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Autore: spikey    27/02/2012    3 recensioni
E' difficile diventare grandi sotto i riflettori, o meglio, all'ombra di essi. Soprattutto quando si tratta di ragazze come Lisa: difficile, sensibile e imprevedibile. Ma forse una delle mille figure evanescenti, solo di passaggio nella sua vita, cambierà le cose.
NB: l'attore protagonista della storia è JAMES MARSTERS, interprete di Spike nel TF"Buffy The Vampire Slayer". non è molto famoso...ma vi prego di non fissarvi sulla sua "non-notorietà"; VI PREGO non ignorate questa fanfic...vale la pena di leggerla!
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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XLVII CAPITOLO

 

 

XLVII CAPITOLO

 

Dopo la doccia Lisa si tuffò in un mega-maglione sformato per poi affrettarsi a pranzo: aveva schivato spiegazioni imbarazzanti la sera prima e la mattina stessa, così si rese conto di non poter digiunare ulteriormente ed entrò a passo deciso nella sala ristorante.

I riccioli umidi cadevano sulle grosse lenti dei suoi RayBann a goccia e servendosene come paraocchi, la ragazza puntò dritto al buffet, passando discretamente inosservata. A tutti tranne che a uno.

 

“Bene bene. Eccoti qui…”.

Lisa alzò gli occhi al cielo, esasperata: “Cosa devo fare per evitare questo supplizio, tramortirti con una testata?”.

David sorrise sincero e prese un tozzo di pane dal self service: “No, tranquilla. Ti chiederò solo una volta cosa è successo tra te e Stephan, poi desisterò”. L’uomo sorvolò volutamente sull’incontro ben più scottante sulla terrazza per sondare le reazioni della collega.

 

Lisa si fece quasi scappare il pollo alle mandorle dal vassoio, prima di fingere noncuranza: “Ehm…beh…lui che versione ti ha dato?” dopodichè stritolò una pagnotta con le pinze, in attesa di risposta.

L’altro le fece strada fino a un tavolo libero: “Vuoi quella ufficiale o quella che ho dedotto io?”.

Lei gemette sfiduciata: “Non so quale sia la peggiore”.

David sorrise, puntandole contro il broccolo infilzato nella forchetta: “Doveva succedere prima o poi, erano secoli che lo ignoravi”.

 

“Fa che non sappia niente, fa che non sappia niente, fa che non sappia niente…”

 

L’uomo continuò, ignaro delle preghiere di Lisa: “E’ da stamattina che evita tutti, cosa mai gli hai detto per ridurlo così?”.

L’espressione di sollievo della ragazza lasciò David perplesso; scosse il capo per scacciare quell’interrogativo e concluse: “Comunque tutti abbiamo avuto un due di picche, gli passerà”.

 

Lisa stava per iniziare una disquisizione sulla serata precedente – la Premiere, le interviste, gli ospiti… - quando delle allegre risate fecero irruzione nella sala.

Sullivan e Brittany si precipitarono sul buffet con curiosità famelica, l’attimo successivo furono raggiunti da James.

 

Un sussulto e l’Italiana quasi si affogò col succo di pomodoro; tossicchiò con la massima discrezione possibile, poi sprofondò il collo nella felpa grigia, a di testuggine nel guscio.

“Beh…allora…ieri cosa mi sono persa?” fingendo di grattarsi la testa si schermò con un gomito.

 

Sono invisibile, sono invisibile…”

 

“Nulla di che, ho rispolverato qualche vecchia gloria con Joss, bevuto parecchio champagne e…”.

Lisa si perse nel racconto di David, troppo impegnata a tenere sotto controllo i movimenti della Marsters Family: ci vollero solo pochi secondi prima che tutti e tre si servissero. Dopodichè Brittany girò sui tacchi…e puntò dritto al tavolo accanto a Lisa.

 

In quel momento la giovane attrice cominciò a vedere le fate: sì, quella serie di luci bianche baluginanti che precedono uno svenimento…o nel suo caso, un’imminente figura di…

“Ciao Lisa!”.

“Sono morta!”.

Brittany si sbracciò raggiante prima di sedersi, imitata dal cugino.

“Ehi, ciao” esclamò Sullivan.

Dulcis in fundo, due occhi blu seguirono le voci dei bambini, andando a posarsi su Lisa, ormai incassata nella sedia e in procinto di sciogliersi sotto al tavolo; James sorrise, prima di prendere posto a sedere con un “ciao” pacifico e sinceramente allegro.

La ragazza mosse la mano che teneva premuta contro la fronte in un secco saluto militare, la cosa più neutra e inoffensiva che le venne in mente.

 

David aggrottò le sopracciglia, certo di aver visto male e gettò uno sguardo alle sue spalle; no non aveva visto male.

L’istante successivo rimise insieme i tasselli del puzzle e cominciò a tossire per un infima briciola di pane che gli era andata di traverso.

Da sotto il tavolo spuntavano ormai solo la fronte e gli occhiali dell’Italiana; “morire di imbarazzo”, ora sapeva cosa significava. Letteralmente.

 

“Ho bisogno di un notaio” concluse fra sé prima che David riacquistasse la parola.

“Mi sono perso qualcosa? Squittì lui tra un colpo di tosse e l’altro.

Lisa riemerse allarmata dalla tovaglia: “Abbassa la voce!”.

“Scusami- sibilò l’altro, sarcastico- Ma credo di aver bisogno di qualche aggiornamento” e col pollice indicò il quadretto che pranzava alle sue spalle.

“Vi ho visti parlare ieri sera. Poi tu sei andata via…e Stephan era appena tornato- il monologo sconclusionato di David continuava senza interruzioni- Dannazione…ora mi ricordo! Anche James è sparito all’improvviso”.

 

Lisa alzò le mani e gesticolò per fermare quel fiume di parole: “Ok. Prima che tu fraintenda…non è successo nulla” non del tutto esatto ma molto rassicurante.

E Stephan?”.

“Ci ha semplicemente visti in corridoio” la ragazza storse il naso, conscia della contraddizione che  si era appena fatta scappare.

E infatti: “Allora non è vero che non è successo nulla!” David stava alzando di nuovo il tono e Lisa gli intimò di calmarsi.

“Nulla di rilevante- lei prese un respiro profondo poi chiuse gli occhi, pronta a salire sul patibolo- Un bacio…”.

 

“Un bacio? E ti sembra niente?”.

Lisa stette in silenzio, abbandonata contro lo schienale della sedia; per quanto sconvolgente, la realtà non la stava…sconvolgendo.

“Lisa…è James!”.

“Lo so”.

Ed è fidanzato”.

“So anche questo”.

“Stanno per andare a convivere”.

“Ne ho sentito parlare…Questo cambia le cose?”.

 

Lapidaria e concisa, la ragazza lasciò senza parole il collega ben più vecchio, almeno per qualche minuto, prima che allo stupore subentrasse la rabbia.

E va bene, ti vedo sicura di quello che fai, quindi non venire a piangere da me alla prossima crisi mistica”.

Lisa sospirò sconfortata: “David, capisco la tua reazione, ma ormai è successo, nonostante siano mesi che ci dichiariamo guerra…perciò lascia che le cose vadano, semplicemente”. Fu difficile trovare le parole giuste per calmare l’amico, ma la bontà d’animo di David gli impedì di rimanere risentito.

 

Ok, ma sappi che non parlo così per fare il moralista- si piegò in avanti col busto e abbassò la voce- Quando sei arrivata in America, sei mesi fa, la prima cosa che ho visto è stata una ragazza delusa e combattuta dal rimorso. Dato che a quella ragazza ho imparato a volere un po’ di bene, non voglio che si butti via per un colpo di testa”.

Lisa sorrise, imbarazzata dalla dimostrazione di tanto affetto: “Ti ringrazio, ma non preoccuparti per me. Me la caverò”.

“Ne sono certo, non so come se la caverà lui- ironizzò David- Oggi dovrò fare due chiacchiere da uomo a uomo”.

“L’avevo immaginato”.

 

Quando David si svegliò dai suoi monologhi vaneggianti incrociò il viso sorridente di Lisa e non potè fare a meno di contraccambiare la risata.

“D’accordo- l’uomo bevve un sorso d’acqua- Qual è il tuo programma del giorno?”.

Lisa si ricompose, sollevata dal nuovo argomento: “Ho appuntamento alla Music Wing con Sharon Den Adel- la ragazza si alzò- dobbiamo approntare alcune cose per il video musicale”.

L’altro la esaminò divertito: lo stesso programma di James, lo aveva letto la mattina stessa sulla cartellina che penzolava dalla porta del platinato collega.

Lisa lo sapeva? Probabilmente no.

“Buon divertimento” la congedò mentre la ragazza correva all’appuntamento.

 

 

Come al solito l’Italiana si perse nei labirintici corridoi della Century e arrivò in ritardo.

Sharon Den Adel se ne stava seduta sul tavolo di una delle sale di registrazione, disquisendo amabilmente con quelli che dovevano essere i membri del gruppo…più un intruso, biondo e irritante.

Lisa si chiuse la porta alle spalle e camuffò l’astio per la presenza indesiderata dietro uno smagliante sorriso: “Perdonatemi, ma il senso dell’orientamento non è una mia dote”.

Ignorando palesemente James si presentò ai musicisti dei Within Temptation: Robert e Ruud, i due chitarristi, Jeroen il bassista, Martjin e Stephen, rispettivamente tastierista e batterista.

Dopo poche formalità la cantante offrì una tazza di tè a Lisa e la invitò a sedersi.

 

Il platinato nemico rimase appollaiato al suo sgabello, a braccia incrociate, facendo così risaltare i bicipiti e i pettorali da sotto il cardigan nero.

 

“Focalizza, Lisa…Dannazione!”

Si rimproverò la giovane vittima di quella posa plastica e trangugiò qualche sorso della bevanda.

L’uomo dal canto suo la fissava con fare interessato e anche discretamente divertito.

La Den Adel stava aggiornando il resto della band sui brani scelti e l’Italiano ne approfittò per prendere un cubetto di ghiaccio dal vassoio del brunch, accanto a James.

Pochi passi a testa bassa, poi lui mandò a segno la prima provocazione: “Sorpresa!”.

“Oh…Davvero divertente - lo rimbeccò la ragazza sottovoce- è un piacere averti qui”.

 

“Bene!- li interruppe Sharon- oggi vi ho voluti entrambi per discutere del ri-arrangiamento di What have you done?- fece una pausa- Non sarà facile, dovremo inserire voci nuove e renderlo sufficientemente originale da poterlo proporre come nuovo”.

Lisa sorseggiò tranquilla: “Avevamo accennato a una breve battaglia coi ventagli, qualche passo di danza, spezzoni del film- indicò il nemico puntando la tazza nella sua direzione- lui che canta”.

La navigata musicista ribattè: “Beh, sì…ma io vi vorrei entrambi nella canzone”.

 

“Eh?!” l’attrice in erba fece una smorfia di disappunto; forse aveva capito male.

“Vuole che tu canti” tradusse sarcastico James.

Lisa strabuzzò gli occhi e quasi si versò il tè addosso: “Cosa?! Non se n’era parlato! Io non ho mai cantato in vita mia- per sicurezza posò la tazza- E poi è una canzone tremendamente difficile, con tutti quegli acuti...- si rivolse direttamente alla Den Adel- Non è per adularti o essere ipocrita, ma la tua voce è inimitabile e…”.

L’altra alzò le mani a fermare la ragazza: “Stai tranquilla, non ti chiedo una performance da professionista, solo poche note, cantate sulla tua tonalità- indicò il biondo complice- Anche per James faremo lo stesso”.

Proprio quest’ultimo tentò di convincerla: “Coraggio…almeno prova!”.

“Non dirmi cosa devo fare” lo zittì la ragazza senza farsi sentire dagli altri presenti.

 

Sharon Den Adel continuò “Abbiamo qui di fianco la sala di registrazione; basteranno un paio di strofe e il modulatore elettronico individuerà a quale livello della scala si avvicina di più la tua voce. Così vedremo come inserirti nella canzone”.

Lisa scosse il capo ancora contrariata; le sembrava tutto così assurdo…ma mai quanto quello che stava per dire il beneamato James.

“Possiamo provare a cantare insieme”.

“NO!”

“E’ un’ottima idea!”

Le risposte di Lisa e Sharon si sovrapposero.

“E’ il modo perfetto per vedere come lavorano insieme le vostre voci. Ci vorrebbe qualcosa di semplice…un brano cantato a due. Vediamo cos’ho in memoria”.

La cantante aprì un PC portatile spuntato dal nulla e Lisa si convinse sempre di più che l’unica via rimasta era la fuga. Gli eventi avevano decisamente preso il sopravvento.

 

“Non essere così drammatica” il sussurro di James non fece altro che aizzarla ulteriormente.

“A che gioco stai giocando?” lo punse lei sempre sottovoce.

Ma che cosa…”

Sei fidanzato, James” uno schiaffo morale, che però il diretto interessato incassò egregiamente.

Questo cosa c’entra con la canzone?” domandò lui spavaldo.

“C’entra…con tutto” Lisa lo fulminò, prima di accorgersi che quel battibecco l’aveva portata a un palmo dal suo naso.

Rimasero immobilizzati così, lo sguardo torvo e il respiro dell’altro sulla pelle, alla distanza di un bacio…o di un morso.

La ragazza provò a barricarsi in se stessa per difendersi dall’imbarazzo: “Non so cantare”.

“Sì invece”

E tu come lo sai?”

“Fidati di me”

“Neanche morta”.

 

Qualcuno dalla terra di nessuno tossicchiò per far riemergere i due eserciti dalle rispettive trincee: “Avete preferenze sul brano?”.

“Sì” rispose James.

“No” si sovrappose la voce di Lisa, prima che si fissasse con aria interrogativa sul collega: ok, avrebbe rimandato a dopo la sua lapidazione.

Mentre lei restava impietrita l’attore prese possesso del computer e qualche secondo dopo Google gli diede ciò che voleva.

Direi che può andare- Sharon Den Adel guardò lo schermo e approvò di buon grado- Semplice, senza acuti né bassi…vedo cosa riusciamo a fare per mandarvelo in filodiffusione”.

 

Lisa se ne restò lì, con aria scettica e un sopracciglio alzato in segno di supponenza; James ruotò il PC verso di lei, a darle il colpo di grazia. La ragazza a malapena buttò l’occhio allo schermo e subito spostò l’attenzione alla parete.

“Non la conosco”.

“Bugiarda” l’uomo sorrise docilmente, senza rabbia e senza spazientirsi.

Era talmente disarmato dal broncio di Lisa che ebbe la tentazione di posare una mano sulla guancia arrossata di quella piccola leonessa.

“Allora Nostradamus, sei in vena di leggermi nel pensiero- ironizzò lei- Come sai che la conosco?”.

“Lo so e basta” tagliò corto James, certo di aver ragione.

 

Dinnanzi a tanta ostinazione Lisa fu costretta a desistere; con un sospiro sconfitto posò nuovamente lo sguardo al titolo della canzone.

Need you now di Nahvy e Lady Antebellum.

Un brano poco conosciuto, che le aveva fatto compagnia nelle lunghe notti insonni della permanenza di James in Italia; se l’era trovato per caso nella playlist e come molte volte capita con le cose accidentali, se n’era innamorata.

E tra qualche minuto l’avrebbe intonata insieme a James. Quanto si odiava…

 

 

 

Jeroen, il bassista del gruppo, aiutò Lisa con le cuffie; le posizionò di fronte lo schermo con le parole del testo e le spiegò brevemente cosa avrebbero fatto: “Non importa se stoni, continua a cantare…Fa finta di giocare al karaoke”.

Lei annuì brevemente e sistemò al meglio l’attrezzatura; nel frattempo James la osservava gesto per gesto. Le sue iridi puntate addosso diedero a Lisa un fastidioso prurito dietro il collo, come se il suo sguardo la stesse pungendo.

“Cos’hai da guardare?” lo aggredì per farlo smettere.

Lui sorrise e abbassò il microfono all’altezza giusta: “Se posso darti un consiglio…Non seguire la voce registrata. Seguila con un orecchio solo per ritmo e intonazione, ma con l’altro ascolta la tua voce. Ti aiuterà a non steccare”.

 

Con un sorriso sarcastico Lisa lo canzonò: “Che gentile, davvero, sono commossa- non risparmiò un colpo- Mi accompagni al patibolo e poi mi dici anche come impiccarmi”.

L’uomo sospirò sconfortato: “Catastrofista”.

“Falso buonista” lo rimbeccò lei.

Dalla sala della consolle il colpo di tosse imbarazzato di Sharon li raggiunse: “Siamo pronti. Possiamo cominciare?”.

Nessuno dei due cantanti rispose, bastò il cenno del capo di James.

 

Immediatamente dopo Lisa sentì le prime note di pianoforte e le andò il cuore in gola; non aveva mai cantato prima in pubblico, si vergognava come una ladra. In più le battute iniziali sarebbero state le sue.

Con voce tremante cominciò.

 

“Picture perfect memories

Scattered alla round the floor

Reaching for the phone

‘Cos I can’t fight it anymore

 

Riprese fiato, diede più forza alla voce e come una scossa sopraggiunse la voce di James

 

“And I wonder if I ever crossed your mind

 

Di nuovo in assolo Lisa rispose:

 

For me it happens all the time

 

La musica si alzò e l’Italiana sorrise lievemente ripensando al significato delle prime battute; capiva perché James avesse scelto proprio quel brano.

Aveva resistito fino a quel momento, senza di lei, forse passando pure lui notti insonni a chiedersi se fra il turbinio dei pensieri di Lisa vi fosse anche lui.

“A me accade tutte le volte” si era trovata a rispondere la ragazza, tra una nota e l’altra.

La voce profonda di James la accompagnò nel ritornello, dandole il coraggio di alzare il tono.

 

It’s a quarter after one

I’m all alone and I need you now

Said I wouldn’t call but I lost all control

and I need you now

And I don’t know how I can do without

I just need you now

 

Quando fu il turno di James, Lisa si fermò a guardarlo mentre scandiva le parole: non l’aveva mai sentito cantare davvero dal vivo e rimase ipnotizzata dal timbro profondo che la avvolse.

A malapena si accorse che l’uomo stava ignorando il gobbo e teneva gli occhi sorridenti su di lei.

 

Another shot of whiskey

Can’t stop looking at the door

Wishing you’d come sweeping

In the way you did before

 

“And I wonder if I ever crossed your mind

Lisa intervenne alla fine e questa volta fu James a rispondere:

For me it happens all the time

 

Al secondo ritornello l’attrice in erba si rese conto di quanto la coinvolgesse in realtà quella canzone; cominciava a prendere confidenza con il suono della propria voce e non poteva negare che le piacesse…maledetto James.

 

It’s a quarter after one

I’m all alone and I need you now

 

Cantò con trasporto rivolta direttamente a lui, che sorrise compiaciuto e completò

 

Said I wouldn’t call but I’m a little drunk

and I need you now

 

Per poi concludere insieme

 

And I don’t know how I can do without

I just need you now

 

Sì, quel frangente era stato decisamente rapido ma…indolore?

L’applauso di un’entusiasta Sharon Den Adel li risvegliò dalla trance del momento: “Grandioso ragazzi- si rivolse a Lisa- Sono stupita, perché eri così pessimista?”.

La diretta interessata si strinse nelle spalle: “Mi vergogno a cantare in pubblico”.

Ma non a farti riprendere nello stesso letto con David Boreanaz” sibilò sottovoce James.

Il sorriso di Lisa scomparve, per lasciare spazio all’astio più totale: “Ti odio”.

L’altro ignorò la rabbia della ragazza e la stese con un sorriso sghembo, incredibilmente sicuro di sé: “Credevi che te l’avrei fatta passare liscia?”.

 

Il battibecco fra i due fu interrotto dal gruppo musicale: discussero insieme del brano appena registrato e si diedero appuntamento la mattina dopo per cominciare le prove su “What have you done?”.

Poi furono costretti a congedarsi senza troppi convenevoli: i Within Temptation erano già in ritardo per un’intervisa al magazineRolling Stone”.

 

Una frazione di secondo dopo Lisa stava riordinando il suo blocco di appunti, pregando che James fosse oberato di impegni. E invece no.

La sua presenza continuò a incombere dietro di lei, finchè la ragazza non si decise a girarsi per fronteggiarlo, le braccia incrociate al petto.

James era di nuovo lì, appoggiato al tavolo del brunch e con tutte le intenzioni di restarci fino alla fine dei tempi; non c’era scelta, Lisa doveva arrendersi. Così prese posto su un alto sgabello accanto al leggìo.

 

Ok, credo di avere due domande da farti- la ragazza accavallò le gambe, pronta al dibattito- Come sapevi che so cantare?” non voleva compiacerlo, ma nemmeno lei aveva mai creduto troppo nella propria voce.

“E’ stato un puro caso- rispose pacifico lui- Quando ti ho vista nella sala da ballo tenevi il tempo cantando- il suo tono era dolce, lo stesso che si usa a raccontare le fiabe della buonanotte- Nelle scuole di recitazioni il trucco per distinguere le attitudini degli allievi è uno: vederli danzare. I ballerini tengono il tempo contando, i cantanti…cantando. E’ una specie di riflesso incondizionato”.

Professionale e concisa, la risposta spiazzò Lisa: si era dimenticata che James era un navigato attore di teatro e aveva da insegnare molto più di qualche trucchetto.

 

Touchè dovette convenire la ragazza; ma non poteva dargliela vinta, c’era la domanda di scorta.

“Bene…e come facevi a sapere che conosco quella canzone?”. Il secondo quesito era in effetti un mistero: lei stessa era incappata nel brano per puro caso. Lui come poteva sapere, se non leggendole nel pensiero?

Il sorriso che si aprì sul volto del suo tormento fece vacillare Lisa.

 

“Oddio, sa anche questa!”

 

Accingendosi a rispondere l’uomo si alzò dalla sua postazione e si avvicinò: “E’ una storia un po’ lunga- quando ebbe riordinato le idee le era accanto- eravamo in Italia, la sera del…temporale”.

James si guardò bene dal dire “La sera del nostro primo bacio” così Lisa volle premiare la discrezione e dargli  una chance, così non lo interruppe.

“Avevo bisogno di riflettere e ho deciso di fare una passeggiata; il tuo IPod era di fianco ai libri su cui studiavi, in cucina…l’ho preso in prestito- James si fermò per sondare il terreno, ma Lisa attendeva la fine della dichiarazione- Tra un brano dei Maroon 5 e uno di Britney Spears ho trovato Need You Now. Ora ti sembrerà una banale sviolinata da cantautore, che la musica sia il primo posto in cui ci rifugiamo quando ci sentiamo persi…Ma forse tu lo sai meglio di me”.

 

L’uomo si appoggiò con un fianco alla gamba di Lisa e con quel gesto lo sgabello ruotò, accostando Lisa al petto di James.

La ragazza non battè ciglio, mantenne le dita incrociate in grembo e accennò una risata per nascondere l’imbarazzo: “Wow…Allora, Nostradamus del popolo…Ho svelato i tuoi trucchi?”.

L’uomo abbassò il capo con un sorriso malinconico: “Mai usato trucchi con te, benché tu pensi il contrario- il blu dei suoi occhi tornò a premerle addosso- Posso farti anch’io una domanda? Credo di essermela meritata”.

 

Lisa non trovò le parole per rifiutarsi, così James prese al balzo il suo silenzio e parlò: “Stamattina mi hai letteralmente cacciato via, ma non intendo arrendermi- l’uomo appoggiò i palmi sul tavolo, Lisa chiusa nel mezzo fra le sue braccia- Voglio quel bacio”.

L’Italiana rimase immobile, incredula e spaventata: quello era un James che non aveva mai visto…Gli occhi foschi per il desiderio sembravano aver abbandonato l’azzurro naturale per lasciare posto a un grigio cupo e irreale.

Così chiusa in gabbia, sputò fuori il nodo in gola con una rauca risata: “James…non è così semplice…” voleva incominciare un discorso di cui neanche lei avrebbe trovatati capo e coda, ma l’uomo le tolse l’incombenza posandole una mano sul viso.

 

Col sobbalzo sorpreso di Lisa il mondo si fermò: la ragazza si torse le mani sudate cercando di restare lucida. Poteva sentire una lieve pressione sul corpo: lui la stava sfiorando o erano semplicemente le loro auree roventi che premevano l’una sull’altra?

Lisa deglutì rumorosamente, il volto proteso verso quello di James: voleva sentire l’odore del suo respiro sulle labbra e mettere a tacere la propria coscienza urlante.

L’ultimo briciolo di lucidità agì per lei: la mano della ragazza si pose su quella di James. Lisa se la premette sulla guancia, riluttante al distacco, prima di farla scivolare dal viso al collo; già una volta il contatto fisico con l’uomo aveva anestetizzato i suoi sensi, non poteva permetterlo di nuovo, neppure ora che sentiva il pollice di lui carezzarle la gola.

 

La giovane attrice si guardò dal tendere il collo verso James, come un felino in procinto di fare le fusa e riprese fiato: “Non sempre è giusto avere quello che si vuole, James”.

Razionale e lapidaria, la risposta della ragazza stordì il biondo attore, che dopo un paio di respiri profondi liberò Lisa dalla sua dolce trappola.

Si era arreso? La ragazza non sapeva se dispiacersi o esserne felice.

 

James le sfiorò il volto coi polpastrelli, ancora riluttante a dichiararsi sconfitto, ipnotizzato sulle labbra di lei: “Cosa devo fare per farti capire che ti puoi fidare?”.

 

Dire che mi vuoi, che non puoi stare senza di me, che non riesci a dormire senza il mio corpo accanto al tuo”

 

Lisa tacque le grida nella sua testa con un lieve sorriso.

Poi disarmata riuscì solo a dire: “Una magia?” ironica e anche un po’ sarcastica, doveva spezzare l’idillio di quell’attimo, che si ostinava ad aleggiare nella stanza.

A salvarli sopraggiunse il rumore secco di una bussata.

 

David era lì, le nocche sullo stipite della porta aperta, il sorriso saggio di chi sa: “Ehm…scusate il disturbo- si schiarì la voce e rivolse una domanda direttamente a Lisa- Hai un minuto?”.

La ragazza annuì, percependo il calore di poco prima che scemava: James si era allontanato di qualche passo, lasciandola composta sul suo sgabello.

Will Smith è partito in fretta e furia, ha detto che doveva organizzare una cosa…e ha lasciato questo per te- allungò un biglietto all’amica attrice- Ti chiamerà stasera”.

 

Lisa aggrottò la fronte, curiosa, e si alzò dalla sua postazione per prendere il foglio di carta: era un invito, stampato su carta filigranata e su cui campeggiava la foto di un albergo da sogno in riva al mare.

Poco sotto lo scarabocchio di alcune veloci parole che Lisa decifrò subito:

 

“Party in the city where the heat is on

All night on the beachtill the break of down”

E subito prima della firma, un indizio

Benvenido a Miami”.

 

Le ci volle un attimo e capì: la serata di beneficenza per Felina, Will era partito in anticipo per correre ad organizzarla e la ragazza sentò a crederlo possibile. Miami.

L’amico voleva fare le cose in grande. Non ci volle altro a farle brillare le iridi verdi di commozione.

Quasi si dimenticò di salutare i presenti, prima di correre via lungo il corridoio.

 

David sapeva della sorpresa, così si prese quel frangente per godersi lo spettacolo di James, perso in contemplazione di ogni respiro di Lisa.

Ora il biondo attore se ne stava con la testa a far capolino fuori dalla porta, per seguirla con lo sguardo.

David incrociò le braccia divertito: “Fammi indovinare…Ti ha respinto”.

James a malapena si accorse dell’amico attore: “Cosa ne sai tu?” chiese distratto.

L’altro entrò di prepotenza nel suo campo visivo: “Cos’hai fatto? Hai sfoderato il tuo fascino da latin lover convinto che lei cedesse?”.

Il biondo interrogato nascose dietro la stizza l’attimo di tentennamento: “latin lover? Come se non mi conoscessi, amico…”.

 

David si fermò a sondare ai Raggi X l’imputato: lo vedeva sincero, non nelle parole- era una frana a mentire- ma glielo leggeva nei movimenti nervosi degli occhi e quell’infatuazione era reale, soprattutto quando la luce dell’immagine di Lisa illuminava i suoi occhi blu.

Così il moro attore decise di dire la verità: “Ti vuole ancora…Ma non è una delle tue tante fan adolescenti che svengono per un autografo”.

“Risparmiati l’ironia” lo zittì tagliente James.

“No, dico davvero: guardala bene- David si accinse a spiegare- Non c’è persona che conosca che non abbia imparato a volerle bene. Persino Star come Will Smith e Sharon Stone si fanno in quattro per lei…per il semplice fatto che lei se lo merita”.

Dove vuoi andare a parare?” James faticava a seguire il discorso.

“Intendo dire che Lisa è diversa…ed è ferita…e spaventata- David ammonì l’altro con l’indice puntato verso il suo naso- E non provare a fare lo gnorri a riguardo”.

 

A tali parole James fu costretto ad abbassare lo sguardo, colpevole.

“Non so cosa fare, lo ammetto”.

L’altro aprì le braccia esasperato: “Fai qualcosa per lei…Dimostra di essere diverso, una volta per tutte. Sorprendila!”.

James rimase spiazzato da tanta ovvietà. Voleva a tutti i costi che lei si fidasse e così facendo la stessa Lisa era stata messa in secondo piano dal suo desiderio.

Cosa voleva di più da lei? Vederla sorridere…i suoi occhi che risplendevano di gioia e che le toglievano il fiato.

 

Sorprenderla, sì…David aveva ragione. L’attimo successivo James sapeva cosa fare.

“D’accordo” disse, più a se stesso che al moro attore, prima di avviarsi all’albergo.

EJames?”

“Sì?”

“Cerca di non fare cazzate questa volta”.

 

 

 

Rullo di tamburi…cel’ho fatta. A distanza di un mese esatto dall’ultima pubblicazione, sono di nuovo qua.

Non è stato un periodo facile, chi mi conosce sa il perché, ed ho arrancato per mantenere viva la voglia di aggiornare. Purtroppo nei momenti di difficoltà la prima cosa che ne risente è la creatività.

Ammetto che ho passato giorni in cui anche ascoltare musica era troppo, volevo solo buio e silenzio.

Poi mi sono resa conto che la mia serenità esiste anche per loro, Lisa e James…e per tutti voi, che mi fate battere il cuore per l’emozione tutte le volte che vedo un nuovo messaggio in posta o nei commenti.

Un grazie in particolare a Chloe, che mi è stata vicina con discrezione e pazienza, lanciandomi un messaggio in chat qua e là, ogni tanto…sono tornata cara!

Spero che questo capitolo non abbia risentito del mio attimo di malinconia, se così fosse, prometto che ci sono grandi sorprese all’orizzonte.

 

Non smettete mai di sperare che torni il sereno. La speranza è già di per sé l’alba di un nuovo inizio.

Con affetto, Lisa

 

Ps: qui sotto il link al video della canzone a cui faccio riferimento nel capitolo, spero che la ascolterete e che vi piaccia, nella sua semplicità, mi ha trasmesso tanta dolcezza

http://www.youtube.com/watch?v=eM213aMKTHg&feature=fvwrel

   
 
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