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Autore: Brat    27/02/2012    3 recensioni
Un pizzico di allegria, una spruzzata di vita, un po’ di cioccolata al latte, un po’ di dolcezza, un po’ della luce del tuo sorriso. Voglio svegliarmi, fra vent’anni, e trovare accanto a me tutto questo. Voglio trovare te.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non so esattamente cosa dire. Questa la dedico alla mia migliore amica, che voglio ringraziare, ringraziare per essermi stata accanto sempre, in ogni minuto e secondo della mia vita, per nona vermi abbandonata, per avermi fatto crede nei miei sogni. Ovviamente come al solito quando dovrei parlare e tirare fuori tutto ciò che ho dentro non esce niente, perciò eviterò di rovinare ancora di più la fanfiction di quanto già non abbia fatto, ma mi scuso in anticipo per non essere brava quanto lei a scrivere, come al solito, spero che le piaccia. Grazie.
 
 
 
Non credevi di poter vedere una cosa così dannatamente bella, o sbaglio? Lei era lì, seduta sulla spiaggia che sorrideva sola, un libro in mano che guardava il mare. I capelli erano corti e scuri, mossi, il sorriso brillava sotto la luce del sole, ricordi? Non riuscivi neanche a muoverti, gli occhi erano color cioccolato al latte, il tuo preferito, non un castano normale, in un certo senso erano più belli e profondi dei tuoi, così particolari, così verdi, più dolci, e ti avevano totalmente stregato con la loro semplicità. Neanche un filo di trucco sopra, erano naturali, erano suoi, di quella ragazza di cui ti eri appena innamorato, quella lì, un po’ diversa, un po’ strana, un po’ particolare, un po’ come te. Avevi una così grande voglia di baciare quelle labbra rossicce, e di stringerla a te, non ricordi, Harry Styles?
 
-Come cavolo fai a fare sempre ritardo?!- Le chiedesti, scocciato quando arrivò alla stazione di Londra, dove vi eravate dati appuntamento per le quattro. Erano le cinque ed era appena spuntata da dietro un signore vecchio e bisbetico con il suo sorrisetto innocente.
-Scusami, lo so, è che mi sono fermata a..- tu le sorridesti e la prendesti fra le braccia sfiorandole appena le labbra con le tue per zittirla. In fondo, chi se ne importava? Riuscivi ad amare anche quello di lei, persino i suoi difetti più assurdi. La tua piccola donna con gli occhi color cioccolato era lì, fra le tue braccia e tu non potevi più aspettare, ricordi? Eri così nervoso… sciogliesti l’abbraccio e ti inginocchiasti, fingendo che tutte le circa venti persone radunate intorno a te stessero fissando una battaglia di magia e sopra la tua testa e non te, prendesti dalla tasca il morbido cofanetto di raso blu scuro e lo apristi.
-Paola, vuoi… sposarmi?- Glie lo chiedesti lentamente, ricordi anche che tremavi, e che sudavi freddo. Non poteva risponderti di no, continuavi a ripeterti, tu l’amavi, come ancora adesso la ami, e volevi convincerti che le favole esistevano. La tua principessa strana, la ragazza che amavi, che leggeva un libro in spiaggia, che guardava il mare sola, ti amava, ed era lì, e tu le avevi appena chiesto di finire la sua vita con te. La risposta non poteva essere che si. Eppure avevi paura. E lei, come al solito, riuscì a sorprenderti. Fregandosene di tutta quella gente, del fatto che il pavimento era lercio e che avrebbero puzzato per un mese almeno, si gettò addosso a te, facendoti cadere all’indietro e ti baciò come non aveva mai fatto, si infilò l’anello e guardò dritta dritta nel verde prato dei tuoi occhi, spostando un ricciolino scuro dalla tua fronte.
-Certo che ti sposo, scemo! Perché ti amo, cavolo!- Disse, ridendo. Non te lo aveva mai detto, mai.  Rideva di una risata calda, cristallina. Una di quelle che amavi. Che ancora ami.
 
-Come la vuoi chiamare, tesoro?- Le chiedesti, accarezzandole la guancia, lei strinse in braccio il piccolo fagottino chiaro, immersa nel camice di carta dell’ospedale.
-Alice- mormorò paino, alzando lo sguardo verso di te, e tu ti sentisti quasi cedere le ginocchia, e arrossisti anche, ma forse questo non lo ricordi più. La piccola aprì gli occhi e li sollevò prima su di te, e poi su tua moglie. Erano color cioccolato al latte. Aveva i suoi bellissimi occhi, caldi e accoglienti, quegli occhi così dolci, così suoi.
-Ha i tuoi occhi..- sussurrasti. La piccola guardò la madre e sorrise.
-Ha il tuo sorriso- mormorò lei, voltandosi e baciandoti paino le labbra. E dopo tre anni di matrimonio, sentisti ancora i brividi lungo la schiena. E li risenti anche adesso.
 
Ora siamo qui, Harry Styles. Hai fatto i conti col tuo passato. Guardati. Hai scritto una catasta di canzoni con i tuoi migliori amici, hai vissuto una vita perfetta e tutto grazie al miracolo che siede accanto a te. Siete vecchi, ormai, la pelle si è raggrinzita ed è ricoperta di macchie, i suoi capelli ora sono bianchi, come i tuoi, il sorriso è stanco, ma brilla ancora. Lei ormai non è più una ragazza.
Eppure gli occhi non sono invecchiati. Quel colore che ami è ancora lì, lei, la tua vecchia Paola è ancora lì, su una sedia, nel davanzale di casa vostra, alla periferia di Londra, che guarda avanti a se, in mano stringe il libro che aveva quel giorno, sulla spiaggia, quando la vedesti per la prima volta, ormai ingiallito e macchiato dal tempo. L’ultimo libro di Herry Potter. Lei amava da morire quei libri, te ne aveva parlato. Piangeva tutte le volte che li rileggeva. Te lo disse quando le chiedesti cosa leggesse, tutta sola. Era la tua piccola ragazza, così particolare. È ancora quella, è ancora lei. La donna che amavi, con cui hai vissuto tutta la tua cavolo di vita, che ha reso ogni tuo giorno speciale, e che ami ancora dopo venticinque anni di matrimonio, dopo aver cresciuto due figli, dopo aver visto crescere i suoi nipoti ed essersi vista invecchiare, dopo aver cantato le tue canzoni con te fino alla nausea, dopo averti abbondantemente sgridato perchè vai sempre in giro nudo, e il tuo secondo figlio, Rup, con te. Dopo aver sopportato tutti gli urti della vita, la perdita di molte persone care, e dopo essere diventata abbastanza vecchia per sanguinare delle sue ferite ancora e rimasta come tanti anni prima, quando cercava, lontano, nell’orizzonte, quel futuro che adesso guarda dal sole e sorride. Dopo averlo attraversato, vissuto, eccolo lì, alle sue spalle. Quello che per lei era futuro, ora è solo un vecchio ricordo. Vecchio come lei, vecchio come il suo cuore, vecchio come me, e modestamente sempre bello, vecchio come il suo sorriso, come il nostro amore, quello di cui abbiamo vissuto fino ad oggi.
In silenzio faccio ruotare la fede che ho all’anulare sinistro per tentare di leggere la frase che ci avevo fatta incidere, scritta in minuscolo per farcela stare, l’aveva incisa lui stesso, provandola su circa otto anelli, e riuscendoci finalmente col nono:
 
Un pizzico di allegria, una spruzzata di vita, un po’ di cioccolata al latte, un po’ di dolcezza, un po’ della luce del tuo sorriso. Voglio svegliarmi, fra vent’anni, e trovare accanto a me tutto questo. Voglio trovare te.
 
L’avevi promesso. A lei, a te stesso. Avevi promesso di starle accanto. Per sempre. Hai mantenuto la promessa. L’hai resa felice.  L’aveva amata, e non avrebbe smesso.
  
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