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Autore: allison742    28/02/2012    13 recensioni
Semplicemente grazie. Grazie per essermi sempre vicino, qualunque sia il mio stato d’animo, e so che non è così facile.
Grazie per capire sempre quando è il momento di farsi da parte, lasciando intendere che per qualunque cosa basta una telefonata. Grazie per il caffè tutte le mattine.
Grazie per aver aspettato che fossi io a parlarti di mia mamma, di non aver insistito; o quasi.
Grazie per aver rispettato i miei tempi dopo l’incidente. Grazie per Nikki Heat. Grazie per tutto questo, per Parigi. Grazie per essere così come sei.
Grazie perché nonostante tutto sei ancora qua.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
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Vorrei dirti che ti amo, ma non so cosa pensi tu.

«E tu sei?»
«Emily!» urlò la ragazza.
«Emily… perfetto, ecco a te!»
«La ringrazio signor Castle! Davvero, è stato un onore conoscerla… arrivederci!» salutò la ragazza ancora elettrizzata da quell’incontro.
Kate e Castle erano arrivati nell’immensa libreria dell’hotel e furono accolti con calore dal proprietario del Crillon, che li condusse al tavolino dove Castle avrebbe dovuto accomodarsi.
Quando arrivarono c’era già una fila incredibile… Castle non pensava che ci fossero tante persone nell’hotel…
Erano seduti a quel tavolino da più di due ore… e, dopo l’autografo di Emily, decisero che era ora di fare una pausa.
«Certo che alcune sono proprio strane! Insomma, voglio dire… lo so che sono bellissimo e irresistibile… ma tante volte sembra che si trovino davanti a qualche Dio!» disse Castle a Kate quando furono da soli nel bar della libreria.
«Oh oh! Il grande Richard Castle che viene infastidito da migliaia di ragazzine che gli cadono ai piedi! Questa mi è nuova!» rispose Kate ridendo.
«Non sono assolutamente infastidito… solo io non adorerei mai in quel modo una persona… per quanto importante sia, rimane pur sempre una persona… ecco tutto!» concluse.
«Ok, ora mi stai seriamente spaventando con i tuoi discorsi. Guarda che è normale per una tua fan essere eccitata quando ti incontra.» Disse lei.
«E pensare che una volta ero così anche io! E adesso ti ho sempre fra i piedi! Com’è strana la vita!» aggiunse scherzando.
«Ma smettila! Almeno ammetti che ti piaccio ancora!»
«Può darsi…» disse Kate girandosi e uscendo dalla porta per tornare alle lettrici di Castle.
 
«Posso avere un autografo anche sul braccio?» chiese una ragazza dai lunghi capelli biondo platino e con le tette rifatte.
«Oh! Certo! Vieni qua» Castle stava decisamente cominciando a fare lo stupido; il suo lato da play boy stava riemergendo…
«Grazie!» disse lei ridendo come un’oca. «E posso averne uno anche sulla gamba?»
«Ummm… come rifiutare una simile offerta?» ora stava decisamente facendo lo scemo.
«Hihi!» rideva lei intanto che le mani del suo scrittore toccavano le gambe di un’altra.
«E un ultimo qui, che ne dici?» disse indicando il seno.
«Ma certo!» esclamò lui.
Ma nel momento in cui la punta del pennarello toccò la pelle della donna, Castle si ricordò della promessa che aveva fatto a Kate prima della partenza.
In automatico si girò verso di lei, che ricambiava con uno sguardo di fuoco… ma con un retrogusto di delusione.
«Questo è davvero troppo!» disse alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso l’uscita.
«Kate! Aspetta!» urlò Castle, ma lei era già arrivata in fondo al corridoio, triste, delusa, con una lacrima che le rigava il contorno perfetto della guancia.
«Oh, lasciala perdere! Non mi sono mai piaciute quelle troppo gelose!» disse la ragazza bionda riportandolo alla realtà.
«Scusa, devo andare!» le rispose Castle precipitandosi fuori dalla porta.
«Ehi! Il mio autografo!» gli urlò dietro lei; ma lo scrittore neanche la sentì.
Doveva andare a rimediare ad uno stupido sbaglio che avrebbe potuto rovinare per sempre la sua vita.
 
Kate era corsa nella suite e si era chiusa dentro. Non voleva che nessuno la vedesse piangere, tantomeno Rick.
Era arrabbiata, d’accordo, ma più che altro era delusa dal comportamento di Castle.
Lei aveva preso sul serio quella promessa; era stata l’inizio di quella favolosa avventura. E lui aveva rovinato tutto.
Forse non aveva il diritto di essere così arrabbiata, in fondo non erano fidanzati, ma tutte la parole che si erano detti in quei due giorni, la notte passata insieme, i loro momenti… non poteva non significare nulla!
Aveva sbagliato un'altra volta a fidarsi di lui. Si era ripromessa che non doveva giocare troppo con il fuoco, e, come previsto, era riuscita a scottarsi.
Non voleva più soffrire, non per amore almeno.
 
«Kate? Kate! Dai… apri… lo so che sei li dentro!» erano dieci minuti che Castle bussava incessantemente alla porta della camera.
«Ascolta, mi dispiace ok? Ti prego… se solo mi lasciassi spiegare…»
«Spiegare cosa?» urlò lei aprendo improvvisamente la porta, lasciando di stucco la scrittore. «Spiegare perché facevi lo scemo con quell’oca rifatta? Spiegare perché non hai mantenuto la promessa? Spiegare perché alla fine io ci casco sempre? O magari vuoi semplicemente dirmi di andarmene per restare solo con quella donna?!» Kate era fuori di sé, non ragionava più. Quel terribile miscuglio di sentimenti la stava uccidendo.
Castle non sapeva cosa rispondere. Ok, si era arrabbiata e ci era rimasta male, ma non si aspettava una reazione del genere; non aveva la minima idea che Kate l’avesse presa in questo modo.
Era mortificato; per lui era stato naturale reagire così, in libreria; ma, se solo avesse saputo le conseguenze di quel gesto… l’ultima cosa che voleva era farla soffrire…
E adesso? Come spiegargli le cose senza farla ulteriormente arrabbiare?
«Dai Castle! Sei uno scrittore! Ti dovrebbe pur venire in mente qualcosa!» continuava a ripetersi; ma la scena di Kate davanti a lui, con le lacrime che non smettevano di scendere, gli impediva qualsiasi pensiero logico.
Era maledettamente arrabbiato con se stesso.
«No Kate! Non è come pensi!» riuscì a dire.
«E allora dimmelo tu com’è!» gli rispose alzando il tono di voce.
«Non possiamo entrare prima?» azzardò lui.
«No, lo voglio sapere ora!»
«Ok, come vuoi.» Si rassegnò.
«Allora? Niente da dire scrittore?» lo incitò lei con tono arrabbiato e impaziente, sottolineando il fatto che, essendo uno scrittore, avrebbe già dovuto trovare le parole.
«Sì, vorrei dirti molte cose ad essere sincero. Vorrei dirti che ho commesso un terribile errore, prima, in libreria, e che se avessi saputo quanto ti ho fatto soffrire, avrei evitato; vorrei dirti che mi dispiace tantissimo di averti ridotto in questo stato, e che non mi sono affatto dimenticato della promessa, del patto. Ora so cosa significa per te; vorrei dirti che ho passato la mattina a pensare cosa sarebbe successo se quella telefonata non ci avesse interrotti; vorrei dirti che sei la cosa migliore che mi sia mai capitata, che senza di te non riuscirei a vivere; vorrei dirti che so perfettamente che ricordi tutto, te lo si legge in faccia; vorrei dirti che non resisterò ancora molto senza poterti abbracciare, baciare e svegliarmi al tuo fianco. Vorrei dirti che ti amo, ma non so cosa pensi tu.» Dopo il discorso ci furono lunghi attimi di silenzio. Attimi nei quali Castle non aveva altro che la speranza. Poi arrivò il verdetto.
«E invece sai perfettamente cosa penso.» Disse lei gettandosi al collo di Rick.
Finalmente, dopo anni di desideri repressi, le loro labbra si incontrarono.
Fu come un esplosione, un miscuglio di emozioni maledettamente piacevoli che li trasportavano in altro mondo, un mondo nel quale avrebbero dovuto mettere piede molto tempo prima: il mondo dell’Amore.
Erano attratti l’uno dall’altro, come calamite; di senso opposto ma che non riescono a respingersi.
Si staccarono esattamente quando ad entrambi mancò ossigeno.
«Wow detective!» riuscì a dire Castle sottovoce, rubandole subito un altro bacio.
«Non vedevo l’ora!» rispose lei riprendendo a baciarlo, con trasporto.
«Vedi caro, ci rimborsano le spese e in più allestiscono degli spettacoli nei corridoi. Hai fatto proprio bene a scegliere il Crillon.» Esclamò una vecchietta rivolta al marito, mentre passeggiavano a braccetto per il corridoio.
Kate e Rick si staccarono di colpo, e arrossirono come due ragazzini.
In effetti si erano completamente dimenticati di essere sull’uscio della suite.
Non ebbero tempo di dare spiegazioni ai signori che questi erano già scomparsi dietro l’angolo.
A quel punto, Kate e Castle si guardarono negli occhi  e scoppiarono a ridere.
Erano felici, magari come due adolescenti, ma felici.
«Forse è meglio se entriamo» disse Castle.
«Forse sì» rispose lei tra le risate.
Entrarono e si chiusero la porta alle spalle, lasciando all’esterno le preoccupazioni, la tristezza e i problemi.
Erano solo loro.
Non più un "io e te", ma un "noi".
 
 
 
"Non sono innamorato di te… Io ti amo.
Per questo sono sicuro.
Nell’amare ci può anche essere una fase di innamoramento, ma non sempre nell’innamoramento c’è vero amore.
Io ti amo.
Come non ho mai amato nessuno prima.
E sono anche innamorato di te."
 
[Fabio Volo, "E' una Vita che ti Aspetto"]
 
 
 

ANGOLO DI ALLISON
Ciao bellissime!! Come state?
Che ne dite del capitolo?
Scommetto che in ogni vostra recensione ci sarà la parola FINALMETE!
Lo aspettavate da solo… 7 capitolo no?? Ahah
Ok, io ora scappo!!
Però vi aspetto al prossimo!! Recensite intanto!!
Ciaooo!
Un bacio, Allison <3
   
 
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