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Autore: Francibella    27/02/2012    5 recensioni
In quel momento, seduta davanti all’immenso specchio in camera dei suoi genitori, Lily Potter odiava i suoi capelli rossi. Così rossi. Così Weasley. Così Evans. Così Lily. Così poco Luna. «Al, tu sei sicuro che io sia figlia di mamma e papà?» «Lily» il tono di Al era calmo e pacato, come sempre. «non sei una Scamander.»
Questa OS si è classificata prima al contest "Disney Couples - E tutti (o quasi) vissero per sempre felici e contenti - The Sequel" indetto da Alyssia98 sul Forum.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Lysander Scamandro | Coppie: Lily Luna/Lysander
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Fondamentalmente, Lily. 

Nickname: Francibella (Francisca_Potter sul forum)
Titolo:  Fondamentalmente, Lily.
Pacchetto: Melody/Ragazzo biondo senza nome
Canzone: Questo mondo fa già parte ormai di me
Uso  del prompt: ciondolo/mamma
Citazione: Mamma è qualcuno che ha speranza per te
Elementi usati: canzone, immagine del ciondolo.
Genere: Sentimentale, Romantico.
Rating: Verde
Introduzione: In quel momento, seduta davanti all’immenso specchio in camera dei suoi genitori, Lily Potter odiava i suoi capelli rossi. Così rossi. Così Weasley. Così Evans. Così Lily. Così poco Luna. «Al, tu sei sicuro che io sia figlia di mamma e papà?» «Lily» il tono di Al era calmo e pacato, come sempre. «non sei una Scamander.»
NdA: Quasi diabetica, devo dire, ma avevo proprio voglia di qualcosa di tenero e dolce, di una bella storia romantica.

 


 








In quel momento, seduta davanti all’immenso specchio in camera dei suoi genitori, Lily Potter odiava i suoi capelli rossi. Così rossi. Così Weasley. Così Evans. Così Lily. Così poco Luna.
«Al, tu sei sicuro che io sia figlia di mamma e papà?» Suo fratello alzò appena gli occhi dal libro e annuì. Nonostante i suoi nove anni, Lily faceva delle domande complicate e strane. Gli unici che le prestavano ascolto in quelli definiti da James “momenti Luna” erano suo fratello Albus e suo padre.  «Perché io non mi sento una Potter.» Di nuovo Al non rispose, ma Lily era certa che lui la stesse ascoltando. «E non mi sento nemmeno Weasley. Potresti dire che forse sono una Evans, ma da quello che ha detto papà non credo proprio di esserlo.»
«Lily» il tono di Al era calmo e pacato, come sempre. «non sei una Scamander.» Le guance di Lily si colorarono appena di rosso e la ragazza si voltò velocemente verso il fratello, ancora sdraiato sul letto dei genitori con in mano un libro.
«Cosa ne sai che era quello che intendessi dire?»
«Ok, scusa.»
«Va bene, era quello che intendevo. Come fai a sapere che non sono figlia loro?»
«Hai notato che gli Scamander (tutti e quattro) hanno i capelli biondi e gli occhi chiari?» Lily annuì tristemente. «Cosa c’è di brutto a essere una Potter? A me piace, credo. Cioè non me lo sono mai chiesto, ma non ci trovo nulla di male.»
«Mi piace essere una Potter. Solo che non mi sento come tutti voi. Io mi sento… strana.»
«Sciocchezze, Lily. Nessuno di noi è uguale all’altro. Soltanto perché vedi i Pimpli d’Acqua o cerchi i Ricciocorni Schiattosi non vuol dire che tu sia una Potter. Solo, hai molta fantasia. Tu sei mia sorella, Lily.»

*******

Il primo Natale da quando era a Hogwarts. Nonostante tutto, era contenta di tornare a casa. Sì, andare a scuola era bello, ma tornarsene dalla propria famiglia lo era di più. Osservava il paesaggio innevato scorrere davanti ai suoi occhi, dall’altra parte del finestrino. Di fianco a lei la sua amica Clarisse leggeva un libro, mentre Ellie si era appisolata. All’improvviso entrarono Lorcan, Hugo, Louis e Lysander. Avevano tutti e quattro un sorriso molto birichino… Malandrino avrebbe detto suo padre. In pochi secondi, le ragazze si trovarono tutte strette in un solo posto, dal momento che i ragazzi avevano occupato i posti disponibili. Per un secondo – molto breve, forse un decimo di secondo – lo sguardo di Lily incontrò di quello di Lysander, seduto di fianco al suo gemello, e gli sorrise. E di nuovo le parole di Albus le tornarono in mente. Lei non era una Scamander, non avrebbe mai potuto correre sul prato senza scarpe, non avrebbe mai potuto rimanere a fissare il cielo, non avrebbe potuto parlare di Pimpli a tavola, senza che qualcuno la guardasse come una matta. Lei era Lily, non Luna.

*******

«Luna, loro non capiscono. Proprio non ce la fanno a capire.»
«Tesoro, non ci pensare.»
«Il problema è mia madre! Perché deve essere così pesante? Luna, vorrei che fossi tua la mia mamma.» Luna Lovegood in Scamander guardò a lungo la quindicenne Lily Potter.
«Non è vero.» Il tono di Luna era esageratamente triste. «Lorcan e Lysander si vergognano di me.»
«Ma non è assolutamente…» Lily si fermò. A volte aveva l’impressione che Lysander si vergognasse anche di lei. In pubblico non si salutavano mai troppo calorosamente. Non che si ignorassero, però non erano in confidenza come quand’erano solo loro due. Al diceva che era semplicemente l’adolescenza, che non avrebbe dovuto preoccuparsi. E lei non lo faceva. Però se anche Luna aveva paura, forse c’era qualcosa da temere. «Lorcan è sempre molto affettuoso con te, ti vuole bene.» Questa non era esattamente una bugia. Solo che Lorcan era affettuoso con tutti. In base al tipo di persona, cambiava il tipo di affetto, ovviamente. Quello per le belle ragazze non era proprio uguale a quello per sua madre.
«Lysander… Lui crede che io sia matta, sai.»
«Beh, se è così, è solo uno stupido. Tu sei fantastica! E te l’ho già detto, io vorrei che fossi tu mia madre e non la perfetta Ginny Weasley Potter, sempre sulla copertina di Quidditch Oggi, di Strega Moderna e di Matrimoni Felici.» Luna rise piano, coprendosi la bocca con una mano, un gesto che faceva sempre anche Lysander.
«Lo sai anche tu che quella non è la vera Ginny. No, signorina, io la conosco bene, tua madre. E anche tu la conosci. Non vuole che tu perda la tua strada.»
«Ma se la mia strada fosse…»
«Cercare un rimedio contro la Febbre da Finliro Ruvido? Andiamo, Lily, lo sappiamo che non è così. In fondo, non ci credi nemmeno tu. No, non prendertela. Non c’è nulla di male. Lo capisco. In te rimangono un po’ di geni Granger.» Un’altra risata, leggera e limpida, come sempre. Lily era così rapita da Luna che non pensò nemmeno di replicare che in lei non c’era nessun gene Granger «Lascia che ti faccia un regalo» Con un colpo di bacchetta, Luna appellò un ciondolo a forma di cuore, di quelli che si aprono, con il posto per le foto. Con un altro colpo di bacchetta lo aprì e fece comparire nei due vani una foto sua e una di Ginny. «Ecco, ora hai le tue due mamme sempre vicine.» Con gli occhi lucidi, Lily si buttò tra le braccia della sua madre/madrina.
Nel frattempo, Lorcan e Lysander osservavano la scena dalle scale.
«Lys, vuoi stare calmo? Continui ad agitarti.»
«Cosa credi che si siano dicendo? Pensi che parlino male di me?»
«Perché dovrebbero parlare male di te?» Lorcan alzò gli occhi al cielo, chiaramente esasperato. «Si stanno raccontando cose da donne.» A quest’affermazione, Lysander si voltò di scatto verso il fratello gemello.
«Lily non è una donna.»
«Va beh, ha solo quindici anni, ma fra un po’… Ma che problemi hai?»
«Io… nessuno.»
«Se sei geloso, e non lo so se tu lo sia, ma se lo sei, allora sei veramente stupido. La ignori sempre a scuola. Cos’è, hai paura che scopra i tuoi veri sentimenti?» Di certo Lorcan non si sarebbe mai aspettato che le guance di Lysander diventassero così rosse. Così Weasley. «A quanto pare la situazione è più grave del previsto.»
«Io so che è sbagliato. So che siamo amici. Ma mi piace, cosa posso farci? Il problema è che lei, in me, vede nostra madre.»
«Sciocchezze!»
«Sì, Lorc, è così. Me lo ha detto lei, che assomiglio tanto alla mamma. Stessi capelli biondi, stessi occhi azzurri.»
«Che cosa centra? Anche lei assomiglia a Ginny, ma mica ti faresti Ginny, no?» La schiettezza di Lorcan, a volte, era esasperante. Ma altre volte, serviva a Lysander per ritrovare l’orientamento.
«Certo che no. Il punto è che lei è attratta da questo.» Lysander mosse con enfasi le mani intorno a sé.
«È attratta dalle nostre scale piene di muffa?»
«È attratta dalla famiglia Scamander. Dalle scoperte di papà, dalle teorie di mamma. Dalla libertà che lei crede si respiri in questa casa. È attratta dalle corse a piedi nudi nel giardino. È attratta dall’arrampicarsi sul fico per cogliere i frutti. È attratta dai racconti del nonno. È attratta dall’essere un Lovegood-Scamander. Non da me. Non da Lysander.»
«Queste sono tue illazioni. Non lo sai. Non per certo.»
«Vorrei che Lysander le piacesse più di Scamander. O forse non vorrei essere uno Scamander. Forse se fossi un po’ più Potter, le piacerei di più.»

********

«Mia madre mi ha fatto un’infinità di domande su questo ciondolo.»
«E tu cosa le hai detto?» Lily non era sicura che Lysander stesse ascoltando sul serio. Aveva uno sguardo perso, guardava la neve vorticare fuori dalla finestra.
«Che me l’ha regalato mio marito. Il Babbano tossico che mi ha messa incinta.»
«Uhm. E lei?»
«Lei mi ha chiesto se potevamo farci una canna insieme.»
 «Le passerà!»
«Cosa? La dipendenza dalla droga?» Lysander aveva annuito distrattamente. Lily era rimasta in silenzio.
«Cosa? Droga? Chi si droga?» La giovane Potter aveva dovuto fare violenza su di sé per evitare di ridere e rimanere seria.
«Lysander, non hai ascoltato una singola parola di quello che ho detto. Nemmeno una. Se ti annoio, dimmelo, me ne vado.» Lysander le aveva stretto timidamente una mano e – sempre senza guardarla – aveva scosso la testa.
«Non voglio che tu te ne vada. Solo che questo cosa del ciondolo… è strana anche per me.» In fondo, Lily se lo aspettava. Il rapporto tra lei e Luna era sempre stato mal visto. Per lei, Luna rappresentava tutto ciò che Ginny non era. E per Luna, Lily era la figlia che non aveva avuto. Ma sapeva che ai gemelli Scamander, Lysander in particolare, avrebbe potuto dare fastidio.
«Sei geloso?» Lysander era arrossito violentemente, ma non aveva detto nulla. «Non voglio portarti via tua madre, Lys. Devi credermi. Ma scusami se sono stata troppo invadente.» Da rosso pomodoro era passato a un bianco cadavere. Lei credeva che lui fosse geloso di Luna in quel senso? «Forse è meglio che vada.»
«No, Lily.» Aveva afferrato la mano della ragazza e l’aveva attirata a sé, per poi stringerla tra le sue braccia.
«Non mi abbracci più, Lys.»
«Ti abbraccio troppo.»
«Non è vero. Mi stai sempre lontano, come se avessi la peste.»
«Sai, non voglio che gli altri pensino male.»
«Gli altri chi?»
«Gli altri ragazzi. Potrebbero pensare che tra me e te… ci sia qualcosa di più.»
«E se anche fosse?»
«No, niente…»
In quel momento, Lysander lo seppe. Ne ebbe la certezza. Aveva appena buttato via l’occasione della sua vita.

**********

«Hai deciso cosa farai dopo o no?» Clarisse aveva il solito tono disperato. Il fatto che Lily ancora non avesse deciso cosa fare dopo i M.A.G.O. la irritava. Durante i mesi passati Lily aveva ritenuto che fosse un po’ matta, ma ora, dopo aver già sostenuto gli esami, il pensiero che Clarisse avesse ragione si stava insinuando lentamente in lei.
«Non l’Auror, non la giocatrice di Quidditch.» Lo sguardo di Clarisse era piuttosto eloquente. «Non ne ho idea, davvero. Potrei cercare creatura strane per tutta la vita e…»
«No. Lily non puoi aspettare oltre, devi decidere. Tua madre cosa ne pensa?»
«Quale madre?» Ora, Clarisse la guardava come se fosse un’aliena.
«Ginny Weasley Potter. Tua madre.»
«Ah, quella madre. Scusa, te l’ho detto, io ho due madri. Ginny, che è la mia vera madre e Luna, che è la mia madrina.»
«Ok. Cosa ne pensa Ginny?»
«Quello che pensa anche Luna. Che devo trovare la mia strada.»
«Basta, questo argomento mi snerva. Hai parlato con Lysander?» Il cuore di Lily perse un colpo. Era ancora il suo migliore amico? Di recente si erano un po’ allontanati. Beh, non era proprio vero. O meglio era vero se con di recente si intendeva un periodo lungo circa un anno.
«Di cosa?»
«Di voi! Di che cosa, se no?»
«Io… Sinceramente, no. Perché è lui che si è allontanato da me e non capisco il perché. Appena mi sono messa con Ian ha preso le distanze e questo non ha senso. No, la so la tua teoria, ma non è così. Ti ricordi che cosa mi aveva detto? Che non poteva abbracciarmi perché poi chissà cos’avrebbero pensato gli altri. Non so che problemi abbia, ma sono stanca di aspettarlo. Le ultime volte che ci siamo visti mi ha fatto discorsi strani sul fatto che lui è Lysander e non Scamander.» Clarisse, come Lily, era confusa, in fondo sapeva che c’era sempre stato qualcosa tra Lily e Lysander, ma non ci capiva più nulla. Rimasero lì, entrambe sedute sul proprio letto, entrambe pensierose, Clarisse si rigirava una piuma tra le mani, mentre Lily torturava il suo ciondolo a forma di cuore.

*****************

«Come va al Quotidiano Magico?» Scorpius Malfoy le piaceva. Era simpatico, era affascinante, era simpatico, era buffo quando arrossiva perché Rose gli si avvicinava. Lily non avrebbe mai immaginato che tra loro sarebbe andata avanti tanto. Invece, contro ogni previsione, eccoli lì a festeggiare il Natale alla Tana. Tutti i Weasley si guardavano intorno, come se aspettassero di veder spuntare Draco Malfoy da un momento all’altro. Lily non dava loro alcun peso. Scorpius era simpatico. Le si rivolgeva in maniera educata, sembrava sul serio interessato, non lo faceva soltanto perché lei era una delle cugine preferite di Rose.
«Oh, sai, tutto bene. Forse ora faccio la giornalista vera.» Scherzavano tutti sul fatto che a Lily avrebbero fatto portare soltanto il caffè per molti anni, prima che le permettessero di scrivere sul serio. Invece, il Quotidiano Magico, il giornale dove Lily lavorava, era una testata piuttosto recente, aveva bisogno di farsi spazi e di rubare clienti al Profeta, quindi vigeva la legge del migliore. E Lily si era dimostrata piuttosto brava. «Mi fanno anche scrivere.»
«E non c’è nessun conflitto?» Lily aveva guardato Scorpius senza capire. «Beh, sai, tua madre lavora al Profeta, Luna dirige il Cavillo.»
«Oh. Sì, hai ragione. No, comunque no. Sai, il Cavillo ha un linea leggermente diversa dalla nostra. Poi non è quotidiano. Certo, il Profeta è il nostro più grande concorrente, ma ci lavorano tante persone, mia madre è solo una delle tante.»
«Insomma, sei contenta delle tua scelta!»
«Sono contenta. Sì, sono molto contenta. Io…»
«Ti sembra di avere tutto? Sai, Rose non vuole sentirmi fare questi discorsi, ma anch’io mi sento così. Ora sembrerò melenso e sdolcinato, però io mi sento in pace con me stesso, con il mondo. Con tutti. Mi sembra quasi ingiusta tutta questa felicità. Sto con la ragazza che amo, che amo davvero tanto. Faccio un lavoro che mi piace. Mi sento un privilegiato. Capisci, no?» Lily aveva annuito, nascondendo il volto nel calice di champagne. Lei non si sentiva affatto così. C’era qualcosa che le mancava. Qualcosa che le mancava davvero tanto.

***************

«Ti sei ricordata della tua altra mamma?»
«Vi abbiamo invitato sia ieri sia alla Vigilia, siete voi che non siete voluti venire.» Il tono di Lily era più acido del previsto. Non voleva aggredire Luna, ma lei non aveva nessun diritto di rinfacciarle qualcosa che non aveva fatto.
«Scusa, Lily, non credevo di offenderti.»
«No, soltanto vorrei capire perché non siate venuti. È una tradizione. Anzi, era una tradizione.»
«I ragazzi…»
«Lo so che Lorcan si è intrufolato di nascosto in casa nostra. Sono certa che quando hanno fatto lo scherzo a zio Percy ci fosse anche lui sotto quelle maschere.» Luna rimase in silenzio, ma sostenne lo sguardo di accusa di Lily. «ÈLysander. Lo so che è lui.» Con un leggero sbuffo, Lily si accomodò sulla poltrona di casa Scamander-Lovegood. «Io non so quale sia il suo problema, ma dovrebbe risolverlo.» In quel momento, una voce nota a entrambe le donne giunse dall’ingresso «Mamma, siamo a casa.» Un secondo dopo, di Lily non c’era più traccia. Luna guardò il figlio che entrava nel salone. Anche lui la guardò, un po’ spaesato. «Lo so, Lysander. Ora, l’ho capito.»

********************************

«Dovremmo scrivere qualcosa di accattivante per Pasqua.» Robert, il direttore del giornale, guardava i suoi giornalisti con uno sguardo penetrante. Lily ci era abituata e non si fece mettere in soggezione.
«Facciamo raccontare a qualche personaggio famoso dei suoi momenti più…»
«Helen, io sento blablabla. E ti rispondo che il Profeta l’ha fatto due anni fa.»
«Potremmo fare un servizio sulla caccia alle uova che si svolge…»
«Kevin, di nuovo sento solo blablabla.»
Dopo un altro paio di interventi di questo stampo, Lily si decise a intervenire.
«L’altro giorno ho visto un negozio. È una piccola bottega artigianale. Fanno le uova al cioccolato per Pasqua e hanno un sistema molto carino per il quale tu puoi ordinarle, farle spedire a qualcuno e quando questi l’aprirà compare un messaggio, una frase carina, si può anche farlo cantare. Di per sé non è un’idea originale, ma la proprietaria mi ha detto che ormai non lo fa più nessuno, che nessuno compra le uova fatte a mano. Facciamo un servizio su questo negozio e ne approfittiamo per parlare del fatto che ormai non prestiamo più attenzione alle piccole cose.»
«Uhm… Dannatamente antiProfeta. Loro con la loro compagnia da famiglia felice e allegra. Ok, Potter, il servizio è tuo. Prendi qualcun altro, se vuoi. Tra tre giorni sulla mia scrivania.»
Lily si era innamorata di quel piccolo negozietto, Magie di Cioccolato si chiamava. Quando aveva visto tutte quelle uova in vetrina, aveva desiderato che qualcuno gliene regalasse una e sentendo l’odore del cioccolato si era ricordata di quando condivideva l’uovo che nonna Molly le preparava con Lysander. Una stretta al cuore l’aveva colta ed era uscita del negozio, ma non lo aveva dimenticato.

*****************

Le avevano fatto tutti i complimenti. Bell’articolo. Bell’idea. Sei una grande giornalista. Robert le aveva addirittura dato una pacca sulla spalla e le aveva detto che poteva prendersi un giorno di ferie a Pasqua. E questo era davvero molto. Lily, però, si era trovata costretta a rifiutare. Non avrebbe saputo dove – o con chi – andare. Così anche la Domenica di Pasqua, Lily Potter era in ufficio. Non c’era quasi nessuno, regnava un’atmosfera di irreale silenzio. A un certo punto, un leggero bussare alla porta scosse Lily dai suoi pensieri.
«Avanti!» Senza bisogno di alzare gli occhi, riconobbe quel profumo. «Mamma! Pensavo che ci saremmo viste stasera a cena. Sarei venuta a casa per le sei.»
«Lily, non sono qui per parlare di stasera. Volevo parlarti di un’altra cosa. Io lo so che il nostro non è un rapporto facile, non sono stupida. Io non sono il tipo di persona che tu vorresti essere. Non sono la donna che vuoi diventare, posso capirlo. Siamo diverse, ma questo non vuol dire che io non ti capisca o che non ti apprezzi. Io penso che una mamma sia qualcuno che ha speranza per te. E io lo sono, credimi. E sono così orgogliosa dei risultati che hai ottenuto!» Gli occhi di entrambe le donne si erano riempiti di lacrime e in breve Lily era tra le braccia di sua madre. Quella vera.
«Ho sempre pensato di essere diversa da te. O che sarei stata diversa da te. Sai, quando sono venuta qui a lavorare pensavo che tu non avresti capito e mi dicevo “vorrei che mia madre mi vedesse perché questo mondo fa già parte ormai di me”. Non avevo capito niente. Era proprio quello che volevi tu. Che io mi sentissi bene con me stessa, che trovassi la mia strada, che, chiaramente, non è cercare mitiche creatura sconosciute. »
«No, Lily, non lo è. Questa è la tua strada.»
«In fondo, siamo così simili, mamma. Anche senza guardare i capelli, la bocca o gli occhi. Siamo così simili, mamma, e io ne sono davvero felice.»
Rimasero così, abbracciate, per un po’. Poi Ginny Potter riprese il suo abituale contegno e, salutata la figlia, si smaterializzò a casa.
Lily si rimise al lavoro, decisamente felice, ma le sorprese non erano finite. Di nuovo, qualcuno bussò alla sua porta. Era un ragazzo, che Lily era sicura di aver già visto.
«Lily Luna Potter?»
«Sono io.»
«Devo consegnarle questo pacchetto. Metta un firma qui. Grazie, arrivederci.»
Mentre scartava il pacchetto e riconosceva la carta, capì dove aveva già visto quel ragazzo. Consegnava le uova nel negozio che lei aveva rilanciato. Forse volevano ringraziarla. Il pacchetto conteneva effettivamente un uovo di Pasqua. Bello, semplice, decorato con degli strani animali. Lily si chiese se dovesse aprirlo o meno, forse avrebbe dovuto attendere la sera e aprirlo con gli altri. Però erano le tre del pomeriggio. Proprio l’ora in cui, di solito, lei e Lysander si ritrovavano per mangiare l’uovo di nonna Molly. Con delicatezza, aprì il dolce e trovò il messaggio. Era scritto su una piccola pergamena con una calligrafia chiara ed elegante.

 

Ti terrò stretta al cuore, mia Lily, non ti farò andar via mai più. Ti terrò sempre qui con me.


Lily Luna Potter alle tre del pomeriggio del giorno di Pasqua, aprendo un uovo, pianse. Pianse a lungo, ricordando quella frase, che tante volte aveva letto. Era un libro per bambini che Luna leggeva sempre a lei e Lysander. Lorcan era troppo irrequieto per rimanere fermo ad ascoltare la storia. Quella frase, che a Lily era sempre piaciuta tanto, la diceva il protagonista alla ragazza di cui era innamorato, che ovviamente non si chiamava Lily. Qualcuno aveva riadattato per lei quella frase e il cuore di Lily era carico di speranze.
«Non volevo farti piangere.» Lily si alzò lentamente, si diresse verso Lysander e gli tirò uno schiaffo. Duro, secco. Lo colpì in meno.
«Quando? Ora? O quando avevamo sedici anni?»
«Mai. Cioè in entrambi i casi... Io ero confuso.»
«Oddio, Lysander, abbiamo vent’anni! Sono passati tre anni! E poi per quale motivo eri confuso? Tutto questo non ha senso.» Effettivamente, appena Lily lo disse, Lysander capì che davvero non aveva senso. Che Lily aveva sempre apprezzato Lysander, indipendentemente da Scamander, che lei avrebbe sempre voluto passare del tempo con lui e che era lui ad aver rovinato tutto.
«Ho rovinato tutto.»
«Un po’» Il tono di Lily era nuovamente tranquillo e calmo. Lysander abbassò lo sguardo. «ma non è mai troppo tardi.»
«Stai dicendo che mi darai una possibilità?»
«Una sola, Lys.»
«Credo di amarti, Lily.» Lysander lo disse arrossendo fino alla punta dei capelli. «Sì, ti amo proprio, Lily Luna Potter.» Ridendo, Lily si avvicinò al viso di quello che era stato il suo migliore amico e appoggiò le proprie labbra sulle sue.

*****************

«Allora, Al, c’è qualcosa che vorresti dire alla tua sorellina?»
«Bel matrimonio, sorellina.» Lily rise e appoggiò la testa sulla spalla del fratello, lasciando che lui la conducesse in quel ballo di coppia.
«Sì, sono d’accordo. Quasi più bello del tuo.» I fratelli Potter risero all’unisono.
«Sai, Lily, c’è qualcos’altro che vorrei dirti. Ora, sei una Scamander.» Entrambi sorrisero al ricordo di quella conversazione, avvenuta tanti anni prima. Ora Lily era Lily Luna Potter Scamander. Manteneva i suoi geni Weasley – Potter, ma avrebbe potuto comportarsi come una Scamander. Fondamentalmente, era Lily.




Giudizio di Alyssia98


Grammatica e lessico: 10/10 
Nemmeno una minuscola virgola mancata, mi piace molto come utilizzi i segni di interpunzione, soprattutto come metti il punto fermo, sempre calzante e appropriato. 
Stile e forma: 9/10 
Beh, a parte tre cosucce riguardanti un Ok, che si scrive Okay; creatura, che da come l’hai impostato tu doveva essere creature e Clarissa che a quanto ho capito in realtà è Clarisse; il tuo stile è fenomenale. Certo, leggendo altre tue fic, mi hai fatto innamorare del tuo stile, ma comunque sono solo dettagli e resta sempre magnifico in ogni circostanza. Mi ha fatto ridere parecchia volte ed emozionare in altre. 
Caratterizzazione personaggi: 10/10 
Sono personaggi nella New Generation e non ne conosciamo il carattere, per cui mi baso solo sulla credibilità della caratterizzazione. Un dici ci sta, non trovi? Questa Lily che non vuole essere Potter ma Scamander mi piace troppo, il suo non voler essere simile alla madre e la sua indecisione per il futuro è molto mi intrigano e il fatto che preferisca come madre Luna e non Ginny ti da moltissimi punti a tuo favore. Lysander, poi, mi è piaciuto un sacco, è un po’ come lo vedo io: pauroso del giudizio altrui, un po’ a scoppio ritardato nel capire le cose e un gran tenerone, romantico e dolce. Luna poi l’ho trovata perfetta e anche il suo atteggiamento nei confronti di Lily. Non c’è niente che non mi sia piaciuto di questa storia, ammettiamolo. Caratterizzazione da sogno, complimenti. 
Originalità: 10/10 
Se non è originale una cosa così, cosa lo è allora? già il solo fatto che Lily voglia essere più simile ad una Scamander che ad una Potter al rende originale, poi il fatto che voglia avere come madre Luna me la fa adorare e anche l’atteggiamento di Lysander, che si sento un po’ oscurato dalla perfezione che Lily vede nella sua famiglia. Il lavoro di Lily è perfettamente inserito e gli atteggiamenti che cambiano man mano la crescita la rendono più vera. Per finire l’idea delle uova è stata molto carina e anche quella del ciondolo, un vero colpo di genio, bravissima. 
Uso pacchetto: 10/10 
Hai inserito tutto alla perfezione e vorrei dirti che le citazioni della canzone sono rese benissimo dal contesto e che il promt lo hai sviluppato in maniera fantastica, ottimo l’inserimento dell’immagine. 
Punti bonus: 4/5 
2 punti bonus per essere stata tra le prime cinque a consegnare e altri 2 per aver scelto un pacchetto BONUS. 
Giudizio personale: 10/10 
Ma cosa ti posso dare se non il massimo anche qui? Credo di aver già elencato tutti i motivi per cui adoro questa storia non credo ci sia bisogno di altro per descriverla. Lily e Lysander li adoro più di prima e il contesto mi pace molto, poi le confidenze di luna e Lily sono così carine e… non ho più parole per elogiare la tua fic! Beh, brava, anzi, bravissima e complimenti! 
Totale: 63/65
  

   
 
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