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Autore: niamalltheway_    27/02/2012    2 recensioni
Melanie a volte proprio non capiva cosa c'era che non andasse in Zayn e quale fosse il loro rapporto.
In realtà non lo capiva nessuno.
One-Shot scritta esclusivamente per quella rompipalle di @youareawizardstyles LOL much love.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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bene, bene, bene credo di avercela fatta, sì.
è da mesi che avevo promesso questa one-shot alla mia donna e 
finalmente posso dire di averla accontenta erchè beh è proprio qui sotto (?)
a questo punto spero solo che ti piaccia mia cara Memi, se non ti piace beh,che dire,
semplicemente: attaccati. :') sempre con tanto affetto eh!
considera questo come un regalo, un po' in ritardo, nel nostro anniversario. <3
ti amo vacca, davvero, sei parte di me ormai, lo sai.
un bacio di dimensioni stratosferiche(?) 
dalla tua donna. <3


You take me to the edge.

Melanie a volte proprio non capiva cosa c'era che non andasse in Zayn e quale fosse il loro rapporto.
In realtà non lo capiva nessuno.
Lei era una ragazza socievole, amava ridere e far ridere le persone con le sue battute insensate ma che sapevano far mettere di buon umore tutti ed anche lui era uguale a lei per quel punto di vista.
Lui era un ragazzo rozzo, con un linguaggio volgare e cinico, ma non cattivo. 
Era un giocarellone che odiava la scuola per il semplice fatto che non riusciva a studiare, essendo un ragazzo troppo distratto e con la voglia di stare con la faccia su un libro pari a zero. 
Riusciva a far ridere chiunque non appena apriva bocca e si divertiva ad inventare battute, tristi battute, che con il suo modo di raccontarle, diventavano la cosa più divertente che si poteva sentire. 
Una cosa che non capiva Melanie era perché la trattasse in quel modo a differenza delle altre.
Con le ragazze lui era sempre rude, rispondeva male con fare scherzoso che le faceva sempre ridere e non le rifiutava mai quando loro chiedevano un abbraccio o una coccola: lui, anche se un po' impacciato, 
le accontentava perché poteva essere volgare quanto voleva, ma in realtà era un pezzo di pane.
Ma con Melanie no, a lei doveva trattarla 'male', a lei non aveva dato mai un abbraccio.
Era tipico fra loro picchiarsi, per gioco.
Lei gli tirava un pugno e lui glielo restituiva fregandose del fatto che la ragazza avesse la forza di un gattino di cinque mesi e del fatto che lui facesse palestra quasi ogni giorno ritrovandosi con delle spalle che 
misuravano due volte quelle di lei.
Per questo, dopo un po', lei si era rifiutata di picchiarlo perché si era stancata di ritrovarsi lividi sulle braccia ormai doloranti ogni santo giorno, solo che lui continuava.
Lei magari durante l'intervallo o prima dell'arrivo del professore si ritrovava a parlare con una sua amica e lui, senza che lei gli avesse fatto niente, le arrivava alle spalle piazzandole un cazzotto sul braccio 
con una forza inaudita che, di regola, non si dovrebbe usare con una ragazza.
Poi lui si divertiva anche a lanciarle le palline di carta durante la lezione, le stesse palline che magari il giorno prima lei gli aveva appollottolato per tirarle al loro compagno di corso un po' troppo rintontito 
per la loro età.
Si perché alla fine loro si divertivano anche insieme.
A volte avevano dei momenti tranquilli dove parlavano tranquillamente e scherzavano raccontandosi pillole di vita insolite sembrando due normali amici, ma bastava il cambio dell'ora per rivoluzionare 
tutto e infatti eccolo, un altro cazzotto sul braccio e lei che si lamentava per il dolore mentre lui se la rideva.
Lui rideva sempre guardandola, diceva che aveva un'espressione buffa e che si divertiva a guardarla durante la lezione per vedere le facce che faceva mentre il professore spiegava, altra cosa che Melanie non capiva.
Però è anche vero che si aiutavano. Durante le interrogazioni del ragazzo se lei sapeva qualcosa, gli suggeriva oppure durante i compiti in classe lui era il primo a passarle una risposta che non sapeva, sempre. 
La cosa strana peró è che dalla bocca di entrambi non usciva mai un 'grazie', solo insulti. 
Era normale mandarsi a quel paese invece che darsi il buongiorno o chiamarsi 'merda' o qualunque altro nomignolo poco carino usando un tono cattivo magari dopo o prima di aver riso insieme.
-non capisco come fai ancora a sopportarlo, davvero. - disse Becky poggiandosi al limite del banco. Il professore di matematica era essente lasciando cosí alla classe un'ora di buca visto che la scuola non era riuscito 
a trovare nessuno che potesse sostituirlo.
-sinceramente non lo so neanche io.- rispose Memi passandosi una mano fra i capelli e poi lo vide con la coda dell'occhio. Zayn era appena arrivato al suo fianco. Lei alzó la testa verso di lui visto la notevole 
differenza di altezza e lo guardó diffidente, non si fidava di lui, per niente.
-cosa vuoi?!- sputò lei e lui roteó gli occhi sbuffando.
-ma che cazzo vuoi te, chi ti caga!- esclamó mostrando la sua solita delicatezza pari a meno venti.
Memi lo fulminó per poi tornare a parlare con Becky snobbandolo, come era solito fare. Non passarono neanche due secondi che sentí qualcosa colpirgli la schiena più volte ripetutamente. 
Alzò la testa verso il moro che rideva continuando a darle pacche sulla schiana insistenti, ma ancora non riusciva a capire. 
Poi lui si fermó e cominció a ridere mentre lei ancora non capiva. Si guardó intorno notando come mezza classe la guardava con la mascella spalancata che per poco non raggiungeva il pavimento e lí capí, 
lo aveva fatto di nuovo: le aveva sporcato la felpa servendosi della cimosa.
-porca puttana no!- esclamó lei contro il soffitto per poi chiedere all'amica di aiutarla a ripulire la grande macchia bianca di gesso sulla felpa nera, per giunta. Lo odiava. Più gli diceva di non fare una cosa, 
più lui la faceva. Quello scherzo della cimosa lo aveva già fatto un paio di volte e capí che fargli le parti di merda era ormai inutile.
-non posso fare più di cosÍ, si vede ancora, ma non molto..- sussurró Becky quando finí di pulirle la felpa sulla quale peró rimaneva ancora un evidente alone bianco dovuto alla polvere del gesso.
Zayn ancora rideva nonostante fossero passati svariati minuti, cosa che a lei fece innervosire maggiormente.
Lui cominció a chiamarla, molto probabilmente voleva farle qualche battutina riguardo a quell'episodio, ma lei non voleva dargli questa soddisfazione.
-stai zitto pezzo di merda, non mi parlare!- gli urló contro lei senza neanche guardarlo per poi andare dalla parte opposta della stanza
-mi sa che questa volta si è arrabbiata davvero. -lo sentí sussurrare ad un loro compagno di classe.
Ottima deduzione Malik, pensó lei.
Per tutta la giornata non gli rifiló parola, né a pausa pranzo né durante le ore che frequentavano insieme rifiutandosi anche di mettersi accanto a lui durante l'ora di francese nella quale erano compagni di banco.
Anche il giorno dopo non lo calcoló e lui reagí facendo l'offeso, tipico atteggiamento infantile che lo catatterizzava. Cominció persino a rispondere male a tutti quelli che gli rivolgevano parola dopo che lei gli aveva 
nuovamente detto di non parlarle.
-hey Memi, come mai oggi Malik non ti rompe?- chiese curiosa Jade sua compagna di banco dell'ora d'inglese
-non lo so e anzi, meglio cosí.- rispose secca la ragazza.
Jade annuí storgendo il naso e avvicinandosi a Lauren che le sedeva accanto
-questo è amore!- la sentí sussurrare ridacchiando.
Memi sbuffó roteando gli occhi e guardando la lavagna.
Era stufa anche del fatto che tutti credessero che fra lei e Malik potesse nascere una sensazionale storia d'amore. Tutti se ne uscivano con frasi del tipo 'eeeeh, l'amore non è bello se non è litigarello' 
oppure dicevano sempre una cosa del tipo:'sembrate sposati da anni, vi comportate come moglie e marito che battibeccano, ma che si amano'.
Odiava quando le dicevano in quel modo. Lei e Malik erano due cose diverse, incopatibili.
Passó una settimana e lei ancora si era rifiutata di rivolgere parola al moro e l'aria era strana visto il fatto che frequentavano insieme più di metà corsi anzi, quasi tutti togliendo quello di scienze e geografia. 
Lei si rendeva conto che era strano stare in classe senza litigare o ridere con lui e se ne erano accorti anche i loro compagni di classe, 
ma lei si convinse che era meglio cosí si sentiva più libera senza lui che le rompesse le palle. 
La professoressa Torsal era una donna strana, simpatica e con un buon senso dell'umorismo, ma con un modo di spiegare orribilmente veloce, parlava a macchinetta e 
Memi non riusciva a prendere appunti quindi si arrese e decise che si sarebbe limitata a studiare il territorio della Spagna sul libro cosí con la scusa che si sentiva poco bene, 
riuscí ad avere il permesso per uscire dall'aula.
Si sentí fottutamente bene quando respiró un'aria diversa da quella di chiuso che c'era nella classe e cosí cominciò a camminare alla cieca, giusto per perdere un po' di tempo.
Camminó lungo tutto il corridoio per poi attraversare quello opposto e durante il tragitto riuscí a fermarsi giusto in tempo per evitare una porta che si spalancava.
-oh grazie al cielo- sussurró fra sé e sé visto che si era rispormiata una porta in faccia e sorrise per questo, peccato che il sorriso le sparí dal viso accorgendosi che dall'aula ne uscì proprio Zayn.
Quando si dice fortuna, pensó Memi roteando gli occhi per poi sbuffare e riprendere a camminare sorpassando il moro che era rimasto a guardarla dopo che ebbe chiuso la porta dietro di sé.
-non salutare, mi raccomado!- disse lui non appena lei gli passó accanto.
Memi sorrise infastidita e non perse tempo neanche a girarsi o a sprecare fiato per salutarlo, semplicemente sollevó il braccio mostrando solo il dito medio alzato mentre il resto delle dita erano chiuse in un pugno.
Non ebbe il tempo di riabbassare il braccio che lui le afferró il polso stringendoglielo e tirandola a sé facendola voltare.
Memi si morse il labbro cercando di trattenere qualsiasi gemito di dolore visto la presa decisa che lui aveva sul suo fragile polso che nella sua mano sembrava che si potesse spezzare da un momento all'altro.
-che vuoi Malik?- sussurrò Melanie a denti stretti fulminandolo e lui le restituì lo stesso sguardo di fuoco.
-smettila di comportarti come una bambina!- esclamò lui e la ragazza spalancò la bocca incredula dalle sue parole. 
-ma mi stai prendendo in giro Zayn? io bambina?! ma apri gli occhi e quella mente ristretta che ti ritrovi così potrai notare che quello che si comporta come se avesse sei anni fra i due, sei tu.
Lui serrò la mascella e rimase immobile mentre piano piano allentò la presa dal polso della ragazza polso fino a lasciarla completamente andare.
-non mi piace così.
Melanie la testa di lato come se quel movimentò l'aiutasse a capire meglio le parole del moro.
-mi piaceva di più prima quando ridevamo e ci picchiavamo oppure ci insultavamo, insomma prima. Sono stufo di sentire persone che mi chiedono cosa sia successo e non mi piace non poterti dare noia o farti ridere.
La ragazza d'inpulso abbassò la testa come dispiaciuta, come se tutto quello fosse stata colpa sua, ma poi ricordò che la colpa era solo e unicamente di Zayn quindi lo guardò negli occhi.
-ti avevo già detto di non..
-mi manca ridere delle tue espressioni buffe o sentire la tua voce fastidiosa urlarmi degli orecchi di smetterla. - disse il moro senza dare tempo alla ragazza di replicare.
Melanie si irrigidì a quelle parole capendo che Zayn si stava spingendo troppo in là per i suoi gusti. Dove voleva arrivare?
-Zayn, io non capisco dove vuoi arrivare..- sussurrò lei intimidita da quella situazione.
Zayn sospirò guardandosi intorno per poi fermare lo sguardo nuovamente degli occhi azzurri della ragazza.
-Semplicemente torniamo a prima. - rispose il ragazzo stringendosi nelle spalle mettendosi poi le mani nelle tasche dei jeans.
-dove tu mi picchi e ti diverti mentre io soffor come una cane?
Zayn ridacchiò divertito dalla sua puntualizzazione per poi annuire arricciando il  naso sotto lo sguardo stupito della ragazza.
-sì, dove te scappi dai miei cazzotti non smettendo di ridere e dove ci insultiamo da mattina a sera, dove ci divertivamo insieme.
Melanie storse la bocca. Sì anche a lei mancava ridere con lui perchè, alla fine, con lui si faceva le più belle risate della giornata.
-a una condizione Malik!- esclamò poi lei puntandagli un dito contro -evita i cazzotti alla massima potenza, quelli dove rischio di rimetterci la funzione del braccio.
La risata del moro rimbombò per tutto il corridoio desolato facendo sorridere Melanie.
-vedrò che fare! -esclamò poi prima di rientrare in classe con un sorriso.
Melanie scosse la testa divertita per poi tornare nella sua aula dove l'aspettava la lezione di geografia che aveva lasciato pochi minuti prima.

Ora successiva. Ora di francese.
-ti dico di sì Becky, oggi restituisce i compiti in classe! -esclamò Melanie mentre stava avendo una debole discussione con l'amica che alle sue parole fece uno sbuffo quasi disperato.
-sarà andata malissimo, lo so. - sussurrò la ragazza e Melanie stava per dirle qualcosa quando la professoressa fece ingresso in classe e quindi fu obbligata a prendere posto al suo banco dove l'aspettava 
di già Malik sorridente.
-pronto per la solita insufficienza Malik?- sussurrò la ragazza sorridendo beffarda mentre la professoressa le poggiava sul banco il suo compito corretto che mostrava un bel 7 rosso scritto a penna.
-solo fotuna.- sbuffò lui un momento prima che la prof gli mettesse il compito davanti agli occhi e la ragazza scoppiò in una sana risata vedendo il voto di Zayn.
-sei persino peggiorato!- lo prese in giro indicando il 4 rosso disegnato sul foglio mentre lui fece un ghigno infastidito.
Forse non doveva dire quelle cose, perchè, naturalmente, ricevette come risposta un cazzotto.
-ma merda, avevamo detto che non avreisti usato tanta forza!- si lamentò Melanie massaggiandosi il braccio dolorante.
-io non ti ho promesso niente Melanie, ho solo detto 'vedrò che fare' quindi...- rispose lui facendo cadere la frase con un sorrisetto furbo.
-bastardo.
-stupida.
A quel punto la professoressa richiamò la classe all'attenzione per poi chiamare Bechy alla lavagna a correggere un esercizio del compito.
Melanie fece una smorfia di dolore toccandosi il braccio colpito e poi sorrise pensando a quella situazione.
Sorrise per non piangere pensando che quel bastardo che la faceva tanto ridere e che le rompeva i coglioni lo avrebbe dovuto sopportare ancora per due anni di scuola.




Spazio dell'autrice.
emh, ciaaaaaao.
è una one-shot un po' così, alla cacchio, ma carina dai, non mi lamento.
come ho scritto nella dedica in alto è per la mia donna che me la chiede da un bel po' :'D
non è la cosa più bella che abbia scritto, ma possiamo accontentarci dai!
non aggiungo altro perchè non so che dire *O*
recensite daaaai! *-*
okay mi levo dalle palle, ciao.
un bacio, noemi.

ps: facciamoci pubblicità, followatemi su twitter, sono @horansmile_




 
  
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