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Autore: Joey Potter    25/02/2012    5 recensioni
Dean Winchester stava litigando con un uovo. E questa volta non c’entravano strani esseri soprannaturali o creature disgustose, stava litigando con un semplice, piccolo, inoffensivo uovo di gallina che non ne voleva sapere di rompersi contro la ciotola di fortuna che aveva scovato in quella cucina rudimentale.
[baby!Sam; baby!Dean]
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, John Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio
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Titolo: Torta al cioccolato
Fandom: Supernatural
Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester, John Winchester
Rating: G
Genere: flugst 
Avvertimenti: one-shot, baby!Sam e un po' meno baby!Dean, possibile OOC - ma sono teneri e pucciosi bimbi, quindi il contesto è particolare e non saprei dire quanto OOC sia. 
Beta: Nessuna/o. E si vede. (Se ci fossero degli errori dovuti alla mia dislessia da tastiera o degli orrori dovuti al mio 25 in grammatica regalatissimo, segnalate!)
Note: E mi sverginai anche nel Supernatural!
Questa cosina è tutta per la mia meravigliosa elysenda. Fatele gli auguri di buon compleanno anche voi, si merita tantissimo amore.
 
 
 
Al Samstiel che ogni Dean vorrebbe.
Buon compleanno e tanto amore, Elisa.
 
 
 
 
 
Dean Winchester stava litigando con un uovo. E questa volta non c’entravano strani esseri soprannaturali o creature disgustose, stava litigando con un semplice, piccolo, inoffensivo uovo di gallina che non ne voleva sapere di rompersi contro la ciotola di fortuna che aveva scovato in quella cucina rudimentale.
Erano in quella cittadina da più di quattro mesi – in una delle rare volte in cui John Winchester decideva di fermarsi per più di un week-end nello stesso posto, per dargli una parvenza di normalità – eppure quella casa si dimostrava ancora spartana ed estranea.
Imprecò a mezza voce e si grattò una guancia con il dorso della mano destra, lasciando una breve striscia di cacao sulla propria pelle. Quando tornò all’uovo, questo finalmente si ruppe ma l’albume che scivolò sulla farina si trascinò con sé anche alcuni pezzetti di guscio.
Si stava rivelando un disastro, pensò mentre tentava disperatamente di toglierli dall’impasto: sicuramente aveva sbagliato le dosi degli ingredienti, non era certo di aver indovinato quale tra i due identici barattoli fosse quello dello zucchero, e si accorse di non sapere cosa diavolo fosse la vanill… vanig… niente, era troppo difficile da leggere, su quella rivista ingiallita e dai caratteri troppo piccoli.
“Cosa stai facendo?” trillò Sammy all’improvviso, entrando di soppiatto nella cucina.
Dean si voltò come scottato e cercò disperatamente di nascondere la tortiera. “Niente, Sammy. Torna in salotto a guardare i cartoni.”
Sam alzò un sopracciglio e incrociò le braccia, ostinato.
“Dean…”
“Tornate di là.”
Ma il fratello provò con un’altra tattica, e Dean seppe subito di aver perso.
“Maledetto. Odio quei tuoi occhioni da cucciolo smarrito. E arriverà il giorno in cui riuscirò a resistergli, non temere!” Si allontanò dal ripiano con uno sbuffo, lasciando che Sam si avvicinasse per vedere meglio.
“Volevo… doveva essere una sorpresa.” Cercò di spiegare “E poi sto sbagliando tutto e non riesco a rompere le uova e…”
“Papà non torna.” Capì Sam.
No, John Winchester non sarebbe tornato. Quando Dean gli aveva parlato al telefono, quella mattina, aveva semplicemente detto che quel nuovo caso lo stava impegnando più del previsto e che non sarebbe riuscito a tornare in città ad un orario decente. Non si era dimostrato dispiaciuto di perdersi il compleanno del figlio più piccolo né lo aveva menzionato, e Dean non era nemmeno sicuro che se lo ricordasse. E sì, era arrabbiato con lui per questo.
“Papà deve lavorare.” Replicò con poca decisione, perché in quel momento non riusciva a difenderlo con la consueta fiducia. Più di ogni altra cosa, lui voleva che Sam fosse felice.
Sam sbatté le palpebre per qualche secondo, chiudendosi con i suoi pensieri. Poi, mentre Dean si ripuliva sui jeans le mani imbrattate di farina e uova, gli spuntò un radioso sorriso e si alzò sulle punte dei piedi per afferrare la ricetta.
“Dai, ti aiuto io.”
Dean lo squadrò con incredulità. “Sammy, tu non sai leggere.”
“Sì che so leggere, guarda che ormai sono grande. Faccio solo confusione con tutte quelle vocali. E con le consonanti troppo vicine.”
Scoppiarono a ridere insieme, di gusto.
“Okay, allora…” si arrese Dean, lieto che il fratellino stesse reagendo senza espressioni tristi “ho rotto le uova. E adesso?”
Sam infilò un dito nell’impasto, portandoselo alla bocca e assaggiandolo; una smorfia gli colorò il volto dopo pochi secondi. “Dean, ci hai messo il sale!”
 
 
 
* * *
 
 
John Winchester rincasò alle tre di notte, gli occhi rossi e lucidi per lo sforzo di tenerli aperti e guidare il più veloce possibile, le gambe stanche per la posizione forzata che aveva dovuto mantenere e le mani impegnate a reggere due pasticcini ormai afflosciati e un libro illustrato non incartato.
Vagò a tentoni fino alla cucina, dove la luce era ancora accesa, e trovò i suoi figli addormentati l’uno sull’altro su una delle tre sedie. Sorrise a quella vista e cercò – senza successo – di raddrizzare la testa di Dean che ciondolava contro quella di suo fratello.
Nell’aria c’era un vago odore di bruciato e sulla tavola troneggiava una torta al cioccolato un po’ deformata, dalla quale mancano tre fette. Gli si strinse il cuore, quando notò come una fosse ancora intera e posata su un terzo piatto, là dove solitamente si sedeva lui.
“Papà?” chiamò Sam, aprendo un occhio.
John si riscosse velocemente dai sensi di colpa e gli scosse i capelli con vigore. “Ciao, Sammy. Buon compleanno.”
“C’ha pensato Dean.” Mormorò il bambino, accettando con un sorriso il regalo che il padre gli stava porgendo.
“Lo so, lo so che a te ci pensa Dean.” Soffiò orgoglioso e, al tempo stesso, dispiaciuto.
   
 
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