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Autore: xfollowmejoe    28/02/2012    2 recensioni
I want to take you to a place where love is something more than you imagined. -Joe Jonas
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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*Hope*
Ero seduta vicino alla mia scrivania, con una tazza di cioccolata calda nelle mie mani, e mentre soffiavo delicatamente il fumo grigiastro che fuoriusciva, cercavo su internet un’alternativa a questa vita, era così sbagliato?
Cercavo un posto dove non avrei dovuto preoccuparmi di niente e di nessuno, dove ricominciare a credere in tutto quello che avevo prospettato per il mio futuro; ecco iniziai con la prima cosa che mi avrebbe FORSE, permesso di dimenticare: andare a vivere a Los Angeles.
Lessi ad alta voce il nome di un posto a caso, capitato sotto il cursore del mio mouse << hotel a 5 stelle.. ok, cambio pagina..>>
Nel frattempo che premetti la x sulla pagina web, suonarono alla porta.
Non avevo voglia di vedere nessuno in quel momento, così quasi scocciata mi alzai ed entrai in salotto.
Tolsi la catenella che teneva chiusa la porta ed aprì. << oh mio dio >> la sbattei violentemente richiudendola.. fissai per qualche secondo la mia mano tremante sulla maniglia, prima di riaprire ancora << Joe! >> la chiusi nuovamente..
Mi voltai a guardare la casa; era un disastro, c’erano ovunque robe, scarpe, fazzolettini pieni di lacrime che io stessa avevo seminato ore prima.. presi tutto quello che mi capitava sotto gli occhi, nascondendolo dietro i due grandi cuscini del divano.
Sciolsi i capelli, stirai i miei jeans con le mani e riaprì lentamente la porta << sei ancora qui? >> domandai..
Lui sorrise << posso entrate? >> domandò
<< c.. certo>> Entrò in casa, ma non scostò neanche un attimo gli occhi da me..
Appena chiusi la porta mi abbracciò, quasi istintivamente, anche se non capivo il vero motivo di quel gesto.
<< scusami per prima è che.. non, non me l’aspettavo di trovarti qui, adesso, in casa mia, adesso.. in casa.. mia.. casa.. mia..>> spalancai gli occhi incredula su quello che stavo dicendo << che, che ci fai qui? >> scossi la testa.
<< non hai risposto al mio messaggio su twitter >>
<< oh, e tu hai fatto tutti questi chilometri solo per.. questo? >>
Entrambi ridemmo. Ah Dio mi sembrava di stare già meglio, avrei voluto che quel momento non avesse avuto mai fine.
<< Joe dico sul serio, come hai fatto a trovarmi? >> nel frattempo un leggero rumore, provenì dal mio computer acceso..
Curiosa di cosa fosse, entrai in camera mia, seguita a ruota da lui.
<< cerci casa? >> chiese stranito.
<< già! Voglio andare via da questo posto, ho scoperto che mio padre vive a Los Angeles.. credo sia arrivato il momento di conoscerlo, così ne approfitto per cambiare vita, anche solo per pochi giorni.. >> risposi fingendo un espressione esaltata.
<< hai già trovato dove andare? >>
<< diciamo di si.. se intenti hotel a 5 stelle dove solo a mettere piede nella hall ti rubano 100$ dal portafoglio>> sospirai << mi sa che dovrò accontentarmi di una panchina lungo il marciapiedi.. sono comode ad L.A?>>
<< andiamo Hope non dirai sul serio.. >> disse lui
<< tutto pur di andarmene da qui >> mi guardò intensamente negli occhi.
Tossicchiai << non hai ancora risposto alla mia domanda! >> aggiunsi per sdrammatizzare quel momento.
Lui era lì fermo di fronte a me senza alcun’espressione in viso. Forse credeva di essere riuscito a distrarmi dalla mia insistente domanda; purtroppo per lui, non avevo la minima idea di rinunciare ad una sua risposta.
<< allora, posso sapere che sei venuto a fare qui? >> man mano che le mie parole risuonavano in quella piccola camera a luci soffuse, i suoi occhi si fecero sempre più piccoli; il suo sorriso che donava gioia a chiunque lo notasse, scomparve lentamente insieme al rossore delle sue guance, cadendo in un’espressione seria, quasi agghiacciante.
<< Joe che sta succedendo? >> replicai. Avevo la mente affollata di pensieri che per un attimo mi fecero distogliere dal suo decisivo silenzio. Per quanto potesse essere dura la verità, non riuscivo a desiderare altro che una sua stupida risposta.
<< Joe! >> urlai.
<< shhh >> fece lui poggiando le sue delicate dita sulla mia bocca per azzittirmi. Si guardò attorno, pur essendo sicuro che eravamo soli in quella casa; Si avvicinò ancor più a me, abbassando il tono della voce.
<< promettimi che qualunque cosa ti dica, non ti spaventerai ulteriormente >>
<< ma che.. >>
<< shhh..>> fece ancora, ma questa volta, lasciò ferme le sue vellutate dita sulla mia bocca, finché non ebbe finito di parlare.
<< Ho ricevuto una telefonata anonima ieri, dove mi diceva che ti avrei dovuta lasciare in pace, non pensarti più, non scriverti più …. Per sempre. >>
Io presi fiato, come per dire qualcosa, ma lui nuovamente premette delicatamente le sue dita sulla mia bocca; << Tu, mi hai mandato quel messaggio ieri.. aspetta com’era .. ‘vorrei tornare ad essere padrona della mia vita’.. >> fece per pensare inarcando le sopracciglia e chiudendo gli occhi. << so per certo che quella chiamata era stata fatta da Trevor, e visto la tua reazione dell’ultima volta, cercavo di collegare le cose, senza avere un risultato poi così soddisfacente>>
Il mio sguardo diventò languido, ma cercai in tutti i modi di rimandare in dietro le lacrime.
<< sono passato da dove mi hai detto che lavoravi, ed una ragazza mi ha spiegato tutto.. >>
<< tutto? >> domandai sottovoce.
<< tutto. >>
Ci guardammo intensamente negli occhi, sentì una leggera freddezza, quando tolse la sua mano dalle mie labbra, che contornava alla perfezione il posto che, le sue dita avevano tenuto caldo per tutti questi attimi, facendola scivolare lungo la mia guance sinistra, asciugando una sola lacrima ribelle, che era riuscita a scendere dai miei occhi lentamente, solcandomi il viso.
Ecco che ricademmo in uno di quei momenti dove le parole non servivano a niente.
Ma in realtà, durò solo pochi attimi, prima che sentì aprire la porta di casa.
Mi sporsi solo di qualche passo per vedere chi fosse; alla porta fece capolino mia madre, che senza salutare, squadrò Joe con un solo sguardo.
<> dissi per prima, asciugandomi gli occhi con la manica del golfo.
<< piacere signora >> Joe si sporse, porgendole la mano.
<< che ci fate qui? >> domandò non ricambiando il saluto.
<< Mamma non stiamo facendo niente di male, si gentile >>
<< dovrei essere gentile con qualcuno che non conosco, cos’è è venuto a portarci soldi.. no aspetta, forse ne dobbiamo a lui? >> indietreggiò di qualche passo, tornando in salotto.
<< beh in entrambi i casi, fuori da casa mia. >>
A quelle parole non vidi più. Ero stanca della mia vita, iniziavo a pensare che qualunque fosse stata la strada che avessi preso, in ogni caso sarebbe stata migliore di questa.
<< non c’è un minimo d’ordine qui.. sempre colpa di quello stupido lavoro che ti tiene occupata per tutto il giorno. >>
<< casa tua? Casa tua? >> replicai alzando la voce <> la raggiunsi in salotto << questa casa non è TUA. Se non fosse per quello stupido lavoro, come lo chiami tu, neanche ce l’avresti questa casa. >> Ero completamente andata fuori di testa.
<< ti rendi conto che non sai neanche fare la madre? Vai via la mattina presto e torni la sera tardi. Parli male di papà per tutto il tempo, e se tutto quello che dici fosse vero, guardati.. tu non sei affatto migliore di lui>> iniziai ad alterarmi sempre più << non ho idea di quale fortuna ci abbia assistito, per fortuna nessuno dei tuoi figli è diventato come te >>
<< hanno un lavoretto precario, sai che cosa ci  fanno? >>
<< almeno loro ce l’hanno. >> spalancai gli occhi guardandola con sguardo fulmineo. Tornai in camera mia, ma prima di solcare la porta mi voltai un’ultima volta << soprattutto, lo fanno per starti il più lontana possibile, l’ho capito solo ora.>>
 
Joe era lì fermo dove l’avevo lasciato, si sentiva sicuramente di troppo, ma semplicemente in fatto di non avermi abbandonata con una banalissima scusa mi dava la forza di reagire ed andare avanti.
Con le lacrime ormai completamente incontrollabili, chiusi le valigie che avevo fatto solo due ore prima.
<< dove stai andando? >> domandò lui a tono basso.
<< non lo so.. ma possibilmente in più lontano da qui..>>
Presi in spalla il mio zaino carico di roba, mentre mi voltai verso la porta, Joe involontariamente sfiorò la mia mano.
Sembrava fosse rabbrividito dalla freddezza della mia mano, così senza che me ne accorgessi, la strinse nella sua calda e possente, senza la minima intenzione di lasciarla cadere lungo il mio corpo; quel gesto così spontaneo non mi lasciò indifferente, così mi voltai verso di lui accennandogli un sorriso.
Ci dirigemmo alla porta.
<< dove stai andando? >> domandò mia madre incredula.
<< sono stanca di questa vita, vado a Los Angeles a cercare papà... >>
<< no! non puoi, e con il lavoro? >>
<< mamma ho 19 anni, e sono stanca ok? Hai appena detto che puoi cavartela da sola, bene: parti da ora. >>
Sbattei con violenza la porta, fuori c’èra un terribile vento che penetrando tra le foglie degli alberi provocava un rumore inquietante. Joe avvolse attorno alla mia spalla il suo braccio, scortandomi fino alla fermata dei taxi a soli pochissimi passi di distanza
<< Dio che cosa ho fatto! >> sospirai
<< non vorrai tornare lì dentro. >> replicò lui.
<< no è solo che.. non ho un posto dove andare.. >>
Lui iniziò a guardarmi con un sorrisetto malizioso sulle labbra << sei  con Joe Jonas, non c’è bisogno di preoccuparsi tanto >> Fece l’occhiolino e mi strinse a lui ridendo rumorosamente.
Nonostante avessi trattato malissimo mia madre, andandomene praticamente di casa, ero felice. In quel momento avrei potuto urlarlo al mondo, forse stava sul serio accadendo qualcosa nella mia vita? Beh non mi andava di pensarci, volevo solo vivere a pieno quel momento.
 
  

Okaaaaay :D Volevo rubarvi un altro minutino ringraziando tutti per i commeti e le visualizzazioni :') spero che anche questo capitolo sia di vostro gradimento uù la storia in sè per sè deve anocra prendere forma, vi prego, non abbandnatemi cwc :3 ancora graaaazie a tutti <3

  
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