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Autore: Feel Good Inc    26/02/2012    3 recensioni
{ Gold/Emma ~ random!moments }
#01. Mi guarda come se volesse mangiarmi. ~ Ma Mary Margaret è affogata?
#02. È sempre elegante! ~ « Il mio abbigliamento le interessa dunque così tanto? »
#03. Il suo dopobarba. ~ Si sa, le vecchie abitudini sono dure a morire.
#04. Gli piacciono i fiori. ~ « Che problema ha con Sidney, signor Gold? È geloso? »
#05. Con lui il mio superpotere non funziona. ~ « ... Glielo concedo. Per stavolta ha vinto lei. »
#06. Gli piace il mio nome. ~ « Una sola parola che racchiude in sé il senso di un’intera entità... Straordinario, non trova? »
#07. Ha mille e uno segreti (e non vuole svelarmeli). ~ « Spero che la vaniglia sia di suo gusto. »
#08. Ha sempre ragione lui. ~ A fare patti col diavolo non si ricava niente di buono, soprattutto se lo vedi sorridere.
#09. Alla fine ha vinto lui. ~ « Sì, beh, questo non cambia quello che penso di lei. »
#10. Mi fa tremare le gambe. ~ Lo lascia entrare.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Signor Gold/Tremotino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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10 things I hate about you

 

 

 

 

 

 

 

 

#8

{ you’re always right }

 

 

 

« Congratulazioni, sceriffo Swan. »

Esce dall’ufficio col suo passo scombinato, e anche se la voce è calma e il viso nascosto Emma sente ancora distintamente l’aura della sua vittoria. Non le piace per niente ciò che le ha detto e ciò che non le ha detto. Le sembra quasi di sentire di nuovo l’ammonimento di Henry: il signor Gold? Ma se è peggio di lei...!

Da qualche parte ha sentito dire che a fare patti col diavolo non si ricava niente di buono.

« Aspetti! »

Gold è già in corridoio quando lo richiama. Si volta e la sua espressione è ancora quella, pacificamente vincente. Emma si chiede se riuscirà mai a ricambiarlo di un sorriso identico, giusto per fargli capire cosa si prova a sentirsi così maledettamente inadeguati. Perché poi gliene importi tanto, non l’ha ancora capito – ma sta diventando una questione personale, quasi come con Regina. Quasi.

L’uomo resta in attesa, e lei ha bisogno di qualche secondo per riassestare il muro che si è eretta attorno e che gli impedirà di vederla vacillare.

« Si rende conto che mi ha messo in mano tutti i diritti per arrestarla? »

Ah-ha!, esulta tra sé mentre lui solleva le sopracciglia – ma dura solo un secondo: l’impeccabile compostezza di Gold non si lascia compromettere così facilmente.

« A cosa si riferisce? »

« Vediamo. » Emma finge di concentrarsi. Si avvicina, varcando la soglia del suo nuovo ufficio per raggiungerlo a metà di quel corridoio deserto, e quasi le viene da ridere all’immaginarsi la vocina di Henry che le urla di stare alla larga dal lupo cattivo. « Ashley Boyd. Il suo silenzio quando ho fatto insinuazioni sul suo ‘lavoro’. L’incendio. Credo di avere l’imbarazzo della scelta; lei no? »

Gold resta perfettamente immobile fino all’ultimo secondo, quando lei si ferma così vicina a lui da sentirlo respirare. Non dovrebbe muovere di molto il braccio per strappargli via la mano dal bastone e ammanettarla con l’altra – un attimo. E adesso perché ha avuto dubbi sul cosa fare della sua mano? Forse perché non ha ancora le manette con sé... Sì, dev’essere per quello. Ma lui sorride come se intuisse tutti i suoi pensieri e questo non contribuisce a chiarirle le idee improvvisamente annebbiate.

« Non lo farà. »

Emma sogghigna. « Davvero? »

Gold ha un movimento improvviso, una sorta di scatto, ma poi resta ancora immobile – e lei ha l’impressione che si sia trattenuto dal toccarla. Eppure... È davvero solo la sua impressione, o adesso è ancora più vicino?

È infatti il suo calore, più ancora che il suo respiro, a convincerla di essersi mossa troppo. Il lupo è appena a un soffio da lei e se non fosse per quel muro – ma è sottile, è troppo sottile! – l’avrebbe già divorata: questo le dicono i suoi occhi sicuri come non mai, e il sussurro che sancisce l’ennesima vittoria.

« Oh, io so che non lo farà. »

Emma resta interdetta, con l’unica speranza di non aver cambiato espressione, di riuscire a fargli credere di averlo lasciato semplicemente vincere. Ma il sorriso di Gold si accentua come se, ancora una volta, sapesse.

Si volta lentamente e riprende la sua strada, e quando la lascia sola lei non sente il caldo della rabbia e della sconfitta, ma il freddo della mancanza del corpo di lui di fronte al suo. Perché, già, chi vuole prendere in giro? È per quello che le tremano i pugni. Gli lancia uno sguardo furente, ma Gold non si gira mai a guardarla.

A fare patti col diavolo non si ricava niente di buono, soprattutto se lo vedi sorridere.

Dio, lo odia. Odia il fatto che ha sempre ragione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio dell’autrice

(Timeline: episodio 1x08, dopo la nomina di Emma a sceriffo e il colloquio finale tra lei e Gold nell’ufficio.)

 

Vero che ha sempre ragione, il signor Gold? E no che Emma non l’avrebbe arrestato. Anche se in effetti aveva i presupposti. Ora che era sceriffo, e dacché aveva praticamente avuto da lui una confessione, non sarebbe stato poi tanto strano se avesse deciso di fargli ‘pagare’ la bravata dell’incendio al municipio, oppure ancora la faccenda dell’accordo tutt’altro che legale con Ashley. Invece l’ha guardato andare via col suo sorriso soddisfatto, tacendo di fronte alle sue richieste, senza colpo ferire.

QUESTO SIGNIFICA CANON. xD

Un grazie enorme a tutti i miei lettori, senza i quali non so proprio come farei

Aya ~

   
 
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