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Autore: RoxxHarry    27/02/2012    3 recensioni
ciao ragazze.
grazie di tutto. è solo grazie a voi se continuo. insomma, a volte mi passa per la mente che dovrei smettere di scrivere, perchè secondo me le mie storie sono orrende, ma voi che leggete e recensite siete il mio ossigeno che mi fa vivere e continuare a scrivere. poi vorrei ringraziare i one direction, è solo grazie a loro se ora sono qui e scrivo questa merdina della mia ff. loro sono una delle cose che mi fanno andare avanti, la loro musica mi consola, e questa ff è il mio modo per sfoarmi, mi perdo nei miei pensieri e immagino la mia vita con loro, come se fosse una fiaba.
quindi grazie a voi che vi state a subire le mie fantasie.
leggete e recensite, vi voglio bene.
rox xx
#soproud
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Erano le sette e mezzo. Mi svegliai, stordita, a causa di un raggio di luce che filtrava dalla finestra. Non riuscivo ad aprire gli occhi, la luce era troppo forte. Così mi rigirai nel letto e continuai a dormire.
Purtroppo per me, però, dovevo svegliarmi per forza, dovevo andare a scuola. Così mi infilai le mie morbide pantofole, e a mo’ di zombiee mi diressi in cucina a fare colazione. Presi una tazza di latte e dei cereali quando poi mi resi conto dell’orario. Erano le otto meno un quarto. La scuola era vicina, ma dovevo comunque fare presto per arrivare in tempo. Mi lavavo i denti e contemporaneamente mi mettevo i calzini. In un tempo record di dieci minuti ero pronta. Arrivai a scuola giusto in tempo, mentre la prof stava pronunciando il mio nome nell’appello.  Mi sedetti al mio posto, all’ultimo banco della fila centrale. Quando mi sedetti Lea, la mia vicina di banco mi chiese “che cazzo è successo Rò?”. Ansimando le diedi una breve spiegazione del ritardo.  Andavo in terza media, ma avevo 14 anni, appena compiuti, ma comunque avevo un anno di ritardo. Era venerdì… la giornata più noiosa del mondo. Non vedevo l’ora che la scuola finisse perché subito dopo sarei partita per andare a vallo della Lucania con Marta.
Marta era una ragazza che avevo conosciuto per caso su facebook, grazie agli one direction, la nostra grande passione.  Eravamo entrambe innamorate loro. Loro, quelle cinque carote, erano la mia vita, erano la cosa più bella della mia vita, e ora lo erano anche di più perché mi avevano fatto incontrare una nuova amica.
Le sei ore di scuola le passai tutto il tempo dormicchiando sulla spalla di Lea, la mia compagna di banco. Non riuscivo proprio a dormire, diciamo che pensavo molto intensamente.  La mia mente  era tutta da un’altra parte, pensavo a quanto ci saremmo divertite io e Marta questo fine settimana.
Finalmente le sei ore infinite di scuola erano finite. Ci dirigemmo verso la piazza dove c’era la madre di Marta che ci aspettava in macchina. Dovevamo passare un attimo per casa a prendere la mia valigia e saremmo partite.
Viaggiammo per due ore e mezza circa, ascoltando tutto il tempo la musica degli one direction. Io, Marta e sua sorella Laura cantammo tutto il tempo. “III I wanna save you, wanna save your heart tonight”. Sembravamo tre pazze, infatti l’amica di Laura, che era venuta con noi, molto probabilmete, ci aveva preso per rincoglionite.
Arrivammo a Vallo, sistemammo le valigie e aprimmo il divano letto dove dormimmo io e Marta. Subito scendemmo in giardino a giocare a palla. Il nostro entusiasmo però fu bloccato dal fatto che la palla era bucata, così dovemmo scendere all’edicola a comprarne un altro.  All’edicola chiedemmo il pallone e nell’attesa che ce lo portassero sbirciammo tra quei giornalini da bimbemichia, -tipo il “cioè” o roba simile- quando vedemmo un poster degli one direction.  In quel momento, contemporaneamente, ci fiondammo su tutti i giornalini comprando qualunque avesse articoli o poster sui one direction. 
Dopo aver preso il pallone e i giornalini tornammo a casa contente come quando Louis mangia carote.  Lasciammo il pallone a Laura e come delle pazze salimmo nella nostra camera a leggere le loro interviste. Mentre leggevamo, ad un certo punto,  le interviste proponevano la domanda “con che cosa dormi di solito?” e nell’intervista di Harry la risposta era “niente”.  IN quel momento io e Marta ci scambiammo sguardi complici e poi iniziammo a ridere come due drogate.
Dopo aver riso come due pazze strappammo tutti i loro poster e le loro interviste dal giornalino e ce le dividemmo: Io mi sarei postata a casa il postare gigante di loro, lei quello di Zayn, io le interviste di Harry  ecc.
Dopo prendemmo tutti i fogli e li stendemmo per terra, facendo foto da pubblicare su facebook. Dopo noi ci stendemmo a terra fianco ai poster, quando entrarono Laura e la sua amica. In quel momento io e Marta iniziammo a ridere e non smettemmo fino a quando non ci chiamarono per cena.  Noi affamate come sempre corremmo giù. Mangiammo pasta e fagioli e scaloppine e patate. Alla fine stavo scoppiando.
Dopo cena io e Marta ci chiudemmo in bagno, e come delle specie di drogate dei one direction ci scrivemmo tutti i titoli delle loro canzoni sulle braccia con le matite per gli occhi. Dopo esserci scritte tutti i titoli ci facemmo delle foto e poi con milioni di salviettine pampers provammo a toglierci le scritte, che se ne andarono definitivamente solo sotto la doccia.  Dopo esserci messe il pigiama ci mettemmo sotto le coperte bollenti. Anche se eravamo a letto da un pezzo io e Marta non riuscivamo a prendere sonno. Così una iniziammo a parlare, una cosa tira l’altra e finimmo a parlare di meduse (?).  Dopo questo interessante discorso prendemmo l’ I pad e vedemmo i video dell’audizione di X-factor degli one direction. Così finimmo per addormentarci alle quattro di notte.
Il giorno seguente ci svegliammo  alle undici circa. In realtà ci svegliò la mamma di Marta “Romana, Marta, alzatevi che è tardi, la colazione è pronta!” .  Ci alzammo e ci fiondammo, tipo Niall, e mangiare un’abbondante tazza di cheerios. Subito dopo ci vestimmo e andammo alla Conad a comprare la panna montata eorsetti di gomma. Stemmo fuori circa un’oretta e quando tornammo mettemmo a posto la spesa e facemmo una partita a ping-pong. Verso le due la madre di Marta ci chiamò a pranzo “ che ne dite se stasera andiamo a cena fuori con Teresa??” propose la madre, e noi tutte in coro “ siiii!” . Teresa era un’amica di Marta, molto simpatica.  Così nell’attesa che facesse sera ci sedemmo in giardino sulle sdraio a mangiare la panna  e gli orsetti gommosi.
Quella mattina avevamo letto su facebook che una volta Louis entrando in casa aveva trovato Harry nudo che lanciava per aria orsetti di gomma gridando “peace and love”. Così, mentre stavamo parlando di scuola, io misi furtivamente la mano nella busta dove c’erano gli orsetti e tutto d’un tratto li tirai addosso a Marta gridando “Peace and love!!!!” sembravo una pazza. Fu così che iniziò un’interminabile guerra con gli orsetti di gomma. Volavano orsetti di gomma da tutte le parti, il prato era ricoperto da uno strato gommoso di caramelle. Questa, battaglia fu interrotta solo quando la madre diMArta ci venne a chiamare perché dovevamo prepararci per uscire. Ci rifacemmo per la decima volta il trucco e ci dirigemmo dritte verso casa di Teresa.
Eravamo fuori al palazzo e bussamo al citofono. Salimmo tre piani a piedi e fuori a una porta c’era una ragazza riccia, con due ciocche colorate di rosso che ci aspettava. Era Teresa. Aveva un fisico snello e dei capelli ricci ricci, ma non molto curati.. Entrammo in casa e subito ci fiondammo dentro casa. Era mostruosamente grande.  Ci fece fare una specie di “gita” per l’appartamento, era una delle case più belle che io avessi mai visto. Aveva un salotto non troppo grande, ma il resto era enorme. LA camera di teresa era competamente rossa e gialla, lei era una grande tifosa della Roma. Era fornita di gadget della Roma di tutti i tipi e se devo essere sincera questa cosa mi ha anche lasciato un po’ perplessa. La casa aveva due piani, così ci fece salire al piano di sopra dove c’era la camera di sua sorella Elena e quella dei suoi genitori. La camera di Elena era immensa, era quasi grande quanto la mia casa.
Nel fare questo giretto “turistico” della casa si erano già fatte le sette così tornammo un attimo a casa a rifarci il trucco e poi per la millesima volta e poi ci dirigemmo verso il ristorante. Avevamo appuntamento con Teresa lì. Fuori faceva un po’ freddo e come sempre io stavo morendo di freddo perché mi ero vestita troppo leggera. Una delle mie più grandi abilità era quella di vestirmi pesante nei giorni caldi e leggera nei giorni freddi.  Verso le 10 meno un quarto avevamo ordinato gli antipasti. Ci portarono qualcosa come seimila piatti di frittura, affettati e roba simile. Dopo aver mangiato l’antipasto abbiamo mangiato solo un piatto di patatine e il dolce. Stavo scoppiando. Ero convinta che il bottone del pantalone sarebbe saltato da un momento all’altro.
Durante la serata avevamo animato la serata parlando di scuola e cose varie. Io e Marta ad esempio abbiamo parlato tutto il tempo delle cose più buffe che ci fossero accadute in classe negli anni precedenti. Erano le undici e mezzo. Stavo morendo di sonno. Pagammo il conto e ci dirigemmo verso le rispettiva macchine.
Come al solito partì la musica e da quel preciso momento il sonno mi scrollò di dosso e iniziai a cantare a squarciagola seguita a ruota da Marta, Laura e questa volta anche Francesca l’amica di Laura. Cantammo per tutto il viaggio di ritorno, fino a quando non scendemmo dalla macchina e ci dirigemmo, barcollando, verso la stanza. Ci lasciammo andare a peso morto sul letto quando poi incominciammo a ridere senza motivo. Era questa la cosa bella di noi, che ridevamo sempre ed eravamo sempre felici, insieme. Ridevamo per qualunque cazzata, basta uno sguardo d’intesa e cominciavamo a ridere, era una delle sensazioni più belle del mondo.
Ci mettemmo il pigiama e ci buttammo sul letto. Ci mettemmo sotto le coperte e iniziammo a vedere una lunga serie di fotografie degli one direction sull’ I pad di Marta. Ogni tanto facevamo dei commenti un po’ ridicoli e squallidi che però facevano ridere come che; alla fine avevamo le lacrime agli occhi dalle risate. Eravamo fiere di quei ragazzi. Così nel vedere le foto cademmo in un sonno profondo.
La mattina, verso le nove, ero già quasi sveglia, ma speravo di poter ricadere tra le braccia di Morfeo per ancora un’oretta, quando Laura venne e mi mise della panna montata vicino alla bocca. Mi leccai il labbro e dissi “Laura non lo fare mai più, se no ti spezzo in due!”. Richiusi gli occhi e ripresi a sognare. Alla fine ci svegliammo verso le undici, come al solito.
Scendemmo giù a fare colazione, e poi risalimmo a farci la doccia e rifare le valigie. Nel rifare la valigia sparpagliai per tutta la casa calzini sporchi e per ritrovarli tutti fu un pandemonio. Ripiegai i vestiti nella valigia per circa cinque volte per farci entrare tutto, e quando fummo pronte ci dirigemmo verso l’auto. Come al solito musica a palla. Le solite due ore di viaggio passate a cantare, erano diventata ormai la nostra routine.
Arrivai a casa stanca morta, buttai la valigia per aria e presi il computer. Mi stesi sul letto ad aggiornare il mio profilo di facebook.
Questa vacanza era stata molto divertente, ma sentivo un vuoto dentro. Tutto questo era finito e non l’avrei rivissuto mai più, questo è quello che odio dei ricordi, soprattutto di quelli belli.  Ora era iniziata la solita routine della scuola, ma per fortuna tra una settimana  sarebbero arrivate le vacanze di Natale e contemporaneamente il mio compleanno. Non vedevo l’ora, ma soprattutto ero molto curiosa di sapere cosa mi avrebbero regalato.
 
 
 
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CIAO CAROTE.
SAPETE QUESTO CAPITOLO E’ TRATTO DA UNA STORIA VERA. INFATTI QUESTO FINE SETTIMANA SONO ANDATA DAVVERO A VALLO DELLA LUCANIA CON MARTA. SPERO DAVVERO CHE QUESTO CAPITOLO VI PIACCIA, ANCHE SE GLI ONE DIRECTION NON SONO ANCORA ENTRATI IN SCENA, MA GIURO CHE SARANNO PROTAGONITSTI DEL PROSSIMO CAPITOLO.
 

  
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