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Autore: Sonskyn    28/02/2012    1 recensioni
19 anni dopo.
Hermione e la sua famiglia si trovano alla stazione di King's Cross.
L'atmosfera, i gesti delle persone a lei accanto o una semplice parola, le riportano alla mente ricordi della sua adolescenza, tutti gravitanti attorno ad una persona: Draco Malfoy.
Poi, un incontro e una lettera inaspettata.
"L’Espresso rosso rombava sulle rotaie, impaziente di partire. Uno sciame di giovani maghi e streghe saliva e scendeva, recuperando animali in fuga e bauli nelle mani dei genitori.
L’atmosfera mi riportò indietro di ventisei anni, quando anche io per la prima volta salii su quel treno."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Un'utopia che diventa realtà

Mi venne detto che l'Utopia è illusoria
e che è impossibile trovarla.
Ma non mi venne detto che l'Utopia è reale
e che è possibile trovarla.

 





L’Espresso rosso rombava sulle rotaie, impaziente di partire. Uno sciame di giovani maghi e streghe saliva e scendeva, recuperando animali in fuga e bauli nelle mani dei genitori.
L’atmosfera mi riportò indietro di ventisei anni, quando anche io per la prima volta salii su quel treno.
 

«Mamma, guarda!» urlai a mia madre una volta attraversato il portale magico. Un sorriso splendente si dipinse sul volto dei miei genitori, orgogliosi di avere una figlia “speciale”.
«Allora, lo spazzolino l’ho preso e anche il dentifricio, il filo interdentale e il colluttorio. Poi, il pigiama, le divise, i libri, le boccette di inchiostro diverse, le piume e le pergamene. Mmm… il kit di Pozioni, il calderone, i guanti di pelle di drago,…»
«Hermione, abbiamo già controllato tre volte. È tutto pronto e sistemato nel baule» mi tranquillizzò bonariamente mio padre. Per un attimo gli credetti, ma un pessimo presentimento mi balenò nella testa.
«La bacchetta!» urlai. «Ho lasciato la bacchetta sulla mensola in cucina. E ora come faccio? Oddio, sarò espulsa ancora prima di mettere piede nella scuola; mi rinchiuderanno nei sotterranei appesa per i pollici e mi lasceranno lì a marcire!»
Cominciai a disperarmi, correndo convulsamente attorno ai miei genitori, che mi guardavano ridendo divertiti.
«E voi? State lì a guardarmi e ridete delle mie sventure? Non ve lo perdonerò mai!»
«Tesoro, calmati!» disse mio padre cingendomi le spalle. «La tua bacchetta è proprio qui, nella tua tasca»
«Grazie, papà» gli sussurrai imbarazzata.
Il treno fischiò e uno sbuffo di fumo grigio si diradò nell’aria. Mancava un minuto alle undici.
«Devo sbrigarmi, altrimenti perdo il treno!»
I miei genitori mi abbracciarono, baciandomi su entrambe le guance e sulla fronte.
«Fai la brava, piccola mia» mi disse mia madre con le lacrime agli occhi.
«Siamo fieri di te e lo saremo sempre!» concluse mio padre stringendomi forte a sé.
Io li guardai, triste di doverli lasciare, ma eccitata all’idea della nuova avventura che avrei intrapreso.
«Ci vediamo per Natale!» li salutai.
Presi il mio baule, lo trascinai faticosamente fino al treno e tentai di issarlo sul vagone. Mi sarebbe precipitato addosso, se un ragazzino del mio anno dai capelli di un biondo chiarissimo e gli occhi grigi, non lo avesse trattenuto dall’interno- nonostante il suo fisico abbastanza gracile. Afferrò il baule e lo portò nello scompartimento più vicino.
«Grazie!» gli sorrisi grata.
«Non c’è di che»
«Io sono Hermione Granger, tu?»
«Mi chiamo Draco Malfoy» rispose gonfiando il petto.
«Noto che il tuo cognome ti reca orgoglio»
«Proprio così, la mia è una tra le più importanti famiglie di Purosangue.  Tu, invece? Non ho mai sentito il tuo cognome»
«Beh, perché i miei genitori sono Babbani.»
«Sei una Nata Babbana?» disse con una nota sprezzante nella voce. In quel momento passarono dei ragazzini, che si voltarono impercettibilmente a guardarci.
«Sì, perché?» chiesi intimorita.
«Non posso farmi vedere con la gente come te.» mi sussurrò dispiaciuto, assicurandosi che nessuno potesse sentirci e vederci. Poi, prese il suo baule e uscì dal vagone.

 
 
«Mamma, ci sei?» disse Rose sventolando le mani davanti ai miei occhi.
«Scusa, ricordavo i vecchi tempi» le risposi sorridendo.
«Sono eccitatissima, non vedo l’ora di cominciare. Difesa delle Arti Oscure, Pozioni, Erbologia con lo zio Neville. Spero proprio di riuscire a stare dietro a tutte le lezioni, non voglio perdermi niente! Poi, chissà che banchetti squisiti, le gite a Hogsmade e le partite di Quidditch….» Rose parlava a raffica, senza fermarsi un attimo e senza nemmeno curarsi che qualcuno la stesse a sentire. 
«Mamma, quand’è che potrò andare anche io a Hogwarts?» piagnucolò Hugo.
«Mancano solo due anni, caro» lo rassicurai accarezzandogli i capelli color carota. Il piccolo sbuffò e incrociò le braccia al petto.
 
 

«Dai, piantala di fare il finto offeso!» gli urlai ridendo.
«Mi hai fatto male!» si lamentò Draco.
«E smettila!»
«Solo se mi prometti che rimarremo per sempre amici» sussurrò imbarazzato.
Io rimasi spiazzata da quella richiesta, Draco non aveva mai esternato in quel modo le sue emozioni. La nostra non era un’amicizia comune e ci divertivamo a ritrovarci segretamente nei pomeriggi liberi.
Era un ragazzino strano, con un carattere contraddittorio e contorto. Dal nostro primo incontro sul treno si era dimostrato ostile ad avvicinarmi a causa degli insegnamenti ricevuti riguardo alla gente come me, ma la sua curiosità verso il mio mondo lo aveva spinto a conoscermi meglio. Ciò aveva provocato in lui una serie di atteggiamenti contrastanti: l’arrogante Serpeverde in mezzo agli altri e il ragazzino simpatico nei momenti di libertà.
«Non posso promettertelo, dovrai meritartelo!» gli risposi.
«è una sfida?» mi chiese ridendo. «Ok, l’accetto!»
E mi porse la mano in segno di impegno.

 
 
In quel momento, Ron ci raggiunse correndo.
«Come te la sei cavata con il parcheggio?» gli chiesi divertita.
«Benissimo. Non era ovvio?» rispose cingendomi le spalle con il braccio e lasciandomi un bacio sulla guancia.
«Bleah, che schifo!» disse disgustato Hugo.
«Sai, anche io ero così alla tua età. Ma arriverà il momento in cui non potrai farne a meno!» gli rispose suo padre facendogli l’occhiolino.
«Mamma, ci sono i Potter!» urlò Hugo contento di cambiare discorso, correndo incontro ai suoi cugini.
«Ciao» ci salutò Albus, immensamente sollevato. Rose, che già indossava la sua divisa nuova di zecca, gli sorrise radiosa e si buttarono a capofitto in una fitta discussione sulla Casa in cui sarebbero stati Smistati.
«Se non finisci in Grifondoro, ti diserediamo» intervenne Ron, «ma non voglio metterti pressione».
«Ron!» lo rimproverai indignata.
«Non dice davvero» rassicurammo i ragazzi io e Ginny.
 
 

«Non dirai davvero, spero» gli urlai disperata. Ci trovavamo in separata sede, per evitare gli sguardi indiscreti della gente.
«Senti, Granger, non so cosa ti sia preso e non so come ti sia potuta venire in mente una cosa del genere» disse sprezzante. «Ma la prossima volta che ti avvicini a me, anche solo per pulirmi le scarpe, giuro che ti… io ti…»
«TU COSA? Ah?» ormai, non mi curavo delle lacrime che mi offuscavano la vista. «La prossima volta che hai intenzione di ballare con me vieni di persona, senza aspettare che sia io ad alzarmi dopo che mi mandi stupidi bigliettini volanti!»
La sua pelle diafana arrossì spaventosamente, strinse le mani tremanti a pugno e mi guardò gelido.
«Sai, sono contento di non essere venuto al ballo con te»  sussurrò tra i denti.
«E io sono contenta di aver rifiutato il tuo invito. Sei solo un odioso spaccone!»
«Come osi?! Tu, sudicia Sangue Sporco»
A quelle parole non ci vidi più dalla rabbia; la mia mano partì velocemente, colpendolo alla guancia con un colpo sordo. Lui, incredulo, vi portò la sua, massaggiandosi.
Senza dargli opportunità di reagire, mi voltai e scappai in direzione della Sala Comune.

 
 
Questo è ciò che è realmente, avevo pensato in quell’occasione, solo uno sciocco ragazzino viziato ed ottuso.
Mi ero illusa di poter creare un’amicizia vera, incondizionatamente dallo stato di sangue e dalle famiglie di provenienza, dalle Case cui appartenevamo e ai caratteri così diversi. Ma quella fu la prova che non poteva accadere, sarebbe rimasta una bellissima utopia.
E me lo ha dimostrato anche nei due anni successivi, pensai amareggiata.
Non più una parola, un sorriso, un cenno del capo. Non più i pomeriggi passati insieme, a raccontarci aneddoti divertenti dei rispettivi mondi, non più quella piccola e segreta complicità che si era creata. Eravamo diventati due estranei, invisibili agli occhi e al cuore. Freddi e impassibili.
«Ehi, Hermione. Tutto ok?» mi chiese Ginny preoccupata.
«Sisi, tranquilla.»
I bambini stavano parlando animatamente, ma non riuscii a comprenderne l’argomento. Lily e Hugo, in disparte dai cugini più grandi, in un mondo tutto loro.
«Guarda chi c’è» disse Ron, dando una gomitata a Harry.
Mi voltai e il mio cuore sussultò. Draco era poco distante da noi. Alto e dal fisico asciutto, gli occhi grigi con una luce diversa, più saggia e adulta, e i capelli biondi pettinati impeccabilmente.
Non è cambiato per niente, pensai affettuosamente.
Era accompagnato da una donna dai capelli boccolosi, con il corpo sinuoso chiuso in un tailleur grigio, e da un ragazzino, che era la sua copia esatta, solo di qualche taglia più piccolo. La moglie Astoria e il figlio Scorpius.
Lo guardai a lungo, ripensando con malinconia che sarebbe potuta andare diversamente, che avrei potuto cambiare quel suo modo di fare e di pensare, che, infondo, avremmo potuto avere un futuro insieme. Con la testa occupata in questi pensieri, non mi accorsi che si era avvicinato, sotto lo sguardo attento di mio marito, che ci lasciò soli in quell’attimo di intimità.
«Buongiorno, signora Weasley» mi salutò cordialmente.
«Buongiorno, signor Malfoy» risposi, cercando di essergli indifferente, ma il tremolio nella mia voce mi tradiva.
«Noto con piacere che la mia presenza ti fa un certo effetto» disse sorridendo.
«Ed io noto con piacere che non sei cambiato di una virgola.»
«Ahi, Hermione» disse continuando a guardarmi divertito. «Pensavo che tutti questi anni di maternità ti avessero addolcita»
«Solo con le persone che se lo meritano»  dissi tagliente.
Il suo viso si oscurò e il sorriso sparì dalle sue labbra.
Brava stupida, sei sempre stata molto in gamba a ferire le persone.
Mi pentii immediatamente della mia lingua lunga, ma non avevo idea di come rimediare.
«Io…»
«Non ti preoccupare. Hai perfettamente ragione» disse, tirando un respiro profondo. «Sai, non mi perdonerò mai per quello che ti ho fatto. Voglio che tu sappia, che mi dispiace molto» mi sussurrò imbarazzato, abbassando gli occhi. «E… vorrei che tu avessi questa»
Allungò la mano verso di me. Una busta.
La presi, tremante.
«Draco, io non so cosa dire…»
«Non dire niente» mi disse tornando a sorridere. «Prendila e basta»
E così dicendo, mi guardò un’ultima volta e se ne andò.
«Tutto a posto?» mi chiese Ron avvicinandosi e carezzandomi amorevolmente la schiena. Mi guardò preoccupato, ma io non risposi alla sua domanda. Spezzai il sigillo in ceralacca con il marchio dei Malfoy e aprii la busta.
 
 
Cara Hermione,
so che ormai sono passati troppi anni dall’ultima volta che ci siamo parlati e che, probabilmente, tu non vorrai più sapere niente di me, ma non posso vivere con questo senso di colpa che mi divora dentro.
Ho voluto scriverti questa lettera, perché sai meglio di me quanto mi sia difficile esprimere le mie emozioni. Tu sei l’unica in grado di capirmi a fondo, sei l’unica che mi sia stata accanto nonostante il mio carattere odioso. In te ho visto la mia unica speranza di salvezza e non mi perdonerò mai di averti gettato via in quel modo, per aver spezzato senza ritegno il tuo fragile cuore, per averti umiliata e offesa.
Per i due anni successivi a quella sera, non ho fatto altro che pensarti e tentare di trovare un modo per ricucire quello che c’era tra noi. Ma non trovavo il coraggio di rivolgerti la parola, di buttare all’aria i principi sbagliati che animavano la mia vita di adolescente e, peggio ancora, non potevo sopportare di poter essere rifiutato. Per questo ho costruito una barriera impenetrabile, che non permettesse a nessuno di far riaffiorare la mia parte umana, quella che tu riuscivi tanto facilmente a far vivere e ho cominciato ad odiarti. Odiarti per avermi fatto diventare un debole, per avermi permesso di provare emozioni e di cedervi. Ti odiavo per avermi fatto innamorare di te.
Ma più ti odiavo, più capivo che, in realtà, era me che odiavo.
Non sopportavo più di vedere la mia immagine riflessa nello specchio, la faccia di uno stupido egoista che aveva causato tanto dolore ad una creatura così affascinante e delicata; un insulso razzista non degno dell’amore, della compassione e del perdono di nessuno. Quindi ho cominciato a riflettere, sulle mie azioni e le posizioni prese nel corso degli anni, e ho capito che niente di ciò che ho fatto poteva rendermi fiero.
Ma, ora, sono riuscito a trovare una sorta di equilibrio con il mondo. Non sono più il ragazzino presuntuoso e arrogante, quello che detestava tutti i Mezzosangue e i Sangue Sporco, quello che ti ha fatto soffrire.
Grazie a te, posso ritenermi una persona migliore, con i suoi difetti, certo, ma migliore. Grazie al tuo carattere altruista e paziente, posso dire quella che ritenevo una debolezza è, invece, la forza più grande.
L’amore, che mi tiene legato a questa terra, al ricordo di te e dei tuoi capelli cespugliosi.
Vorrei solo che tu accettasi queste mie scuse impacciate e capissi quanto realmente io sia dispiaciuto da tutto il male che ho causato.
 
Con affetto
Draco
 
 
Le lacrime cominciarono a bagnare e sbiadire le parole della lettera.
Riuscivo a percepire la fatica con cui Draco le aveva incise sulla carta, i suoi occhi grigi concentrati sui movimenti della penna. Troppo spesso l’avevo visto in quella posizione, sui libri di scuola.
Capivo il turbinio di emozioni che lo tormentava, il suo cambiamento combattuto e i suoi rimorsi. Capivo che era una persona diversa, veramente migliore.
Ero immensamente contenta per lui, che finalmente era riuscito a trovare la sua strada e a tracciare il suo destino con le sue mani.
Un’utopia che diventa realtà.



 




NdA

Non è la prima Draco/Hermione che scrivo e diciamo che ne sono particolarmente soddisfatta, sperando di non aver sconvolto troppo i personaggi, perché credo che sia una delle poche coppie fanon che avrebbero potuto consolidarsi nella trama originale- più che altro mi piace crederlo. Detto questo spero voi abbiate pietà di me e non siate troppo severi nelle recensioni (perchè voi recensirete, vero??? :D)

Nella speranza che vi piaccia, buona lettura! :D

   
 
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