Nothing's Real {
But Love }
Non
era vero niente. Erano appena atterrati sul suolo americano, tutti si
reggevano
a malapena in piedi ma in quel momento, con una mano che stringeva il
suo nuovo
telefono e l’altra che affondava nel palmo del suo migliore
amico, l’unica cosa
che riusciva a pensare che no, non era vero nulla.
Tutte
le parole, le promesse, il futuro.
Louis
si riteneva una persona allegra, lo era sul serio, faceva ridere la
gente, ma
se si trattava di Harry ultimamente non riusciva più a
ridere. C’era sempre un
peso, al centro del petto, che gli diceva che non poteva sorridere, che
non c’era
più nessun motivo per pensare a quel ragazzo e poi sprecare
sorrisi. Però
continuava a stringere la sua mano, almeno in macchina, dove non li
poteva
vedere nessuno. Gli altri dormivano e non c’era nessuno dello
staff a
guardarli, a dirgli cosa dovevano e cosa potevano fare.
Louis
pensava che infondo, se stavano insieme, avrebbero potuto superare
tutto,
invece Harry se ne stava andando. Pochi giorni dopo
l’ennesima sgridata –
quella cavolo di intervista con sugarscape li aveva messi in uno dei
casini più
grossi che avessero mai combinato – aveva deciso che basta,
non potevano più
vivere insieme. Aveva già un idea, il tipo di casa che stava
cercando, ho guardato su internet
aveva detto, ci sono belle villette verso
Bloomsbury.
E mentre lui parlava, con il sorriso sulle labbra ma gli occhi spenti,
il più
grande aveva capito. Solitamente era lento a comprendere le cose, la
maggior
parte delle volte perché non si impegnava abbastanza, ma se
si trattava di
Harry e del loro rapporto era sveglio, capiva subito. Forse era solo
che capiva
Harry.
E
se lui stava facendo quel discorso, con il sedere appoggiato su una
delle loro sedie
della cucina, lo sguardo basso e le mani intrecciate, voleva dire che
stavano rompendo. Non che ci fosse
mai stato un
vero legame, un qualcosa che effettivamente potesse rompersi. Eppure
quella era
la postura di un ragazzo che vuole dire Non
sei tu, è tutta colpa mia oppure, nel migliore dei
casi, Voglio che restiamo amici.
Il
loro problema era che erano – avrebbero dovuto essere
– solo amici. Amici che
si baciavano ogni tanto, che scopavano, ma che soprattutto
condividevano tutto.
Casa, spazzolino da denti e coperte la sera, mentre guardavano la tv e
scherzavano davanti a qualche film ridicolo che avevano visto un
migliaio di
volte.
Louis
si era sentito morire e mentre lui parlava – Naturalmente
non me ne vado subito, ho parlato con un’agenzia
l’altro
giorno e mi hanno detto che ci vuole ancora un po’
– si rese conto che non
lo stava ascoltando più. Lo guardava e anche se nessuno dei
due si stava
allontanando, erano fermi, i loro piedi erano fissati al pavimento di
finto
marmo chiaro, lui lo stava chiaramente vedendo mentre andava via. E gli
mancava, gli mancava terribilmente.
Anche
in quel momento, mentre con un gesto Harry si girava trovando una
posizione
migliore per addormentarsi sul sedile della loro macchina, lasciando la
sua
mano, gli mancava talmente tanto che gli si mozzava il respiro.
Non
era vero niente, non era vero che sarebbero stati insieme per sempre,
che niente
e nessuno avrebbe potuto separarli, che loro due erano più
importanti di
qualsiasi altra cosa. Si dicevano quello quando a xFactor si
rintanavano sotto
le coperte, per creare un mondo tutto loro dove baciarsi non era
difficile e
non dovevano tener conto a nessuno.
Non
era vero niente, niente tranne il loro amore.
Fine.
Sì,
son depressa. Quei due, ultimamente mi deprimono. Harry cambia casa,
Louis
scrive messaggi super malinconici su twitter ( sappiate che in una
teoria
scaturita da strane conversazioni isteriche su twitter si è
deciso che Louis
usa strani codici e che quel ‘I miss you already .....’
è chiaramente
indirizzato al nostro Curly-boy. Notare il already
che sta a indicare che la persona non è ancora andata via ma
che lo farà presto
e i cinque, sto dicendo cinque
puntini di sospensione con lo spazio prima. Contate con me H A R R Y
sono
cinque lettere. Ok, sproloquio finito ) e loro non sono più
affettuosi come una
volta.
Questa
storia, scritta perché oggi vado ispirata, è nata
da tutti questi pensieri e dalla
canzone ‘Nothing real but love’ cantata da Rebecca
F. che non so di cosa parli
ma che mi ha dato spunto. Detto questo, mi dileguo.
Peace
and Stylinson, Nana.