…Ed eccolo lì, con quello sguardo fiero, quel sorriso mozzafiato… si avvicina, mi sta per dire qualcosa… qualcosa di importante, mi cinge con le sue braccia, ha una voce calda e sicura di sé… ma ad un certo punto sento una voce strana… non è lui, è qualcun altro…
- ehi dormigliona!!!! Svegliaaa!- Sentii questa voce che interruppe il magnifico sogno che stavo facendo, mugugnai qualcosa di incomprensibile, un mix tra ‘fottiti’ e ‘lasciami in pace’, non gli avrei permesso di svegliarmi completamente.
Bussò di nuovo alla porta della mia camera: - alzati, se no ti faccio svegliare a modo mio – Le sue minacce non mi facevano più paura ormai, ci ero abituata.
- sto per entrare… - beh sì, ero abituata alle sue minacce, ma il suo solletico come sveglia era ancora il mio punto debole, così mi sotterrai sotto le coperte, speranzosa del fatto che non sarebbe riuscito a ‘srotolare’ il fagotto che mi ero creata.
- …la porta si sta per aprire… - ed ecco che sentii la porta sbattere e un corpo che si fiondò sul mio letto cominciò a togliermi le coperte e a farmi il solletico.
– no no basta dai, lo sai che non riesco a vincere al tuo solletico Harry, non… ahahaha smettila!- intanto il letto era diventato un campo di battaglia ed eravamo attorcigliati tra le lenzuola, ridendo come dei bambini di cinque anni che giocavano. Andammo avanti ancora per un paio di minuti, io a soffrire e lui a goderne, poi disse: – ok, ti lascio libera, ma solo se alzerai il tuo bel culetto e andrai a prepararti che abbiamo un’intervista oggi – la sua nonchalance nei miei riguardi era troppo divertente.
- agli ordini capitan Hazza! – gli dissi facendo il gesto della mano come un soldato diligente. Harry era in assoluto il ragazzo a cui tenevo di più al mondo, ci conoscevamo fin da piccoli, ci eravamo un po’ persi quando mi ero trasferita in Italia, la mia terra d’origine, ma dopo qualche anno ci ritrovammo quando tornai a Londra, trovai lavoro in una rivista di moda e lui ebbe successo con il gruppo dei One Direction; è incredibile quanto velocemente mi sono ritrovata a dividere un appartamento con quei cinque ragazzi, ognuno più scemo dell’altro a dire il vero: appena li conobbi mi trovai subito bene con loro e nel giro di qualche mese decidemmo di vivere assieme, ci divertivamo troppo, la nostra era una combriccola niente male.
Comunque, ritornando alla realtà, capii di avere una mezz’oretta prima di andare al lavoro e fare un’intervista ai ragazzi – grazie ai miei agganci ero riuscita a farli ottenere qualche pagina dell’edizione di Febbraio – che in realtà potevo farla benissimo in casa e anche senza le loro risposte, ormai sapevo tutto di loro, erano come un libro aperto, ma per motivi che solo il mio capo va a trovare ero obbligata a fargliela in sede; così andai in bagno, mi feci una doccia, scelsi con accuratezza i vestiti da indossare e scesi a fare colazione.
- buongiorno splendore! – Niall mi accolse con il suo solito sorriso e la colazione pronta, io e lui ci adoravamo a vicenda, soprattutto perché avevamo in comune il cibo, ci piaceva mangiare di tutto e soprattutto il cibo italiano, cosa che non mancava quasi mai grazie alle mie origini mediterranee, e in più riusciva a tirarmi su di morale ogni volta che ero triste, riusciva sempre a capire quando avevo bisogno di un sorriso.
- buongiorno a te Horan – gli stampai un bacio sulla guancia – gli altri dove sono? -
- Zayn e Liam penso siano ancora in camera a prepararsi, invece Louis sta male… penso che sia per colpa delle ‘non’ doti culinarie di Zayn –
- No scusa, ma come ti permetti di criticare la mia cena di ieri sera? – sentii Zayn dietro di me che faceva il finto offeso, era fantastico quel ragazzo, sapeva essere romantico, spiritoso, premuroso e irresistibile, la sua bellezza non passava inosservata e quando andavamo in giro per Londra assieme c’erano sempre certe occhiate dalle ragazze che mi facevano quasi paura, sembrava pensassero ‘quel gran pezzo di figaccione non è alla tua altezza’ bah, c’è da dire che le inglesi non sono mai state particolarmente modeste a mio parere, la maggior parte altezzose.
- Guarda che per poco non ci rimanevo anche io a letto stamattina – feci io per prenderlo in giro. - Ah sì Maya? - mi prese di peso, facendomi lasciare la mia squisita colazione a metà, e mi buttò sul divano, cominciando anche lui a farmi una sorta di solletico… ma era possibile che fossi stata così stupida da rendere noto a tutti quel mio punto debole?
Mentre ‘lottavo’ con Zayn, mi venne in mente il sogno di stanotte… cavoli, era proprio Louis il ragazzo del sogno… ma perché ce l’avevo ancora in mente? Ci eravamo lasciati qualche mese fa per… boh, né io né gli altri abbiamo mai capito il vero motivo della rottura… diceva che non saremmo stati bene in quell’appartamento con i ragazzi sempre in giro, che avrebbe rovinato la nostra amicizia e altre balle varie… sì, erano tutte cazzate perché il nostro rapporto era stata la prima cosa che aveva legato ancora di più tutto il gruppo…. Neanche Harry, il suo amico più fidato, era riuscito a cavarne qualcosa.
Però ormai ci avevo messo una pietra sopra, o almeno, ‘pensavo’ di averci messo una pietra sopra, anche perché non era la prima volta che mi trovavo Louis a vagare tra i miei sogni… forse i sentimenti per lui non erano del tutto cambiati…
I miei pensieri furono interrotti dalle braccia di Liam che cercava di scrollarmi di dosso Zayn – ehi Zayn, attento a non sciupare la mia Maya, capito? – Liam era un tesoro, mi proteggeva sempre, e a differenza di tutti gli altri era la persona di cui mi fidavo di più, avrei potuto raccontargli tutti i miei segreti sapendo per certo che se li sarebbe tenuti per sé.
- grazie Liam, senza di te non saprei come sopravvivere a questi ragazzacci – dissi scherzando. I nostri discorsi furono interrotti dalla voce di Harry – ehi ragazzi, sbrighiamoci ad andare -
- chissà perché hai così voglia di andare a fare quell’intervista – disse Zayn scherzando, ma Harry fece finta di non sentire, prese l’ascensore e andò a preparare le auto. Sapevamo tutti perché era così sbrigativo, di certo Harry non era uno che sapeva come mantenere i propri segreti… - io arrivo subito, voi cominciate a scendere – dissi senza troppe spiegazioni, volevo andare almeno a salutare Louis.
Corsi su per le scale e bussai piano alla porta prima di entrare nella sua stanza, la prima cosa che saltava subito all’occhio era la carta da parati a righe sulla parete opposta al letto, tipico di Louis. - ehi malato, come stai? – sembrava proprio uno straccio, la pasta di Zayn aveva davvero fatto colpo, infatti Louis di tutta risposta mi disse – appena guarisco prendo a botte Zayn –
- ahah vacci piano eroe, lo sai benissimo che lui risponderebbe senza farsi troppi problemi. Dai, adesso devo andare per l’intervista, risponderò io alle tue domande ok? – proposi con un mezzo sorriso. Louis sorrise di rimando, dio quanto avrei preferito stare con lui tutto il giorno invece che andare al lavoro. – ok dai, se vuoi torno per pranzo, così ti preparo qualcosa di caldo –
- è modo per dire che non sono in grado di farmi una zuppa da solo? –
- ehm… sì, giusto un po’ – risposi di rimando - devo scappare, se no quelli mi fanno fuori, ciao Lou-
Non aspettai neanche che mi rispondesse, ma giurai che chiudendo la porta della sua stanza sentii di sottovoce ‘mi manchi’… beh, avrà avuto quaranta di febbre, era un po’ moribondo no? Non controllava bene quello che diceva giusto? Mi risposi di sì, anche se una parte di me avrebbe desiderato non fosse così…