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Autore: medius    30/09/2006    1 recensioni
Oblivium Dream è una serie a "puntate" (ogni puntata è composta da un volume di circa 200 pagine) di genere fantasy/fantascientifico/avventura giunta al terzo appuntamento. Finora ho fatto leggere lo scritto ad una ristretta cerchia di amici (sia fuori che dentro internet) ma per migliorare i tanti difetti (soprattutto di coerenza interna) che affliggono la mia "opera" ho assolutamente bisogno del giudizio di un pubblico "neutrale" e spietato. La storia, ambientata ai giorni nostri, narra di un gruppo di persone che si autodefinisce il "Popolo". I membri del Popolo vivono in piccole comunità sparse per l'America, l'Europa e l'Asia cercando di mantenere sia l'anonimato che le loro antiche tradizioni. Essi infatti sono gli eredi della mitica Atlantide, civiltà scomparsa dodicimila anni prima: alcuni di loro, come gli antichi atlantidi, sono in grado di usare la Magia racchiusa nelle Rune, piccoli pezzi di metallo forgiati in tempi antichissimi. Per via dei loro poteri, temono di essere odiati e temuti dagli umani "normali" e vivono nascondendo a tutto il mondo, salvo pochissime eccezioni, le loro doti. Ma c'è un altro e ben più pericoloso nemico che il Popolo teme più di ogni altra cosa: il Predatore, un essere spietato che vive in un'altra dimensione e che ha giurato di sterminarli. Quando Karlos - esploratore proveniente da un altro universo parallelo - attraversa un Portale e giunge nella nostra dimensione, l'oscura minaccia sembra farsi più vicina e concreta...
Genere: Drammatico, Fantasy, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I – La Fuga di Karlos

Sull’orlo dell’abisso, un gruppo di giovani maghi combatteva una battaglia disperata contro una potente e malvagia creatura.Il Predatore, come era stata chiamata in tutti i millenni di storia del Popolo, li aveva attaccati usando alcuni Portali Dimensionali sparsi per il mondo. La creatura usava i Portali come solo lei sapeva fare, ma soltanto quando non era nel mondo reale poteva essere affrontata e distrutta. Per distruggerla una volta per tutte, i potenti maghi del Popolo avevano imparato l’antica arte magica dell’uso dei Portali e l’avevano attirata nel Limbo, dove la loro magia poteva qualcosa contro il Predatore.
La battaglia era stata tremenda.
Alla fine di essa, solo pochi maghi restavano in piedi. Il Predatore, nonostante fosse ferito, continuava a combattere. Niente sembrava uccidere il mostro, finché uno dei maghi, il cui nome venne poi maledetto in tutte le lingue del Popolo, propose di usare l’Oblivium Dream, la magia definitiva, per abbatterlo.
Gli altri maghi esitarono, ma alla fine furono concordi nel riconoscere che quella era l’unica arma che poteva decidere le sorti dello scontro a loro favore.
Tre di essi si allontanarono dal campo di battaglia per preparare il complesso rituale necessario ad attivare l’incantesimo, mentre tutti gli altri tenevano a bada il Predatore.
Quando furono pronti, si accorsero con orrore che tutti i maghi impegnati nella battaglia erano caduti e che il Predatore era ormai talmente vicino da poterli colpire. Il tempo a loro disposizione era finito…

Johnny Heremus chiuse il pesante libro di magia e si concentrò: tese le mani davanti a sé e visualizzò un Portale magico. Un globo di luce apparve a pochi metri da lui, allargandosi lentamente. Con rapidi gesti delle mani impedì al globo di allargarsi maggiormente, stabilizzandolo in quella forma. Apparvero delle immagini all’interno del globo: dapprima confuse, divennero più chiare col passare dei secondi. Johnny le guardava rapito: le immagini presero forma e divennero qualcosa che non riuscì subito a comprendere… era forse una caverna quella che stava osservando? E dove si trovava quel luogo? Forse nel Limbo di cui tutti parlavano e che era raggiungibile solo con la magia dei Portali magici che nessuno più conosceva. Se così era, allora aveva trovato una scorciatoia per quell’incredibile mondo che si trovava dall’altra parte. Una via che lui poteva seguire per scoprire…
Johnny, non dovevi andare a scuola?" domandò sua madre bussando alla porta.
Il globo scomparve di colpo: non era in grado di controllare quel tipo di magia. Non ancora. Forse uno degli anziani poteva, ma non osava fare domande al riguardo. Tutti quelli che erano troppo curiosi sui Portali magici ricevevano occhiatacce e punizioni di vario genere e Johnny non voleva rischiare di mettersi in cattiva luce.
"Johnny…" ripeté sua madre.
"Adesso vado!" urlò. Prese lo zaino e vi infilò alcune rune di attivazione, piccoli pezzi di metallo incisi con strane figure, apparentemente senza alcun valore. Per quelli che non facevano parte del Popolo erano senza valore, ovviamente.
Mentre aspettava l’autobus alla fermata più vicina, prese il cellulare e compose il numero di Seph, uno dei suoi migliori amici.
"Qui Seph. Johnny sei tu?"
"Seph ascolta. Ci sono quasi, devo solo stabilizzarlo. Ho bisogno del tuo aiuto. Ti va bene se ci vediamo dopo scuola al solito posto?"
"Si" rispose Seph senza indugio.
"Avverti anche gli altri".
"Sei sicuro di poterlo fare? Voglio dire, gli Anziani impazziscono quando sentono parlare di Portali magici".
"Tranquillo. È tutto sotto controllo".
"Ok. Allora a dopo".
"A dopo".

Karlos stava scappando. In condizioni normali non avrebbe sperato di riuscire a sfuggire a quelli che gli davano la caccia. Non se avesse usato mezzi di trasporto convenzionali. Lui sapeva usare i Portali, mentre quelli del continuum di Sagarmath ignoravano quel tipo di magia.Era stato un buon affare mettere le mani su quelle strane rune di attivazione. Gli erano costate un occhio della testa, ma ora poteva allargare gli orizzonti e pensare in grande. Poteva concludere i suoi affari in un continuum finché voleva e se veniva scoperto poteva trasferirsi rapidamente nel Limbo, attraversare un po’ di zone tranquille e sbucare altrove… letteralmente.
Un gran vantaggio, indubbiamente.
Giunto in uno spazio aperto abbastanza isolato, prese le rune di attivazione e le dispose rapidamente nella giusta posizione: un errore minimo e il portale non si sarebbe aperto. Si concentrò visualizzando il portale, ed esso apparve: un globo di luce che andò schiarendosi lentamente.
Karlos afferrò lo zaino carico della preziosa merce che aveva scambiato o sottratto agli ingenui abitanti di Sagarmath e si apprestò a varcare la soglia del Portale.
Nella fretta non si accorse che qualcosa era diverso dal solito: una sottile, quasi inavvertibile vibrazione nello schema del Portale lo stava lentamente destabilizzando. Qualcosa dall’esterno stava interferendo con gli schemi magici del Portale.
Da dove provenisse l’interferenza non lo sapeva ancora, ma presto l’avrebbe scoperto.

"Sei solo un contaballe, Johnny Heremus" lo schernì Scotty.
Scotty era il bullo del paese, un ragazzotto ripetente, capitano della locale squadra di football. Ovviamente ne capiva di Rune e Portali quanto un pescivendolo avrebbe potuto capirne di meccanica quantistica.
"Avanti" lo spronò Seph. "Fagli vedere che non sei un contaballe, Johnny".
Johnny esitò. Era nervoso e non si sentiva pronto per quella difficile prova. Scotty lo provocava e quello non l’avrebbe aiutato. Sentiva gli occhi di tutti addosso, specialmente di Chrissy, la biondina che sedeva tre posti più avanti rispetto a lui. Soprattutto di Chrissy.
"Allora?" domandò Yash incrociando le braccia sul petto. "Quand’è che cominci?"
Erano presenti almeno una cinquantina di ragazzi e ragazze del liceo locale: alcuni erano stati avvertiti da Seph, altri erano venuti per pura curiosità. Altri, come Scotty e sua banda erano li per farsi due risate alle spalle di Johnny.
"Johnny, non vorrei metterti fretta ma…"
"Ho capito Seph. Ora lo faccio" disse Johnny prendendo il coraggio con tutte e due le mani. "Però ho bisogno di silenzio per concentrarmi".
"Sentito?" disse Seph rivolto al pubblico. "Cercate di non fare troppo rumore".
Johnny dispose le rune di attivazione in uno schema preciso che solo lui conosceva, quindi si concentrò visualizzando un Portale magico. Come era successo poche ore prima a casa, un globo di luce apparve ad un metro di distanza e si allargò rapidamente fino a diventare una sfera del diametro di circa tre metri.
Tutti i presenti indietreggiarono di qualche metro, stupiti. Persino Scotty perse il suo sorrisetto di scherno e si fece serio.
"Guardate! Si vede qualcosa!" urlò Seph quando il portale iniziò a schiarirsi. Apparve una caverna o qualcosa di simile: nessuno avrebbe saputo descrivere in altro modo quel luogo.
"Ma che… "iniziò a dire Yash. Ci fu un tremolio nel portale, l’immagine divenne confusa.
La fronte di Johnny era imperlata di goccioline di sudore. La concentrazione necessaria a mantenere stabile il portale stava esaurendo le sue energie.
"Johnny.. ce la fai?" chiese Seph preoccupato. "Vuoi una mano?"
"N-no, ce la faccio… ce…"
L’immagine rimandata dal Portale divenne confusa. Qualcosa – nessuno avrebbe saputo dire quale fosse la sua forma – si mosse sullo sfondo come attirata dall’energia del Portale. Sembrava quasi che cercasse di "sintonizzarsi" – non c’era un termine migliore per descrivere quella cosa – sulla vibrazione magica che il Portale generava.
"Incredibile" disse Yash completamente rapito. "Cos’è quella cosa?"
"Chiudilo" disse Seph preoccupato. "Chiudi il portale, Johnny".
"Non ci riesco… sto perdendo il controllo!"
Seph cercò di toccare le rune di attivazione, ma queste erano circondate da uno scudo magico che gli impediva di avvicinarsi.
"Provo con un incantesimo di soppressione" disse Yash preparando le sue rune.
Seph gli bloccò la mano. "No! Quella cosa sta succhiando l’energia magica del Portale e delle rune di attivazione".
"Ma l’energia magica proviene da Johnny…"
"Esatto! Se non lo stacchiamo dal Portale, lo ucciderà!"
I due ragazzi guardarono impotenti il loro amico.
Karlos non riusciva a capire cosa stesse accadendo.

Non era apparso nel posto giusto, quello che aveva scelto quando aveva attraversato il Portale. Qualcosa si era intromesso nella sua transizione mandandolo in un punto sconosciuto del Limbo. Strinse convulsamente le rune di attivazione che portava in tasca: poteva servirsene contro qualche Guardiano debole, ma non aveva idea di cosa lo aspettasse in quella zona inesplorata. Non aveva energia sufficiente a riattivare subito un Portale, a meno che non volesse morire.
Doveva aspettare e vedere cosa accadeva: la cosa più saggia da fare era recuperare le energie.
"Guarda chi si vede" disse una voce alle sue spalle. "E’ proprio piccolo il Limbo, vero Karlos?"
Karlos riconobbe subito la voce. Era quella di Night, il maledetto cacciatore di taglie che lo inseguiva ovunque andasse. Perché gli fosse alle costole era palese: doveva aver pestato i piedi a qualcuno in uno dei continuum che aveva visitato e questi ora voleva la sua testa.
"Perché non la facciamo finita subito, Karlos? Un bel duello magico e vediamo chi di noi due si guadagna la giornata".
"Se usi le rune qui dentro attirerai i Guardiani".
"Mi credi uno sciocco? Ti ho portato dove non vengono quasi mai. Avrei tutto il tempo di ucciderti e andarmene via indisturbato".
"E perché non lo fai subito?"
"Lo farei, ma tu possiedi qualcosa che le persone per cui lavoro vogliono. Non ho idea di come una nullità come te sia venuta in possesso di cose così preziose, ma ho l’ordine di catturarti vivo… o quasi".
"Non ti sarà facile prendermi senza uccidermi".
"Non ti ho detto tutto. Quelli che mi pagano sarebbero disposti ad accettare la tua.. dipartita, se questo servisse ad impedire che le informazioni che possiedi cadano in mani sbagliate. Ovviamente io riceverei un compenso dimezzato per averti ucciso, il che mi rattristerebbe molto… ma se non ci fosse altra soluzione…"
"Che tu sia dannato, Night!" Urlò Karlos disperato. "Non ho idea di quali informazioni tu stia parlando. Io non so niente!"
Night scrollò le spalle e disse: "questo per me non fa alcuna differenza. Ora, hai due minuti di tempo per decidere se seguirmi con le buone o le catt…"
Non ebbe il tempo di terminare la frase. Qualcosa esplose proprio nello spazio tra lui e Karlos. Il tremendo spostamento d’aria li fece volare per diversi metri mandandoli a sbattere violentemente contro le rocce della caverna in cui si trovavano. Night perse subito i sensi ma Karlos, più agile, riuscì a riprendersi subito dalla tremenda botta. Con lo stupore dipinto sul volto, vide un Portale aprirsi proprio davanti a lui.
Forse la fortuna non l’aveva abbandonato, tutto sommato.
Con le poche forze rimastegli, attivò le rune necessarie e cominciò a prelevare energia magica dal Portale. Se era fortunato e se il tizio dall’altra parte non era molto esperto, poteva usare la sua energia per aprire un suo Portale e scappare in qualche luogo lontano.
Era un azzardo, ma tutto era preferibile a quel maledetto cacciatore di taglie.

"Tiratelo via di li!" urlò uno dei ragazzi. Ormai era evidente che Johnny stava rischiando grosso. Sembrava sul punto di collassate in qualsiasi momento. Interrompere all’improvviso il legame con le rune poteva danneggiare il suo corpo o ucciderlo nel peggiore dei casi, ma nemmeno potevano lasciarlo li a farsi uccidere da quella cosa che stava risucchiando la sua energia.
In quell’istante, mentre tutti erano concentrati su quello che stava accadendo a Johnny, nessuno si accorse che uno dei professori si era avvicinato attratto dal capannello di ragazzi e ragazze.
"Professor McVes!" esclamò qualcuno.
Arthur McVes era uno dei più giovani insegnanti del liceo locali. Era arrivato l’anno prima come supplente ed ora era stato assunto a tempo pieno. Insegnava letteratura nella classe di Johnny, Seph e Yash.
"Cosa state combinando qui, ragazzi?" domandò McVes gettando un’occhiata preoccupata a Johnny. "Per gli Anziani! È un Portale magico, quello?"
Seph annuì.
"Allontanatevi. Subito!" urlò McVes togliendosi la giacca dopo avere estratto delle rune da una tasca.
Nessuno dei presenti si fece ripetere l’ordine due volte: tutti scapparono via a gambe levate. Solo Seph, Yash e pochi altri si arrischiarono a rimanere a qualche decina di metri di distanza. Quello che videro accadere in pochi attimi li stupì e sconvolse al tempo stesso.
McVes dispose alcune rune attorno a sé attivandole con la sua energia magica. Alla sua destra prese forma qualcosa: dapprima era una forma indistinta, poi assunse le sembianze di un umanoide di energia. McVes gli diede degli ordini puntando il braccio verso il portale che ora emetteva minacciose scintille di energia. Senza esitare oltre, l’essere di energia si gettò nel portale.Un attimo dopo, una tremenda vibrazione scosse il Portale che si espanse e poi si contrasse in un singolo punto, implodendo. L’essere di energia non era tornato indietro.
L’implosione generò una tremenda onda d’urto che spazzò via tutto ciò che non era fissato al suolo nel raggio di alcuni metri. Avrebbe investito in pieno anche Johnny e McVes se quest’ultimo non avesse rapidamente creato una barriera di energia che li protesse entrambi.
Non appena il Portale fu scomparso, Johnny si accasciò al suolo, svenuto.
Solo allora i suoi amici trovarono il coraggio per avvicinarsi.
McVes stava usando le sue rune per stabilizzare Johnny. "La sua vita non corre pericoli, ma quando gli Anziani sapranno quello che è successo qui oggi ve la vedrete brutta". Il suo tono non era minaccioso, ma nello sguardo gli si leggeva una preoccupazione che andava oltre il semplice incidente di quel giorno.
Era il presentimento che annunciava disgrazie peggiori che presto si sarebbero concretizzate.

"Dannazione" urlò Karlos disperato. Qualcosa o qualcuno si era intromesso impedendogli di raccogliere sufficiente energia magica a stabilizzare il suo Portale. Senza energia non poteva fuggire. Forse però c’era un’altra via di fuga.
Il continuum da cui veniva l’energia del Portale! Forse poteva stabilizzarlo ed effettuare la transizione verso quel mondo. Non aveva altra scelta se voleva salvarsi.
Un secondo Portale collegato a quel mondo prese forma accanto al primo. Karlos riuscì a stabilizzarlo subito e senza altri indugi stava per attraversarlo, quando l’essere di energia apparve alle sue spalle e lo colpì. Karlos, che non aveva alcun incantesimo di protezione, subì in pieno il colpo proprio mentre attraversava il Portale. Il dolore, lo shock e la stanchezza lo fecero svenire un istante dopo averlo attraversato. Fu quello il motivo per cui riuscì a salvarsi: il Portale si richiuse alle sue spalle, intrappolando la forma di energia che lo aveva attaccato. Era salvo.
Disperso su di un mondo sconosciuto e alieno e forse minaccioso, lontano da casa e con scarse riserve di energie ma, per tutti i demoni del Limbo, ce l’aveva fatta di nuovo a sconfiggere il destino avverso.
Night rinvenne qualche istante dopo che il Portale di Karlos si fu richiuso. Gli ci volle poco per comprendere quello che era successo, ma non indugiò oltre in oziose e inutili considerazioni. Usò le sue rune per tracciare il Portale di ingresso verso il continuum che Karlos aveva utilizzato per fuggire.
Un minuto dopo, contattò uno dei committenti per cui lavorava.
"L’hai perso di nuovo" disse questi contrariato.
"Karlos sembra avere la fortuna dalla sua parte, ma stavolta ci sono andato vicino. La prossima volta che ci incontreremo non sarà così fortunato".
"Stiamo perdendo la fiducia in te, Night".
Night deglutì a fatica. "Non vi deluderò di nuovo. So dove si nasconde. Ha poca energia a disposizione e non potrà sfuggirmi".
"Ricorda che devi trovarlo prima che lo trovino gli altri, specialmente quel Prozen".
"Quando sarà il momento neutralizzerò anche lui, non temete".
"Le informazioni che ha Karlos sono di vitale importanza. Se cadessero in mani sbagliate causerebbero gravi danni a noi e alla nostra organizzazione, senza contare le conseguenze per miliardi di innocenti. L’Oblivium Dream deve rientrare in nostro possesso o sarà troppo tardi per farne qualcosa. Cerca di non deluderci ancora, Night." disse l’uomo prima di interrompere il contatto magico.
Rimasto solo nel silenzio che lo circondava, Night elaborò un piano d’azione.

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