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Autore: Averyn    28/02/2012    1 recensioni
Nuovo regime ad Hogwarts: Piton è il nuovo Preside, Harry Potter è alla ricerca degli Horcrux insieme a Ron e Hermione e Ginny, con i suoi amici, è da sola a contrastare l'autorità dei Mangiamorte sulla scuola.
E poi succede qualcosa. Qualcosa che coinvolgerà personalmente Ginny e...Severus Piton stesso.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Luna/Neville
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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CAPITOLO I-  NUOVO REGIME A  HOGWARTS
 
 

“Forza, fallo!” urlò Amycus Carrow a un tremolante Thomas Hornby, che puntava la bacchetta al suo compagno, rosso in volto, senza essere in grado di colpirlo. Ginny assisteva con il fiato sospeso alla scena, la visibilità oscurata dato che la classe si trovava nei  sotterranei nell’  ora di Arti Oscure – così soprannominata, da quando l’insegnante era diventato un Mangiamorte. Ginny sapeva che Thomas Hornby, Grifondoro come lei, non avrebbe avuto mai il coraggio di colpire il suo amico Alan, che faceva coppia con lui. “Avanti!” sputacchiò di nuovo Carrow al ragazzo che, via via che passavano i minuti, si faceva sempre più piccolo.
Gli occhi di Thomas slittarono da lui al compagno, che attendeva coraggiosamente, seppur con paura, il destino di entrambi. Dall’altra parte dell’aula, due Serpeverde ridacchiavano. Tutti gli altri, attendevano con ansia. “Molto bene!” sentenziò Carrow, avvicinandosi all’alunno e strappandogli la bacchetta di mano e puntandola su di lui. “Crucio!” gridò.
Era come un bruttissimo sogno; Ginny sentì la rabbia montare dentro di sé, mentre il ragazzo gridava, superando le risate di quel paio di Serpeverde che ridevano sonoramente. Thomas  fu colto da spasmi e cadde a terra, contorcendosi dal dolore, mentre Carrow si divertiva.
Ginny perforò il Mangiamorte con i suoi occhi scuri: quanto avrebbe voluto farlo scoppiare in mille pezzi, fargli male, come se volesse fargli assaggiare il dolore…ma si trattenne, e non fece nulla di tutto ciò. Thomas Hornby smise di muoversi e restò immobile, quasi senza respirare. Mentre Alan e la ragazza di Thomas, Hanna Beckwell, si chinavano su di lui per soccorrerlo, la campana suonò.
La classe uscì in silenzio e Ginny si tuffò nei suoi pensieri. Hogwarts era cambiata molto da quando Piton era il Preside. Vi era quasi un regime militare e la magia di quel luogo aveva perso tutta la sua bellezza; persino Pix sembrava un ricordo felice, ma ora che la ragazza si trovava a vagare per i corridoi del castello, non s’imbatteva neanche più in lui e nei suoi scherzi. Gli alunni erano soggetti a continue minacce e a punizioni. Le mancavano tutti i ricordi degli anni precedenti e ci si attaccava come linfa vitale…. Soprattutto perché non c’era Harry. Ah, Harry…. viveva ancora il momento in cui, in camera sua, si erano scambiati quel bacio d’addio, proprio il giorno del compleanno di Harry…. ma lui non c’era più. E forse era anche per questo che Ginny sentiva che tutto era diventato tutto più brutto e oscuro.
 
Giunse nella Sala d’Ingresso, dove trovò Luna Lovegood ad aspettarla: Erbologia si sarebbe svolta con i Corvonero. Ma non era sola: si stava intrattenendo proprio a parlare con Neville; nessuno si parlava mai tra una lezione e l’altra. Faceva parte del nuovo regime. Ma evidentemente Neville e Luna avevano acquistato una certa avversione per le regole.
“Neville!” gridò andando loro incontro. “Ciao, Ginny!” ricambiò il saluto Luna, con la sua aria sognante. Il ragazzo dal viso tondo sollevò lo sguardo su Ginny e le regalò un sorriso. “Ciao!” Poi s’affrettò a sistemare qualcosa e gli occhi volarono da una direzione all’altra; forse aveva capito, con la sua venuta, che i Carrow potevano scoprirli da un momento all’altro. “Senti ora devo proprio andare… hai capito tutto, Luna?” “Sì,”  annuì Luna, l’aria sognante. “Molto bene. Ginny,” aggiunse, spostando lo sguardo sulla ragazza. “Parliamo dopo, d’accordo?” Annuì a sua volta, anche se non capiva a cosa si stesse riferendo. “Certo, d’accordo.”  Neville scappò per la porticina che avrebbe portato ai sotterranei.
Ginny sospirò; ora toccava a lui vedersela con Amycus Carrow. Il ricordo di quello che era successo l’ora precedente la turbò.  “Hai l’aria di una persona affranta!” osservò Luna che, come al solito, aveva colto nel segno con la sua onestà. “Ho paura di esserlo, Luna.” Rispose l’altra, sempre gli occhi puntati alla porta dove era sparito Neville. “Non devi” disse Luna, uscendo dalla porta d’Ingresso e dirigendosi nel corridoio che portava al giardino interno.
“Nessuno dovrebbe. I Carrow sono terribili, sì, ma io penso che se siamo tutti uniti siamo molto più forti di loro!” “E’ vero” disse Ginny, stranita dalle parole della ragazza.
“Ma non siamo più l’ES, questo lo sai. Da quando Harry se ne è andato…” non finì la frase; semplicemente non ci riuscì. Faceva male il ricordo di Harry, come un pugno allo stomaco. Dov’era, in quel momento? E chissà cosa stava cercando e in quali pericoli erano incorsi lui e  Ron, il suo fratellone, e Hermione…. Luna le sorrise e le prese la mano. “Non è così. Non abbiamo mai smesso di essere l’ES. E non smetteremo mai, finché avremo fiducia in Harry!”
osservò di nuovo lei, decisa. Ginny si sorprese di tanta fermezza; era in momenti come questi che Luna dimostrava il suo coraggio e l’ammirava per questo.
“Che cosa ti ha detto Neville, comunque?” chiese Ginny, cambiando discorso. L’altra arrossì, senza un vero e proprio motivo, stringendo la borsa dei libri al petto. “Oh, beh… solo informarmi di quello che hanno fatto a Thomas Hornby, tutto qui.” Ginny sentì affiorare sul suo viso lentigginoso un sorriso malizioso, gli occhi che guardavano Luna furbescamente.
“Niente appuntamento a Hogsmeade?” Luna scosse la testa freneticamente, la chioma bionda e spettinata che le contornava il viso. “No, niente appuntamento a Hogsmeade.”
 
 
 
Era sera, e Ginny Weasley era in sala comune, seduta sulla poltrona accanto al fuoco, intenta a sfogliare l’album delle foto di Harry, quello che Hagrid, le aveva confidato il ragazzo un pomeriggio dell’anno precedente passato insieme, gli aveva regalato il primo anno.
Le veniva quasi da piangere nel rivedere le foto del passato e allo stesso tempo si stupiva di quanto tutti loro fossero cresciuti. Si fermò alla pagina in cui vi era una foto raffigurante una donna dai capelli lunghi e rosso scuro e un uomo dai capelli spettinati e gli occhiali tondi, molto simile ad  Harry con un neonato fra le braccia. Sospirò, staccando lo sguardo dall’album: chissà dov’era, Harry, adesso!
“Non dovresti farti del male” commentò Neville, comparso proprio davanti a lei. “Certi ricordi sono più dolorosi di altri!” disse saggiamente, puntando lo sguardo al libro. Ginny, trovando che l’avesse colta in un momento personale, arrossì e chiuse di scatto il libro. “Già,” assentì, “ma non posso fare a meno di pensarci.” “Lo capisco” disse lui, sedendosi affianco. Si guardò intorno, come per controllare che ci fosse qualcuno; la sala era, in effetti, molto piena.
Sembrò riflettere un secondo. “Ginny,” le disse, “ ti andrebbe di salire nel mio dormitorio per un minuto?” La domanda la spiazzò. S’irrigidì, sentendo le guance molto calde. Cosa voleva fare Neville? “Neville… Non mi pare il caso…” Il ragazzo scosse la testa, arrossendo un poco anche lui e cominciando ad agitare il braccio. “No, non credo tu abbia capito. Devo parlarti di una cosa… e nel dormitorio a quest’ora non c’è nessuno. È… è importante.” S’avvicinò.
“ Riguarda quello che ci siamo detti io e Luna, poco fa!” le bisbigliò all’orecchio.
La ragazza cambiò espressione: si sentiva meglio: l’immagine di due rinchiusi nel dormitorio a combinare chissà che cosa non l’allettava per nulla.
Stretta al suo album, seguì Neville su per le scale del suo dormitorio. Aprì la porta e vi sbirciò dentro:  era vuoto. La fece entrare; Ginny s’accomodò sul primo letto che vide; non era la prima volta che entrava nel dormitorio; fu con distacco che vide il letto di Dean Thomas vuoto, così come quello di Harry. Di nuovo, lo stomaco si strinse al pensiero.
Neville sembrò notare quanto le facesse male. “Ci vorrà solo un minuto” le assicurò lui e Ginny, cercando di non guardare il letto di Harry, s’accomodò su quello di Neville.
“Bene, io….” Iniziò il ragazzo, esitando. “Io…. Voglio riunire l’ES!” disse tutto d’un fiato.
Il cuore di Ginny smise per un momento di battere. “Tu… vuoi fare cosa?” chiese, incredula.
“Voglio  rimettere su l’Esercito di Silente,” ripeté Neville, più calmo. “Non posso più vedere le persone che vengono torturate solo perché si ribellano di scagliare Maledizioni sui propri compagni e amici…oppure sentirmi comandare a bacchetta dai Mangiamorte… vedere la stessa McGrannitt impaurita da questa nuova Hogwarts….io… credo sia la cosa più giusta da fare.” “Ma Neville,” ribatté Ginny, sconsolata, “senza Harry… Saremo in grado di farlo?” Neville annuì freneticamente, le mani che cominciavano a tremare dall’emozione. “ Io… non lo so, ma dobbiamo provarci, in ogni caso. È un modo per aiutare Hogwarts, Harry e… per Silente.” “E credi che gli altri membri siano d’accordo?” continuò a chiedere, insicura. Sarebbero stati disposti ad aderire senza l’aiuto del Prescelto? Neville si sedette accanto a lei, ancora eccitato all’idea. “Penso proprio di sì. Ho parlato con Luna, stamattina, e…” Ora Ginny ricordava le parole dell’amica: i Carrow sono terribili, sì, ma io penso che se siamo tutti uniti siamo più forti di loro.
“Sì, lo so come la pensa” tagliò corto Ginny. “Ma tutti gli altri? Anche se accettassi, saremo comunque solo in tre, e per contrastare il potere della scuola non è molto….”
“Sei troppo scettica” disse Neville. “Beh, se vuoi davvero saperlo, ho parlato con qualcuno, e sarebbe disposto a venire... quando li contatteremo nel momento più opportuno e nella massima sicurezza, ovviamente.” “E come?” si sorprese Ginny. “Beh, con queste!” esclamò Neville, tirando fuori una moneta e ficcandola in mano alla ragazza. “Dovresti averne una anche tu, o sbaglio?” Ginny la prese e la esaminò. Era una delle monete false con cui venivano contattati i membri dell’ES. “No, non sbagli” rispose lei, restituendogli la moneta.
“E beh… non so proprio cosa dire. Io…” “Dai accetta!” insisté Neville. “Manchi solo tu!”
Ginny pensò, pensò attentamente. Valeva la pena di rischiare per combattere contro il regime di Voldemort a Hogwarts? , si disse Ginny. “D’accordo!” rispose lei, e sentì un fuoco di ribellione ribollire dentro di lei; in fondo, sapeva di volerlo. Neville le regalò un sorriso enorme e l’abbracciò. “Lo sapevo! Lo sapevo che ti saresti unita a noi!” Lo faccio per te, Harry, si disse Ginny, ricambiando l’abbraccio.
 
 
NOTE DELL'AUTRICE: eccomi con una nuova storia ( mi scuso per non aver pubblicato le altre storie, per chi le stesse aspettando i capitoli... sono in fase di scrittura!... per via della scuola... mi ci sono applicata poco....) questa l'ho scritta così, di getto... mi martellava la testa da giorni.... leggete e divertitevi e fatemi sapere come la trovate! a breve anche i prossimi capitoli ^^
 
  
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