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Autore: Max    13/04/2004    22 recensioni
Quando il leoncino fa colazione la leonessa ridiventa giovane Quando il fuoco reclama la sua parte la terra avvampa Quando la morte le parla dell'amore ha un fremito la vita Quando la vita gli parla della morte ha un sorriso l'amore - Jacques Prévert -
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Marzo, 2011 Londra

Sembrava che la primavera volesse farsi attendere a Londra quell’anno, come la prima ballerina di uno spettacolo tarda a giungere in scena nonostante il palcoscenico sia già pronto e il sipario sollevato. Gli spettatori seduti in sala sono ormai impazienti e il direttore della compagnia di ballo appare lievemente preoccupato. Lo stesso accadeva con le persone.

A giugno sarebbero stati sei anni da Hogwarts, e dalla caduta di Lord Voldemort, eppure solamente adesso dopo tanto tempo Virginia Kathleen Weasley era riuscita a trovare un po’ di riposo. Di quella grande guerra che aveva sconvolto la comunità magica non erano rimaste che le rovine, antiche macerie a pesare come macigni sul cuore delle persone, e a terra i cocci da ricomporre di quelle numerose vite e famiglie distrutte. Non si poteva fare altro che rimettere insieme i pezzi. Il Ministero stava dando la caccia agli ultimi Mangiamorte rimasti, gli orfanotrofi erano pieni di bambini senza genitori che presto sarebbero diventati adulti, i cimiteri saturi di corpi, Azkaban era tornata ad essere la fortezza del terrore di un tempo, e il S.Mungo non aveva mai avuto tanto lavoro. Di gente impazzita a causa della guerra ce n’era stata troppa, alcuni si stavano riprendendo adesso, altri non sarebbero mai più stati gli stessi. Così era la vita; o perlomeno era quanto si andava dicendo.

L’appartamento di periferia era avvolto nella penombra, se non fosse stato per la tenue illuminazione proveniente dal caminetto acceso, e il leggero crepitio del fuocherello in rapido esaurimento, sarebbe apparso abbandonato. Ben presto della scoppiettante fiamma non sarebbero rimasti che i tizzoni ardenti. Faceva fresco quella sera e la giovane donna rannicchiata sulla sedia a dondolo era rabbrividita; il corpo magro e mortalmente pallido, avvolto in un vecchio plaid, si lasciava cullare avanti e indietro, avanti e indietro. Lo sguardo perso in quel piccolo globo di vetro stretto in una mano. Una ballerina nel suo piccolo tutù bianco stava facendo una piroetta e la neve finta gentilmente scendeva ad accompagnare la sua danza…

21, giugno 2004 Londra

- Tanti auguri cara Ginny tanti auguri a te. -

Un coro di voci si era levato dalla tavola imbandita, per poi terminare in un grande applauso, quando la maga dai lunghi capelli rossi, aveva soffiato sulle candeline. – Tanti auguri Ginny. – Ginny Weasley aveva stretto la mano del suo ragazzo, Harry Potter.

La tana era decorata a festa, vi erano ovunque striscioni e palloncini colorati, Molly Weasley si era accertata personalmente che tutti i membri della famiglia, compresi Harry ed Hermione, collaborassero nell’addobbare la casa senza l’impiego della magia, e così era stato fatto. Tra le risate generali e gli scherzi dei gemelli, il risultato era stato quello desiderato, e l’abitazione, che già normalmente appariva bizzarra e caotica, quel giorno lo era più che mai.

Il trio di amici si era appena diplomato, Charlie stava per sposarsi, e una settimana prima il più giovane Weasley era stato ingaggiato come riserva dai Cannoni di Chudley. C’era così tanto da festeggiare e per cui essere felici. Ginny pensava di avere tutto quello che aveva sempre desiderato; una famiglia meravigliosa, il ragazzo dei suoi sogni, un lavoro part-time che adorava, e con ogni probabilità l’anno seguente avrebbe ottenuto la borsa di studio, per la quale aveva faticato sin da quando aveva messo piede a Hogwarts. Che cosa poteva volere di più?

Questo era stato prima dell’incidente.

22, giugno 2004 Londra ore 04. 35 PM

- Sono diciotto sterline e ventitré pance. Grazie. -

La giovane maga da dietro il lungo bancone aveva sorriso gentilmente alla donna che aveva di fronte. Portava i capelli raccolti con cura dietro la nuca, ma delle onde ribelli erano sfuggite alla presa del fermaglio andandole ad incorniciare il viso. - Torni a trovarci. -

I campanellini della porta di vetro erano suonati nuovamente e una ragazzina castana era entrata nel negozio. Sembrava così giovane e impaurita. Aveva indosso l’uniforme di scuola, non poteva avere più di tredici anni. – Ciao, benvenuta all’Under Spell di Maggie. Posso esserti d’aiuto? –

La ragazza si era avvicinata timorosa al banco e aveva parlato con voce esitante. - S-sì ecco…vorrei… -

Ginny aveva sorriso dolcemente, anche se con una punta di divertimento e uno sguardo quasi malizioso, alla giovane che era intenta a studiare i propri piedi con improvviso interesse. Sembrava la copia esatta di se stessa quando aveva la sua età, solo un po’ più alta e coi capelli di differente colore.

- Non c’è problema davvero… -

- …u-un filtro d’amore… -

- Sai potrei anche preparartelo se vuoi, ma sfortunatamente noi non trattiamo questo genere di articoli… -

- Oh. - La ragazza appariva sinceramente delusa e Ginny si era sentita spiacente per lei. – Senti a cosa doveva servirti la pozione? – Se fosse stato possibile la giovane studentessa sarebbe arrossita ulteriormente. – Be c’è un ragazzo…a scuola… -

- Che ti piace? -

Vi era stato un cenno del capo.

- Vorresti chiedergli di uscire? -

Altro cenno.

- Allora posso darti questo. È un amuleto portafortuna, funziona sai? Ma tu devi crederci fermamente, capito? -

- Sì credo di sì. -

- Bene…vediamo…sono cinque sterline. -

- G-grazie. -

- Grazie a te, e torna a trovarci. -

Margaret Rosenberg era emersa dal retro, i corti capelli bianchi e gli occhi azzurri conferivano al viso della donna estrema dolcezza.

- E brava la nostra Ginny…riesci sempre a soddisfare tutti i clienti, vero? -

- Be, è bello poter rendere felice qualcuno con così poco, e poi tutti hanno il diritto di sperare che i propri sogni si realizzino, o almeno di provare a realizzarli. -

Nel pronunciare quelle parole aveva preso a giocherellare con un piccolo globo di vetro. All’interno vi era una coppia di ballerini in miniatura.

22, giugno 2004 Londra ore 05. 22 PM

Ginny osservava al bancone del negozietto il piccolo globo di vetro con i ballerini in miniatura, canticchiava persa nelle proprie fantasie. Nascosto alla vista dei passanti uno dei suoi minuti piedini era sollevato in punta e girava a destra e a sinistra, a destra e a sinistra; il riverbero del sottile braccialetto dorato che portava alla caviglia produceva sul pavimento un minuscolo fascio di luce, oscillava al ritmo di quella danza solo a lei conosciuta.

-Gin Gin Gin…che cosa fai ancora qui, guarda che bel sole là fuori… -

- Sogno…e poi Mag non sono ancora le sei. -

La giovane aveva rivolto lo sguardo alla pendola accanto alla parete.

- È il tuo compleanno. -

- Era ieri. -

- Fa lo stesso, avanti voglio vederti fuori di qui immediatamente. -

- Non saprei che cosa fare Mag. -

- Corri dal tuo ragazzo. -

Ginny aveva sollevato un sopracciglio.

- Harry? .

- Hai un altro ragazzo? -

La giovane Weasley si era messa a ridere di cuore.

- No no, certo che no. -

- Allora che aspetti poi, va no… -

- Vado. -

Ginny si era sfilata il grembiule di panno leggero e, prendendo la borsa, era uscita dalla porta ancora sorridendo.

22, giugno 2004 Londra ore 05. 24 PM

Lungo la via assolata c’era parecchia gente, Ginny Weasley si sentiva meravigliosamente bene stava andando da Harry.

Il suono di un clacson aveva attirato l’attenzione della ragazza che improvvisamente si era trovata a spalancare gli occhi. Un bambino piccolo se ne stava fermo nel mezzo della strada. Il semaforo era rosso e una macchina a gran velocità stava giungendo nelle vicinanze dell’incrocio.

L’avrebbe investito.

Tutto si era svolto in una frazione di secondo. Il suo primo pensiero era stato "dove sono i suoi genitori", poi aveva agito.

La vettura com’era prevedibile non fatto in tempo a frenare. Ginny aveva avvolto un braccio attorno al bimbo traendolo a sé, con l’altro aveva fatto leva sul cofano del veicolo ma era stata presa in pieno stomaco. Poi entrambe erano rotolati dal parabrezza a terra.

22, giugno 2004 Londra ore 05. 26 PM

- Che cosa è successo? -

- È una ragazza. -

- Si è buttata? -

- È stata investita. -

- Il bambino! Qualcuno le levi il bambino di dosso! -

- C’è un dottore? -

- Un’ambulanza! Qualcuno chiami un’ambulanza! -

- Come sta il bambino? -

- Non spostate la ragazza. -

- Dove sono i genitori? Cercate i genitori! -

- Non sì è fatto nulla solo qualche graffio. -

- È spaventato portatelo via. -

Era tutto confuso, indefinito. Le voci, i suoni, le immagini. Ginny non aveva mai provato un dolore così intenso in vita sua, neppure durante gli infortuni a Quidditch.

Non riusciva a muoversi, e non era in grado di pensare.

La testa, il braccio, il ventre, le gambe, le facevano male; avrebbe voluto che quella sofferenza terminasse perché le sembrava d’impazzire. Non era in grado di concentrarsi su nient’altro oltre che al dolore, e avrebbe fatto qualsiasi cosa per farlo smettere, anche supplicare internamente di morire.

Delle sirene si potevano udire in lontananza.

Faceva male. La stavano muovendo.

27, giugno 2004 Londra

- Sto bene mamma. -

Molly Weasley aveva osservato con apprensione la figlia. Ginny era stata ricoverata al General Hospital di Londra; l’incidente era avvenuto in un luogo affollato di Babbani e non si era potuto fare altrimenti. Era rimasta in coma quattro giorni e sua madre non aveva abbandonato un secondo il suo capezzale.

Il bambino che aveva salvato stava bene, mentre lei si era rimediata un profondo taglio a lato della fronte, parecchi lividi e lesioni, e un braccio fratturato. Non appena l’avessero dimessa sarebbe stata portata al S. Mungo per rimettere le cose al loro posto.

La giovane aveva guardato la donna divertita.

28, giugno 2004

La ragazza era sollevata a sedere contro i cuscini troppo duri del letto d’ospedale. Il braccio fratturato era immobilizzato al petto da una fasciatura azzurra, il cerotto che copriva il taglio alla fronte in parte nascosto dai lunghi capelli, che in onde scomposte le scendevano alla vita.

- Che succede? - Molly Weasley era in piedi a fianco della sua bambina, il dottore dritto di fronte a loro teneva in mano una cartella blu. L’espressione dell’uomo era imperscrutabile.

- Se deve dirmi che non mi dimetterete più domani l’avverto che potrei fare un gesto inconsulto. -

Il medico non sembrava essere divertito dalla battuta della ragazza. La Signora Weasley aveva stretto con la propria la mano libera della figlia.

- Dottore qualcosa non va? – Ginny aveva aggrottato la fronte in preoccupazione.

- Non deve preoccuparsi, non sono venuto a dirle che deve trattenersi in ospedale, domani verrà dimessa. Signorina Weasley lei gode di ottima salute tuttavia dai risultati delle analisi è emerso un fatto. -

Dal tono di voce del medico così calmo e professionale, con quella serietà mista a ipocrisia, era evidente che stesse per dare delle cattive notizie.

- Il colpo subito all’addome durante l’incidente è stato molto forte, la lesione riportata è stata molto grave, abbiamo tentato d’intervenire prontamente per contenere i danni, ma la parete interna è stata irrimediabilmente compromessa. -

- Dottore che sta cercando di dirmi? -

- È molto improbabile che in futuro possa avere figli. -

29, giugno 2004 Londra

Il Medimago Geremia Fix aveva osservato la ragazza dai capelli rossi con la stessa espressione del medico che l’aveva visitata il giorno precedente. Seduta sul lettino della sala visite del S. Mungo, indosso unicamente il camice da ospedale lilla pallido, Virginia Weasley, ormai guarita almeno esternamente dalle ferite, aveva chiuso gli occhi.

- Mi dispiace. -

   
 
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