25/02/2012
9 recensioniQuesta raccolta di drabble mi è uscita in dieci minuti. La dedico a Latis Lensherr che, come me, adora il personaggio di Tom Riddle Senior - e che indirettamente mi ha spinto a scriverla >__<
Inoltre la dedico pure a Elizabeth_Tempest - rea di seguirmi, ma di scordarsi di commentare xDDD - , a Enide - la mia Beta di fiducia che mi sopporta sempre -, a Charme - che pure lei ormai mi sopporta - e a tutti coloro che mi sostengono!
Per finire questa piccola cosa è dedicata anche e soprattutto a chi crede che i personaggi minori - e pure un po' bastardelli come questo - meritino la giusta considerazione.
Fragile
come il cristallo.
Ogni volta che passavo vicino alla baracca in cui
viveva, lei mi guardava. Conoscevo il suo nome, ma non mi piaceva
starle vicino.
Era brutta, sporca e spaventosamente sola.
Era quello ciò che le vedevo in quegli occhi così torbidi: mi faceva pena, forse per questo non ho avuto alcuna paura nell'accettare quel suo gentile gesto.
Tenevo tra le dita un bicchiere d'acqua, un calice di cristallo fragile come l'illusione che mi aveva avvolto; quando rialzai lo sguardo, la piccola stracciona era sparita.
Aveva lasciato il posto alla donna che da tutta la vita avevo aspettato.
Era brutta, sporca e spaventosamente sola.
Era quello ciò che le vedevo in quegli occhi così torbidi: mi faceva pena, forse per questo non ho avuto alcuna paura nell'accettare quel suo gentile gesto.
Tenevo tra le dita un bicchiere d'acqua, un calice di cristallo fragile come l'illusione che mi aveva avvolto; quando rialzai lo sguardo, la piccola stracciona era sparita.
Aveva lasciato il posto alla donna che da tutta la vita avevo aspettato.
Avevo
sempre avuto tutto: bellezza, ricchezza e nobiltà. Avevo
persino una splendida ragazza sempre al mio fianco, ma ora capivo.
Cecilia per quanto bella non era ciò che io desideravo, ciò che volevo avere a tutti i costi; non so come ero riuscito - fino a quel momento - ad alzare lo sguardo su Merope e a non accorgermi che era lei che volevo.
Mi ero sempre sentito un principe, ma mai prima di quel momento avevo realmente trovato la mia principessa.
Ancora il calice di cristallo era tra noi, un banale bicchiere colmo di vino nuziale, ma in realtà sapevo che era il nostro simbolo.
Ciò che ci legava.
Cecilia per quanto bella non era ciò che io desideravo, ciò che volevo avere a tutti i costi; non so come ero riuscito - fino a quel momento - ad alzare lo sguardo su Merope e a non accorgermi che era lei che volevo.
Mi ero sempre sentito un principe, ma mai prima di quel momento avevo realmente trovato la mia principessa.
Ancora il calice di cristallo era tra noi, un banale bicchiere colmo di vino nuziale, ma in realtà sapevo che era il nostro simbolo.
Ciò che ci legava.
Il calice era stato infranto, ai miei piedi solo i cocci di ciò che non avrei mai voluto sapere.
L'illusione era stata spezzata brutalmente, ma non provavo alcuna rabbia; ero deluso, ancora una volta la vita non mi aveva permesso di scegliere.
Quella donna e quel bambino non erano miei, non li avevo voluti: erano un fardello che non potevo più sopportare.
Sentivo le urla nella mia testa mentre mi allontanavo, ma non le potevo più ascoltare. La strada era di nuovo sgombra, ma non avevo più nulla di veramente importante.
Potevo tornare indietro, in fondo erano parte di me, ma non ero tanto coraggioso da desiderare qualcosa di sbagliato.
Il calice non mi aveva più tradito da
quel lontano giorno e la vita era tornata bella.
Ero tornato a sorridere, ma a volte ripensavo a quella ragazza che avevo lasciato sola.
Chiudevo gli occhi e di fronte a me tornava la realtà: era tardi per tornare indietro, e io non conoscevo più quella strada.
Ma un calice rotto non può più essere riparato. Lui era lì, di fronte a me, mi parlava.
In quel momento capivo ciò che avevo lasciato andare quel giorno, ma .
Avevo abbandonato io Merope, ma non ero stato io a volerla.
Ma a lui non importa, e forse questo era il mio modo di ripagarlo.
Morire.
Ero tornato a sorridere, ma a volte ripensavo a quella ragazza che avevo lasciato sola.
Chiudevo gli occhi e di fronte a me tornava la realtà: era tardi per tornare indietro, e io non conoscevo più quella strada.
Ma un calice rotto non può più essere riparato. Lui era lì, di fronte a me, mi parlava.
In quel momento capivo ciò che avevo lasciato andare quel giorno, ma .
Avevo abbandonato io Merope, ma non ero stato io a volerla.
Ma a lui non importa, e forse questo era il mio modo di ripagarlo.
Morire.
Nota autrice:
Allora qualche piccola nota alla fine. L'idea del calice di cristallo è correlata al fatto che Tom beve da un bicchiere, che appunto assume il contorno importante nella vita. Prima è ciò che lo condanna, per poi spezzarsi quando Merope decide di smettere di ingannarlo.
E poi non si aggiusta più: secondo me Tom Riddle a volte ripensa a quanto fatto - l'abbandono della donna - ma oltre a non interessargli ha pure paura. Mi piace pensarla così.
Sarei lieta di avere le vostre opinioni e spero vi sia piaciuta^^
Nel caso vi possa interessare, mi permetto di pubblicizzare la mia long su Voldemort che spero possa piacervi Profumo di tenebra
Allo stesso tempo anche quella di Latis merita di essere letta, molto più della mia u.u Dove ci sei tu, ecco, quella è casa mia.
Ciao e grazie per l'attenzione^^