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Autore: Eowyn88    30/09/2006    7 recensioni
"...Nessuno capirebbe perché, mentre il mondo sta per essere distrutto, io desidero solo che tu sappia che ci sarò per sempre.”." Storia carina di come due amici diventano qualcosa di più!! Leggete e recensite mi raccomando! E' la mia prima fanfic!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Harry si svegliò,si vestì e notando l’assenza di Ron, prese subito la borsa dei libri e scese dal dormitorio dei ragazzi,diret

Voglio stare con te!

 

 

 

Il Sole splendeva già alto su Hogwart quando Harry si svegliò, si vestì e notando l’assenza di Ron, prese subito la borsa dei libri e scese dal dormitorio dei ragazzi, diretto nella sala comune. Qui trovò l’amico con i capelli rossi appoggiato alla parete con la borsa in spalla.

 

“Ciao Ron.” Disse all’amico.

 

“Ciao.” Rispose Ron voltandosi per guardare la porta del dormitorio delle ragazze aprirsi per lasciare uscire alcune ragazze.

 

Aveva un’aria particolarmente stanca e avvilita, ed i suoi occhi un po’ lucidi e le occhiaie suggerivano che non dormiva da almeno un paio di notti.

 

“Tutto ok?” Chiese Harry un po’ preoccupato dall’aspetto dell’amico.

 

Cosa? ...Oh sì, certo!” scattò nervoso votandosi velocemente per guardarlo. “Sì, io ...io sto solo aspettando ...che Hermione scenda per ...chiedergli una mano per i compiti di Incantesimi. Tu comincia pure ad andare, arrivo tra un attimo!”

 

E così dicendo tornò a guardare la porta del dormitorio delle ragazze che si era aperta di nuovo per far uscire un gruppetto di ragazze del quinto anno.

 

“Chi sa come mai non è ancora scesa? Di solito è sempre così puntuale. Credi che si senta poco bene, Ron? Ehi, Ron. Mi stai ascoltando?” chiese guardandolo con aria un po’ interrogativa ed un po’ preoccupata.

 

“Sì. Non ti preoccupare...” Cominciò a dire con aria distratta.

 

Ma proprio in quel momento la porta si spalancò di nuovo. Questa volta però fu Hermione ad uscirne, carica come al solito di libri.

Stava  quasi per raggiungere il buco del ritratto quando sia Harry che Ron scattarono in avanti verso di lei.

 

“Ciao Hermione!” esclamò Harry

 

“Oh, ciao Harry.”

 

Anche lei aveva un’aria stranamente stanca.

 

“Hermione senti...” Cominciò Ron.

 

“Non ora Ron, ho da fare” disse lei voltandosi e uscendo dal buco.

 

“Un attimo...” La inseguì lui rapido. La raggiunse prima che cominciasse a scendere le scale e si piantò davanti a lei.

 

“...Aspetta! Ti volevo dire...” Cominciò ma guardandosi intorno vide che il corridoio era pieno di ragazzi  che si accingevano a scendere per le scale e che li spintonavano. Le guance gli si fecero un po’ rosse.

 

“Io ti volevo dire...” Ma fu interrotto dall’arrivo di Harry che li raggiunse e li sorpassò dicendo:

 

“Allora voi due, vi muovete?”

 

“Dimmi, Ron. E’ qualcosa d’importante.” Disse lei impaziente guardandolo fisso negli occhi.

 

“Io ...volevo solo chiederti se mi daresti una mano per il compito di Incantesimi.”.

 

Disse Ron con un sospiro, ormai completamente rosso.

 

“Tutto qui?” chiese lei delusa, come se si fosse aspettata qualcos’altro.

 

“Sì. Beh, è per oggi pomeriggio e non sono sicuro di aver scritto...”.

 

“Ok, Ron. Facciamo subito dopo pranzo: abbiamo un po’ di tempo prima di Trasfigurazione. Ma che non si ripeta più. Lo sai che non mi piace fare le cose all’ultimo momento.”.

 

E detto questo, lo oltrepassò e scese di corsa le scale, sparendo alla loro vista.

Harry che aveva osservato la scena ai piedi delle scale, rimase piuttosto sorpreso da quella reazione che chiese a Ron se sapeva perché aveva reagito così. Ma lui non rispose ed Harry pensò che probabilmente avesse le idee confuse quanto lui.

 

 

Il resto della mattinata passò tranquilla, anche se Harry aveva sempre la sensazione che qualcosa tra i suoi due amici non andava. Infatti, aveva più di una volta beccato Ron lanciare di nascosto occhiate verso Hermione, che per tutta risposta evitava il suo sguardo.

 

 

Finito di pranzare Hermione si alzò dal tavolo dei Grifondoro e passando affianco a Ron ed Harry disse:

 

“Ci vediamo in sala comune!” e partì senza aggiungere altro.

 

Ron lasciò la sua crostata ai lamponi e la seguì.

 

Più tardi Harry prese la borsa con i libri ed andò verso l’aula di Trasfigurazione. Lì trovò tutti gli altri Grifondoro ma Ron ed Hermione non erano con loro. Decise allora di andare a chiamarli prima dell’arrivo della professoressa Mc Grannitt. A metà tragitto verso la Torre dei Grifondoro però sentì delle voci conosciute che provenivano dal corridoio dietro l’angolo. Harry si fermò e si mise in ascolto. Erano Ron ed Hermione e sembravano discutere mentre si avvicinavano. Ora riusciva distintamente a sentire cosa diceva.

 

“Ron, basta! O  faremo tardi”

 

“Hermione, tu devi ascoltarmi! Ti prego poi giuro che ti lascerò in pace. Ti chiedo solo un momento!! Fermati, dai”

 

I passi si fermarono di colpo. Harry non sapeva che fare e rimase immobile in attesa. Poi sentì la voce di Ron che diceva:

 

“Vieni. Non voglio che Gazza ci becchi in giro.

 

Aprì una porta di un’aula vuota e la tenne spalancata per far entrare Hermione, poi entrò anche lui e la chiuse.

Harry rapido li raggiunse. Sapeva che non sarebbe stato corretto origliare i due amici ma spinto dalla troppa curiosità appoggiò lo stesso delicatamente l’orecchio sulla porta e si mise in ascolto, sperando che a Gazza non venisse in mente di passare di là proprio in quel momento.

 

Ron aveva cominciato a parlare con voce lenta e calma, che però tradiva un po’ d’imbarazzo.

 

“Volevo sapere perché mi eviti? Io sto cercando di farti capire...”

 

“Cosa? Ron svegliati! Io sono stufa di dover aspettare che tu ti svegli! Vuoi sapere perché ti evito? Mi sembra chiaro, Ron. Io mi sono fatta coraggio... Ti ho scritto per tutta l’estate e ti ho rivelato i miei sentimenti!” Sospirò e distolse lo sguardo per un attimo. Poi però riprese con lo stesso fervore. “E tu invece cosa hai fatto? Niente. Come al solito Ron dimostri di avere la sensibilità di un cucchiaino!”

 

Detto questo si voltò scuotendo la testa ed andò verso la finestra.

 

Ron avanzò un passo verso di lei, timoroso.

 

“Hermione cerca di capire. Avevo bisogno di un po’ di tempo per riflettere...”.

 

“Ah, ti serviva del tempo!” lo interruppe lei, alzando la voce. “Però con Lavanda non ti sei fatto tanti problemi! Non puoi neanche immaginare come ci sono stata male!”

 

“Sai che Lavanda non ha mai significato niente per me. E in ogni caso, anche io ci sono stato male quando tu... ti sei baciata con Krum!”

 

“Sì, beh se tu mi avessi invitato prima di lui a quello stupidissimo ballo probabilmente avrei baciato te!” Disse diventando d’un tratto molto rossa e gli occhi cominciarono a riempirglisi di lacrime.

 

Ci fu un momento di silenzio. Durante il quale Harry riuscì appena ad udire un singhiozzo e tirare su con il naso, ma rimase immobile.

 

“E’ troppo tempo, Ron che aspetto una tua risposta. Devi deciderti. Questa situazione mi fa soffrire.”

 

Ci fu ancora un attimo di silenzio e poi Ron prese la parola.

 

“Hai ragione! Ti sto facendo soffrire, e mi dispiace. Anche io non riesco più a dormire da un po’ e sto scoppiando perché...”. Disse riprendendo un po’ di coraggio e gesticolando freneticamente, ma non senza guardarla negli occhi.

 

“Perché non so con chi sfogarmi ...Fred e George non capirebbero e mi prenderebbero in giro, Ginny è ...beh, è una ragazza ...e poi ha già tanti problemi con Harry ...che ovviamente a troppe cose a cui pensare che perdere tempo con cose di questo genere.”. A queste parole Harry arrossì un po’ per la vergogna.

 

“Poi con tutto quello che sta succedendo a causa di ...Voldemort ...”. La sua voce tremò leggermente al pronunciare quel nome, ma si riprese subito e i suoi occhi erano fissi su quelli di lei che ricambiavano lo sguardo pieni di lacrime. Poi fece un passo verso di lei.

 

“Hermione, tu mi conosci da sette anni e sai quanto sono maledettamente timido ...”, divenne ancor più paonazzo, se possibile, e continuò ad avvicinarsi a lei, “ma ora non ha più importanza ...nulla ha più importanza adesso ...non sono più il ragazzo di prima.”.

 

“Perché? Cosa è cambiato?” Disse con un altro singhiozzo.

 

Ron sembrò pensarci un attimo, mentre fissava il suo sguardo non riuscì a pensare a nient’altro.

 

Entrambi trattennero il fiato in attesa.

 

Si avvicinò ancora di più.

 

Con una decisione che non gli era mai appartenuta, avvicinò le proprie labbra alle sue in un bacio dolce e morbido. A questo si unì un forte tonfo: a Hermione erano caduti i libri e la cartella.

Il tutto durò un attimo anche se sembrò durare molto di più.

 

Quando Ron si staccò da lei, Hermione aveva il volto rigato dalle lacrime.

Lei indietreggiò lentamente fino a poggiare la schiena contro la parete. Chinò la testa ancora piangendo in silenzio e pian piano scivolò lungo il muro fino a ritrovarsi seduta per terra.

Harry da parte sua non riuscì a spiegarselo e, vista la faccia di Ron, neanche lui si era aspettato una reazione del genere.

 

Passò circa un minuto durante il quale la scena rimase immobile ed Harry pensò che forse sarebbe stato meglio andarsene; in fondo non lo riguardava. Ma proprio quando si decise, Ron si mosse e disse:

 

“Dobbiamo andare a lezione”. La sua voce era molto bassa ed era chiaro che lui era profondamente avvilito.

 

Si voltò verso la porta, dopo aver lanciato un ultimo sguardo alla ragazza, quando questa disse:

 

“Sono una sciocca! Una vera stupida!” e prese a singhiozzare tanto forte che Ron lasciata la cartella si sedette accanto a lei.

 

“Tu non sei sciocca, Hermione! Tu sei l’alunna più brillante della scuola”, le mise due dita sotto il mento e le sollevò la testa per guardarla negli occhi, “ma soprattutto sei la migliore amica mia e di Harry. Sai quante volte l’abbiamo scampata grazie a te!” Le sorrise appena.

 

“Oh, Ron. Anche tu ed Harry siete i miei migliori amici! Voi siete i miei migliori amici ed io non voglio perdervi. Ho paura che possa succedervi qualcosa... e potreste non esserci più!” Disse lei seria.

 

“Anch’io ho paura di ciò che potrebbe accaderci di questi tempi! Non me lo perdonerei mai se dovesse accaderti qualcosa! E molti pensano che non è il momento giusto per innamorarsi...”.

 

Distolse lo sguardo da lei puntandolo sulla parete opposta.

 

“E tu come la pensi?” Chiese lei guardandolo seria.

 

“Io penso... che sei la cosa più bella che mi sia mai capitata. Hai illuminato la mia vita. E non voglio, che tutto questo finisca proprio ora; ora che finalmente l’ho capito; ora che sono pronto.
Tutto ciò che posso fare è ...starti accanto, e respirare il tuo buon odore.
Chiudere gli occhi e pregare che almeno questo non mi venga portato via.
Perché non voglio perderti.
Nessuno capirebbe perché, mentre il mondo sta per essere distrutto, io desidero solo che tu sappia che ci sarò per sempre.”.

 

Si voltò verso di lei che ricambiava il suo sguardo con affetto e senza aspettare oltre, la prese per la vita e la strinse a sé forte.

 

“Quello che sto cercando di dirti, Hermione, è che ...voglio stare con te!”

 

L’abbraccio si sciolse e si guardarono in volto. Ancora una lacrima scivolò lungo la guancia di Hermione ma lui l’asciugò delicatamente con la mano. Si fissarono rapiti per qualche secondo.

Poi i loro volti si avvicinarono tanto che ognuno dei due poteva sentire il respiro dell’altro e le loro labbra si unirono ancora in bacio.

 

Harry non vide altro.

 

Arrivato nell’aula di Trasfigurazione chiese scusa alla professoressa Mc Grannit per il ritardo e quando lei gli chiese dove fossero Ron ed Hermione, lui mentì, trattenendosi dal sorriderle, dicendo:

“Non credo che verranno professoressa ...non si sentono troppo bene!”

  
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