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Autore: Annabelle_    27/02/2012    4 recensioni
E' una FF, ha come protagonista Annabelle, una ragazza tormentata e dal trascorso non facile e Harry (Styles) suo vicino di casa, cantante degli White Eskimo.
Lui la salverà, ci proverà. Lei si lascerà salvare?
Lui non è il principe azzurro, lei odia i finali felici. Lei non conosce l'amore e forse non lo conoscerà mai.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Voglio scappare di casa, trovarmene una tutta mia e creare il mio mondo li dentro. Oggi non c'è scuola e stranamente mia madre è senza alcun impegno. Potremmo ritagliarci un po' del nostro tempo e trascorrere una giornata all'insegna dello shopping, guardare vetrine e urlare ad ogni vestito carino e a poco prezzo, come fanno in quei terribili e poco verosimili telefilm americani. Ed invece no, oggi come ieri saremo divise, non da kilometri di distanza ma da un sottile strato di menefreghismo ed indifferenza. A me manca mia madre, mi mancano le sue carezze e la sua bellezza fuori dal comune, mi manca guardarla negli occhi azzurri e vedere me stessa, con qualche ruga in più e qualche esperienza da cancellare in più. Io voglio mia madre, voglio ridere con lei, voglio parlarle di problemi che solo una madre può capire, ma io non ho una madre, ho un'amica sull'orlo di una crisi di nervi, un'adolescente che dimostra solo 30 anni in più di quelli che ha veramente. Io non ho una madre, io ho solo me stessa, una copia rovinata di quella che sarò.
 
Non sono bella, sono diversa. Tante persone che conosco mi ripetono sempre di fare concorsi, di provare ad entrare nel mondo della moda. Ho un viso particolare, uno di quei visi che "spaccano lo schermo". Oggi ho un vestito grigio leggero e le mie clarks, devo passare dal fruttivendolo e poi dal Pheobe. Pheobe è quella che voi chiamereste migliore amica, io la chiamo semplicemente Bebe, non ci diamo nomignoli, è solo un modo carino di stravolgere il suo terribile nome, tutto qui.
Pheobe è di origine pakistana, ed è di religione musulmana, è stata la prima persona che qui a Londra ho avuto la possibilità di conoscere ed è l'unica che per adesso, non mi ha ancora abbandonata. 
Esco di casa e attraverso la strada. Una folata di vento fa passare sotto il mio naso un odore acre, odore di fumo, di bruciato. Mi giro, seguendo la scia di quell'odore grigio. Vedo delle fiamme nella finestra della mansarda di casa Styles. Non so che fare, entro nella lavanderia di fronte casa e chiedo aiuto. Io e Mercedes, la lavandaia, ci precipitiamo fuori casa di Harry e suoniamo ripetutamente il campanello, nessuno risponde. Chiamiamo il numero delle emergenze.
Hanno trovato Harry steso sul pavimento, stava suonando e qualcosa è andato come non doveva andare, arriva l'ambulanza. Harry sembra riprendersi ma con urgenza è da portare via. Mercedes mi spinge con lui sull'ambulanza, liquidandomi con una frase del tipo: "Anna vai tu, io ho il negozio, tieni il picciotto sotto controllo". 
Lo farò, lo terrò sotto controllo, almeno ci proverò.
I medici tengono la mascherina dell'ossigeno premuta sul suo viso e chiedono a me informazioni.
"Sei la sua ragazza? Tranquilla, si riprenderà in meno che non si dica."
"No, davvero...lo conosco a malapena."
"E perchè sei qui allora?"
"In realtà perchè non c'era nessun'altro disposto a seguirlo."
"Capisco. Sai almeno come si chiama?"
"Si, è Harry Styles, ha 18 anni."
"Perfetto. Fuma che tu sappia?"
"Si..però non vorrei fosse una specie di segreto inconfessabile."
"Non ne sapranno nulla i genitori, tranquilla."
Arriviamo al pronto soccorso e credo che sia arrivato il momento di telefonare a casa e spiegare a mia madre, probabilmente ancora sotto le coperte, tutto quello che era successo.
 
"Aspetta qui, potrà volerci del tempo, qualsiasi cosa...noi siamo dentro. Procurati il numero della madre almeno."
Dove lo prendo il numero della madre? So solo che si chiama Tilda, il resto mi è decisamente oscuro. Chiedo alla barista della caffetteria ormai ottantenne ti prestarmi un elenco telefonico, avrei cercato un modo, avrei chiamato Mercedes, avrei chiamato Phi, avrei trovato quel numero. Di tempo ne avevo a quantità industriali.
 
Appunto sulla mia agenda numero, nome, via. Phi è un' esperta di ricerche e anche questa volta pare essere stata la migliore nel suo campo.
La porta della sala si apre, ormai sono passate tre ore e Harry sembra reduce da una guerra apocalittica, sembra figlio del polverone sui terreni di battaglia. Zoccoli, sangue e sabbia.
Mi alzo, l'istinto mi dice di farlo, e mi avvicino a lui che mi guarda, mi riconosce appena e mi chiede cosa stessi facendo li. Allungo la mia agenda al medico e faccio sedere Harry su una di quelle poltrone nella sala d'aspetto.
"Eri solo, qualcuno doveva seguirti qui ed eccomi qui."
"E' stato tremendo, non so cosa sia stato."
"Almeno possiamo dire che è tutto finito, e bene."
"Almeno quello." Mi sorride e si passa una mano tra i capelli ricci, vuole aggiustarli ma sono talmente impolverati che l'unica possibilità di renderli guardabili sarebbe uno shampoo instantaneo.
"Guarda, tua madre sta per arrivare, se non ti dispiace io vado."
"No, aspetta, se vuoi ti diamo un passaggio verso casa."
"Tranquillo, ho bisogno di fare due passi ma grazie lo stesso."
"Come vuoi. Ciao."
Mi alzo, prendo le mie cose e mi avvio verso l'uscita. 
"Annabelle!" grida, "Grazie e...ti devo un favore."
Non sono brava con le parole e quindi gli sorrido ed evito di sbagliare, per quanto mi riesce bene farlo.
   
 
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