Serie TV > Supernatural
Segui la storia  |       
Autore: ELE106    28/02/2012    15 recensioni
Una AU che è partita da sola per la tangente e se ne sta andando dove vuole lei, per cui non vorrei svelarvi troppe cose nell’intro. In breve: John Winchester e Mary Campbell, vivono da qualche tempo insieme nella grande casa di lui, a Lawrence (Kansas) e stanno per sposarsi. Lui è un meccanico, vedovo, con un figlio di 20 anni, Sam, che dopo i primi due anni di college, torna in città in pianta stabile per non si sa bene quale motivo. Lei è un’infermiera, single, con un un figlio di 24 anni, Dean, poliziotto, appena uscito da una relazione disastrosa e tornato da poco sotto il tetto dei genitori. I figli di John e Mary, dopo un inizio abbastanza privo di contatti o altro, finiscono con il diventare importantissimi l’uno per l’altro e per dare inizio ad un profondo rapporto di co-dipendenza e di forte amicizia, ma destinato a diventare di più. Inoltre Sam nasconde qualcosa e suo padre John sembra essere l’unico a sapere di che si tratta. Buona lettura!
Wincest...ma non incest! Don't like, don't read! ;D
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Autrice: ELE106
Titolo:Sono qui per te
Capitoli: 5/11
Fandom: Supernatural
Contesto: AU
Personaggi principali: Dean e Sam; Bobby Singer per questo capitolo.
Rating:Verde
Genere:Commedia, Sentimentale, AU, Slash, per certi versi OOC, e chi più ne ha più ne metta!
Beta: thinias (la martire ;D)
Disclaimer: Dean e Sam non mi  appartengono; questa è un'opera di fantasia; non rispecchia i gusti  sessuali dei personaggi; non ha scopo di lucro ; ecc…
Note dell’autrice: con questo POV mi voglio rovinare!!! ç_ç Non c’è cosa più complicata che rendere merito e giustizia ad un personaggio come Bobby Singer! Ommioddio sto per fare una cazzata!! Il guaio è che mi serve, capperi! Vi prego, siate indulgenti con me. Il solo pensare a lui e nominarlo mi rende immediatamente succube di malinconia, ricordi e tristezza! QUINDI CHIEDO UMILMENTE SCUSA! Comunque … buona lettura ;D
 
 



CAPITOLO 5.
Bobby: il risolutore.
 
 




Mary Campbell è stata la cosa migliore che potesse capitare a John Winchester!

Lei e quell’idiota di suo figlio Dean gli hanno dato un po’ di respiro.
Non oso immaginare la fine che avrebbe fatto quell’uomo, senza di loro.
Talmente ossessionato dal proteggere suo figlio Sam, che sembrava curarlo da in cima ad un muro, con il mitra puntato su chiunque gli si avvicinasse.

Spesso mi ritrovavo a dubitare che John si ricordasse di non essere più in guerra.

Stava davvero diventando una malattia e, quando Sam prese coraggio e se ne andò, staccandosi dall’ala di suo padre –senza il suo consenso, ovviamente- e rischiando pericolosamente di perdere ogni contatto con lui, fui intimamente soddisfatto e fiero del ragazzo.
Era l’unico modo, per entrambi, di iniziare a vivere.

Oh … John ne fece un dramma!
Sbraitava ai quattro venti di non avere più un figlio e non faceva che assillare il sottoscritto di lagne e di prediche ogni sacrosanta volta che ci si incontrava.
Non avrebbe mai abbandonato suo figlio, questo no.

Il loro era un rapporto complesso.
Gesù, farebbero la gioia –o la rovina- di qualsiasi psico-terapeuta!

John ha fatto del suo meglio, considerando che perse sua moglie quando Sam era in fasce e che lo tirò su praticamente da solo.
Ma la mancanza di una madre, pesa.
E’ sempre nell’aria e certe volte rischia di soffocare qualsiasi altro sentimento.
Per loro due è stato così.

Ringrazio Dio per aver messo Mary sulla loro strada.
Ero davvero preoccupato per lui.
 
E Dean … sembra orribile da dire, ma era il figlio che John avrebbe sempre voluto.
Con questo è chiaro che amava ed ama Sam più di qualunque altra cosa.
Solo che, a livello di compatibilità di carattere e quant’altro, considerava Dean un bravo ragazzo e lo ammirava. Era davvero fiero di lui, come fosse suo! Non glielo avrebbe mai confessato apertamente, ma era così e lo sapevano tutti e due.
Si capivano al volo, mentre con Sam era tutto dannatamente difficile.

John criticava la sua scelta di andarsene, sì. Ma più che altro non gli andava a genio l’idea di restare da solo.
Eppure, quando si chiacchierava in compagnia e il discorso finiva su suo figlio, era un crescendo di occhi luccicanti, lodi ed orgoglio per il cervellone di famiglia che sarebbe diventato un grande avvocato.
 
Tornando a Dean, comunque, il ragazzo fece immediatamente simpatia anche a me.
Diavolo,  aveva il dono di farti sentire parte della famiglia.
E io lo considerai subito come figlio di John e quindi come un nipote.
 
A dirla tutta, la prima volta che ci presentarono, pensai che fosse un idiota!

Un ragazzo con la sua intelligenza che, finito il liceo, sprecava la sua vita (e la sua intelligenza) per andare a fare il piedi-piatti di una fottutissima cittadina in mezzo al Kansas, come Lawrence??! Balle!
Che diavolo, ma che aveva nel cervello?
Non mi capacito ancora oggi, di come si possa avere così poco rispetto per sé stessi.
Almeno su questo io e John eravamo d’accordo.

Ma il testone, niente!
La polizia era il suo credo e la sua seconda famiglia.
E se uno aveva la fortuna di conoscerlo bene, capiva che non era né folle né esaltato, né scontato.

Era semplicemente vero.
Lo faceva, perché ci credeva!
Credeva di proteggere la gente e a lui importava di questo.
La sua vita è incentrata sempre e solo a proteggere gli altri.
Proteggere sua madre.
Proteggere i suoi amici (compreso quell’imbecille del suo amico Gabriel).
E proteggere anche Sam.
 
Sam lo conosco da quando è nato.
Gli ho fatto da padrino e lui mi chiama zio da quando ha iniziato a parlare.
Se ricordo bene ha addirittura detto ‘zio’, prima di ‘papà’.

Mentirei se dicessi che, come suo padre, non mi sono sempre comportato da genitore protettivo nei confronti del ragazzo.
Ma Sam è sempre stato così mansueto e dolcile, che veniva naturale.
Abbiamo faticato tutti ad accorgerci che, crescendo, era diventato un ragazzone grande e grosso, ma soprattutto che aveva le spalle larghe e che voleva la sua indipendenza.

Con John non facevano che ‘azzannarsi’.
Da bravo marines, John non concepiva che un figlio potesse disobbedire ai suoi ordini.
Anche se Sam poteva sembrare mite e tranquillo, aveva un inclinazione al comando molto simile a quella di suo padre. Faceva sempre di testa sua.
Cristo erano vere e proprie guerre!
 
Stava diventando un uomo ed è sempre difficile da accettare per un genitore.

Dopo Stanford, giuro, non avrei saputo dire se fosse ancora lo stesso ragazzo.
Faticavo a riconoscerlo.

Non ho più avuto modo di parlarci e lui non ha fatto nulla per avvicinarmi.
Con John abbiamo discusso spesso di questo ed ho insistito parecchie volte per sapere cosa gli fosse successo e se avessi potuto aiutarlo.
Nulla.
Un Winchester rimane sempre un Winchester. Dannate testacce dure!

Promisi a John che non me ne sarei curato.
Gli promisi di non fare domande e lui, tacitamente, mi promise di parlarmene appena fosse stato pronto.
 
Iniziai a rilassarmi, in merito alle dinamiche di famiglia Winchester-Campbell, quando mi accorsi di vedere spesso Dean, girare intorno a Sam.
Tirai un sospiro di sollievo, come se sapessi che la vicinanza di quello spaccone avrebbe sicuramente giovato al ragazzo.
E qualcosa, in effetti, mi sembrò anche muoversi.

Sam mi cercò un paio di volte per chiacchierare e veniva a trovarmi con Dean, molto spesso.
Non parlò mai di Stanford e non mi aspettavo certo che lo facesse.

Ma parlava! Dannazione, PARLAVA!

E non lo avevo più visto ridere da Dio solo sa quanto tempo.
Quell’imbecille di Dean lo faceva ridere.

Ricordo in particolare una domenica pomeriggio, dopo una partita importante della squadra che Dean allenava con quell’altro imbecille –Gabriel- che andammo tutti a vedere. Sammy compreso.
Eravamo seduti al tavolo, in un qualche self-service il cui nome mi sfugge -sarà l'età che avanza- ed aspettavamo Sam con i dessert.
John, Gabriel e Dean erano concentratissimi a discutere di tutte le strategie che avevano funzionato in partita.
Mary ed io, insieme a Castiel, parlavamo delle difficoltà che le strutture pubbliche avevano nel relazionarsi alle istituzioni.

Quando Sam arrivò, lo vidi sorridere a Dean e passargli il suo piatto con due belle fette di torta di mele, troneggianti al centro.

“So che ti piacciono …”

Gli disse sottovoce, mentre tutti noi discutevamo ancora.
Dean gli rispose con un ‘GRAZIE’ quasi urlato ed un sorriso largo e spontaneo, facendogli segno di accomodarsi vicino a lui.
Niente di strano.
Era qualcosa di assolutamente normale e quotidiano per due che stavano per diventare, in qualche modo, fratelli. Ma non potei fare a meno di notarlo e di pensare: grazie a Dio, Sam è tornato.

Li osservai chiacchierare per un po’, sentendomi come più leggero e rilassato dopo mesi.
Mi accorsi che, di fronte a loro, anche Castiel li guardava con espressione divertita e quasi tenera.

“Tu non mangi il dolce?”

Gli chiese Dean.

“No, ti ringrazio …”

Rispose Sam.

“Vuoi un pezzo della mia torta?”

A quel punto dovetti intervenire, perché –seriamente- Dean che offriva un pezzo della sua torta era pura fantascienza!

“Woh ragazzo! Che succede qui? Se non ricordo male, l’ultima persona che ha provato a chiederti un pezzo di torta, è quasi finita con la tua forchetta conficcata nella mano! E lo ricordo abbastanza bene, perché ero io, diamine!!”

Dissi.

Ci mettemmo a ridere così forte, da far voltare tutti i presenti e sembrava non volessimo finire mai.

“Io lo faccio per il bene di Sam! E’ troppo magro … e voi avete tutti le dita grasse e paffute! INGORDI!”

Castiel, tra le risate, gli rispose che era abbastanza sicuro che anche Dean avesse messo su qualche chilo di recente, cosa che fece annuire malignamente sua madre Mary e ridere Sammy ancora di più!

“Non sono così magro … è un’impressione, perché sono alto!”

Rispose il ragazzo, ridendo.

“Ma se hai lo stesso regime alimentare di una capra! Diventerai verde se continui a mangiare roba che spunta dal terreno!”

Scherzò Dean.
Continuammo così, a dire stupidaggini per un’ora buona e posso dire, senza vergogna, che fu uno dei momenti più belli della mia vita.
 
Dopo quel giorno, mi convinsi addirittura che tutte le ansie e le preoccupazioni fossero frutto unicamente della mia apprensione. Del fatto che ero davvero troppo legato ai ragazzi di John e del fatto che dimenticassi troppo spesso di non esserne il padre.
 
Poi Dean venne a chiedermi di informarmi su Sam e il suo biennio di studi alla facoltà di legge di Stanford.
E mi venne quasi un infarto!
Fu come se tutte le preoccupazioni accantonate, riemergessero all’istante.
Ricordo che pensai: Gesù, sono troppo vecchio!

Ma di fronte a quel ragazzo, seduto davanti a me, che mi guardava dritto negli occhi, con quella luce verde di speranza e preoccupazione, non seppi negargli il mio coinvolgimento.

Diavolo, si: volevo sapere anche io cosa c’era sotto.
Specie dopo che mi spiegò il motivo dei suoi sospetti.
Consapevole che avrei tradito la fiducia di John, ma fiducioso che lo avrei fatto per il bene del suo ragazzo, mi fidai di Dean e questo è quanto!
 
Appena uscì dalla mia stanza, chiamai il professor Crowley -una mia vecchia conoscenza che aveva una cattedra a Stanford-  al quale chiesi il favore personale di informarsi su Sam Winchester e su qualsiasi avvenimento fuori dai canoni,  successo intorno a sei mesi prima, quando il ragazzo tornò a Lawrence.
Accettò di informasi per conto mio, dopo avermi estorto la promessa di ritornargli il favore.
Lo misi in conto. Sarebbe stato strano il contrario.
 
Mai e poi mai mi sarei aspettato quello che scoprii di lì a pochi giorni.

Crowley mi richiamò agitato, informandomi che mi avrebbe mandato immediatamente un fax e pregandomi di fargli avere notizie di Sam il prima possibile.
Si scusò per non essersene rammentato subito, perché fu una cosa grossa e tutti nel campus se ne rammentavano.

Attesi quel maledetto fax in piedi di fronte allo stramaledetto aggeggio elettronico, avvertendo la forte sensazione che il triplo bypass non avrebbe retto l’angoscia.
E quando arrivò, la sensazione divenne certezza: ci sarei rimasto secco!
 
Prima ancora che finissi di leggere il fascicolo universitario di una certa Jessica Moore -studentessa di legge, al secondo anno, deceduta sei mesi prima- Dean Campbell piombò dritto nel mio ufficio, col fiato corto, gli occhi sgranati e terrorizzati ed un mucchio di fogli raccolti in una cartellina d’archivio della Polizia, che mi gettò letteralmente sulla scrivania.
Si accasciò di peso sulla poltrona di fronte alla mia e si coprì la bocca con una mano, rivolgendomi un’occhiata disperata e atterrita che diceva più di mille chiacchiere.

Quando le parole ‘Omicidio-suicidio’ mi apparvero sotto gli occhi, appena li posai su quella pila di carte, mi lasciai cadere a mia volta sulla poltrona, di fronte a Dean, guardandolo negli occhi con la stessa paura.

Mi presi qualche minuto, per leggere velocemente i fascicoli e i rapporti della Polizia, mentre il ragazzo si agitava da seduto, come se avesse un serpente su per il sedere.

Quando finii … fu allora che mi mancò il respiro.
 
“Dimmi che devo fare ora?”

Disse Dean, con voce roca, innaturalmente bassa e tremolante.

Dopo quelli che sembrarono secoli, mi alzai di scatto e presi la mia decisione.

“Non so tu, ragazzo. Ma io vado dritto da John Winchester … e sarà meglio che quell’idiota mi fornisca una spiegazione decente, per avermi tenuto all’oscuro di questa cosa!”
 
 
 
 
 

Continua ….
 


 
 
 
Nda: mmmm … allora chi di voi ci sta capendo qualche cosa?? *sta diventando perfida e si spaventa da sola*; i prossimi due capitoli saranno FINALMENTE i POV del nostro Sam e chiariranno ogni dubbio; ma sarà finita?? Ok, sapremo cosa è successo a Stanford, ma i nostri ragazzi sono ancora lontani dal rendersi conto dei propri sentimenti e Castiel avrà ancora la sua parte da giocare…*sempre più perfida*
Ringrazio sempre tutti tutti tutti tutti per i bellissimi commenti! Non ho veramente parole, ma è importantissimo sapere che seguite la storia con così tanto interesse! Molto probabilmente dovrò saltare la pubblicazione del venerdì, quindi passiamo a martedì prossimo. Mi scuso in anticipo per l’attesa, ma il tempo sembra non essere mai abbastanza e –a quest’ora- speravo di aver già scritto la fine, invece … *si prostra ai vostri piedi*
   
 
Leggi le 15 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: ELE106