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Autore: AriStone06    26/02/2012    6 recensioni
Storia revisionata da GuineverexXx.
Genere: Comico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Inizio con chiedere umilmente perdono ç__ç lasciarvi così di tutto punto, non è un gesto che mi rende orgogliosa... ecco il capitolo é.è cortino ma non volevo lasciarvi senza nulla... Spero che sia di vostro gradimento fanciulle mie


Verità nascoste



  




Pov. Geneviève

<< Vivy su forza che la scuola non è dietro l’angolo! >> fu così che fui svegliata quella mattina, tra le urla del caro Ian. Ma non era una novità dopotutto. Direi che ero abituata alle sue ormai quotidiane urla mattutine tanté che me ne affezionai. Ormai la sveglia non aveva più alcun effetto sulla sottoscritta. Mi alzai dal letto ancora mezz’assonnata, dirigendomi a piedi nudi in bagno per una doccia veloce. Lo scrosciare dell’acqua calda sulla mia pelle mi svegliò totalmente dal mio torpore. Avevo passato un week-end stupendo in compagnia di Ian. Ormai mi stavo già affezionando a quel ragazzo. Con lui mi sentivo sempre pimpante e felice. Forse perché era l’unico mio amico o semplicemente perché ci capivamo con uno sguardo. C’era un’intesa forte tra di noi e la cosa non fece altro che rendermi più contenta. Ritornai in camera più fresca che mai con un sorriso raggiante a dipingermi il viso, ma che fu cancellato immediatamente al ricordo della scuola. Non era l’università di per sé a rendermi triste, ma le persone che vi erano…o dovrei dire due persone che ci studiavano…
Non avevo più chiarito con Daniel e Céline e la cosa mi rattristava. Mi mancavano terribilmente.
Scossi la testa varcando la soglia della porta e portandomi a passo lento in cucina. Un sospetto mi colse all’improvviso facendomi corrucciare le sopracciglia. Come mai Ian non mi aveva chiamata una seconda volta? Il rituale “sclerata mattutina” consisteva anche in un secondo round di strilla. Aumentai il passo varcando in fine la porta della cucina. Trovai stranamente un Ian con la schiena incurvata, seduto in una sedia a leggere un qualche cosa. Mi avvicinai a passo felpato cercando di fare meno rumore possibile. Mi posizionai dietro la sua schiena possente, guardando da sopra la sua spalla destra.
<< Che combini? >> chiesi a voce alta facendolo sobbalzare dal posto. Guardai meglio di che si trattava e potei scorgere un biglietto aereo, che cercava in tutti i modi di nascondersi dalla mia visuale. Guardai con sguardo sospettoso Ian, corrucciando le labbra in una smorfia.
<< Che mi nascondi? >> continuai cercando di afferrare invano la busta.
<< Non sono affari tuoi Vivy. >> mi riprese freddamente allontandandosi da me velocemente. La sua frase stranamente mi ferii nel profondo. Pensavo che eravamo diventati amici e che ogni cosa ce la potevamo dire direttamente senza troppi convenevoli. I miei occhi senza neanche che me ne accorgessi, diventarono umidi pronti per un pianto degno di una bambina di sei anni. Lo sguardo di Ian cambiò radicalmente, da serio a preoccupato ed infine da spazientito, tanté che sbuffò.
<< Smettila di fare la bambina, lo saprai di che si tratta ma di certo non ora >> esclamò vagamante allontandandosi ancora di più dal mio sguardo.
<< Certo che sei proprio uno stronzo. >> enfatizzai arrabbiata uscendo di casa e sbattendo dietro di me la porta con un gesto secco. Dopo neanche cinque secondi, sentii nuovamente la porta di casa riaprirsi e una mano forte e calda bloccarmi per il gomito.
<< Basta Vivy è una questione che neanche io so di che si tratta. >> soffiò freddamente sulle mie labbra. Per un attimo la mia ira si placò sentendo il suo alito fresco a contatto sulle mie labbra.
<< Si ma… >> mi bloccai allontandandomi << Non è un motivo valido per urlarmi contro. >> continuai appena fui consapevole di me stessa e delle mie azioni. Come risposta ricevetti un sospiro stanco e un abbraccio senza preavviso. Mi ritrovai così stretta tra le braccia di Ian e un senso di calore si propagò nel mio basso ventre.
<< E’ che ho paura.. >> sussurrò con voce preoccupata, baciandomi teneramente i capelli setosi. Passarono non so quanti minuti, secondi, ore… sta di fatto che non volevo cambiare posizione, volevo stare lì cullata tra le sue braccia toniche e sotto il suo alito caldo.
 
 
  Pov. Ian
 
<< Kate è il loro indirizzo vero? >> chiesi con voce seria, accomodandomi sulla scrivania della mia manager.
<< Beh senza saper il loro indirizzo, possiamo dedurre ciò dal contenuto della lettera. >> esclamò incrociando le braccia al suo petto. << La cosa che non riesco a capire è il perché la rivogliono a casa… sicuramente qualcuno deve aver riferito tutta la verità a loro. >> continuò ambigua mordendosi un dito, senza mai distogliere gli occhi dal pavimento di legno.
<< Ma chi può essere? >> chiesi stizzito.
<< Non lo so, ma sta di fatto che si tratta sicuramente di una persona molto vicina a Vivy. >> mormorò vagamente diminuendo sempre di più l’intonazione della frase. Alzò di scatto lo sguardo su di me e come un flash capii cosa pensava la mia migliore amica. Con uno sguardo d’intesa ci alzammo all’unisono dirigendoci verso l’uscita del cast…
 
Pov. Geneviève
 
Tre, due, uno… Driiiiiiin. Un piccolo sorriso increspò le mie labbra non appena sentii la campanella suonare. Diventavo ogni giorno sempre più precisa ad indovinare i secondi esatti della fine dell’ora. Mi alzai velocemente raccattando la mia roba sul banco senza darci molta attenzione. Fu una mano, che si appoggiò in una morsa dolce sulla mia, a destabilizzarmi dalla mia inattenzione. Alzai lo sguardo verso la persona in questione fino a che i miei occhi non si scontrarono con due smeraldi. Il sospiro mi si bloccò in gola non appena feci mente locale, accorgendomi che si trattava di Daniel.
<< Daniel… >> fu un sospiro appena udibile il mio. Come risposta ricevetti un sorriso sghembo che mi portò stranamente in paradiso.
<< Sei sparita. >> esclamò appoggiandosi con la schiena sul banco di fronte a me.
<< Volevo stare un po’ alla larga da voi. >> mormorai senza paura affrontando la sua innata bellezza a testa alta.
<< Sciocchina >> sussurrò a pochi centrimetri dalle mie labbra, toccandomi con un dito affusolato il naso << Mi sei mancata. >> senza darmi tempo per fare mente locale e capire che stesse succedendo, mi abbracciò di tutto punto affondando la testa sui miei capelli. Accarezzai d’istinto i suoi capelli soffici al tatto e mi persi totalmente nell’odorare il suo profumo mascolino. Dire che lo amavo con ogni particella del mio corpo era seriamente un eufemismo bello e buono.
<< Ti accompagno a casa. >> la sua non era una domanda, ma più un’affermazione. Annuii con la testa non avendo più fiato in gola. Uscimmo mano nella mano dall’università con una felicità nel cuore che faceva fatica a non farsi notare. Sembrava essere tornato tutto come prima, come se niente fosse successo. Un piccolo sorriso m’increspò le labbra, ma sparii non appena intravidi una figura al quanto famigliare nel cortile dell’instituto. Mi bloccai senza neanche accorgermene, indietreggiando impercettibilmente.
<< Amore cos’hai? >> Mi chiese Daniel piuttosto stranito stringendo sempre di più la mia mano. Non era il fatto di vedere Ian nel cortile senza travestimento ad avermi spaventata, ma il suo sguardo… freddo come il ghiaccio. Uno sguardo quasi ostile puntato su Daniel. Gelosia? Scossi la testa nel sentire quella strana parola ronzarmi in testa. Mi venne quasi da ridere che abbia pensato ad una cosa del genere.
<< Vivy qui ora. >> Alzai lo sguardo verso la sua figura ormai vicina. Perché tutta questa amarezza? Mi guardai attorno e constatai che le ragazze avevano un piede a mezz’aria. Sembrava tanto che volessero saltare addosso al povero uomo ma che furono incatenate al suolo dal suo sguardo omicida.
<< E’ una minaccia la tua? >> Chiesi provocatoria incrociando le braccia al petto senza evitare di mettere in bella mostra il mio sorriso sghembo.
<< Direi piuttosto un consiglio >> rispose a tono senza distogliere lo sguardo incatenato al mio.
<< Ti consiglierei vivamente di darmi ascolto. Le persone che conosci sono piuttosto deludenti. >> continuò avvicinandosi sempre di più finché non mi ritrovai di fronte a lui.
<< Ti puoi spostare e lasciarci passare pivello? >> Enfatizzò Daniel irritato dalla confidenza che vi era tra noi. Toccai impercettibilmente il braccio del mio ragazzo facendolo spostare di lato.
<< Andiamo… >> mormorai al vento incamminandomi davanti a Ian. Non sapevo perché, ma la sua frase mi aveva toccato nel profondo. Deludenti per cosa?






Spazio autore (?)



Mmmmh deludenti per cosa? u.u chissà chissà che mi combinano Daniel e Céline dietro le spalle della povera Vivy :33 Lo saprete solo se continuerete a leggere ♥ 
Spero solo che la mia assenza non vi abbia fatto arrabbiare é.è e spero ch
e continuerete comunque a leggere e recensire questa storiella un po' malandata >.< xD 
Bacione ragazze e grazie per la comprensione
   
 
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