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Autore: Norberta_    27/02/2012    3 recensioni
Gli ultimi istanti di vita di Helena Corvonero raccontati in meno di 400 parole.
Dalla storia: "Senza pensarci e tremando dalla testa ai piedi, nascose il diadema in un cavo dell’albero e attese."
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Nickname:Norberta
Titolo:Io non sarò mai vostra!
Rating:Giallo
Genere:Drammatico, Triste
NdA:Ho voluto dare spazio a ciò che il fantasma di Helena Corvonero racconta a Harry nel settimo libro. La scena è ambientata in Albania, dove la ragazza si era rifugiata, dopo aver rubato il diadema alla madre. Il Barone, invece, la sta cercando, per riportarla a casa. Ho voluto usare il “voi” nei dialoghi, per rimanere fedele all’epoca di questa vicenda.

 
 
Io non sarò mai vostra!

I raggi luminosi della Luna colpirono il viso pallido e preoccupato di una giovane fanciulla dai lunghi capelli corvini. Il silenzio nella foresta era palpabile e in quel buio spettrale risuonavano soltanto i suoi passi affrettati.
Un urlo di sorpresa le uscì dalla bocca, quando dei rovi s’incastrarono nella gonna del suo abito. Tuttavia, la giovane proseguì nella sua corsa, addentrandosi tra gli alberi che diventavano man mano sempre più fitti.
Sentì una voce roca chiamare il suo nome in lontananza e serrò ancora più forte le piccole mani attorno al diadema.
Arrivò finalmente in una radura, al centro della quale si stagliava una vecchia quercia con i rami spogli. Senza pensarci e tremando dalla testa ai piedi, nascose il diadema in un cavo dell’albero e attese.

Pochi istanti dopo, il Barone apparve, ansante, e si diresse rapido verso di lei.

- Finalmente vi ho trovata, Helena.

- Conosco le vostre intenzioni. Non vi seguirò.

L’uomo le rivolse un sorriso freddo e ingiallito, che la fece sentire impotente. Per un attimo la sua audacia scomparve, ma non lo diede a vedere. Fece un passo verso di lui, ergendosi in tutta la sua altezza, e lo colpì sulla guancia con la mano aperta. Le sue dita vennero a contatto con la barba ispida del Barone e subito la ragazza si allontanò disgustata.
L’uomo la fissò, stupefatto. I suoi occhi acquosi la studiarono a lungo e Helena provò di nuovo la sensazione di essere esaminata. Si sentiva nuda e inerme davanti a quelle perverse attenzioni.

- Andatevene.

- Non senza di voi.

- Non cederò alle vostre lusinghe. Io non sarò mai vostra! – Helena sputò queste parole, insieme all’odio e al ribrezzo che nutriva nei confronti di quell’uomo.

Il Barone parve riflettere per alcuni secondi, poi estrasse il suo pugnale dalla cinta e, incurante dello sguardo di terrore dipinto sul viso di Helena Corvonero, lo conficcò nel petto candido della giovane.
Il corpo di Helena cadde sull’erba, ai piedi della grande quercia illuminata dalla Luna. Il Barone s’inginocchiò vicino alla donna che aveva amato, non ricambiato, per tanti anni, stringendo tra le mani il coltello macchiato di sangue innocente. Le scostò una ciocca di capelli dal viso e le sfiorò leggermente la fronte con le labbra. Poi, alzò la lama contro di sé.

Quella notte, una remota foresta dell’Albania accolse due anime tormentate.
  

  
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