XLVII
CAPITOLO
Dopo la
doccia Lisa si tuffò in un mega-maglione sformato per poi affrettarsi a pranzo:
aveva schivato spiegazioni imbarazzanti la sera prima e la mattina stessa, così
si rese conto di non poter digiunare ulteriormente ed entrò a passo deciso
nella sala ristorante.
I
riccioli umidi cadevano sulle grosse lenti dei suoi RayBann
a goccia e servendosene come paraocchi, la ragazza puntò dritto al buffet, passando discretamente inosservata. A tutti tranne
che a uno.
“Bene bene. Eccoti qui…”.
Lisa
alzò gli occhi al cielo, esasperata: “Cosa devo fare
per evitare questo supplizio, tramortirti con una testata?”.
David
sorrise sincero e prese un tozzo di pane dal self service: “No, tranquilla. Ti chiederò solo una volta cosa è successo tra te e Stephan, poi
desisterò”. L’uomo sorvolò volutamente sull’incontro ben più scottante
sulla terrazza per sondare le reazioni della collega.
Lisa si
fece quasi scappare il pollo alle mandorle dal vassoio, prima di fingere
noncuranza: “Ehm…beh…lui che versione ti ha dato?” dopodichè stritolò una
pagnotta con le pinze, in attesa di risposta.
L’altro
le fece strada fino a un tavolo libero: “Vuoi quella
ufficiale o quella che ho dedotto io?”.
Lei gemette
sfiduciata: “Non so quale sia la peggiore”.
David
sorrise, puntandole contro il broccolo infilzato nella forchetta: “Doveva
succedere prima o poi, erano secoli che lo ignoravi”.
“Fa che non sappia niente, fa che non sappia niente, fa che non sappia niente…”
L’uomo
continuò, ignaro delle preghiere di Lisa: “E’ da stamattina che evita tutti, cosa mai gli hai detto per ridurlo così?”.
L’espressione
di sollievo della ragazza lasciò David perplesso; scosse il capo per scacciare quell’interrogativo e concluse:
“Comunque tutti abbiamo avuto un due di picche, gli passerà”.
Lisa
stava per iniziare una disquisizione sulla serata precedente –
Sullivan
e Brittany si precipitarono sul buffet
con curiosità famelica, l’attimo successivo furono raggiunti da James.
Un
sussulto e l’Italiana quasi si affogò col succo di pomodoro; tossicchiò con la
massima discrezione possibile, poi sprofondò il collo nella felpa grigia, a mò di testuggine nel guscio.
“Beh…allora…ieri
cosa mi sono persa?” fingendo di grattarsi la testa si schermò con un gomito.
“Sono
invisibile, sono invisibile…”
“Nulla
di che, ho rispolverato qualche vecchia gloria con Joss,
bevuto parecchio champagne e…”.
Lisa si
perse nel racconto di David, troppo impegnata a tenere sotto controllo i
movimenti della Marsters Family:
ci vollero solo pochi secondi prima che tutti e tre si servissero. Dopodichè Brittany girò sui tacchi…e puntò dritto al tavolo accanto a
Lisa.
In quel
momento la giovane attrice cominciò a vedere le fate: sì, quella serie di luci
bianche baluginanti che precedono uno svenimento…o nel suo caso, un’imminente
figura di…
“Ciao
Lisa!”.
“Sono morta!”.
Brittany
si sbracciò raggiante prima di sedersi, imitata dal cugino.
“Ehi,
ciao” esclamò Sullivan.
Dulcis
in fundo, due occhi blu seguirono le voci dei
bambini, andando a posarsi su Lisa, ormai incassata nella sedia e in procinto
di sciogliersi sotto al tavolo; James
sorrise, prima di prendere posto a sedere con un “ciao” pacifico e sinceramente allegro.
La
ragazza mosse la mano che teneva premuta contro la fronte in un secco saluto
militare, la cosa più neutra e inoffensiva che le
venne in mente.
David
aggrottò le sopracciglia, certo di aver visto male e
gettò uno sguardo alle sue spalle; no non aveva visto male.
L’istante
successivo rimise insieme i tasselli del puzzle e cominciò a tossire per un infima briciola di pane che gli era andata di traverso.
Da sotto
il tavolo spuntavano ormai solo la fronte e gli occhiali dell’Italiana; “morire di imbarazzo”,
ora sapeva cosa significava. Letteralmente.
“Ho bisogno di un notaio” concluse fra sé prima che David
riacquistasse la parola.
“Mi sono
perso qualcosa? Squittì lui tra un colpo di tosse e l’altro.
Lisa riemerse allarmata dalla tovaglia: “Abbassa la voce!”.
“Scusami-
sibilò l’altro, sarcastico- Ma credo di aver bisogno di qualche aggiornamento”
e col pollice indicò il quadretto che pranzava alle sue spalle.
“Vi ho
visti parlare ieri sera. Poi tu sei andata via…e Stephan
era appena tornato- il monologo sconclusionato di
David continuava senza interruzioni- Dannazione…ora mi ricordo! Anche James è sparito
all’improvviso”.
Lisa
alzò le mani e gesticolò per fermare quel fiume di parole: “Ok.
Prima che tu fraintenda…non è successo nulla” non del tutto esatto ma molto
rassicurante.
“E Stephan?”.
“Ci ha
semplicemente visti in corridoio” la ragazza storse il naso, conscia della
contraddizione che si
era appena fatta scappare.
E infatti: “Allora non è vero che non è successo nulla!”
David stava alzando di nuovo il tono e Lisa gli intimò di calmarsi.
“Nulla
di rilevante- lei prese un respiro profondo poi chiuse
gli occhi, pronta a salire sul patibolo- Un bacio…”.
“Un
bacio? E ti sembra niente?”.
Lisa stette in silenzio, abbandonata contro lo schienale della sedia;
per quanto sconvolgente, la realtà non la stava…sconvolgendo.
“Lisa…è James!”.
“Lo so”.
“Ed è fidanzato”.
“So
anche questo”.
“Stanno
per andare a convivere”.
“Ne ho sentito parlare…Questo cambia le cose?”.
Lapidaria
e concisa, la ragazza lasciò senza parole il collega ben più vecchio, almeno
per qualche minuto, prima che allo stupore subentrasse
la rabbia.
“E va bene, ti vedo sicura di quello che fai, quindi non
venire a piangere da me alla prossima crisi mistica”.
Lisa
sospirò sconfortata: “David, capisco la tua reazione, ma ormai è successo,
nonostante siano mesi che ci dichiariamo guerra…perciò lascia che le cose vadano, semplicemente”. Fu difficile
trovare le parole giuste per calmare l’amico, ma la bontà d’animo di David gli
impedì di rimanere risentito.
“Ok, ma sappi che non parlo così per fare il moralista- si
piegò in avanti col busto e abbassò la voce- Quando
sei arrivata in America, sei mesi fa, la prima cosa che ho visto è stata una
ragazza delusa e combattuta dal rimorso. Dato che a quella ragazza ho imparato a volere un po’ di bene, non voglio che si butti
via per un colpo di testa”.
Lisa
sorrise, imbarazzata dalla dimostrazione di tanto affetto: “Ti ringrazio, ma
non preoccuparti per me. Me la caverò”.
“Ne sono
certo, non so come se la caverà lui- ironizzò David-
Oggi dovrò fare due chiacchiere da uomo a uomo”.
“L’avevo
immaginato”.
Quando
David si svegliò dai suoi monologhi vaneggianti
incrociò il viso sorridente di Lisa e non potè fare a
meno di contraccambiare la risata.
“D’accordo-
l’uomo bevve un sorso d’acqua- Qual è il tuo programma
del giorno?”.
Lisa si
ricompose, sollevata dal nuovo argomento: “Ho appuntamento alla Music Wing con Sharon
Den Adel- la ragazza si
alzò- dobbiamo approntare alcune cose per il video musicale”.
L’altro
la esaminò divertito: lo stesso programma di James,
lo aveva letto la mattina stessa sulla cartellina che penzolava dalla porta del
platinato collega.
Lisa lo
sapeva? Probabilmente no.
“Buon
divertimento” la congedò mentre la ragazza correva
all’appuntamento.
Come al solito l’Italiana si perse nei labirintici corridoi della
Century e arrivò in ritardo.
Sharon Den Adel se ne stava seduta sul
tavolo di una delle sale di registrazione, disquisendo
amabilmente con quelli che dovevano essere i membri del gruppo…più un intruso,
biondo e irritante.
Lisa si
chiuse la porta alle spalle e camuffò l’astio per la presenza indesiderata
dietro uno smagliante sorriso: “Perdonatemi, ma il senso dell’orientamento non
è una mia dote”.
Ignorando
palesemente James si presentò ai musicisti dei Within Temptation: Robert e Ruud, i due chitarristi,
Jeroen il bassista, Martjin e Stephen,
rispettivamente tastierista e batterista.
Dopo
poche formalità la cantante offrì una tazza di tè a Lisa e la invitò a sedersi.
Il
platinato nemico rimase appollaiato al suo sgabello, a braccia incrociate,
facendo così risaltare i bicipiti e i pettorali da sotto il cardigan nero.
“Focalizza, Lisa…Dannazione!”
Si rimproverò
la giovane vittima di quella posa plastica e trangugiò qualche sorso della
bevanda.
L’uomo
dal canto suo la fissava con fare interessato e anche discretamente divertito.
Pochi
passi a testa bassa, poi lui mandò a segno la prima provocazione: “Sorpresa!”.
“Oh…Davvero
divertente - lo rimbeccò la ragazza sottovoce- è un piacere averti qui”.
“Bene!-
li interruppe Sharon- oggi vi ho voluti
entrambi per discutere del ri-arrangiamento di What have you done?- fece una pausa-
Non sarà facile, dovremo inserire voci nuove e renderlo sufficientemente
originale da poterlo proporre come nuovo”.
Lisa
sorseggiò tranquilla: “Avevamo accennato a una breve
battaglia coi ventagli, qualche passo di danza, spezzoni del film- indicò il
nemico puntando la tazza nella sua direzione- lui che canta”.
La
navigata musicista ribattè: “Beh, sì…ma io vi vorrei entrambi
nella canzone”.
“Eh?!” l’attrice in erba fece una smorfia di disappunto; forse
aveva capito male.
“Vuole
che tu canti” tradusse sarcastico James.
Lisa
strabuzzò gli occhi e quasi si versò il tè addosso: “Cosa?!
Non se n’era parlato! Io non ho mai cantato in vita mia- per sicurezza posò la tazza- E poi è una canzone tremendamente difficile,
con tutti quegli acuti...- si rivolse direttamente alla Den
Adel- Non è per adularti o essere ipocrita, ma la tua
voce è inimitabile e…”.
L’altra
alzò le mani a fermare la ragazza: “Stai tranquilla, non ti chiedo una
performance da professionista, solo poche note, cantate sulla tua tonalità-
indicò il biondo complice- Anche per James faremo lo
stesso”.
Proprio quest’ultimo tentò di convincerla: “Coraggio…almeno prova!”.
“Non
dirmi cosa devo fare” lo zittì la ragazza senza farsi
sentire dagli altri presenti.
Sharon Den Adel continuò “Abbiamo qui di
fianco la sala di registrazione; basteranno un paio di strofe e il modulatore
elettronico individuerà a quale livello della scala si
avvicina di più la tua voce. Così vedremo come inserirti nella canzone”.
Lisa
scosse il capo ancora contrariata; le sembrava tutto così assurdo…ma
mai quanto quello che stava per dire il beneamato James.
“Possiamo
provare a cantare insieme”.
“NO!”
“E’
un’ottima idea!”
Le
risposte di Lisa e Sharon si sovrapposero.
“E’ il
modo perfetto per vedere come lavorano insieme le vostre voci. Ci vorrebbe
qualcosa di semplice…un brano cantato a due. Vediamo cos’ho
in memoria”.
La
cantante aprì un PC portatile spuntato dal nulla e Lisa si convinse sempre di
più che l’unica via rimasta era la fuga. Gli eventi avevano decisamente
preso il sopravvento.
“Non
essere così drammatica” il sussurro di James non fece
altro che aizzarla ulteriormente.
“A che gioco
stai giocando?” lo punse lei sempre sottovoce.
“Ma che cosa…”
“Sei fidanzato, James” uno schiaffo
morale, che però il diretto interessato incassò egregiamente.
“Questo cosa c’entra con la canzone?” domandò lui spavaldo.
“C’entra…con tutto” Lisa lo fulminò, prima di
accorgersi che quel battibecco l’aveva portata a un
palmo dal suo naso.
Rimasero
immobilizzati così, lo sguardo torvo e il respiro dell’altro sulla pelle, alla
distanza di un bacio…o di un morso.
La
ragazza provò a barricarsi in se stessa per difendersi dall’imbarazzo: “Non so
cantare”.
“Sì
invece”
“E tu come lo sai?”
“Fidati
di me”
“Neanche
morta”.
Qualcuno
dalla terra di nessuno tossicchiò per far riemergere i due eserciti dalle
rispettive trincee: “Avete preferenze sul brano?”.
“Sì”
rispose James.
“No” si
sovrappose la voce di Lisa, prima che si fissasse con aria interrogativa sul
collega: ok, avrebbe rimandato a dopo la sua
lapidazione.
Mentre
lei restava impietrita l’attore prese possesso del
computer e qualche secondo dopo Google gli diede ciò
che voleva.
“Direi che può andare- Sharon Den Adel guardò lo schermo e
approvò di buon grado- Semplice, senza acuti né bassi…vedo cosa riusciamo a
fare per mandarvelo in filodiffusione”.
Lisa se
ne restò lì, con aria scettica e un sopracciglio alzato in segno di supponenza;
James ruotò il PC verso di lei, a darle
il colpo di grazia. La ragazza a malapena buttò l’occhio allo schermo e subito
spostò l’attenzione alla parete.
“Non la
conosco”.
“Bugiarda”
l’uomo sorrise docilmente, senza rabbia e senza spazientirsi.
Era
talmente disarmato dal broncio di Lisa che ebbe la tentazione di posare una
mano sulla guancia arrossata di quella piccola leonessa.
“Allora Nostradamus, sei in vena di leggermi nel pensiero- ironizzò lei- Come sai che la conosco?”.
“Lo so e
basta” tagliò corto James, certo di aver ragione.
Dinnanzi
a tanta ostinazione Lisa fu costretta a desistere; con un sospiro sconfitto
posò nuovamente lo sguardo al titolo della canzone.
“Need you now” di Nahvy
e Lady Antebellum.
Un brano
poco conosciuto, che le aveva fatto compagnia nelle lunghe notti insonni della
permanenza di James in Italia; se l’era trovato per
caso nella playlist e come molte volte capita con le cose accidentali, se n’era innamorata.
E tra qualche
minuto l’avrebbe intonata insieme a James. Quanto si
odiava…
Jeroen,
il bassista del gruppo, aiutò Lisa con le cuffie; le posizionò di fronte lo schermo con le parole del testo e le
spiegò brevemente cosa avrebbero fatto: “Non importa se stoni, continua a
cantare…Fa finta di giocare al karaoke”.
Lei
annuì brevemente e sistemò al meglio l’attrezzatura; nel frattempo James la osservava gesto per gesto.
Le sue iridi puntate addosso diedero a Lisa un fastidioso prurito dietro il
collo, come se il suo sguardo la stesse pungendo.
“Cos’hai
da guardare?” lo aggredì per farlo smettere.
Lui
sorrise e abbassò il microfono all’altezza giusta: “Se posso darti un
consiglio…Non seguire la voce registrata. Seguila con
un orecchio solo per ritmo e intonazione, ma con l’altro ascolta la tua voce.
Ti aiuterà a non steccare”.
Con un
sorriso sarcastico Lisa lo canzonò: “Che gentile, davvero, sono commossa- non
risparmiò un colpo- Mi accompagni al patibolo e poi mi dici anche come
impiccarmi”.
L’uomo
sospirò sconfortato: “Catastrofista”.
“Falso buonista” lo rimbeccò lei.
Dalla
sala della consolle il colpo di tosse imbarazzato di Sharon li raggiunse: “Siamo pronti. Possiamo cominciare?”.
Nessuno
dei due cantanti rispose, bastò il cenno del capo di James.
Immediatamente
dopo Lisa sentì le prime note di pianoforte e le andò il cuore in gola; non
aveva mai cantato prima in pubblico, si vergognava come una ladra. In più le
battute iniziali sarebbero state le sue.
Con voce
tremante cominciò.
“Picture perfect
memories
Scattered alla round the floor
Reaching for the phone
‘Cos I can’t fight it anymore”
Riprese
fiato, diede più forza alla voce e come una scossa sopraggiunse la voce di James
“And I wonder
if I
ever crossed your mind”
Di nuovo
in assolo Lisa rispose:
“For me
it happens all the time”
La
musica si alzò e l’Italiana sorrise lievemente
ripensando al significato delle prime battute; capiva perché James avesse scelto proprio quel brano.
Aveva
resistito fino a quel momento, senza di lei, forse passando pure lui notti
insonni a chiedersi se fra il turbinio dei pensieri di Lisa vi fosse anche lui.
“A me
accade tutte le volte” si era trovata a rispondere la ragazza, tra una nota e
l’altra.
La voce
profonda di James la accompagnò nel ritornello,
dandole il coraggio di alzare il tono.
“It’s a quarter after one
I’m all alone and I need you now
Said I wouldn’t call but I lost all control
and I need you now
And I don’t
know how I can do without
I just need you now”
Quando
fu il turno di James, Lisa si fermò a guardarlo mentre scandiva le parole: non l’aveva mai sentito
cantare davvero dal vivo e rimase ipnotizzata dal timbro profondo che la
avvolse.
A
malapena si accorse che l’uomo stava ignorando il gobbo e teneva gli occhi
sorridenti su di lei.
“Another
shot of whiskey
Can’t stop looking at the door
Wishing you’d come sweeping
In the way
you did before”
“And I wonder
if I
ever crossed your mind”
Lisa
intervenne alla fine e questa volta fu James a
rispondere:
“For me
it happens all the time”
Al
secondo ritornello l’attrice in erba si rese conto di quanto la coinvolgesse in
realtà quella canzone; cominciava a prendere confidenza con il suono della
propria voce e non poteva negare che le piacesse…maledetto James.
“It’s a quarter after one
I’m all alone and I need you now
Cantò
con trasporto rivolta direttamente a lui, che sorrise compiaciuto e completò
Said I wouldn’t call but I’m a little drunk
and I need you now
Per poi concludere insieme
And I don’t
know how I can do without
I just need you now”
Sì, quel
frangente era stato decisamente rapido ma…indolore?
L’applauso
di un’entusiasta Sharon Den
Adel li risvegliò dalla trance
del momento: “Grandioso ragazzi- si rivolse a Lisa- Sono stupita, perché eri
così pessimista?”.
La
diretta interessata si strinse nelle spalle: “Mi vergogno a cantare in
pubblico”.
“Ma non a farti riprendere nello stesso letto con David
Boreanaz” sibilò sottovoce James.
Il
sorriso di Lisa scomparve, per lasciare spazio all’astio più totale: “Ti odio”.
L’altro
ignorò la rabbia della ragazza e la stese con un sorriso sghembo,
incredibilmente sicuro di sé: “Credevi che te l’avrei fatta passare liscia?”.
Il
battibecco fra i due fu interrotto dal gruppo musicale: discussero insieme del
brano appena registrato e si diedero appuntamento la
mattina dopo per cominciare le prove su “What have you done?”.
Poi
furono costretti a congedarsi senza troppi convenevoli: i Within
Temptation erano già in ritardo per un’intervisa al magazine “Rolling Stone”.
Una
frazione di secondo dopo Lisa stava riordinando il suo blocco di appunti, pregando che James
fosse oberato di impegni. E invece no.
La sua
presenza continuò a incombere dietro di lei, finchè la ragazza non si decise a girarsi per
fronteggiarlo, le braccia incrociate al petto.
James
era di nuovo lì, appoggiato al tavolo del brunch e
con tutte le intenzioni di restarci fino alla fine dei tempi; non c’era scelta,
Lisa doveva arrendersi. Così prese posto su un alto
sgabello accanto al leggìo.
“Ok, credo di avere due domande da farti- la ragazza
accavallò le gambe, pronta al dibattito- Come sapevi che so
cantare?” non voleva compiacerlo, ma nemmeno lei aveva mai creduto troppo nella
propria voce.
“E’
stato un puro caso- rispose pacifico lui- Quando ti ho
vista nella sala da ballo tenevi il tempo cantando- il suo tono era dolce, lo
stesso che si usa a raccontare le fiabe della buonanotte- Nelle scuole di
recitazioni il trucco per distinguere le attitudini degli allievi è uno:
vederli danzare. I ballerini tengono il tempo contando, i cantanti…cantando. E’
una specie di riflesso incondizionato”.
Professionale
e concisa, la risposta spiazzò Lisa: si era dimenticata che James
era un navigato attore di teatro e aveva da insegnare molto più di qualche trucchetto.
“Touchè” dovette convenire la ragazza; ma
non poteva dargliela vinta, c’era la domanda di scorta.
“Bene…e
come facevi a sapere che conosco quella canzone?”. Il secondo quesito era in effetti un mistero: lei stessa era incappata nel brano
per puro caso. Lui come poteva sapere, se non leggendole nel pensiero?
Il
sorriso che si aprì sul volto del suo tormento fece
vacillare Lisa.
“Oddio, sa anche questa!”
Accingendosi
a rispondere l’uomo si alzò dalla sua postazione e si avvicinò: “E’ una storia
un po’ lunga- quando ebbe riordinato le idee le era accanto-
eravamo in Italia, la sera del…temporale”.
James
si guardò bene dal dire “La sera del nostro primo bacio” così Lisa volle
premiare la discrezione e dargli una chance, così non lo interruppe.
“Avevo
bisogno di riflettere e ho deciso di fare una passeggiata; il tuo IPod era di fianco ai libri su cui
studiavi, in cucina…l’ho preso in prestito- James si
fermò per sondare il terreno, ma Lisa attendeva la fine della dichiarazione-
Tra un brano dei Maroon 5 e uno di Britney Spears ho trovato “Need You Now”. Ora ti sembrerà una
banale sviolinata da cantautore, che la musica sia il
primo posto in cui ci rifugiamo quando ci sentiamo persi…Ma forse tu lo sai
meglio di me”.
L’uomo
si appoggiò con un fianco alla gamba di Lisa e con quel gesto
lo sgabello ruotò, accostando Lisa al petto di James.
La
ragazza non battè ciglio, mantenne le dita incrociate
in grembo e accennò una risata per nascondere l’imbarazzo: “Wow…Allora, Nostradamus del popolo…Ho svelato i tuoi trucchi?”.
L’uomo
abbassò il capo con un sorriso malinconico: “Mai usato trucchi con te, benché
tu pensi il contrario- il blu dei suoi occhi tornò a premerle addosso- Posso
farti anch’io una domanda? Credo di essermela meritata”.
Lisa non
trovò le parole per rifiutarsi, così James prese al
balzo il suo silenzio e parlò: “Stamattina mi hai letteralmente cacciato via,
ma non intendo arrendermi- l’uomo appoggiò i palmi sul tavolo, Lisa chiusa nel
mezzo fra le sue braccia- Voglio quel bacio”.
L’Italiana
rimase immobile, incredula e spaventata: quello era un
James che non aveva mai visto…Gli occhi foschi per il
desiderio sembravano aver abbandonato l’azzurro naturale per lasciare posto a
un grigio cupo e irreale.
Così
chiusa in gabbia, sputò fuori il nodo in gola con una rauca risata: “James…non è così semplice…” voleva incominciare un discorso
di cui neanche lei avrebbe trovatati capo e coda, ma
l’uomo le tolse l’incombenza posandole una mano sul viso.
Col
sobbalzo sorpreso di Lisa il mondo si fermò: la ragazza si torse le mani sudate
cercando di restare lucida. Poteva sentire una lieve pressione sul corpo: lui
la stava sfiorando o erano semplicemente le loro auree roventi che premevano
l’una sull’altra?
Lisa
deglutì rumorosamente, il volto proteso verso quello di James:
voleva sentire l’odore del suo respiro sulle labbra e mettere
a tacere la propria coscienza urlante.
L’ultimo
briciolo di lucidità agì per lei: la mano della ragazza si pose su quella di James. Lisa se la premette sulla guancia, riluttante al
distacco, prima di farla scivolare dal viso al collo; già una volta il contatto
fisico con l’uomo aveva anestetizzato i suoi sensi, non poteva permetterlo di
nuovo, neppure ora che sentiva il pollice di lui
carezzarle la gola.
La
giovane attrice si guardò dal tendere il collo verso James,
come un felino in procinto di fare le fusa e riprese fiato: “Non sempre è
giusto avere quello che si vuole, James”.
Razionale e lapidaria, la risposta della ragazza stordì il biondo attore,
che dopo un paio di respiri profondi liberò Lisa dalla sua dolce trappola.
Si era arreso?
La ragazza non sapeva se dispiacersi o esserne felice.
James
le sfiorò il volto coi polpastrelli, ancora riluttante
a dichiararsi sconfitto, ipnotizzato sulle labbra di lei: “Cosa devo fare per
farti capire che ti puoi fidare?”.
“Dire che
mi vuoi, che non puoi stare senza di me, che non riesci a dormire senza il mio
corpo accanto al tuo”
Lisa
tacque le grida nella sua testa con un lieve sorriso.
Poi
disarmata riuscì solo a dire: “Una magia?” ironica e anche un po’ sarcastica,
doveva spezzare l’idillio di quell’attimo, che si
ostinava ad aleggiare nella stanza.
A
salvarli sopraggiunse il rumore secco di una bussata.
David
era lì, le nocche sullo stipite della porta aperta, il sorriso saggio di chi sa: “Ehm…scusate
il disturbo- si schiarì la voce e rivolse una domanda direttamente a Lisa- Hai
un minuto?”.
La
ragazza annuì, percependo il calore di poco prima che scemava:
James si era allontanato di qualche passo,
lasciandola composta sul suo sgabello.
“Will Smith è partito in fretta e
furia, ha detto che doveva organizzare una cosa…e ha
lasciato questo per te- allungò un biglietto all’amica attrice- Ti chiamerà
stasera”.
Lisa
aggrottò la fronte, curiosa, e si alzò dalla sua postazione per prendere il
foglio di carta: era un invito, stampato su carta
filigranata e su cui campeggiava la foto di un albergo da sogno in riva al
mare.
Poco
sotto lo scarabocchio di alcune veloci parole che Lisa
decifrò subito:
“Party in the city
where the heat is on
All night on the beach ‘till
the break of down”
E
subito prima della firma, un indizio
“Benvenido
a Miami”.
Le ci
volle un attimo e capì: la serata di beneficenza per Felina, Will era partito in anticipo per correre ad organizzarla e
la ragazza sentò a crederlo possibile. Miami.
L’amico
voleva fare le cose in grande. Non ci volle altro a farle brillare le iridi
verdi di commozione.
Quasi si
dimenticò di salutare i presenti, prima di correre via lungo il corridoio.
David
sapeva della sorpresa, così si prese quel frangente per godersi lo spettacolo
di James, perso in contemplazione di
ogni respiro di Lisa.
Ora il
biondo attore se ne stava con la testa a far capolino fuori
dalla porta, per seguirla con lo sguardo.
David
incrociò le braccia divertito: “Fammi indovinare…Ti ha
respinto”.
James a
malapena si accorse dell’amico attore: “Cosa ne sai tu?” chiese
distratto.
L’altro
entrò di prepotenza nel suo campo visivo: “Cos’hai
fatto? Hai sfoderato il tuo fascino da latin lover convinto che lei cedesse?”.
Il
biondo interrogato nascose dietro la stizza l’attimo di tentennamento: “latin lover? Come se non mi conoscessi,
amico…”.
David si
fermò a sondare ai Raggi X l’imputato: lo vedeva sincero, non nelle parole- era
una frana a mentire- ma glielo leggeva nei movimenti
nervosi degli occhi e quell’infatuazione era reale,
soprattutto quando la luce dell’immagine di Lisa illuminava i suoi occhi blu.
Così il
moro attore decise di dire la verità: “Ti vuole
ancora…Ma non è una delle tue tante fan adolescenti che svengono per un
autografo”.
“Risparmiati
l’ironia” lo zittì tagliente James.
“No,
dico davvero: guardala bene- David si accinse a spiegare- Non c’è persona che
conosca che non abbia imparato a volerle bene. Persino Star come Will Smith e Sharon
Stone si fanno in quattro per lei…per il semplice fatto
che lei se lo merita”.
“Dove vuoi andare a parare?” James
faticava a seguire il discorso.
“Intendo
dire che Lisa è diversa…ed è ferita…e spaventata-
David ammonì l’altro con l’indice puntato verso il suo naso- E non provare a
fare lo gnorri a riguardo”.
A tali
parole James fu costretto ad abbassare lo sguardo,
colpevole.
“Non so
cosa fare, lo ammetto”.
L’altro
aprì le braccia esasperato: “Fai qualcosa per
lei…Dimostra di essere diverso, una volta per tutte. Sorprendila!”.
James
rimase spiazzato da tanta ovvietà. Voleva a tutti i costi che lei si fidasse e così facendo la stessa Lisa era stata messa in
secondo piano dal suo desiderio.
Cosa
voleva di più da lei? Vederla sorridere…i suoi occhi che risplendevano di gioia
e che le toglievano il fiato.
Sorprenderla,
sì…David aveva ragione. L’attimo successivo James
sapeva cosa fare.
“D’accordo”
disse, più a se stesso che al moro attore, prima di avviarsi all’albergo.
“E…James?”
“Sì?”
“Cerca
di non fare cazzate questa volta”.
Rullo di tamburi…cel’ho
fatta. A distanza di un mese esatto dall’ultima pubblicazione, sono di nuovo
qua.
Non è stato un periodo facile, chi mi conosce sa il perché, ed ho
arrancato per mantenere viva la voglia di aggiornare. Purtroppo nei momenti di
difficoltà la prima cosa che ne risente è la creatività.
Ammetto che ho passato giorni in cui
anche ascoltare musica era troppo, volevo solo buio e silenzio.
Poi mi sono resa conto che la mia serenità esiste anche per loro,
Lisa e James…e per tutti voi, che mi fate battere il
cuore per l’emozione tutte le volte che vedo un nuovo
messaggio in posta o nei commenti.
Un grazie in particolare a Chloe, che mi è stata vicina con discrezione e pazienza,
lanciandomi un messaggio in chat qua e là, ogni
tanto…sono tornata cara!
Spero che questo capitolo non abbia risentito
del mio attimo di malinconia, se così fosse, prometto che ci sono grandi
sorprese all’orizzonte.
Non smettete mai di sperare che torni il sereno. La speranza è già
di per sé l’alba di un nuovo inizio.
Con affetto, Lisa
Ps: qui sotto il link
al video della canzone a cui faccio riferimento nel capitolo, spero che la
ascolterete e che vi piaccia, nella sua semplicità, mi ha trasmesso tanta dolcezza
http://www.youtube.com/watch?v=eM213aMKTHg&feature=fvwrel