho deciso di scriverlo.
Da quella sera, sul battello in Australia…
Questa è un’altra storia. Forse quella che tutti noi abbiamo sempre sperato di vedere.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harmon 'Harm' Rabb, Sarah 'Mac' MacKenzie
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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La giornata è trascorsa tra un impegno e un altro, senza un attimo di tregua.

Il caso del marinaio Mary Granato, che ha disertato perché sostiene che il suo superiore le ha mentito in merito a quali dovessero essere i suoi futuri incarichi, si presenta particolarmente ostico già di per sé. Inoltre ho deciso che chiamerò a testimoniare Renée a carico dell’accusa: in fondo ha girato un video pubblicitario per la Marina, e sarebbe una teste attendibile per confutare la tesi della difesa che sostiene che all’imputata siano state fatte false promesse. Dovrà testimoniare che non ha ricevuto pressioni per “indorare la pillola”… Non ho ancora comunicato ad Harm che intendo interrogare Renée e a dir la verità, temo un po’ la sua reazione.

Non mi piace vederlo con lei. Trovo irritante come lo consideri “suo” e lo sbandieri ai quattro venti! L’ho odiata durante la presentazione del video, l’altra sera, al museo delle Forze Armate: Harm era fantastico e lei era riuscita a farlo apparire al meglio, in quel breve video pubblicitario. Inoltre sembravano molto affiatati…

Anche se è stato difficile, alla fine sono stata costretta, per proseguire con il caso Granato, a cacciare in un angolo remoto della mia mente le parole di quell’e-mail che mi ha turbato tanto e concentrarmi sul lavoro. Ma ora, finalmente, sono riuscita a fare una pausa… ed ecco che riaffiorano alla mente, seducenti e intriganti come appena lette. Non mi ero mai sentita così, prima d’ora: sembro una dodicenne al suo primo romanzetto d’amore! Sono turbata, ma al tempo stesso desiderosa di lasciarmi sedurre; m’impongo d’essere razionale e non lasciarmi attrarre così da semplici parole, eppure mi piace anche sentirmi tanto intrigata dalla persona che me le scrive… Forse è più saggio che abbandoni certe fantasie e mi beva un caffè.

Pessima decisione! Sono entrata in dispensa credendo d’essere sola, invece trovo Harm, che sta sorseggiando tranquillamente il suo tè. Mi sono incantata per un attimo ad osservare le sue labbra appoggiate alla tazza…

Quando si è accorto del mio sguardo, ha sorriso, senza dire nulla. Si comporta in modo strano con me da quando è rientrato dall’Islanda: mi sento spesso osservata, quasi sotto esame. Sembra che attenda qualcosa… ma cosa? Più di una volta sono stata tentata di chiedergli come mai mi guarda con quell’aria quasi divertita, ma ogni volta ho cambiato idea. Sembra quasi sapere cosa mi sta succedendo. Sembra quasi essere a conoscenza di quelle e-mail che mi sconvolgono tanto.

E… se fosse lui a scrivermi quelle lettere?

No. Non Harmon Rabb. 

Lo desidero da così tanto tempo che, pur d’illudermi, m’immagino anche questo! Perché ciò che mi dice l’innamorato anonimo nelle sue e-mail, sono tutte le parole che mi sarebbe piaciuto sentirmi dire da Harm e che lui non mi ha mai detto. E’ solo per questo che penso possa essere lui… perché, in fondo, vorrei tanto che lo fosse.

Agitata da questi pensieri, ho bofonchiato un “Ciao…” quasi incomprensibile, mi sono versata un caffè che ho bevuto d’un fiato e poi ho girato i tacchi, per andarmene… l’ufficio è un luogo più neutro. Questa stanzetta è troppo intima, soprattutto quando c’è lui: non è solo la sua presenza fisica a renderla uno spazio tanto stretto ed angusto, affollatissimo… E’ la sua forte personalità a riempire ogni luogo in cui si trova. E’ l’attrazione che provo e che mi chiude la gola ogni volta che gli sono vicino, a farmi sempre sentire sopraffatta da lui.

Harm non ha detto nulla, si è limitato a fare un cenno del capo al mio saluto e a sorridere: quel suo sorriso divertito mi dà sui nervi! Sembra riesca leggermi nella mente e carpire tutti i miei pensieri, contro la mia volontà. Non sono più in grado di resistere ed esco dalla saletta caffè rapidamente, quasi fuggendo, sentendomi il suo sguardo addosso.

Ora, al sicuro nel mio ufficio, ripenso a quella folle idea che mi è transitata nella mente poco prima: Harmon Rabb autore di quelle e-mail.

Assurdo! Scuoto la testa da sola: se qualcuno mi vedesse, penserebbe che sono pazza!

Però… però, più ci penso, meno mi sembra improbabile.

No… è solo la mia immaginazione… o, meglio, il mio desiderio… non può essere lui.

Eppure… è l’unico, oltre a Mic, ad essere stato su un battello con me a Sidney… No, è di certo Mic… non mi ci vedo Harm a scrivere lettere d’amore ad una donna!

Anche se… Ricordo che quando mi raccontò dell’omicidio di Diane mi disse che l’agente Tacchino gli aveva consegnato un plico di lettere che aveva trovato nella cabina della vittima e che erano sue… Lettere d’amore che Harm aveva scritto a Diane. Possibile che possa essere davvero lui? Del resto è un abile oratore, il migliore che io conosca… ci sa fare con le parole.

Devo sapere.

 

  
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