I – La Fuga di Karlos
Sull’orlo dell’abisso, un gruppo di giovani
maghi combatteva una battaglia disperata contro una potente e malvagia
creatura.Il Predatore, come era stata chiamata in tutti i millenni di storia del
Popolo, li aveva attaccati usando alcuni Portali Dimensionali sparsi per il
mondo. La creatura usava i Portali come solo lei sapeva fare, ma soltanto quando
non era nel mondo reale poteva essere affrontata e distrutta. Per distruggerla
una volta per tutte, i potenti maghi del Popolo avevano imparato l’antica arte
magica dell’uso dei Portali e l’avevano attirata nel Limbo, dove la loro magia
poteva qualcosa contro il Predatore.
La battaglia era stata tremenda.
Alla
fine di essa, solo pochi maghi restavano in piedi. Il Predatore, nonostante
fosse ferito, continuava a combattere. Niente sembrava uccidere il mostro,
finché uno dei maghi, il cui nome venne poi maledetto in tutte le lingue del
Popolo, propose di usare l’Oblivium Dream, la magia definitiva, per
abbatterlo.
Gli altri maghi esitarono, ma alla fine furono concordi nel
riconoscere che quella era l’unica arma che poteva decidere le sorti dello
scontro a loro favore.
Tre di essi si allontanarono dal campo di battaglia
per preparare il complesso rituale necessario ad attivare l’incantesimo, mentre
tutti gli altri tenevano a bada il Predatore.
Quando furono pronti, si
accorsero con orrore che tutti i maghi impegnati nella battaglia erano caduti e
che il Predatore era ormai talmente vicino da
poterli colpire. Il tempo a loro disposizione era finito…
Johnny Heremus chiuse il pesante libro di
magia e si concentrò: tese le mani davanti a sé e visualizzò un Portale magico.
Un globo di luce apparve a pochi metri da lui, allargandosi lentamente. Con
rapidi gesti delle mani impedì al globo di allargarsi maggiormente,
stabilizzandolo in quella forma. Apparvero delle immagini all’interno del globo:
dapprima confuse, divennero più chiare col passare dei secondi. Johnny le
guardava rapito: le immagini presero forma e divennero qualcosa che non riuscì
subito a comprendere… era forse una caverna quella che stava osservando? E dove
si trovava quel luogo? Forse nel Limbo di cui tutti parlavano e che era
raggiungibile solo con la magia dei Portali magici che nessuno più conosceva. Se
così era, allora aveva trovato una scorciatoia per quell’incredibile mondo che
si trovava dall’altra parte. Una via che lui poteva seguire per
scoprire…
Johnny, non dovevi andare a scuola?" domandò sua madre bussando
alla porta.
Il globo scomparve di colpo: non era in grado di controllare quel
tipo di magia. Non ancora. Forse uno degli anziani poteva, ma non osava fare
domande al riguardo. Tutti quelli che erano troppo curiosi sui Portali magici
ricevevano occhiatacce e punizioni di vario genere e Johnny non voleva rischiare
di mettersi in cattiva luce.
"Johnny…" ripeté sua madre.
"Adesso vado!"
urlò. Prese lo zaino e vi infilò alcune rune di attivazione, piccoli pezzi di
metallo incisi con strane figure, apparentemente senza alcun valore. Per quelli
che non facevano parte del Popolo erano senza valore, ovviamente.
Mentre
aspettava l’autobus alla fermata più vicina, prese il cellulare e compose il
numero di Seph, uno dei suoi migliori amici.
"Qui Seph. Johnny sei
tu?"
"Seph ascolta. Ci sono quasi, devo solo stabilizzarlo. Ho bisogno del
tuo aiuto. Ti va bene se ci vediamo dopo scuola al solito posto?"
"Si"
rispose Seph senza indugio.
"Avverti anche gli altri".
"Sei sicuro di
poterlo fare? Voglio dire, gli Anziani impazziscono quando sentono parlare di
Portali magici".
"Tranquillo. È tutto sotto controllo".
"Ok. Allora a
dopo".
"A dopo".
Karlos stava scappando. In condizioni
normali non avrebbe sperato di riuscire a sfuggire a quelli che gli davano la
caccia. Non se avesse usato mezzi di trasporto convenzionali. Lui sapeva usare i
Portali, mentre quelli del continuum di Sagarmath ignoravano quel tipo di
magia.Era stato un buon affare mettere le mani su quelle strane rune di
attivazione. Gli erano costate un occhio della testa, ma ora poteva allargare
gli orizzonti e pensare in grande. Poteva concludere i suoi affari in un
continuum finché voleva e se veniva scoperto poteva trasferirsi rapidamente nel
Limbo, attraversare un po’ di zone tranquille e sbucare altrove…
letteralmente.
Un gran vantaggio, indubbiamente.
Giunto in uno spazio
aperto abbastanza isolato, prese le rune di attivazione e le dispose rapidamente
nella giusta posizione: un errore minimo e il portale non si sarebbe aperto. Si
concentrò visualizzando il portale, ed esso apparve: un globo di luce che andò
schiarendosi lentamente.
Karlos afferrò lo zaino carico della preziosa merce
che aveva scambiato o sottratto agli ingenui abitanti di Sagarmath e si apprestò
a varcare la soglia del Portale.
Nella fretta non si accorse che qualcosa era
diverso dal solito: una sottile, quasi inavvertibile vibrazione nello schema del
Portale lo stava lentamente destabilizzando. Qualcosa dall’esterno stava
interferendo con gli schemi magici del Portale.
Da dove
provenisse l’interferenza non lo sapeva ancora, ma presto l’avrebbe scoperto.
"Sei solo un contaballe, Johnny Heremus" lo
schernì Scotty.
Scotty era il bullo del paese, un ragazzotto ripetente,
capitano della locale squadra di football. Ovviamente ne capiva di Rune e
Portali quanto un pescivendolo avrebbe potuto capirne di meccanica quantistica.
"Avanti" lo spronò Seph. "Fagli vedere che non sei un contaballe,
Johnny".
Johnny esitò. Era nervoso e non si sentiva pronto per quella
difficile prova. Scotty lo provocava e quello non l’avrebbe aiutato. Sentiva gli
occhi di tutti addosso, specialmente di Chrissy, la biondina che sedeva tre
posti più avanti rispetto a lui. Soprattutto di Chrissy.
"Allora?" domandò
Yash incrociando le braccia sul petto. "Quand’è che cominci?"
Erano presenti
almeno una cinquantina di ragazzi e ragazze del liceo locale: alcuni erano stati
avvertiti da Seph, altri erano venuti per pura curiosità. Altri, come Scotty e
sua banda erano li per farsi due risate alle spalle di Johnny.
"Johnny, non
vorrei metterti fretta ma…"
"Ho capito Seph. Ora lo faccio" disse Johnny
prendendo il coraggio con tutte e due le mani. "Però ho bisogno di silenzio per
concentrarmi".
"Sentito?" disse Seph rivolto al pubblico. "Cercate di non
fare troppo rumore".
Johnny dispose le rune di attivazione in uno schema
preciso che solo lui conosceva, quindi si concentrò visualizzando un Portale
magico. Come era successo poche ore prima a casa, un globo di luce apparve ad un
metro di distanza e si allargò rapidamente fino a diventare una sfera del
diametro di circa tre metri.
Tutti i presenti indietreggiarono di qualche
metro, stupiti. Persino Scotty perse il suo sorrisetto di scherno e si fece
serio.
"Guardate! Si vede qualcosa!" urlò Seph quando il portale iniziò a
schiarirsi. Apparve una caverna o qualcosa di simile: nessuno avrebbe saputo
descrivere in altro modo quel luogo.
"Ma che… "iniziò a dire Yash. Ci fu un
tremolio nel portale, l’immagine divenne confusa.
La fronte di Johnny era
imperlata di goccioline di sudore. La concentrazione necessaria a mantenere
stabile il portale stava esaurendo le sue energie.
"Johnny.. ce la fai?"
chiese Seph preoccupato. "Vuoi una mano?"
"N-no, ce la faccio…
ce…"
L’immagine rimandata dal Portale divenne confusa. Qualcosa – nessuno
avrebbe saputo dire quale fosse la sua forma – si mosse sullo sfondo come
attirata dall’energia del Portale. Sembrava quasi che cercasse di
"sintonizzarsi" – non c’era un termine migliore per descrivere quella cosa –
sulla vibrazione magica che il Portale generava.
"Incredibile" disse Yash
completamente rapito. "Cos’è quella cosa?"
"Chiudilo" disse Seph preoccupato.
"Chiudi il portale, Johnny".
"Non ci riesco… sto perdendo il
controllo!"
Seph cercò di toccare le rune di attivazione, ma queste erano
circondate da uno scudo magico che gli impediva di avvicinarsi.
"Provo con un
incantesimo di soppressione" disse Yash preparando le sue rune.
Seph gli
bloccò la mano. "No! Quella cosa sta succhiando l’energia magica del Portale e
delle rune di attivazione".
"Ma l’energia magica proviene da
Johnny…"
"Esatto! Se non lo stacchiamo dal Portale, lo ucciderà!"
I due
ragazzi guardarono impotenti il loro amico.
Karlos non riusciva a capire cosa stesse accadendo.
Non era apparso nel posto giusto, quello
che aveva scelto quando aveva attraversato il Portale. Qualcosa si era
intromesso nella sua transizione mandandolo in un punto sconosciuto del Limbo.
Strinse convulsamente le rune di attivazione che portava in tasca: poteva
servirsene contro qualche Guardiano debole, ma non aveva idea di cosa lo
aspettasse in quella zona inesplorata. Non aveva energia sufficiente a
riattivare subito un Portale, a meno che non volesse morire.
Doveva aspettare
e vedere cosa accadeva: la cosa più saggia da fare era recuperare le
energie.
"Guarda chi si vede" disse una voce alle sue spalle. "E’ proprio
piccolo il Limbo, vero Karlos?"
Karlos riconobbe subito la voce. Era quella
di Night, il maledetto cacciatore di taglie che lo inseguiva ovunque andasse.
Perché gli fosse alle costole era palese: doveva aver pestato i piedi a qualcuno
in uno dei continuum che aveva visitato e questi ora voleva la sua
testa.
"Perché non la facciamo finita subito, Karlos? Un bel duello magico e
vediamo chi di noi due si guadagna la giornata".
"Se usi le rune qui dentro
attirerai i Guardiani".
"Mi credi uno sciocco? Ti ho portato dove non vengono
quasi mai. Avrei tutto il tempo di ucciderti e andarmene via
indisturbato".
"E perché non lo fai subito?"
"Lo farei, ma tu possiedi
qualcosa che le persone per cui lavoro vogliono. Non ho idea di come una nullità
come te sia venuta in possesso di cose così preziose, ma ho l’ordine di
catturarti vivo… o quasi".
"Non ti sarà facile prendermi senza
uccidermi".
"Non ti ho detto tutto. Quelli che mi pagano sarebbero disposti
ad accettare la tua.. dipartita, se questo servisse ad impedire che le
informazioni che possiedi cadano in mani sbagliate. Ovviamente io riceverei un
compenso dimezzato per averti ucciso, il che mi rattristerebbe molto… ma se non
ci fosse altra soluzione…"
"Che tu sia dannato, Night!" Urlò Karlos
disperato. "Non ho idea di quali informazioni tu stia parlando. Io non so
niente!"
Night scrollò le spalle e disse: "questo per me non fa alcuna
differenza. Ora, hai due minuti di tempo per decidere se seguirmi con le buone o
le catt…"
Non ebbe il tempo di terminare la frase. Qualcosa esplose proprio
nello spazio tra lui e Karlos. Il tremendo spostamento d’aria li fece volare per
diversi metri mandandoli a sbattere violentemente contro le rocce della caverna
in cui si trovavano. Night perse subito i sensi ma Karlos, più agile, riuscì a
riprendersi subito dalla tremenda botta. Con lo stupore dipinto sul volto, vide
un Portale aprirsi proprio davanti a lui.
Forse la fortuna non l’aveva
abbandonato, tutto sommato.
Con le poche forze rimastegli, attivò le rune
necessarie e cominciò a prelevare energia magica dal Portale. Se era fortunato e
se il tizio dall’altra parte non era molto esperto, poteva usare la sua energia
per aprire un suo Portale e scappare in qualche luogo lontano.
Era un azzardo, ma tutto era preferibile a
quel maledetto cacciatore di taglie.
"Tiratelo via di li!" urlò uno dei ragazzi.
Ormai era evidente che Johnny stava rischiando grosso. Sembrava sul punto di
collassate in qualsiasi momento. Interrompere all’improvviso il legame con le
rune poteva danneggiare il suo corpo o ucciderlo nel peggiore dei casi, ma
nemmeno potevano lasciarlo li a farsi uccidere da quella cosa che stava
risucchiando la sua energia.
In quell’istante, mentre tutti erano concentrati
su quello che stava accadendo a Johnny, nessuno si accorse che uno dei
professori si era avvicinato attratto dal capannello di ragazzi e
ragazze.
"Professor McVes!" esclamò qualcuno.
Arthur McVes era uno dei più
giovani insegnanti del liceo locali. Era arrivato l’anno prima come supplente ed
ora era stato assunto a tempo pieno. Insegnava letteratura nella classe di
Johnny, Seph e Yash.
"Cosa state combinando qui, ragazzi?" domandò McVes
gettando un’occhiata preoccupata a Johnny. "Per gli Anziani! È un Portale
magico, quello?"
Seph annuì.
"Allontanatevi. Subito!" urlò McVes
togliendosi la giacca dopo avere estratto delle rune da una tasca.
Nessuno
dei presenti si fece ripetere l’ordine due volte: tutti scapparono via a gambe
levate. Solo Seph, Yash e pochi altri si arrischiarono a rimanere a qualche
decina di metri di distanza. Quello che videro accadere in pochi attimi li stupì
e sconvolse al tempo stesso.
McVes dispose alcune rune attorno a sé
attivandole con la sua energia magica. Alla sua destra prese forma qualcosa:
dapprima era una forma indistinta, poi assunse le sembianze di un umanoide di
energia. McVes gli diede degli ordini puntando il braccio verso il portale che
ora emetteva minacciose scintille di energia. Senza esitare oltre, l’essere di
energia si gettò nel portale.Un attimo dopo, una tremenda vibrazione scosse il
Portale che si espanse e poi si contrasse in un singolo punto, implodendo.
L’essere di energia non era tornato indietro.
L’implosione generò una
tremenda onda d’urto che spazzò via tutto ciò che non era fissato al suolo nel
raggio di alcuni metri. Avrebbe investito in pieno anche Johnny e McVes se
quest’ultimo non avesse rapidamente creato una barriera di energia che li
protesse entrambi.
Non appena il Portale fu scomparso, Johnny si accasciò al
suolo, svenuto.
Solo allora i suoi amici trovarono il coraggio per
avvicinarsi.
McVes stava usando le sue rune per stabilizzare Johnny. "La sua
vita non corre pericoli, ma quando gli Anziani sapranno quello che è successo
qui oggi ve la vedrete brutta". Il suo tono non era minaccioso, ma nello sguardo
gli si leggeva una preoccupazione che andava oltre il semplice incidente di quel
giorno.
Era il presentimento che annunciava disgrazie peggiori che presto si sarebbero
concretizzate.
"Dannazione" urlò Karlos disperato.
Qualcosa o qualcuno si era intromesso impedendogli di raccogliere sufficiente
energia magica a stabilizzare il suo Portale. Senza energia non poteva fuggire.
Forse però c’era un’altra via di fuga.
Il continuum da cui veniva l’energia
del Portale! Forse poteva stabilizzarlo ed effettuare la transizione verso quel
mondo. Non aveva altra scelta se voleva salvarsi.
Un secondo Portale
collegato a quel mondo prese forma accanto al primo. Karlos riuscì a
stabilizzarlo subito e senza altri indugi stava per attraversarlo, quando
l’essere di energia apparve alle sue spalle e lo colpì. Karlos, che non aveva
alcun incantesimo di protezione, subì in pieno il colpo proprio mentre
attraversava il Portale. Il dolore, lo shock e la stanchezza lo fecero svenire
un istante dopo averlo attraversato. Fu quello il motivo per cui riuscì a
salvarsi: il Portale si richiuse alle sue spalle, intrappolando la forma di
energia che lo aveva attaccato. Era salvo.
Disperso su di un mondo
sconosciuto e alieno e forse minaccioso, lontano da casa e con scarse riserve di
energie ma, per tutti i demoni del Limbo, ce l’aveva fatta di nuovo a
sconfiggere il destino avverso.
Night rinvenne qualche istante dopo che il
Portale di Karlos si fu richiuso. Gli ci volle poco per comprendere quello che
era successo, ma non indugiò oltre in oziose e inutili considerazioni. Usò le
sue rune per tracciare il Portale di ingresso verso il continuum che Karlos
aveva utilizzato per fuggire.
Un minuto dopo, contattò uno dei committenti
per cui lavorava.
"L’hai perso di nuovo" disse questi contrariato.
"Karlos
sembra avere la fortuna dalla sua parte, ma stavolta ci sono andato vicino. La
prossima volta che ci incontreremo non sarà così fortunato".
"Stiamo perdendo
la fiducia in te, Night".
Night deglutì a fatica. "Non vi deluderò di nuovo.
So dove si nasconde. Ha poca energia a disposizione e non potrà
sfuggirmi".
"Ricorda che devi trovarlo prima che lo trovino gli altri,
specialmente quel Prozen".
"Quando sarà il momento neutralizzerò anche lui,
non temete".
"Le informazioni che ha Karlos sono di vitale importanza. Se
cadessero in mani sbagliate causerebbero gravi danni a noi e alla nostra
organizzazione, senza contare le conseguenze per miliardi di innocenti.
L’Oblivium Dream deve rientrare in nostro possesso o sarà troppo tardi per farne
qualcosa. Cerca di non deluderci ancora, Night." disse l’uomo prima di
interrompere il contatto magico.
Rimasto solo nel silenzio che lo circondava, Night elaborò un
piano d’azione.
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