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Autore: Ariana_Silente    27/02/2012    1 recensioni
31 ottobre 1981.
Quattordici anni dopo...
"Fui strappato via dal mio corpo, diventai meno che spirito, meno del più miserabile fantasma... eppure ero vivo. Cosa fossi, nemmeno io lo so..."
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Voldemort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Notte di Morte, Fantasmi e Mostri

 

 

«Spostati stupida, spostati.»

Rimane ferma davanti a lui, il viso contrito e pallido.
Alcune lacrime stanno finendo a terra, vecchie di pochi attimi, segno di un atroce lutto smarrito in quelle perle confuse nella polvere.

Ti sto dando la possibilità di salvarti, spostati.
Leggo la tua paura, stupida donna. La percepisco chiaramente, ora come mai nei nostri tre precedenti scontri.
La tua mente è un libro aperto per me.
Ho letto rabbia, determinazione, costanza in quelle occasioni. 

Corruga la fronte, osservando la sua preda, mentre le ultime note della sua acuta e stridula risata si spengono nel buio.

Conosco questi sentimenti, li ammiro: saresti una grande strega, saresti una valida alleata.
I tuoi occhi sono sempre stati decisi e fermi, la tua mano non ha mai tremato così come la tua voce. Allora non ti ha mai sfiorato il timore, allora che non avevo motivo di indugiare sulla tua sopravvivenza, se solo il mio incantesimo ti avesse raggiunta saresti morta, ora invece un terrore viscerale ti impedisce persino di respirare. 

«Spostati!»

Adesso invece, che ti offro l'opportunità di scamparmi, ora hai paura.
Ora tremi davanti a me senza nemmeno tentare di recuperare la tua bacchetta.
Dov'è la strega che mi ha affrontato, stupida donna?


Sposta lo sguardo dalla ragazza che ha difronte, indugiando infastidito sul marmocchio che è la causa della sua sgradita – ed è solo un eufemismo – presenza in quella notte di mostri e fantasmi, di morti redivivi in quella casetta, culla di sogni che si stavano già incrinando, alcuni già in frantumi.
Lo studia, inclinando la testa di lato.
Il bimbo afferra la spondina del lettino e si tira su con uno sbuffo, gli occhioni dubbiosi, il sorriso sulle labbra si sta già trasformando in una smorfia impaurita.
Ma il suo campo visivo tornò a essere riempito dalla ragazza.
Un semplice passo di lato silenzioso e composto, ma decisamente marcato.

«Harry no, ti prego... per favore... lui no.»

Tornò a guardare la ragazza.
Il mago sgranò gli occhi, iniziando a capire la causa della paura della donna.

Il bambino.

Sarebbe morta per il bambino, allo stesso modo per cui il ragazzo di sotto era morto: senza nemmeno la bacchetta.
Entrambi si erano accontentati di allargare le braccia e gridare. Di supplicare, nel suo caso.

Che sciocchi.


Il mago storse la bocca per puro disgusto.
L'enormità della stupidità di quei due lo colpirono profondamente; gli erano sembrati persone così valide e intelligenti, ma alla prova dei fatti si erano dimostrati per quello che erano veramente: sciocchi sentimentalisti.
Per questo il cadavere del ragazzo corvino giaceva sulla soglia di quella dimora che avevano tentato di nascondergli...
Per questo, il cadavere della ragazza rossa sarebbe stato presto ai suoi piedi...

 

Che scocciatura.

 

Un fiotto di luce verde illuminò sinistro i volti delle tre persone presenti, al ritmo del pianto del bambino, la piccola fronte vellutata appoggiata al bordo della spondina.
Lo sguardo del mago tornò a posarsi sul bambino piangente, che era tornato seduto, stringendosi le manine, grosse lacrime piovevano dai suoi occhi sgranati e verdi, uguali a quelli che fino a un attimo prima lo scrutavano supplicanti.
Ma in questi così giovani c'era solo confusione e terrore.

Un altro fiotto di letale luce verde, come una scarica elettrica, scaturì dalla sua bacchetta unendo per un attimo le uniche anime ancora viventi sotto quel tetto in quella notte di morte, fantasmi e mostri.
Gli occhi del mago si posarono vittoriosamente spavaldi su quelli indifesi del bambino e per molto tempo, lunghi anni, furono l'unica cosa concreta che fu in grado di ricordare, seguito da un boato e dall'odore della polvere soffocante.

 

 

***

 

 

«Fui strappato via dal mio corpo, diventai meno di spirito, meno del più miserabile fantasma... eppure ero vivo. Che cosa fossi, nemmeno io lo so...»




 





§§§§

AS's space.

Eccomi di ritorno, con questa storia incentrata nel momento in cui Voldemort fronteggia Lily per uccidere Harry.
mi sono ricordata che nel libro (uno dei sette^^) si dice che i genitori di harry hanno affrontato tre volte voldemort, uscendone indenni. ho pensato che in quelle occasioni Lily e James di sicuro avevano uno stato d'animo diverso da quello della notte in cui sono morti, per forza, mi sono detta, c'era di mezzo la vita del loro bambino... e come può avere reagito Voldemort, visto e considerato che era uno dei più grande Legilimens di tutti i tempi e, quindi, deve aver conosciuto almeno in parte i loro pensieri? con questa ho cercato di darmi una risposta.

  
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