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Autore: elisbpl    27/02/2012    6 recensioni
Il freddo ti punge il viso.
Sai che qualcosa è successo, ma cammini. Lentamente.
Così, lentamente, in te si fa strada la consapevolezza che tutto è andato storto.
La testa appannata, però, rallenta l'arrivo al cervello dei pensieri peggiori che avrebbero dovuto prepararti all'impatto.
Svolti l'angolo.
Tic tic tic.
I tuoi piedi calpestano qualcosa.
Scuoti la testa, abbassi gli occhi.
Vetro.
Rialzi gli occhi.
Bum.
Il nulla.
_
Dopo la caduta di Voldemort, Sirius è il primo ad arrivare a quella che era casa Potter.
Niente, spero vi piaccia. =)
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Niente. Il nulla. Mai più.


Quel patronus era inconfondibile.

Il freddo ti punge il viso.
Sai che qualcosa è successo, ma cammini. Lentamente.
Così, lentamente, in te si fa strada la consapevolezza che tutto è andato storto.
La testa appannata, però, rallenta l'arrivo al cervello dei pensieri peggiori che avrebbero dovuto prepararti all'impatto.
Svolti l'angolo.
Tic tic tic.
I tuoi piedi calpestano qualcosa.
Scuoti la testa, abbassi gli occhi.
Vetro.
Rialzi gli occhi.
Bum.
Il nulla.

Macerie.
La casa per metà è intera, per metà non esiste più, è un cumulo di macerie.
Cominci a correre.
Corri.
La porta è aperta, staccata dai cardini.
Entri.
Bum.
Il nulla.
Più nulla.
Mai più.
Cadi in ginocchio, il vetro per terra ti squarcia i pantaloni, penetrandoti nella pelle.
Ti tocchi le ginocchia, con un remoto sintomo di sorpresa dei meandri più oscuri del cervello: ti sporchi le mani, c'è tanto sangue.
Non lo senti.
Sai che non potrai sentire più nulla.
Mai più.
Gli occhi di ghiaccio, vitrei, fissi su quelli tanto familiari che ti guardano attraverso gli occhiali, senza più poterti vedere.
O ammiccare.
O sorriderti.
O avvertirti.
O accoglierti.
Le ginocchia sanguinanti non ti reggono più.
Cadi sul corpo di tuo fratello.
E' freddo, ma riesci ancora a sentirne il calore.
Dovresti rimproverarlo, non può lasciare la porta aperta a quell'ora, si congela.
E' ovvio che sia così freddo.
Godric, quanto fa freddo.
Ti stai congelando, lentamente.
Sai che resterai in quella posizione per sempre.
Non ti alzerai mai più.
Mai più.
Non c'è più speranza.
Ti rimproveri, stai sporcando la camicia del tuo migliore amico.
S'incazzerà tantissimo, fa sempre così: te lo dice sempre che non devi sporcare le sue cose. E' una donnetta. Con manie di protagonismo, per giunta.
Ti mancherà.
Bum.
Tic tic tic.

Qualcuno sta calpestando te.
Sta facendo un buon lavoro.
Tic tic tic.
Stai provando a lavare la sua camicia per non farti urlare contro.
Ma le lacrime sono troppo piccole per coprire le macchie che le tue mani sporche del tuo stesso sangue stanno lasciando.
Tu non piangi mai.
Tu non puoi piangere.
E' poco virile, così dicevi sempre a tuo fratello quando gli scappava qualche lacrimuccia.
Sono poche, davvero poche le volte che hai pianto davvero: per la rabbia, la frustrazione, il dolore. Due volte hai pianto persino di felicità.
Però, ora sai che non smetterai più.
Hai perso tutto.
Non c'è più niente per cui lottare.
Niente.
Il nulla.

Stai morendo.
Non fisicamente, no.
Stai morendo dentro.
I tuoi organi si stanno spappolando, consumandoti dall'interno, lentamente.
Il tuo cuore si sta fermando.
Lentamente.
Morire fisicamente farebbe meno male, ma non vuoi.
Vuoi soffrire.
Devi soffrire.
Devi soffrire, perché sai che è colpa tua.
Solo tua.
Chiedi scusa.
Scusa. scusa. scusa. scusa.
Ma è troppo tardi per scusarsi.
Hai perso tutto questa notte.
La tua famiglia.
I tuoi amici.
La tua vita.
Tutto, tutto rilegato in una sola persona, l'unica che ti fosse rimasta.
Maledici tutto.
Maledici il mondo, maledici la guerra, maledici l'odio, maledici te stesso.
E' colpa tua.
Perché sentirlo urlarti contro come nell'unico vero litigio che avete avuto sarebbe la più dolce delle gioie, in questo momento.
Non riesci più a muoverti.
Non vuoi.
Sei steso sul corpo di tuo fratello.
Tuo fratello.
Non ti parlerà mai più.
Non ti prenderà in giro, mai più.
Non ti proporrà di passare il Natale a casa sua, mai più.
Non ti sorriderà con quel sorriso da ebete che ti dava un po' sui nervi, mai più.
Non t'insulterà perché gli hai rotto gli occhiali per la nona volta in una settimana, mai più.
Non ti romperà più le pluffe per ore a parlare di lei, mai più.
Non scherzerete insieme, mai più.
Mai più.

Lentamente, inconsciamente, la consapevolezza ti sta succhiando tutto il sangue dalle vene.
Nessuno ti sta cercando.
Ora sei solo.
Solo.
L'unica persona che ti facesse compagnia nella tua solitudine, ora è stesa sotto di te.
L'unica persona che, in dieci anni, col tuo caratteraccio e la famiglia che ti ritrovi alle spalle, è rimasta con te.
L'unica persona che ti capiva con uno sguardo, ora non ti guarderà più.
Sei niente, perché James è morto, Sirius.
< ... no.. > mormori, tra i singhiozzi.

Non farlo, James.
Per favore, non andare via.
Ho bisogno di te, ora.
Ho sempre avuto bisogno di te.
Ho bisogno di mio fratello.
Resta con me, ti prego.
Io non posso...


Sei lì da ore, forse.
Stai per perdere i sensi.
La testa ti gira, gli occhi troppo pieni di lacrime per vedere, le orecchie di singhiozzi per sentire.
Il buio sta per prenderti.
E poi... e poi senti un suono.
Sono singhiozzi, ma differenti dai tuoi.
Un... bambino?
Il torpore che ha avvolto il tuo corpo nel momento in cui hai messo piede in quella casa sparisce.
Alzi il tuo viso irriconoscibile per il rossore delle lacrime dalla camicia del tuo migliore amico e tendi le orecchie.
Un bambino sta piangendo.
In casa, nella parte distrutta, tra le macerie.
Ma è impossibile.
Come potrebbe...?
Devi andare a vedere.
Devi alzarti.
NO.
Non puoi.
Lasciare il corpo di James significherebbe lasciarlo andare per sempre.

Oh, James, perché l'hai fatto?

Il bambino piange più forte.
Rotoli di fianco e finisci su altro vetro che ti si conficca nella schiena.
Ti metti carponi, sanguinante, senza staccare gli occhi dai suoi.
Non sopporti di vederlo ancora così.
Ti avvicini al suo viso.
La mano tremante come non lo è mai stata, appoggi le dita sulle sue palpebre.
Saluti per sempre quel nocciola che ti conosceva meglio di te stesso.
Gli chiudi gli occhi, ti senti morire, ancora di più.
Ti chiedi che non sarebbe stato meglio se fossi morto prima tu e rispondi che si, avresti preferito morire una morte lenta e dolorosa piuttosto che fare quello che stai facendo.

Non vedi quanto ho bisogno di te, James?
Lo sai, lo sapevi, eppure mi hai lasciato solo.
Sei un egoista.
Mi hai lasciato, nessuna speranza per il domani.


Ti alzi impiedi.
Il bambino sta ancora piangendo.

Ti voglio bene, James.
Amico mio.
Fratello mio.


Ti giri, per sempre.
Non guarderai mai più dietro di te.
Ti stai lasciando troppo alle spalle per voltarti.
Cammini fin dove è possibile.
La bacchetta in tasca, cominci a scavare con le mani, pietra per pietra, lacrima per lacrima.
Poi, dopo quella che sembra un'eternità, ecco.
C'è lei.
Se ne sono andati insieme.
Potresti sorridere, lei era sempre stata così restia a fare qualsiasi cosa insieme a lui, poi l'aveva sposato.
Bella, incoerente, testarda Lily.
E' straziante.
Stai per crollare, di nuovo.
Il bambino smette di piangere.
Ti ha visto.
E' alle spalle di lei, tra i resti di una culla.
Lo vedi.
Vivo.
Harry.
Il tuo piccolo James.

Quasi scatti nella sua direzione, lo estrai dalle macerie.
Lo prendi in braccio e lo stringi a te, il tuo piccolo James.
Lo guardi.
Ha una ferita, una saetta sulla fronte.
Ma è vivo.
Vivo.
Nel cervello offuscato dal dolore, si fa largo l'immagine di tuo fratello: suo figlio è la sua fotocopia con gli occhi della mamma.
< ...forse, allora, una speranza c'è, Jamie. > dici, la voce impastata dal pianto, guardando il piccolo.
Lo stringi di nuovo.
Non sai di aver ragione per lui, ma non per te.
Anzi, in fondo sai che per te non c'è più alcuna speranza per quanto lui possa assomigliare al papà, ma non ce la fai a pensarci, per ora.

Per ora, ti basta immaginare che il bambino che stringi tra le braccia abbia gli occhi marrone chiaro.

 

 

 

 

 

 

 

__________________________________________________________________________________________________________________
Allora, premetto che la scrittura è così di proposito.
Io non scrivo così, è che dovevo scrivere così ora. Non metto un punto alla fine di ogni frase, le so usare le virgole e i segni di punteggiatura.
Il fatto è che mi è uscita così, stop.
Allora, la prima frase: ho immaginato che, nel tempo che James le ha dato per scappare, Lily abbia avuto il tempo di evocare un patronus e mandarlo alla prima persona che gli è saltata in mente, ecco.
Poi, so che Sirius deve avere la moto perché la da a Hagrid, quindi suppongo - si, suppongo per i miei personaggi - che l'abbia l'asciata all'angolo, prima di svoltare, cinque secondi prima che cominci la mia narrazione: non riuscivo a farcela stare una frase che contenesse la parola moto.
Bum. è quello che accade a Sirius. Come se scoppiasse dentro senza accorgersene.
Il nulla. è quello che, invece, riesce a sentire.
La porta è aperta: la porta con l'ingresso dovrebbe trovarsi nella parte intera della casa, se non si fosse capito.
Il verto per terra... non credo ci sia bisogno di spiegare. Quello all'angolo della strada sarà volato, che ne so.
Dovresti rimproverarlo: sintomi di pazzia, si fa per dire. S'incazzerà, è una donnetta ecc. idem. Sirius non riesce ancora a pensare che James sia morto. La consapevolezza vera arriva soltanto con Ti mancherà. Bum.
Sirius non piange. Sirius non piange mai. Ma credo che la vista della persona a cui tiene di più al mondo morta possa far piangere anche il più duro degli uomini. Sirius sta male, ma non lo da a vedere mai. E' normale che con l'infrangersi della vita scoppi. E' un ragazzo.
E' un ragazzo solo. Non si è fidato di Remus, ha sbagliato. Ha perso tutti. E' convinto che sia colpa sua come lo sarà anche quando lo spiegherà a un Harry adolescente. Lui ha convinto James e Lily a scegliere Peter. E' colpa sua e non riuscirà mai a perdonarselo.
Ah, e non è poco virile. Sirius non è mai poco virile. Più che altro, per una buona volta mostra i suoi sentimenti, magari giusto un po' smielati. 
Forse, a Sirius poteva anche piacere Lily, in fondo. Molto in fondo, perché James veniva prima di tutto per lui e non avrebbe tradito la sua amicizia per nulla al mondo. E Harry, vivo. Ho immaginato che fosse stato lui il primo a trovarlo per poi consegnarlo a Hagrid insieme alla moto. Insomma, Harry è il suo piccolo James. Harry è la copia spiccicata di James, tranne che per gli occhi: lui ha gli occhi di sua madre. Sirius è in uno stato confusionario. Chiama Harry James. E la speranza è solo per il piccolo, perché lui non potrà mai più averne.
Scrivere questa shot è stato difficile. A parte il fatto che ho pianto per due ore, solo alla fine sono riuscita a dare quel tocco che avrebbe dovuto avere con la mia idea. Non è proprio come la immaginavo, ma vabbè, almeno un po' mi piace.
La parte più difficile da scrivere è stata quella dove Sirus si alza. Terribile. Ho provato tutti i sentimenti che avrebbe provato lui. Come può essere chiudere gli occhi per sempre alla persona alla quale si vuole più bene di qualsiasi altra? E come si può abbandonarla? E' una cosa terribile. Ho pianto tanto, più di quanto abbia mai fatto per scrivere una fic. Giuro che non lo faccio più.
Allora, spero di avervi strappato la lacrimuccia, invece di avervi fatto dire: "che schifo, Sirius non farebbe così e così", perché per me farebbe così e così.
Tutto qui, spero di avervi trasmesso qualcosa.
Grazie anche solo per aver letto questa shot e le relative spiegazioni.

Se v'interessasse, qui c'è una lettera James-Sirius che ho scritto qualche tempo fa per una raccolta. E' un po' vecchietta in confronto a questo, ma vabbè. http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=937004&i=1

Ah, se volete, vi consiglio di alscoltare queste canzoni che erano la mia playlist di composizione fic =)
Apologize - Timbaland.
Bleeding Love - Lewis.
Innocence, I'm with you e When you're gone - Lavigne.
My heart, Misguided Ghosts e Breathe - Paramore.

Ecco tutto. Grazie davvero =)
Alla prossima, che dovrebbe essere un po' più allegra =)
un bacio.
Elis <3

Ah, ultimissima cosa: vorrei dedicare questa shot a Lau che, nonostante io sia una rompipluffe di prima categoria, mi sopporta tutti i giorni e, in più, legge anche le mie fic. (e non è perché non ho fatto i compiti di latino per domani, noo =))
Grazie, Lau. Ti voglio bene, compagna di banco. <
3
 

  
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