Fiera (Regulus)
(110 parole)
Cucciolo di leone, ingenuo e schietto. Troppo in fretta sei cresciuto, inseguendo la tua nemesi. Smanioso di sanguinosa vendetta.
Con occhi ferini segui la tua preda osservandola nelle ombre del tempio nemico. Oltre i limiti consentiti porti quel tuo corpo acerbo, senza ripensamenti; senza paura.
Davanti a te c’è colui che ti ha derubato di tutto.
Impaziente sfoghi la tua rabbia, che senza danno si infrange sul tuo avversario. A nulla ti è valso bruciare la tua vita.
Con malinconica consapevolezza comprendi ora, al termine della tua breve esistenza, la vera essenza delle cose. Un tutt’uno diventi con il creato; e con un semplice colpo abbatti infine il tuo nemico.
note personali:
La parte finale dell'ultima frase è volutamente un po' ambigua. La figura del nemico la si potrebbe associare facilmente a Rhadamantis, ma in fondo, chi era il vero nemico di Regulus? Credo sia se stesso e la sua arroganza nel ritenersi un "genio" e nell'affidarsi solo alla sua peculiarità di riuscire a copiare le tecniche avversarie, dimenticandosi invece una cosa fondamentale. Gli insegnamenti e la filosofia del padre Ilias. E quando alla fine ha capito dove stava la vera forza e la vera genialità, allora ha vinto. Ha vinto la sua vera battaglia.