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Autore: london04    02/10/2006    3 recensioni
ciao a tutti. questa è una mia nuova storia, cioè diventerà una storia solo in base alle vostre recensioni e ai vostri commenti.....quindi mi raccomando recensite!!!!!! ciao ciao
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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LA SPIA RUSSA

“Fergan!! Muovi quel culo e smetti di guardare gli uccellini fuori dalla finestra!!...di certo non ti aiuteranno a passare il concorso!!”.

La voce dura e imperiosa del capitano lo fece correre ancora di più.

Fergan faceva parte delle nuove 20 reclute che il corpo degli auror aveva a disposizione. Purtroppo, solo 5 di quelle nuove 20 reclute avrebbero potuto passare al corso successivo, diventando dei veri Auror, o almeno avrebbero potuto prepararsi a diventarlo, facendo altri esami, sia pratici che scritti. Fra quei 20, solo i migliori 5 avrebbero avuto quella possibilità.

Il capitano scrutò la lista di quell’ anno: le ragazze erano solamente 6.

Di nuovo.

Le ragazze erano diventate sempre meno a seguire quei corsi, forse per mancanza di volontà o forse per mancanza di coraggio. Il capitano non aveva mai pensato che magari erano attratte da altri lavori, forse più faticosi o pericolosi.

Il capitano in questione infatti era un uomo di 26anni tutto di un pezzo, che prendeva il suo lavoro fin troppo seriamente e per il quale la vita sembrava essere bianca o nera, senza sfumature o altri colori; senza quelle tonalità che riempono la vita.

Alla fine dell’allenamento il capitano sapeva già quale ce l’ avrebbero fatta e quali no e avrebbe anche voluto dirglielo, ma non voleva guastare il lavoro e la fatica che quei giovani stavano mettendo in quel lavoro.

La campana della mezza suonò e il 26enne si sbrigò a prendere le sue cose e ad uscire dalla palestra senza neanche un saluto.

Gli allievi si scambiarono un’ occhiata scoraggiata e carica di sfida; non era facile convivere con 19 persone che non desideravano altro che vederti perdere e che tu stesso volevi che perdessero.

Un giovane con i capelli scuri e la carnagione chiara rimase un po’ più indietro, aspettando la persona con cui aveva appuntamento. Non che sapesse l’ identità della persona con cui aveva appuntamento, ma sapeva che doveva aspettare un suo superiore.

“chi c’è là, oltre il mal tempo?”una voce calda e incline al duro fece voltare il ragazzo che nella sede per gli aspiranti auror era noto con il nome di Fergan.

“ uno che ha l’ anima agiata come il tempo” erano queste le due frasi in codice che il giovano ragazzo avrebbe dovuto scambiarsi con il suo superiore. Il suo superiore però, notò Fergan, non doveva essere molto più grande di lui che aveva quasi 24 anni. Si chiese perché avessero mandato in una missione tanto delicata un novellino. O meglio una novellina, una bella novellina con due grandi occhi scuri e di almeno dieci centimetri più minuta rispetto a lui.

“ bella frase…scommetto che sei stata tu a volerla come scambio di codici.” Disse freddamente

“bando alle ciance; non sono venuta qui per parlare di stupidi versi scritti da un babbano malato d’ amore.” E immediatamente si morse la lingua; lei adorava quei “stupidi” versi.

“ ok….abbassa le penne e dimmi se non ti ha visto nessuno.”Fergan fece si che il suo tono suonasse come un ordine, cosa che alla ragazza non sfuggì. La novellina gli mise un dito contro il petto e sussurrò, fra i denti:

“primo, non usare quel tono con me perché non sono né tua sorella né tua amica, se mai un giorno mi venisse in mente questa bruttissima idea, Ok? Secondo: non sono affari tuoi se qualcuno mi ha visto. Punto terzo: io sono un tuo superiore e abbassa le penne te lo dico io.”

Fergan ebbe un attimo di paura; quegli occhi erano tanto grandi quanto duri e gelidi. Poi fece un cenno con il capo e gli tolse il dito dal petto.

“allora, novità?”

“nulla di nuovo; credo che riuscirò a superare questo corso come se bevesi un bicchier d’ acqua”

“bene. Fammi sapere se ci sono novità, usa il solito metodo e soprattutto: NON-FARTI-SCOPRIRE.”

Detto questo, la giovane se ne andò.Fergan si guardò attorno guardigno e prese la sua borsa, pensando solamente all’ incontro con il suo nuovo superiore.

Il capitano 26enne che poco prima aveva lasciato la palestra in modo abbastanza maleducato era ora seduto nella sua camera, intento a leggere e rileggere inutili documenti di burocrazia che secondo lui esistevano solamente per complicarti la vita e farti passare intere giornate sopra quei maledetti fogli, giornate durante le quali avresti potuto fare ben altre cose.

Come ad esempio scoprire che cosa quella mattina avesse fatto scattare l’ allarme quella mattina nella sala attrezzi.

Esasperato e seccato da tanto lavoro, si alzò di scatto e buttò i vari fogli in un angolo, facendo sobbalzare gli uccellini che riposavano in pace sul ramo all’ esterno della sua finestra.

Il corridoio che separava la sua camera dal cortile era lungo e pieno di finestre che ben poche volte venivano aperte e che ormai contenevano tanta di quella polvere nelle persiane che forse era meglio che fossero lasciate chiuse, per evitare i commenti poco carini e fini della donna delle pulizie, Elga.

Il cortile era abbastanza ampio e pulito, con pochi fiori e alberi e se si era nella caserma da parecchio tempo potevi anche scoprire che molto più giù c’era un laghetto.

Sul volto del ragazzo apparve un ghigno al ricordo di un vecchio ricordo e più che mai rimpianse i vecchi tempi, quando era poco più che una matricola e non aveva molte responsabilità; il capo si era preso una settimana di ferie e, avendo già pochi uomini a disposizione, il capitano doveva far affidamento su stesso e pochi altri validi aiutanti.

“ vecchi ricordi, capitano?!”

la voce dell’ unico uomo più potente di lui nella caserma in quel momento, non lo fece né voltare né sobbalzare: aveva avvertito il suo arrivo già da un po’ ed era pronto a scommettere che quel gradasso, Mc Dury, lo aveva osservato un po’ prima di parlare.

“no, solo nostalgia del passato, comandante.” Disse, sedendosi su una delle tante panchine.

“eh già, già…” il comandante, sedendosi vicino al ragazzo che più in fretta aveva fatto carriera in quella caserma, sembrava stesse cercando di dire qualcosa di profondo, ma evidentemente, non ci riuscì.

Molto più lontano, a distanza di parecchi chilometri, Fergan entrò nella sua vera base.

Per farlo però si era dovuta smaterializzare perché nella caserma dove si allenava, in Inghilterra, non ci si poteva smaterializzare a causa di alcuni congegni.

Aspirò a pieni polmoni il profumo della sua terra nativa: dolce ma pungente come il vento che tirava, fresco ma che riscaldava il suo cuore più di qualunque altro odore.

Fergan bussò alla porta di un suo collega, che conosceva da poco ma di cui era l’ unico ad avere l’ indirizzo, dato che era uno dei suoi due contatti.

Era indeciso se sperare o meno che fosse la via della ragazza che era venuto da lui stà mattina; per essere carina era carina, ma non aveva la minima voglia di farsi aggredire in quel modo da lei, soprattutto perché era una ragazza e mai nessuna ragazza si era comportata così con lui.

Incrociò le dita e bussò alla porta di una vecchia abitazione in mezzo alla campagna.

Dallo spiraglio vide un paio di occhi chiari che lo guardavano sospetto e capì immediatamente che non era la ragazza di quella mattina; ad aprire fu un ragazzo all’ incirca della sua età, alto,con i capelli castani disordinati e gli occhi chiari che sembravano di ghiaccio per la freddezza che emanavano.

Il primo pensiero di Fergan fu lo stesso che aveva avuto quando aveva visto per la prima volta il suo capitano: duro come la roccia e con tanto dolore alle spalle.

“ chi diavolo sei?” chiese tenendo una mano salda sulla cintura, posto dove probabilmente teneva la bacchetta.

“sono Trotsky e come contatto mi hanno dato solo il tuo.” E gli porse il foglio con l’ indirizzo. Il viso del ragazzo vicino la porta si fece serio e teso

“entra immediatamente, sciocco.”

“ cosa diavolo ti salta in mente di venire qui e a quest’ ora per di più?” lo attaccò il padrone di casa.

“stai calmo, non ti agitare: sono uscito a farmi una passeggiata secondo loro. Ma dovevo comunicare una cosa importante e così ho pensato di venirvelo a dire di persona.” E si sedette calmamente su una sedia.

“ questa mattina se non sbaglio il superiore ti aveva detto di rimanere alla base e di chiamarci se avevi bisogno di noi o di dirci qualcosa.”

Tuonò il ragazzo.

“ a proposito del nuovo superiore….è una bella bambolina..”

Il ragazzo dagli occhi chiari di fronte a lui sembrò cambiare espressione in mezzo secondo: da freddo e sospettoso che era divenne aggressivo

“ quella ragazza è tutto fuorché una bambolina!- tuonò-… e se non vuoi ritrovarti con una nota di sospensione, non chiamarla più così!!” continuò, più calmo.

“” e comunque, che ci fai qui?”

“ero solo venuto a riferire che ho sentito il mio capitano dire che è suonato un allarme nella sala attrezzi;così volevo sapere se siamo stai noi a farlo, perché in quel caso siamo stai scoperti e perché in questo modo abbiamo fatto sì che le sorveglianze aumenteranno”

Il giovane dagli occhi chiari, Dimitri, annuì e gli fece cenno di andarsene. Fergan capì al volo e si chiese se tutti i suoi capi erano così gentili e amichevoli.

Quel giorno ne aveva incontrati due che corrispondevano proprio a quella descrizione.

“gentili e amichevoli….” Pensò, sarcastico mentre si smaterializzava a 100km dalla sua base, per far si che l’allarme non suonasse.

Il raggio di captazione era davvero grande, osservò un po’ arrabbiato mentre entrava nell’autobus che lo avrebbe portato vicino alla base.

Intanto, a moltissimi km di distanza da dove abitava ora Fergan ma non molti invece da dove era andato quel pomeriggio, un gatto nero come la pece entrava in una casetta dal tetto rosso e dalle grandi vetrate.

FINE

Beh....se vi è piaciuta e volete saperne di più….recensite….

Me lo lasciate un commentino anche se non vi è piaciuta?????

  
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