Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |       
Autore: MissDiggory    28/02/2012    2 recensioni
L’ultima persona che John Watson si sarebbe aspettato di vedere al funerale del suo migliore amico era proprio Sherlock Holmes. Eppure anche se John non lo vide, lui c’era: era nascosto in fondo, dietro ad un albero, divertito dalla commozione e dai sentimentalisti dei suoi amici. Se ne andò prima della fine della cerimonia, era diventato troppo noioso. Ma nemmeno Sherlock si accorse che non era l’unico a guardare da lontano.
- Più avanti la storia passerà al rating rosso ;)
[Post The Reichenbach Fall] [Sherlock\Altro Personaggio][Sherlock\John] [leggermente OOC]
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Premetto che è da molto che non scrivevo, soprattutto non ho mai scritto su Sherlock, quindi spero davvero di essere rimasta fedele alle "creature" di Moffat e Gatiss, e ovviamente, spero che vi piaccia! ^^

Prologo

"Paura non ho

Se devo partire

Perché di morire,

Paura non ho

Non piangere più

Non piangere amore

Perché ti prometto che ritornerò

Tiziano Ferro, ‘Paura non ho’

 

Stranamente non ha piovuto durante il funerale, Londra in questo periodo non ha pietà per nessuno, strano che l’abbia concessa per questa mezza giornata per il funerale di una delle persone più controverse del momento.

John Watson non sapeva cosa aspettarsi sulla presenza reale al funerale, e infatti quasi nessuno venne, o meglio, le poche persone invitate, erano venute: oltre al dottore, c’erano, ovviamente, Mycroft Holmes, che, molto stoicamente, non rivolse la parola a nessuno; l’ispettore Lestrade – a sorpresa anche molti agenti, tra cui Donovan e Anderson, nonostante loro restarono molto in disparte – Molly Hooper, si dice che abbia consumato un pacchetto di fazzoletti in meno di un minuto, fortunatamente prima dell’inizio della cerimonia, altrimenti Sherlock sarebbe tornato indietro dalla tomba per zittirla, Mrs. Hudson, che condivise i fazzoletti con Molly, e anche diverse persone che il consulente investigativo aveva aiutato.

L’ultima persona che John Watson si sarebbe aspettato di vedere al funerale del suo migliore amico era proprio Sherlock Holmes.

Eppure anche se John non lo vide, lui c’era: era nascosto in fondo, dietro ad un albero, divertito dalla commozione e dai sentimentalisti dei suoi amici

Se ne andò prima della fine della cerimonia, era diventato troppo noioso.

Ma nemmeno Sherlock si accorse che non era l’unico a guardare da lontano.

 

I - 221B Baker Street

Quella strana ragazza comparve dopo quasi tre anni dalla morte di Sherlock.

Il dottor John Watson viveva ancora nello stesso appartamento e, nonostante tutte le buone intenzioni di Mrs Hudson per imballare e disfarsi delle cose di Sherlock, John si era sempre rifiutato di spostare le sue cose, anche se si ripeteva continuamente che il giorno dopo le avrebbe imballate lui stesso, alla fine le uniche cose che aveva effettivamente buttato erano tutti i resti di cadavere che Sherlock aveva lasciato in tutta la casa.

Era un giorno d’agosto e il 221B era come sempre: caotico e polveroso,  nonostante le cose di Sherlock fossero sempre nello stesso posto, John era diventato estremamente disordinato e in quel momento era seduto sulla sua poltrona ad osservare distratto quella in pelle con sopra il suo cuscino con la bandiera inglese, talmente preso da chissà quali pensieri che non sentì nemmeno bussare alla porta.

<< permesso? >> disse una voce cristallina, che fece sobbalzare il dottore, si voltò di scatto e rimase ad osservare la ragazza.

Lei ricambiò l’occhiata. << ho bussato.. >> aggiunse, facendo un passo avanti ed entrando nel fascio di luce della finestra spalancata, la ragazza fece un mezzo sorriso e si scostò un ciuffo ribelle dal viso: non doveva avere più di una trentina d’anni, era alta e ben formata, aveva i capelli castano scuro legati in una coda di cavallo dietro la testa, anche se diverse ciocche erano sfuggite al lavoro e cadevano disordinate sul viso, era vestita con un semplice paio di shorts, una canotta e scarpe da ginnastica consumate , era una bella donna – e sicuramente Sherlock avrebbe potuto dedurre molto di più di quello che lui aveva capito osservandola.

<< desidera? >> chiese John, prendendo il bastone e avvicinandosi alla ragazza.

Ah, il bastone.

L’improvviso arrivo di Sherlock nella sua vita l’aveva aiutato a superare tutti gli incubi sull’Afghanistan, ma da quando il Consulente era morto quegl’incubi erano tornati, assieme a oscure visioni di occhi di ghiaccio che si ricoprivano di rosso, e il dolore alla gamba era tornato vivido assieme ai sogni.

Mentre si avvicinava alla ragazza poté notare l’espressione leggermente sconvolta di lei.

<< io.. mi chiamo Eliza >> disse lei, mentre il lampo di incertezza che era passato nei suoi occhi quando John si avvicinava era sparito lasciando il posto ad uno sguardo fiero << faccio parte della rete di senza tetto di Sherlock >> aggiunse alzando leggermente la testa, evidentemente orgogliosa dell’incarico.

John la osservò per una manciata di secondi con tanto d’occhi. << facevi parte >> la corresse dopo un po’ stizzito. << immagino ti sia arrivata la notizia che è morto >>

<< io.. sì.. sì lo so.. ma.. >> balbettò lei spiazzata dal comportamento scocciato del dottore.

<< e allora cosa vuoi? >>

<< Sherlock mi aveva detto che potevamo fidarci di te >> disse lei, torcendosi le mani.

<< cos’è successo? >> chiese John, nonostante il desiderio di non rimettere il coltello nella piaga parlando con una dei senza tetto del suo migliore amico, la ragazza sembrava preoccupata e su di giri al tempo stesso.

<< prima devi sapere che tipo di rete aveva tessuto attorno a me >> spiegò lei, John sospirò e le indicò il divano, lei lanciò un’occhiata alla poltrona di Sherlock e si sedette sul divano, mordicchiandosi nervosamente un’unghia, aspettò che John agguantasse la sua e l’avvicinasse al divano.

<< dimmi. >> sbuffò secco il dottore.

<< conosco Sherlock da molti anni, ero appena uscita da un carcere minorile >>

<< tu..? >> esclamò John.

La ragazza sorrise, compiaciuta << dicevo.. cercavo un posto dove stare e Sherlock mi aiutò per un po’, aveva appena iniziato a fare quel suo lavoro e mi prese sotto la sua ala, fui io a metterlo in contatto con tutti i suoi ragazzi di strada, ad aiutarlo con tutti i suoi casi.. fino a quando non feci un passo più lungo della gamba.

<< durante una delle sue ricerche per la city finì in una zona poco raccomandabile, era ancora alle prime armi, ma nonostante tutto non è mai stato molto abile nel difendersi senza un arma, io lo incrociai per caso e lo seguii incuriosita.. solo che non ero la sola a seguirlo, c’era un altro uomo – poi Sherlock mi disse essere l’assassino che stava cercando – che lo seguiva ad una distanza irrisoria, rimasi per un po’ ad osservarlo, aspettando una mossa falsa dell’uomo per bloccarlo prima che facesse del male a Sherlock.

<< infatti poco dopo l’uomo richiamò l’attenzione di Sherlock e gli puntò contro una pistola, non avevo intenzione di aspettare uno sparo e mi gettai su quel tipo, assalendolo alle spalle e squarciandogli la gola con un colpo netto, lui cadde a terra e crollai anche io ferendomi ad una gamba, Sherlock non disse nulla e mi caricò sulle sue spalle e, nonostante tutte le mie proteste mi portò qui – mi disse che si era trasferito lì quella mattina – mi diede da mangiare e mi curò come poté continuando a borbottare.

<< ero terrorizzata, non aveva aperto ancora aperto bocca, e poi.. io non avevo mai ucciso un uomo.. e a volte lui sa essere così spaventoso.. alla fine ne uscì con un “ti ringrazio, per.. prima” io ero così sollevata, “qualsiasi cosa per te, Sherlock, tu mi aiutasti quando uscii di galera, mi sembra il minimo” risposi. “non c’era nessun bisogno di uccidere... era... ma grazie comunque” aggiunse poco prima che me ne andassi, e nonostante i suoi avvertimenti continuai ad osservarlo a distanza quando potevo.. il giorno dopo arrivasti tu, tutti noi ti conosciamo e all’inizio ci fidavamo di te solo perché Sherlock garantiva. Nonostante sembrava disinteressato alla maggior parte dei casi che la gente gli sottoponeva, non faceva che passarli a noi, e mi sentii così lusingata quando smise di darmi quei casi e..  be'.. mi promosse ad una specie di guardia del corpo.. di solito lo seguo ad una certa distanza e controllo se c’è qualche malintenzionato.. un paio di volte li ho fermati.. fermati. >>

<< cosa? >> esclamò John rizzandosi a sedere.

<< uh.. li ho.. ehm.. uccisi >>

<< no, aspetta.. In che senso? >> chiese.

<< non nel senso che tu puoi immaginare! >> gridò lei, impuntandosi << io non uccidevo persone in modo che lui potesse dimostrare quanto fosse intelligente facendo arrestare le persone sbagliate! >>

John si rilassò sulla poltrona << scusami.. continua >>

Il dottore non avrebbe mai accettato se si fosse conclusa davvero così, se una ragazza estranea entrava in casa sua e gli raccontava una storia del genere rivelandogli che Sherlock era veramente un falso, sarebbe stato lui a perdere la testa e ad aggiungere pezzi di cadavere al frigo.. pezzi del cadavere della ragazza.

Lei accavallò le gambe. << nonostante la scostante ma insistente presenza di Mycroft, Sherlock non si è mai sentito del tutto al sicuro, è sempre stato preso di mira da diverse persone che lo ritenevano scomodo o gente che lo avvicinava credendo di poter fare soldi facili.. io mi occupavo di loro.. >>

<< ma arrivare ad uccidere? >>

<< non arrivavo quasi mai ad uccidere.. >> spiegò lei umettandosi le labbra << mi limitavo a gesti intimidatori sai.. minacce, stordimenti.. le solite cose.. >>

<< e se arrivavi ad uccidere? >> disse John.

<< se capitava lo facevo solo nel caso in cui diventassero troppo pressanti, alla lunga Sherlock capiva e mi mandava a trattare direttamente con il mandante.. >> spiegò Eliza per poi ridacchiare << se magari esageravo Sherlock sorrideva e lasciava che se ne occupasse Mycroft, adorava infastidirlo con queste cose >>.

La mano di John ebbe un leggero spasmo sentendola parlare con così noncuranza di Mycroft Holmes: l’uomo che aveva praticamente venduto il fratello a Moriarty in cambio di qualche risposta. << ho capito.. come mai sei qui? >> sospirò il dottore massaggiandosi la coscia.

Eliza si torse nuovamente le mani, << Sherlock mi ha regalato.. >>

<< la smetti >> sbuffò John, al limite della sopportazione, battendo un pugno sul braccio della poltrona. << di parlarne al presente? >>

Lei lo osservò, aveva assunto uno sguardo tremendamente simile a quello di Sherlock quando non riusciva a capire perché era stato ripreso.

<< scusami. >> disse chinando il viso, ma dopo poco riprese << Sherlock all’inizio mi regalò un cellulare, per potermi dire dove e chi fossero i miei obbiettivi >> si mosse sul divano ed estrasse un telefono dalla tasca, rigirandolo tra le mani. << l’ho sempre usato solo per Sherlock, per null’altro.. l’ultimo messaggio che mi mandò fu il pomeriggio in cui morì, diceva solamente “Moriarty” sapevo della loro rivalità, e mi spaventai molto, Moriarty era davvero al di sopra delle mie possibilità, tirai un sospiro di sollievo quando seppi che Sherlock l’aveva ucciso.. >> la mano che teneva in mano il telefono tremò leggermente.

<< Sherlock non l’ha fatto.. al contrario di quello che dice la polizia per i propri interessi, Moriarty si è sparato un colpo in bocca da solo >> disse il dottore rivedendo nella propria testa l’immagine del corpo di Moriarty a terra in una pozza di sangue, l’unico desiderio che l’aveva animato in quel momento era di spaccargli il resto della faccia con il piede, ancora oggi non sa come abbia potuto trattenersi. Eliza alzò lo sguardo su John.

<< io so che non era un burattinaio, lo so, la prima volta che mi ha vista ha saputo dirmi tutto quello che avevo passato in prigione.. lui mi ha salvata... non è un falso... non lo è >>

John la osservò e le concesse un sorriso << no, di questo sono convinto anche io >> disse inclinandosi in avanti e prendendole le mani.

<< io credo... io credo che Sherlock sia ancora vivo. >> bisbigliò lei fissando intensamente John negli occhi.

<< co-cosa? >> esclamò lui, ritirandosi da lei. << l’ho visto io stesso cadere da quel.. >>

<< lo so! C’ero anche io, ma non ho mai visto il momento in cui… insomma quando ha battuto la testa.. e tu? >>

John, si alzò di scatto e si avvicinò alla finestra, lo sguardo duro da militare puntato su un punto troppo distante per esser visto, perfino da lui. << nemmeno io ho visto il momento in cui ha toccato terra.. ma poco dopo ero lì accanto.. era lui.. gli ho sentito il polso, era il suo viso.. erano i suoi occhi.. >>

<< lo so.. ma se… >> protestò lei.

<< che cosa? >> urlò lui, voltandosi verso di lei. << che cosa vuoi? >>

Lei si morse il labbro inferiore e prestò attenzione al telefono, << non ho mai smesso di sperare che tornasse, quindi ho sempre tenuto il telefono disponibile e questa mattina è arrivato un messaggio.. >> lei si alzò e portò il telefono a John, che lo prese con una mano tremante e lesse il messaggio ricevuto da un numero privato:

221B Baker Street

John ebbe un altro leggero tremito alla mano e le restituì malamente il telefono << e cosa te fa pensare che sia di Sherlock? >> sorrise, << lui si è sempre firmato >>

<< non con me. Non ce n’era bisogno. >> rispose lei, si voltò e attraversò la stanza osservando gli oggetti sparsi << visto che l’unica persona che aveva il mio numero di telefono era proprio Sherlock, nessun altro >> Eliza raccolse dal tavolino vicino alla poltrona in pelle il telefono ammaccato di Sherlock << funziona ancora? >>

<< sì, almeno credo, non conosco la password >> disse John.

Ironia della sorte, Sherlock riusciva ad indovinare qualsiasi password nel giro di un minuto e John non aveva nemmeno provato, sapeva che non ce l’avrebbe fatta.

<< non hai nemmeno provato? >> chiese lei, premendo il tasto d’accensione e osservando lo spazio per l’inserimento del codice d’accesso.

<< Sherlock è pura ragione. Sarà sicuramente una sequenza di numeri casuale >> disse John.

<< Sherlock è pura ragione >> ripeté la ragazza a bassa voce, spegnendo il telefono e accarezzando la poltrona in pelle. << come stai, dottor Watson? >> aggiunse.

Il dottore la guardò con tanto d’occhi. << come scusa? >>

<< dalla sua morte io ho smesso con questa vita.. sono riuscita a trovare un lavoro sfruttando una mia passione.. il disegno.. mi chiedevo se avessi bisogno di una mano con l’affitto? >>

<< stai cercando casa? >> chiese John.

<< non mi servirebbe, ma sì.. dove lavoro non vedrebbero di buon occhio se lo spazio del mio recapito continuasse a restare vuoto >> ammise la ragazza sorridendogli. << mi serve solo un posto che gli altri possano definire casa.. non resterò sempre qui, quindi mi va benissimo solo il divano.. >>

John si voltò ad scrutarla, non avrebbe di certo fatto male avere un aiuto con l’affitto, e di certo non sarebbe stata inerte sul divano come Sherlock, << va bene puoi restare, porta le tue cose quando vuoi >> sorrise il dottore.

Eliza sorrise e si avviò all’uscio. << le chiedo scusa, dottore >> disse, bloccandosi all’entrata e dandogli improvvisamente del lei << sono entrata in casa sua dandole direttamente del tu.. >>

<< non ce n’è bisogno.. chiamami pure John >> rise lui. << e ti prego dimmi che non collezioni cadaveri >>

La ragazza fece una smorfia << Sherlock colleziona cadaveri.. ma che schifo >> borbottava continuando a parlare al presente, mentre usciva dal salotto e scendeva di corsa le scale; John l’osservò dalla finestra mentre Eliza di guardava furtivamente attorno prima di sparire in un vicolo.

Watson sospirò tornando in sala e risistemò al suo posto la poltrona e notò sul tavolo del divano la ragazza aveva lasciato il suo telefono, John cercò di resistere alla tentazione, ma il conflitto interiore durò molto meno del previsto e un attimo dopo era riverso nella sua poltrona a leggere i messaggi: quasi tutti i numeri provenivano dal telefono di Sherlock, tale “SH” anche se diversi erano da altri numeri la ragazza non sembrava mettere mai in discussione gli ordini ricevuti, non aveva mai risposto ai messaggi; a volte c’era un nome o un indirizzo, altre volte era solo una foto mal scattata di un viso, andò a controllare le foto e il suo cuore perse un battito quando vide diverse foto di Sherlock, scattate evidentemente senza il consenso del consulente; la prima foto scattata evidentemente risaliva a quando le aveva preso il telefono perché era una foto di Sherlock ed Eliza, ma entrambi sembravano molto più giovani, i capelli di Eliza erano notevolmente più corti e il viso di Sherlock meno serio, lei era abbracciata a lui, che sembrava sopportare anche abbastanza bene la vicinanza della ragazza.

John sorrise rimettendo il telefono sul tavolino e andando in cucina a farsi un tea, ne preparò abbastanza per due, nel caso o la ragazza fosse tornata o Mrs Hudson fosse venuta di sopra a vedere come stava.

<< John, caro? >>

Appunto.

<< sono in cucina, Mrs Hudson! >> esclamò John, versando il tea nelle tazzine mentre la signora entrava in cucina.

<< oh, caro, grazie, non c’era bisogno.. >> sorrise lei, prendendo la tazzina che John le porse. << ma chi era la ragazza che è uscita? >>

<< si chiama Eliza, è la nuova coinquilina >> disse John sedendosi sul divano.

<< la nuova coinquilina? >> esclamò la signora Hudson, seguendo John. << ma è la tua fidanzata? >>

<< oh no.. è un’amica di Sherlock >> disse bevendo una sorsata di tea. << era! >> esclamò subito, << era un’amica di Sherlock >> si corresse, maledicendo mentalmente Eliza e la sua abitudine nel parlare al presente del consulente investigativo.

<< un’amica di Sherlock? >> rise lei << è quasi più probabile che si metta a nevicare adesso che Sherlock avesse un’altra amica.. donna poi! >>

<< sì, mi sono espresso male.. parlando di Sherlock.. è una dei suoi agganci tra i senza tetto della city >> spiegò John, << ha chiesto un posto dove stare perché si sta rimettendo nella società.. >>

<< oh, meno male, povera ragazza.. >> sospirò la signora Hudson. << che cosa fa? >>

<< parlava di disegni… >> disse, << ma non ne sono sicuro.. >>

<< quando arriverà? >>

<< le ho detto che avrebbe potuto portare le sue cose anche questa sera, immagino arriverà presto, ha lasciato qui il telefono >> rispose il dottore, mostrandole il telefono con la foto della ragazza abbracciata a Sherlock.

<< oh ma che carini… >> sorrise Mrs Hudson. << e prenderà la stanza di Sherlock? >>

<< ancora non lo so.. penso non sia un tipo molto casalingo, se vuole un letto immagino possa dormire lì, come camera è molto ordinata, no? Sherlock non la usava praticamente mai.. >> rispose John lanciando un’occhiata alla porta socchiusa della camera da letto di Sherlock.

<< dovresti riordinare un po’, John >> disse lei.

<< oh, sono sicuro che un po’ di confusione non le dispiacerà.. >> sorrise John.


----

Bene! spero che siate arrivati fin qui almeno un po' soddisfatti e incuriositi ^^
premetto che ho già scitto quasi tutti i capitoli della storia (dovrebbero essere 11) ma ovviamente c'è la possibilità che io modifichi alcuni pezzi se avete dei consigli ^^
Un bacio a tutti ^-^
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: MissDiggory