-Auguri!
-E’ una bambina bellissima!
-Auguri!
Oggi a casa di zio Bill e zia Fleur c’è tantissima gente.
Più del solito.
La nonna ha detto che è normale, perché anche quando sono nato io c’è stato il finimondo, ma secondo me questa bambina ha qualcosa di speciale: per colpa sua la casa degli zii è stata dipinta di rosa e il mio disegno appeso alla parete è stato coperto da un grande fiocco color confetto, che è il colore più brutto che esista.
-Ciao, Teddy!
Zio Harry mi scompiglia i capelli, come sempre, mentre la zia Ginny mi offre una delle sue barrette di cioccolato ai cereali.
-Come si dice?- mi rimprovera la nonna, ma proprio mentre ringrazio lei corre via.
Mi faccio strada tra le gambe degli ospiti, e vedo che anche lo zio Ron sta guardando la culla.
-Ciao! Ehi, zio!
Ma lui non mi sente neanche.
Questa bambina deve avere i superpoteri per farsi guardare da tutti!
-Ciao, Ted!- mi saluta la zia Hem –Hai visto? Ora non sei più il piccolo di casa!
Ora capisco: questa bambina rosa mi ha rubato il posto!
Devo fare qualcosa.
-Zia!- chiedo –Ma se questa bambina se ne va via…?
Ma anche la zia è sparita.
Mi accoccolo sul divano, lontano da quella stupida culla rosa e da quegli stupidissimi zii che hanno occhi solo per lei.
Scarto la tavoletta di cioccolata: la nonna dice che il mio papà era goloso di tutti i gusti di questa bontà, ma che quella ai cereali era la sua preferita.
Dice anche che la mia passione per il cioccolato è ereditaria, ma io non so che vuol dire.
Do un morso alla barretta e alcuni cereali cadono, macchiando il divano rosa.
Poi ho un’idea...
-Nonna! Nonna!
Siamo seduti a tavola.
La culla con la bambina misteriosa è in camera da letto.
-Dimmi, Teddy!
-Nonna, ma se mangio divento più grande?- domando con aria innocente.
La nonna mi sorride:
-Certo!- risponde: il mio piano funzionerà!
Ho solo quattro anni, ma la mia idea non può fallire: darò tanta cioccolata a quella bambina nella culla rosa che diventerà grande in un secondo. E nessuno si ricorderà più di lei.
Mi alzo con una scusa ed entro nella stanza: la culla rosa è li.
Finalmente scoprirò i superpoteri di questa… Oh!
Sento i miei occhi spalancarsi per la meraviglia: nella culla rosa non c’è un mostro, ne un supereroe.
C’è semplicemente la bambina più piccola che abbia mai visto: ha la pelle rosa scuro molto raggrinzita, le guance paffute e le manine strette a pugno.
Non sembra che abbia dei superpoteri…
-Victorie!- la chiamo, tenendo la cioccolata sospesa a un centimetro dal suo naso.
Lei si sveglia e apre gli occhi: sono di un colore che non ho mai visto, tra l’azzurro del cielo e il verde del prato che disegno sempre.
Mi piacciono.
Sono… belli.
-Vu-vuoi un po’ di cioccolata?- le chiedo, ma lei piange.
Fra poco arriverà la zia Fleur, cosa posso fare?
Mi concentro; i miei capelli si fanno rossi dallo sforzo.
La nonna dice che anche la mamma poteva cambiare colore ai capelli e perfino forma del naso.
Forse quando compirò dieci anni ci riuscirò anch’io!
-Su, Victorie! Non piangere! Voglio solo darti questa!- le sussurro, ma lei ha già smesso.
Guarda i miei capelli ad occhi spalancati, come se non avesse mai visto una meraviglia del genere.
Beh, penso che in realtà non abbia mai visto un sacco di cose, dato che è nata in questa stanza e non ne è mai uscita se non per andare in cucina.
-Ti piacciono?- le chiedo, sforzandomi di cambiare il rosso dei capelli in verde, ma lei non risponde.
Forse non sa parlare: è così piccola!
Poi apre la bocca ed emette un suono strano.
Non ha neanche i denti!
Il mio piano è saltato: come può mangiare la cioccolata se non ha i denti?
-Teddy! Cosa ci fai qui?
La zia Fleur è arrivata e mi sta guardando con l’espressione di quando qualcosa va storto.
-Sto giocando con Victorie!
Dietro la zia arriva anche la nonna.
Entrambe sorridono.
Poi un pensiero mi illumina: un pensiero migliore del piano precedente, più bello.
-Nonna, ma io e Victorie siamo zii?
-No, Teddy. Voi non siete parenti… anche se è come se lo foste!- mi spiega la nonna.
-Meglio!- ribatto: l’idea che mi è venuta in mente mi piace proprio tanto –Perché quando compirò dieci anni ci sposeremo!
N.d.A.: ecco i giudizi ^^
Quarta classificata:
M4RT1
“Di gelosia, cioccolato e cullette rosa”
M4RT1
“Di gelosia, cioccolato e cullette rosa”
Grammatica e Punteggiatura: 9,8/10
Stile e Forma: 10/10
Originalità: 10/10
Caratterizzazione personaggi: 10/10
Uso del prompt obbligatorio: 2,5/3
Uso dei prompt facoltativi: 0,5/2
Gradimento personale: 14/15
Totale: 56,8/60
Ho trovato giusto due errorini, eccoli:
-E’ una bambina bellissima! Hai scritto E’ invece di È. (-0.1)
...nella culla rosa non c’è un mostro, ne un supereroe. Hai dimenticato l’accento acuto su né. (-0.1)
Lo stile è molto semplice, e questo sarebbe penalizzabile, ma (c’è un ma) penso sia una scelta più che giustificabile.
Ho trovato, infatti, che un testo così semplice, senza paroloni o frasi lunghe e intricate, rispecchi molto il protagonista - Teddy - che ha soltanto quattro anni.
Quindi comlimenti, perché alle volte - se non sempre - lo stile fa capire molto del protagonista e della storia in sé, brava!
Teddy e Victoire bambini, lei appena nata, lui che vuole farla crescere perché altrimenti gli ruba le attenzioni... insomma, veramente originale!
Per quel poco che si evince dal testo, direi che Teddy è molto ben delineato, per quanto un bambino di quattro anni possa essere un personaggio complicato.
Mi è sembrato sicuro di sé e pure abbastanza sveglio, un po’ come i genitori!
Purtroppo non sono riuscita a darti il punteggio pienissimo per quanto riguarda il prompt obbligatorio, all’inizio la barretta di cioccolato ai cereali mi è sembrata un po’ forzata. Siamo sicuri che tra i Maghi si mangino barrette di cioccolato ai cereali? Lo trovo difficile.
La prima cosa che ho pensato, quando ho finito di leggere la tua storia, è stata: che tenera!
Ed è proprio vero, questa one-shot è tenerissima, Teddy che vuole sposare Victoire, poi... una meraviglia! Non sarà mica stato incantato dalla sua natura di mezza Veela, no?
L’unica cosa che mi ha lasciata un po’ perplessa è l’utilizzo del prompt obbligatorio - cioccolato ai cereali - che, come ho già detto mi sembra un po’ forzato.
Per il resto, non ho nulla da rimproverarti!