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Autore: bambolinazzurra    27/02/2012    2 recensioni
Roxas ha una piccola "disavventura" che lo costringe ad abbandonare la sua prima palestra e a trovarne un'altra. Axel, il suo nuovo istruttore, si diverte a stuzzicarlo e metterlo a disagio.
Chi avrà la meglio?
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Axel, Lexaeus, Roxas, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Roxas scaraventò il borsone nel primo armadietto libero, senza darsi la pena di chiuderlo a chiave. La prima cosa che fece fu controllare le docce. Bene, qualche cubicolo aveva un’economica  tendina di plastica semitrasparente come copertura, per i clienti più timidi.
Fece un sospirone e affrontò risolutamente le scale per accedere alla palestra vera e propria.

- Abbiamo un nuovo iscritto, Lex –
Lexaeus, il proprietario della palestra, annuì lievemente, dimostrando di aver capito ciò che l’altro aveva detto.
Era un omone altissimo e muscoloso, che non amava particolarmente parlare e non lo faceva se non era indispensabile.
- Se non ti dispiace, vorrei occuparmene io – cianciò Axel, che al contrario aveva la parlantina sciolta.
Lexaeus inarcò un sopracciglio cespuglioso. “Perché?” sembrava voler dire. Axel lo conosceva da parecchio, quindi non ebbe particolari difficoltà ad interpretare.
- Il ragazzo sembra nuovo di questi posti. Voglio aiutarlo ad ambientarsi. E poi mi è simpatico –
- Se ci tieni – buttò fuori Lexaeus con difficoltà.
- Grazie! –

Roxas trovò Axel che lo aspettava in cima alle scale. Aveva stampato in faccia un sorrisetto che non prometteva niente di buono.
- Benvenuto all’inferno! – sibilò.
Appunto. Non si degnò di rispondere e si limitò a fissare torvo lo strano ragazzo, che con quei capelli rossi e appuntiti poteva quasi sembrare un diavolo. Un bel diavolo, ma quelli erano dettagli. Non gliel’avrebbe data vinta, se le cose stavano in quel modo.
- Oh, andiamo ragazzino, stavo solo scherzando! –
Ma, come a contraddirlo, la canzone cambiò all’improvviso.

Burn baby burn!
Disco inferno!
Burn baby burn!

Roxas guardò Axel con un’espressione che sembrava dire “Mi stai prendendo in giro?!”.
Axel, spiazzato, si voltò verso il banco poco lontano, dove sedeva Lexaeus, che li stava guardando. L’uomo sbuffò e distolse lo sguardo. Ma per un attimo Axel fu certo di aver visto un angolo della bocca dell’omone che si sollevava leggermente.
“Andiamo bene, perfino Lex si prende gioco di me!”
Portò il ragazzo davanti a un tapis roulant.
- Hai idea di cosa farci con questo? – gli chiese provocatorio.
- Mi prendi per scemo?! – rispose seccato Roxas, guardandolo negli occhi per la prima volta – Ti richiamo tra mezz’ora – e gli fece ciao ciao con la manina.
“Pazzesco, il nanerottolo mi ha dato il benservito! Sono io l’istruttore, qui!”. Ma nondimeno si allontanò.
Allora si diresse verso il banco all’ingresso, deciso a chiedere spiegazioni a Lexaeus sullo scherzetto di prima, ma venne preceduto.
- Quindi è questo il tuo modo di mettere a loro agio i ragazzini? Un “benvenuto all’inferno”? –
Axel incrociò le braccia sul petto e piegò la testa verso destra.
- Non capisco cosa ci sia di male in una semplice battuta, Lex. E tu cosa avevi in mente, di grazia? Perché hai messo su Disco inferno? –
- Volevo aiutare anch’io il ragazzino ad ambientarsi, nella tua maniera – rispose derisorio, lo sguardo stranamente puntato al di sopra delle spalle di Axel, anziché sul suo viso – E comunque ho come l’impressione che, nonostante l’aspetto angelico, sarà lui a farti vedere l’inferno. Buon lavoro! –
Lexaeus ghignò apertamente e sparì nel suo studio.
Axel non sapeva cosa pensare, se non che Lexaeus aveva proprio uno strano senso dell’umorismo. Figuriamoci, uno scricciolo del genere farlo dannare?
Non sapeva ancora quanto si sarebbe rivelata azzeccata quella previsione.

Accensione del macchinario. Riscaldamento a passo svelto. Salita. Corsa.
Fiato corto e sudore che già scendeva sul suo viso bollente.
Roxas aveva le orecchie tese al suono della musica stimolante e ritmata che passavano gli altoparlanti, che si mischiava con il suo stesso respiro. Gli occhi fissi nel riflesso dello specchio da parete davanti a lui, tramite cui sbirciava di nascosto il suo nuovo istruttore e quello che aveva l’aria di essere il proprietario della palestra. Il ragazzo dai capelli rossi era di spalle e aveva la testa piegata.
"Non guardargli il sedere, Roxas, non guardarlo affatto se non è assolutamente necessario."
D’un tratto si accorse che l’omone lo scrutava attentamente, come per valutarlo. Roxas non sapeva se lo stesse facendo per compilare la sua scheda o per altri motivi, ma sostenne fieramente lo sguardo. L’altro invece lo distolse e si dileguò, con una frase mormorata e un sorrisetto rivolto al più giovane.

Axel aveva lo sguardo fisso sulle griglie della stufetta davanti alla quale stava rannicchiato. Fuori stava piovendo a dirotto, mentre poco prima c’era un sole sfolgorante, per essere pieno inverno.
Inutile dire che il ragazzo odiava la pioggia e il freddo esattamente come i gatti.
“In realtà dovrei stare solo al banco a riempire le scartoffie e incassare le quote degli abbonamenti. Che cavolo mi sono messo in testa, io fare l’istruttore?! Spero solo di aver imparato qualcosa da Lex, in questi anni”
Era talmente assorto che non sentì il ragazzo che arrivava alle sue spalle.
- Axel – lo chiamò Roxas, toccandogli una spalla.
Il rosso si voltò di scatto con un singulto, una mano premuta sul petto in maniera molto poco virile.
- Accidenti, basta così poco per spaventarti? – ridacchiò Roxas, prima di riuscire a trattenersi.
Axel lo ignorò.
- Bene, ora che ti sei riscaldato – disse e gli spiegò gli esercizi che avrebbe dovuto fare la prima settimana. - Voglio vedere cosa sai fare, prima di passare agli esercizi seri –
- Quel tipo, cosa mi dici di lui? – fece Roxas all’improvviso.
- Chi? –
- Quella specie di montagna che ho visto prima –
- Oh, Lexaeus? È il proprietario. Perché, ti interessa? –
Roxas arrossì violentemente.
- Non dire stupidaggini! E poi, come puoi sapere… - ma s’interruppe di botto, turbato. Era così evidente il suo orientamento sessuale?
Axel parve intuire cosa passava per la mente del biondo: abituato com’era ai silenzi di Lex, ormai non gli servivano molte parole per capire le persone che aveva di fronte.
- Scusa, non volevo metterti a disagio. Solo che gran parte delle persone che vedi qui dentro è gay. Ho imparato a riconoscerli, tutto qui, ma tu lo nascondi particolarmente bene. Non sei per niente effeminato – e sorrise gentilmente.
- Sì, ecco… non me l’aspettavo – borbottò imbarazzato – Comunque l’ho chiesto per curiosità, non perché mi interessa –
- Tanto meglio, perché Lex è sposato e con prole a carico –
Passarono molti minuti in silenzio, mentre Roxas eseguiva le sue serie di esercizi. Poi passò Lexaeus e chiese a Roxas come stesse andando.
- Bene, grazie. Ma secondo lei quanto potrò sviluppare i muscoli? – chiese senza riuscire a trattenersi, salvo poi arrossire subito dopo.
Lexaeus, schietto e brutale come le asce indiane che collezionava, lo esaminò brevemente prima di rispondere.
- Potresti arrivare a uno sviluppo discreto, ma te lo sconsiglio –
- Perché? – Roxas sembrava mortificato.
Lexaeus si ammorbidì un pochino.
- Sei piccolo di statura. Ho letto sui documenti che hai diciotto anni, quindi potresti ancora crescere, ma dubito che arriverai al di sopra del metro e settanta. Poi sei esile e con le spalle piuttosto strette. Lavora soprattutto sull’irrobustirti un po’ e definire i tuoi muscoli e, al massimo, datti a qualche pratica di arti marziali. Così arriverai al livello di Axel –
Roxas sembrava dubbioso: scrutava il ragazzo più grande come se non gli sembrasse il massimo a cui aspirare. Infatti lo stesso Axel sembrava piuttosto esile, pur essendo più alto. In effetti Roxas non capiva come mai facesse l’istruttore. Tutti gli altri erano molto più muscolosi.
- Hai ragione – fece Lexaeus – Così non si capisce. Axel, togliti la felpa –
- Non ci penso proprio, Lex, mi fa freddo –
- Adesso! – il tono dell’uomo non ammetteva repliche.
Axel sospirò e fece come gli era stato ordinato e rimase in canotta. In effetti, notò Roxas, i suoi muscoli erano saldi e scolpiti, seppur non enormi. Lexaeus gli sollevò la canottiera, ignorando sia l’occhiataccia di Axel che il rossore di Roxas e rivelò addominali e pettorali che sembravano disegnati da un abile artista.
Sotto i loro occhi la pelle lattea del ragazzo si ricoprì di pelle d’oca.
- D’accordo, spettacolo finito! – sbottò Axel, seccato, rivestendosi.
Anche lui era piuttosto rosso in viso.
Roxas, dal canto suo, sembrava soddisfatto. Ringraziò Lexaeus e andò a lavarsi allegramente, pensando che dopotutto quella palestra era meglio dell’altra.
Axel invece pensò che non avrebbe dovuto farsi coinvolgere in quella storia e che il ragazzino portasse più problemi e grattacapi di quanto valesse realmente.


Ed ecco qui il secondo capitolo. Non so quando potrò postare di nuovo, visto che avrò 10 giorni piuttosto pieni (esami in arrivo), ma alla peggio riuscirò a mettere il nuovo capitolo entro la prima metà di Marzo, spero che mi perdonerete il tempo di attesa.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno e quelli che si fermeranno a lasciare un parere.
Alla prossima!
  
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