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Autore: Lushia    28/02/2012    3 recensioni
Sawada Tsunayoshi è il grande, amato e stimato (e anche odiato) decimo boss dei Vongola. Lui e i suoi guardiani, grandiosi e irragiungibili agli occhi di persone che li ammirano e li amano, sono impegnati con affari interni e problemi di varia natura tipici di un potente clan mafioso.
E tralasciando le vicende in Italia la nostra attenzione va in Giappone dove si sta formando un'altra famiglia, la famiglia Vongola di undicesima generazione, capitanata dalla psicopatica figlia di Vongola Decimo, che si appresta a voler lottare a tutti i costi per realizzare i loro sogni.
Ma come andrà a finire la loro storia? Potrà essere ricca di emozionanti avventure o non riusciranno nel loro intento?
Seguiamoli assieme nel loro viaggio!
Genere: Avventura, Commedia, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'KHR! 11^ Famiglia'
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Target 2 - Eh?! Combattiamo per realizzare i nostri sogni!

cover

La ragazzina squadrò perplessa dapprima Arina e poi il suo gemello, seduto dall'altra parte del tavolo.

- ... EH?! - solo in quel momento sembrò realizzare ciò Arina le aveva appena detto.
- Sì, Sì. Mio fratello Luca. Può essere anche il tuo Guardiano del Fulmine per il “gioco” della tua famiglia, se proprio vuoi. Comunque, finalmente è tornato dalla missione e sono riuscita a farlo arrivare. - spiegò la donna, continuando a sorriderle come se niente fosse.

Nozomi sembrò barcollare, aveva molta confusione nella sua testolina. Arashi e Haname la trascinarono al tavolo e si sedettero in attesa di spiegazioni, tutti rigorosamente in silenzio e interessati a come la faccenda si stava evolvendo.

- Ok, calma. Costui dovrebbe essere un mio guardiano... - ripeté la bruna, perplessa.

- Di tutto ciò che ti ho detto hai ascoltato solo quello? No, ho detto “se proprio vuoi”, e non ha nulla a che fare con il resto. Eri così disperatamente alla ricerca di un guardiano del fulmine che stavo diventando pazza.
- Ok, ok, ho capito. Ma già sapevo che avevi un gemello, per cui la novità è questa cosa del guardiano! E comunque, l'hai deciso tu dall'oggi al domani. -
- Esatto. -
- Senza consultarmi! -
- Non ha consultato manco me. - Luca sbadigliò rumorosamente, attirando l'attenzione dei presenti. Si era tolto la giacca e sulla parte alta del braccio destro si poteva notare un tatuaggio giallo a forma di fulmine.
- Non puoi dire di non esser fiero della nomina, Luca. - Arina ridacchiò, prendendolo in giro.
- Beh certo che no, però mi hai richiamato così all'improvviso, con tutto il duro lavoro...- appoggiò i gomiti sul tavolo e portò le mani sotto al mento, sospirante.
- ... Duro lavoro? - la bionda stava per scoppiare a ridere, ma optò per non perdere la sua compostezza. - Certo, duro lavoro. Sicuro. -

Lo sguardo di Luca parve fulminarla: dopotutto tra fulmini ci si capisce.

- Ma sei un militare o qualcosa di simile? Non hai dei doveri? Cioè, puoi lasciare l'esercito così come se niente fosse? - Arashi sembrava perplessa ma intervenne comunque nella conversazione.
- Beh, essere incaricato come guardiano dell'ipotetico futuro Vongola Boss va al di sopra di ogni cosa. - Arina continuò a parlare con ironia, quasi come se volesse prendere in giro la sua allieva, che la guardò con un'espressione offesa.
- Ipotetico? Sono figlia unica, sai. -
- Decimo non ha mai detto nulla a riguardo, sai. - Arina le lanciò uno sguardo di sfida.
- Perchè papa pensa che le ragazze siano deboli e stupide principesse. -
- Decimo tiene molto a te, sei la sua unica figlia, ovviamente vuole proteggerti dalla mafia e cose così. -
- Beh, io non voglio essere protetta, ok? Sono assolutamente in grado di proteggere me stessa e chiunque altro. -
- Ad ogni modo, I Vongola hanno qualche influenza anche sull'esercito? - chiese Haname, curiosa.
-… Voi non vi rendete ancora conto di quanto siano influenti i Vongola, giusto? - chiese Luca, osservandoli con aria annoiata.
- EHI STOP. - Nozomi urlò all'improvviso, facendo quasi sobbalzare i presenti. Sembrava alquanto seccata. - Vongola o Vongola boss, non hanno nulla a che fare con queste cose! Non potrebbero aver fatto nulla, papa non sa cosa sto facendo qui, giusto? -
- Ah, non è quello ciò che voleva dire. - Arina portò le mani avanti, cercando di calmare la sua allieva - Ci sono altri modi per ottenere delle autorizzazioni, non c'è bisogno di un mandato diretto da parte di Decimo. -
- Altri modi...? Capisco! Sei un genio, Arina! - lo sguardo di Nozomi si illuminò.
- Non sto facendo questo per te, Undicesima. Tu hai radunato delle persone e li hai nominati tuoi guardiani, ma io non posso essere d'accordo perchè non è ciò che Decimo voleva per te. - disse, severa - E' soltanto un gioco, una figlia che cerca goffamente di imitare il padre. Sapevo solo che mio fratello non si trovava bene lì e ho deciso di trascinarlo qui da noi. Se vuoi considerarlo un guardiano fallo pure e continuate lo sceneggiato, ma non ho alcuna intenzione di aiutarti con il tuo "piano". -

La brunetta mise il broncio, voltandosi dall'altra parte.
- Non è un gioco e non sto imitando mio padre! E comunque non voglio che mio padre sappia cosa sto facendo. Mi ha mandato qui in Giappone per vivere come una normale ragazzina... - il suo pensiero si perse e volò indietro, in quel maledetto giorno di sette anni prima. Scosse il capo rapidamente, spaventata. Non voleva ricordarlo.
- Per ora è ciò che stai facendo. - annuì convinta lei - E non ho intenzione di mentire o nascondere cose a Decimo. -

Arina si alzò e prese una tazza di tè dalla credenza, proprio mentre un'altra donna dal sorriso gentile varcava la soglia del soggiorno, giungendo dalla cucina con un vassoio di biscotti. Aveva capelli brizzolati corti e due occhi scuri e apprensivi.

- Oh, Nozo-chan ha portato tanti amici, oggi~ - la donna poggiò il vassoio sul tavolo, la nipotina si era alzata e l'aveva abbracciata con molta tenerezza.

La sua adorata nonna, Sawada Nana, si prendeva cura di lei da quando era andata a vivere lì dall'Italia. Lei e Arina abitavano in quella casa da sette anni, ormai, assieme alla gatta bianca e nera della bruna, Fortuna.

- Ora che ci penso... se questo qui, Luca, è il guardiano del fulmine... adesso siamo al completo. - affermò Kaito dopo un'accurata riflessione che, a quanto pare, nessuno aveva fatto, poichè Haname congiunse sonoramente le mani con fare sorpreso.
- E' vero! I guardiani dell'undicesima generazione sono finalmente riuniti! - esclamò.
- Uh? Allora sono stato accettato? - chiese Luca, scodinzolando come un cagnolino.

Nozomi, che si era staccata dalla nonna e l'aveva lasciata andare verso la cucina, stava tornando al suo posto mentre si sistemava i capelli con aria pensierosa.

- ...no. Prima ti devo testare. - storse la bocca in un sorriso poco rassicurante.
- Uh, uno scontro eh? - sospirò, sembrava quasi che fosse un argomento non gradito - Beh, io combatto con delle piccole falci, sono la mia arma e l'ho ultimata mentre ero nell'arma e non avevo nulla da fare. E' tipo una lunga catena di ferro con queste falcine alle estremità, pensavo di usarle con l'energia del fulmine. Penso di poter attaccare a distanza ma dipende dalle situazioni, soprattutto credo di poter immobilizzare i nemici con le mie scariche elettriche e-
- No, aspetta, non mi interessano queste cose. - lo interruppe la bruna, sbuffando - Non voglio combattere, devo sapere il motivo per il quale tu vuoi unirti a me! -

Luca rimase alquanto interdetto e si voltò verso la gemella, che sembrava spaesata quanto lui.
Arashi la osservò e ridacchiò: Arina non sapeva molto di come avevano “reclutato” gli altri membri della famiglia.
Anche se, per molti di loro, si era semplicemente trattata di una coincidenza.

-...Il motivo? Beh, perchè sei la figlia di- iniziò, ma venne nuovamente interrotto.
- Se è per questo puoi anche alzarti e andare via. - disse Nozomi, incrociando le braccia.

Il ragazzo si grattò il capo, pensieroso.

- Ma... Undicesima... cosa? - Arina non riusciva a capire cosa stava accadendo.
- Allora, le cose stanno così: chi mi segue deve avere un obiettivo, uno scopo da voler realizzare. - spiegò, portandosi l'indice sotto il mento - Io, anzi, noi lo chiamiamo “sogno”. Se tu non hai sogni, se tu non sogni, per me puoi anche tornartene da dove sei venuto. Non ho bisogno di un automa che mi segue perchè fa figo o perchè sono figlia di qualcuno. - concluse, annuendo sicura.

Luca restò in silenzio ad ascoltare, immerso nei suoi pensieri. Probabilmente era scosso da quelle parole, così come sembrava esserlo Arina, che in quel momento parve capire il ragionamento dell'allieva.

- Ognuno di noi guardiani ha un suo desiderio personale, ha un sogno. - rivelò Haname - Noi crediamo che i sogni siano molto importanti per un essere umano. -
- Non solo, un essere umano senza sogni è solo un robot che si muove meccanicamente ogni giorno, con sentimenti futili e senza aspirazioni. - aggiunse Arashi.
- Un branco di macchine senza cervello che hanno perso di vista il vero senso della vita. - sospirò, chinando lo sguardo.

- Uhm, allora quali sono i vostri sogni, ragazzi? - chiese Luca.
- Suppongo che prima Nozo voglia sentire qual'è il tuo sogno. - la rossa osservò sottecchi la Vongola che ricambiò la sua occhiata con un movimento del capo.

Kaito e Haname si voltarono verso Luca, il quale parve perplesso. Ci pensò su per alcuni istanti, forse stava cercando dentro di sé la risposta a quella strana domanda.

- Il mio sogno, eh? … In realtà io sono una persona che ama vivere molto alla giornata, adoro le avventure e buttarmi a capofitto nelle situazioni imprevedibili. Scommetto con me stesso e amo divertirmi. Ecco, credo che il mio sogno sia di continuare a vivere qualcosa di emozionante e penso che tu sia la persona giusta a cui mi debba unire. -

Calò il silenzio.
Nozomi strabuzzò gli occhi, perplessa, e i presenti non sembravano voler fiatare finchè non avrebbero sentito il suo verdetto.

"...ama vivere avventure ma sembra che odi combattere... non credo di aver capito."

- Ma... sbaglio o tu non sembri un tipo da campi di battaglia? - si decise a chiedere.
- ... ma se è un militare! - disse Kaito, osservando perplesso la brunetta.
- Sembrava annoiato quando stava parlando della sua arma.- continuò Nozomi, osservando il giovane negli occhi.

Arina si portò una mano sul viso, rassegnata, mentre il giovane si stiracchiò senza alcun ritegno.

- Uhm. No, non amo combattere. Amo più giocare, divertirmi, andare in moto... se proprio devo combattere lo faccio anche, ecco, ma non è che mi piaccia... -
- No, aspetta un attimo. Che diavolo facevi a fare il militare, allora?! - chiese Arashi, totalmente confusa.
- ... pronto soccorso... ma solo come aiuto... - rispose lui, arrossendo.

Nonostante sua sorella volesse sprofondare, il quartetto di ragazzi restò totalmente spiazzato dalla sua risposta.

- ... sai... curare le persone, quindi...? - chiese Haname, che forse rifletteva su un ipotetico lato positivo della situazione.
- ... no. Aiuto con bende, disinfettanti e cose che saprebbe fare chiunque... - disse lui, grattandosi il capo.
- ... cosa sai fare di preciso, allora? Sarai specializzato in qualcosa, no? - Arashi sembrava pregarlo di dare loro una risposta adeguata.
- ... ero solo un aiutante... so fare tante cose ma non sono specializzato... - per poco non si immergeva nel terreno dall'imbarazzo.
- Luca non voleva farlo. - Arina intervenne, decisa - è stato il suo padre adottivo a costringerlo a fare il militare ed era alla sua prima missione. -

Arashi, Haname e Kaito cercarono di evitare l'inizio di una nuova discussione dal tema "padre adottivo" per concentrarsi sulle informazioni che avevano appena ricevuto. Speravano in un militare esperto e si erano ritrovati un ragazzo che faceva quel che gli pareva e quando gli pareva.

- Vi prego, Juuichidaime! Non prendetela a male, posso aiutare come... come posso, ecco. - spiegò, cercando di farli sorvolare sul suo pessimo curriculum.
- Hai detto che ami fare cose emozionanti e per questo mi segui... ma se ti facessi annoiare? A quel punto potresti anche voltarmi le spalle. - spiegò la bruna, puntando l'indice verso di lui, che osservò il dito della bruna con sguardo confuso. La ragazzina sembrava alquanto seria.
- Nah, non che me ne freghi molto. Quello che si fa si fa e se mi annoio... dormo. - annuì soddisfatto.

"... non ci posso credere. Questo tizio è davvero il fratello di Arina?"

Continuò a scrutarlo da capo a piedi: era davvero strano. Non che gli altri -lei compresa- fossero tanto normali. Tuttavia, nonostante fosse il gemello di Arina, era davvero diverso da lei. Sembrava infantile, egoista e facilone.

- E poi, se mi annoiassi, potrei chiederti qualche giorno di permesso per svagarmi in cerca di ragazze~ - aggiunse, perdendosi in chissà quali deviati pensieri da ventunenne.
- Eh? Ragazze? - Arashi inarcò un sopracciglio.
- E' un donnaiolo. - specificò la sorella. - Beh, solo teoricamente però. Non è riuscito mai a conquistare una ragazza. -
- Perfetto, magari sei anche un sessista.
- Eh? No, no! Sono per i pari diritti, io! Credimi... è solo che sogno una donna... che mi ami... una dolce moglie apprensiva... -
- Oooh che carino! - Haname iniziò ad emanare cuoricini.
- Oh adesso capisco meglio. Beh, a questo punto questo è un buon sogno. - affermò Nozomi.
- Oh, amo anche cazzeggiare ai videogiochi. - disse il biondo, ammiccando, mentre estraeva una console portatile dal suo zaino.

Tuttavvia, i quattro ragazzi erano sobbalzati improvvisamente, facendo quasi spaventare i due gemelli che li osservarono esterrefatti.

- SEI ASSUNTO. - urlò Nozomi, indicandolo con fare sicuro.

Il ragazzo fissò la piccola Vongola con un'espressione perplessa. Poichè Haname parve accorgersi della sua confusione, accorse in suo aiuto per dissipare i suoi dubbi.

- Chi gioca ai videogiochi è ben accetto. Noi abbiamo il nostro leggendario Martedì Game dove passiamo tutto il giorno ai videogiochi. - sorrise calorosamente.
-...saltate la scuola? - chiese il fulmine, perplesso.
- Ahahah ma no! - Kaito scosse il capo - Lo si fa anche dopo tornati a casa, eh! -

Luca scoppiò a ridere per poi decidere di riprendere in mano il discorso di poco prima.

- Ma i vostri sogni, invece? Quali sono? -
- IO IO IO INIZIO IO! - urlò Kaito che si stava sbracciando e stava saltellando sul suo posto - Ovviamente voglio diventare fortissimo in qualsiasi tipo di arte marziale per poter creare il mio stile e aprire una palestra con tanti allievi! -
- Wow, una bella ambizione! - esclamò Luca.
- Il mio sogno è abbastanza stupido... - Haname arrossì, abbassando lo sguardo e portandolo sulle due amiche, le quali sembravano volessero picchiarla a sangue. Ridacchiò, prima di continuare - … I sogni variano da persona a persona, ognuno può realizzare ciò che si sente. E io, nel mio futuro, vorrei creare una mia collezione di vestiti e poterli indossare. -
- Anche io voglio indossarli! Adoro i tuoi design~ - esclamò Nozomi, euforica.
- Una stilista? Davvero? - Luca strabuzzò gli occhi.
- Qualcosa da ridire sul suo sogno? - Arashi sembrava volerlo uccidere e Luca si affrettò a scuotere la testa per tranquillizzarla.
- Ah, no... certo che no, ognuno ha i propri obiettivi. Quindi ami creare vestiti? - chiese.
- Hana è molto brava a disegnare, ma ama fare vestiti e sa anche cucire bene! Fa anche le bamboline! - Nozomi congiunse le mani, sognante.
- Uh, ne avevo viste alcune fatte da te... - disse Arina, ricordando la plush doll che Nozomi aveva in camera.
- Il mio sogno è lo stesso di Nozomi. Inoltre, voglio essere utile alla famiglia e proteggere le persone. - Arashi si voltò verso l'amica in questione, osservandola con dolcezza.
- Un sogno uguale? ...Quindi qual'è il tuo sogno, Juuichidaime? - chiese il ragazzo, curioso.
- Il mio? - la bruna si osservò intorno, pensierosa - Beh, ovviamente è quello di creare una società dove la gente possa continuare a sognare e realizzare i suoi sogni... Anzi, prima di tutto voglio realizzare i sogni della mia famiglia, e poi voglio che tutti capiscano l'importanza dei sogni! -

"Un luogo dove posso essere me stessa. Dove tutti possano vivere senza il timore del giudizio altrui..."


- Mh... non è un sogno troppo ambizioso? Anche per una Vongola credo che sia difficile, considerando poi quello che avrà in mano... la mafia e tutto ciò che comporta... - le riflessioni di Luca sembravano esatte eppure la ragazzina non sembrava demordere.
- Non mi interessa. Anche papà sta guidando i Vongola secondo la sua volontà. - spiegò lei.
- Sei molto determinata, eh? - chiese il giovane.
- Perchè la determinazione è importante, lo diceva anche Primo-sama. -
- Primo-sama? -
- Te l'avevo detto, Luca. - intervenne la sorella, con una voce dolce e matura - Riguardo i suoi sogni. -

- Oh... allora era tutto vero? -
- Pensavi stessi mentendo?? -
- Beh, è difficile da credere! Hai detto che sogna da sempre Primo e i suoi guardiani, o qualcosa di simile. -
- E' tutto vero. Sin da quando ho memoria ho sempre e solo sognato ricordi della Prima Famiglia, ho assistito alla creazione della famiglia e altri eventi simili. E' tipo come se guardassi un film, penso sia un dono meraviglioso... - la Vongola arrossì, chinando il capo.
- O forse è una maledizione. - sussurrò Arashi.

- Beh, comunque Luca alloggerà qui. Penso che si sia fatto abbastanza tardi, non sarebbe meglio che voi tre torniate a casa? - chiese poi ai giovani studenti.

Arashi, Haname e Kaito si alzarono, quest'ultimo si stiracchiò così rumorosamente che contagiò anche Luca, il quale lo imitò.

- Ci si vede domani, allora. - disse Arashi, prendendo la cartella e buttandosela sulle spalle. - Vi affido Nozo. -

Nozomi salutò pacatamente i tre amici che sparirono oltre la porta d'ingresso. Si voltò poi verso le scale che portavano al primo piano e sospirò.

- Luca si sistemerà nella camera degli ospiti, e... va tutto bene, Undicesima? - Arina si avvicinò alla sua amica e allieva, osservandola.
- … il mio cuore è un po' confuso. - rispose lei, abbattuta.
- Ti pare, lo so. Ti ho vista nascere e ormai so ogni tua preoccupazione. Dovresti cercare di guardare oltre il naso e non restare rinchiusa tra le catene di un sogno. I sogni saranno anche la vita, secondo il tuo modo di ragionare, ma sono soprattutto sogni.-
- Con questo cosa vorresti dire? Che i sogni non si possono realizzare? - chiese, alterata.
- No, Undicesima, non confondere i sogni realizzabili con quelli irrealizzabili.- La donna la osservò severa - Un sogno realizzabile è diventare un personaggio famoso o viaggiare sulla luna. Un sogno irrealizzabile è avere un uomo che è morto secoli fa. -
- Anche prima del secolo scorso era impossibile andare sulla luna.- rispose la ragazzina.
- Perchè l'uomo ha scoperto come farlo. Difatti se il tuo sogno fosse stato lo scoprire la cura per alcune malattie terminali avrei detto che sarebbe stato irrealizzabile fino a prova contraria, visto che ci sono molti fattori da valutare. - spiegò decisa - tuttavia non esiste una magia che riporti in vita i defunti e, se esistesse, sarei totalmente contro una pazzia simile.-

La piccola sbuffò, non sapendo come ribattere e cercando di evitare il suo sguardo.

- Undicesima... Devi cercare altrove. Prima o poi arriverà, devi solo cercare... forse questo non è il posto giusto. - affermò la donna che, dopo averle lanciato un dolce sorriso, si voltò e varcò nuovamente il soggiorno, lasciando Nozomi ai piedi delle scale, immersa nei suoi pensieri.
- Il posto giusto... qual'è? -

Tirò fuori dalla camicetta il medaglione che portava al collo con orgoglio: un bianco medaglione con inciso in oro il marchio dei Vongola e il numero romano “XI”, si trattava di un regalo che suo padre le diede al suo quinto compleanno. Era solo un giocattolo, eppure nonostante suo padre fosse contrario decise comunque di farlo costruire per lei.

-...Primo-sama, esiste un luogo dove io potrò mai incontrarti?-

   
 
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