Crossover
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Autore: Justice Gundam    28/02/2012    2 recensioni
Crossover: I Wanna Be The Guy / Puella Magi Madoka Magica. Seguito di "I Wanna Be The Fanwriter". The Kid è da pochi mesi riuscito a diventare The Guy... ma qualcosa di insolito turba la pace che ora regna nel suo mondo, quando cinque ragazze molto particolari appaiono dal nulla, portando con sè problemi che il piccolo eroe non si sarebbe mai immaginato...
Genere: Avventura, Demenziale, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anime/Manga, Videogiochi
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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I Wanna Be The Puella Magi

Una fanfiction crossover (I Wanna Be The Guy / Puella Magi Madoka Magica) scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 2 - Il mondo di The Kid

 

Certo, non capita tutti i giorni di essere risucchiate in un mondo che assomiglia molto ad un videogioco… né capita spesso di incontrare un gruppo di ragazze in grado in trasformarsi in una sorta di guerriere magiche e combattere i mostri più spaventosi a colpi di magia. Eppure, era esattamente in questa situazione che The Kid e le cinque ragazze provenienti dall’altro mondo si erano ritrovati… e adesso, mentre si incamminavano verso il luogo che The Kid aveva eletto come propria dimora poco dopo aver sconfitto il precedente The Guy, entrambe le parti cercavano di sapere quanto più possibile dell’altra, camminando lungo una strada spianata che si faceva largo nel bel mezzo di un grande complesso industriale dagli edifici grigi e dal cielo nebbioso. The Kid aveva subito fatto amicizia con Madoka…  e anche Sayaka e Miki erano state abbastanza affabili. Mentre Homura e Kyoko restavano per lo più sulle loro, senza dire nulla a meno che non venissero interpellate.

“Hmm… e così, questo è un mondo in cui esistono… per così dire… tutti i personaggi e i mondi che si vedono nei videogiochi d’altri tempi?” stava chiedendo Madoka, senza riuscire a nascondere la sua meraviglia mentre si guardava in giro. In quel momento, vicino a loro, stava passando una piccola pattuglia di Tipitimidi in sella ad alcuni cannoni neri su ruote, che salutarono The Kid alzando una delle loro mani palmate, e ricevettero dal piccolo eroe un simile cenno di saluto.

“Esatto… come potete vedere, ragazze, quelli sono dei Tipitimidi in sella alle loro Autobomb, che loro usavano in Super Mario Bros 2… o meglio, in Doki Doki Panic!” disse The Kid, specificando il titolo che aveva il gioco prima di essere modificato ed importato negli Stati Uniti. “In pratica, qualsiasi cosa faccia parte dei videogiochi degli anni 80-90 può essere trovato in questo mondo. E anche qualcosa in più, oserei dire…”

“Beh…” disse Miki, sfregandosi il mento. “Non è che noi ci intendiamo molto di queste cose, ma sicuramente Kyoko-chan è più esperta di videogiochi.”

The Kid diede un’occhiata alla ragazza dai capelli rossi armata di lancia che camminava separata rispetto al resto del gruppo, e che non sembrava prestargli troppa attenzione. “Ehm… capisco.” Affermò, sentendosi un po’ a disagio per il comportamento di Kyoko e di Homura. “In pratica, quello che voi mi state dicendo è che esistono queste cose… queste Streghe, voi le avete chiamate… che attaccano il vostro mondo per motivi ancora non chiari… e che voi quattro vi trasformate così per affrontarle! Mi sembra una cosa molto interessante… e anche eroica, sotto un certo punto di vista!”

Homura interruppe il proprio silenzio, giusto il tempo di rimproverare The Kid per l’idea sbagliata che si era fatto del ruolo di una Puella Magi, e soprattutto della sua pericolosità. “Non parleresti così se avessi visto una vera Strega e sapessi cosa comporta affrontarle.” Disse severamente la Puella Magi più esperta. “Non dire cose di cui potresti pentirti più avanti.”

The Kid rimase abbastanza interdetto dalla reazione di Homura. Non si aspettava che a lei potesse non piacere l’apprezzamento che lui aveva fatto su di lei… in fondo, si disse, loro erano un po’ come lui, no? Nel loro mondo, erano delle eroine, e anzi combattere contro le Streghe gli sembrava uno scopo più altruistico di quello che aveva avuto lui a suo tempo. In fondo, lui si era limitato a sconfiggere il The Guy precedente e a prenderne il posto…

“Homura-chan, non mi sembra molto carino quello che hai detto…” protestò Madoka. Homura sospirò, ma non disse nulla, e Madoka decise che era il caso di scusarsi anche a nome suo. “Ehm… chiedo scusa a nome di Homura-chan… devi capirla, è piuttosto nervosa, con tutto quello che è accaduto di recente. Siamo stati attaccati da moltedi queste Streghe, ultimamente, e siamo tutte un po’ nervose… certo, se anch’io fossi una Puella Magi, magari potrei dare una mano, però…”

The Kid si sfregò il mento. Quindi, Madoka, al contrario delle altre quattro, non era ancora diventata una Puella Magi. Se ne chiese il perché, ma decise di rimandare a dopo le discussioni e avvertire le ragazze di un altro possibile pericolo. Ora la zona industriale stava finendo, e lastrada da asfaltata stava diventando di terra battuta, affiancata da grandi estensioni di prati verdi e da alberi carichi di frutti, che crescevano anche ai lati della strada. In effetti, The Kid si accorse che i loro rami ricoperti di foglie stavano facendo ombra… e su di essi crescevano dei grossi frutti rossi simili a ciliegie giganti…

“Okay, ragazze… tenetevi al centro della strada…” avvertì The Kid, facendo cenno al gruppo di Madoka di non attardarsi sotto l’ombra degli alberi. Quando alcune di loro, Sayaka in particolare, gli rivolsero uno sguardo interrogativo, e il giovane eroe non perse tempo a spiegare il motivo del suo consiglio. “Vedete quei grossi frutti che penzolano dagli alberi? Ecco, quelli sono la minaccia principale in questo mondo… a parte gli spuntoni che saltano fuori da tutti i posti possibili ed immaginabili… si chiamano Frutti Deliziosi, e possono staccarsi dai rami e muoversi in qualsiasi direzione per colpirvi.”

A dimostrazione delle parole di The Kid, uno dei Frutti Deliziosi si staccò da un ramo e cadde al suolo, pericolosamente vicino alla bionda Miki, che si ritirò con un breve grido di sorpresa e guardò lo strano vegetale che era caduto. “Huh? Mamma mia, a momenti mi finiva in testa… ma come fa un frutto che sembra anche così buono da mangiare ad essere così pericoloso?”

“Heheheee… beh, così vanno le cose, in questo mondo…” affermò The Kid con una breve risata ironica. “Qui si gioca con regole molto diverse da quelle a cui siete abituate, quindi è meglio che vi abituate in fretta, se volete durare a lungo!”. Detto questo, si chinò per raccogliere il Frutto Delizioso e buttarlo via…

Quando si ritrovò la lancia di Kyoko puntata alla gola!

“Ah!” esclamò, ritirandosi di colpo. “Ma… ma che diavolo? Che ti salta in mente, rossa?”

“Che cavolo salta in mente a te, cretinetto? Come ti salta in mente di gettare via il cibo in questo modo?” esclamò Kyoko, raccogliendo il Frutto Delizioso come se fosse una comune mela. “Accidenti, se non fosse per il fatto che ci servi come guida in questo strano mondo di videogiochi, ti avrei già trasformato in uno spiedino!”

“Hey, aspetta un momento…” disse The Kid, vedendo che Kyoko stava guardando il Frutto Delizioso con espressione inequivocabile… “Non avrai mica intenzione di mangiartelo, vero?”

“E perché no? Li hai chiamati anche tu Frutti Deliziosi, no?” ribattè la rossa Puella Magi. Prima che The Kid potesse dire qualsiasi cosa, Kyoko spalancò la bocca e affondò voracemente i denti nel frutto, staccandone un pezzo con un soddisfacente suono di polpa strappata! The Kid strabuzzò gli occhi, assolutamente incredulo, vedendo Kyoko che masticava con gioia il delizioso frutto, stando bene attenta a non perdere neanche una goccia del suo succo dolce e zuccherino. “Mmmmh, e se lo meritano davvero il loro nome! Chi mai vorrebbe buttare via una cosa così buona?”

“Ma che cavolo fai?” esclamò The Kid, quasi in panico! “Tu… tu… tu non sai cosa hai fatto! Quei frutti sono velenosi! Bisogna bollirli almeno tre volte prima che diventino commestibili…”

“Ah, davvero?” rispose Kyoko, restando completamente indifferente alla notizia che stava ingerendo del veleno. “Beh, la cosa non fa una gran differenza per me… noi Puellae Magi abbiamo un organismo molto più resistente rispetto a quello di un normale essere umano, e i veleni non ci fanno né caldo né freddo! Hmph, figurarsi… bastasse così poco per farci schiattare, io sarei già morta almeno una dozzina di volte…”

Un grosso gocciolone di sudore scese dalla testa di The Kid e delle altre quattro ragazze, mentre guardavano Kyoko che come niente fosse continuava a mangiare il Frutto Delizioso, sgranocchiando con gioia anche il torsolo. “Beh… Kyoko-chan è il tipo che non butta mai via niente, di cibo…” affermò Sayaka, che ormai conosceva bene le abitudini dell’amica, oltre al motivo per cui Kyoko si comportava così.

“Cavolo, è in questi momenti che mi spiace non essere una Puella Magi…” mormorò Madoka, stando attenta a non farsi sentire da Homura. “Chissà come devono essere buoni, quei frutti… allora, The Kid… scusa per l’interruzione ma… stavi dicendo?”

“Er… giusto, ho un po’ perso il filo del discorso…” affermò il piccolo eroe. “Allora, come stavo dicendo… io ho ottenuto il titolo di The Guy dopo aver sconfitto la persona che lo deteneva prima di me…” Tralasciò delberatamente il fatto che forse la suddetta persona fosse suo padre. “In effetti, non è che avessi chissà quali aspirazioni eroiche, però… insomma, in questo mondo, il titolo di The Guy è il più ambito in assoluto, e sono in molti che lo desidererebbero. E poi, mi sono detto, se diventassi The Guy, e potessi quindi disporre di questo mondo come mi pare… beh, io cercherei almeno di dare una vita migliore a tutti coloro che ci vivono, non vi sembra giusto? Ho sempre pensato che chi ha il potere, lo deve usare saggiamente…”

Madoka annuì, ascoltando con interesse la spiegazione di The Kid. In effetti, doveva ammettere che la cosa la interessava molto. Un desiderio espresso con intenti assolutamente altruistici, senza secondi fini…

“Da quando sono diventato The Guy, ho cercato di impiegare il mio tempo anche a studiare e a scoprire i mondi che esistono al di fuori delle… barriere dimensionali… che lo circondano.” Continuò The Kid. “E… quando voi siete arrivate da quel passaggio dimensionale, mi sono reso conto che la mia teoria, che esistesse altro al di fuori di questo mondo, era effettivamente corretta.”

Homura annuì. “Ci sono moltissime dimensioni oltre a questa.” Affermò, con aria distaccata. “Non puoi neanche immaginare cosa si nasconda oltre l’universo conosciuto.”

C’era qualcosa, nel modo in cui Homura aveva detto quella frase, che mise i brividi a The Kid, ma il giovane eroe decise di ignorare i suoi presentimenti, e riprese con la sua spiegazione. “Beh… in effetti, immagino che non debba essere molto piacevole…” disse. “Comunque… tornando a noi, finchè non avrete capito come tornare nel vostro mondo, vi posso ospitare nella mia fortezza, dove dovreste essere al sicuro. Cercherò anche di darvi una mano a trovare una soluzione al vostro problema.”

“Grazie, The Kid! Lo apprezziamo molto!” affermò Mami, tenendo sempre d’occhio gli alberi sopra di lei, nel caso qualche Frutto Delizioso si fosse staccato all’improvviso e le fosse caduto addosso. In parte perché voleva evitare di spiaccicarsi come The Kid aveva detto che sarebbe successo in caso di contatto… e in parte perché sperava segretamente di afferrarne uno e mangiarlo come aveva fatto Kyoko! La biondina sgranò leggermente gli occhi quando vide una delle ciliegie giganti che cominciava a muoversi su un ramo… e subito dopo, si staccò e cominciò a muoversi lateralmente, facendosene un baffo della legge di gravità!

“Ehm… sono fatti così, i Frutti Deliziosi… non tutti cadono dove potreste aspettarvi…” spiegò nuovamente The Kid.

Mami non potè fare altro che sospirare stancamente. “Sigh… ma perché è a Kyoko-chan che capitano, questi colpi di fortuna?” si chiese. La diretta interessata sogghignò e alzò le spalle, come per dire che non poteva farci niente… “Vabbè… The Kid, scusa, da qui quanto manca alla tua fortezza?”

“Dovremmo essere vicini… ma comunque, tenete sempre d’occhio quei Frutti Deliziosi, non si sa mai.” Avvertì il ragazzino. Ben presto, le fronde degli alberi si divisero, e le ragazze videro una enorme fortezza, simile ai castelli europei dell’Alto Medioevo, che si stagliava maestosamente sopra un costone di roccia, toccando il cielo con le sue torri fortificate. Il marmo bianco di cui erano fatte le mura sembrava quasi risplendere di luce propria alla luce del sole, e si vedevano numerosi esseri alati di vario tipo che pattugliavano i cieli sopra la grande fortezza… e mentre le Puellae Magi osservavano con meraviglia (tranne la stoica Homura, che non sembrava troppo impressionata) quella gigantesca costruzione, The Kid abbozzò un sorriso e indicò la sua fortezza con un elegante gesto della mano. “Oh, eccola qui! Questa è la mia… ehm… modesta dimora! Spero che non vi dispiaccia, ho dato fondo alla mia immaginazione per costruirla… o meglio, modificarla rispetto a come era prima!”

“Accidenti, non ho mai visto niente di simile!” esclamò Sayaka. “Nel mio mondo, castelli del genere si vedono soltanto nei libri delle fiabe!”

“Ma… a me sembra piuttosto ordinario.” Affermò Kyoko. “Sì, è grande e ha un bell’aspetto. Però, a parte questo, non mi sembra che abbia tanto di diverso dai castelli che si vedono nel mio mondo. Dovrei essere impressionata?”

“Ehm… già, immagino che a prima vista non sembri esattamente una cosa fuori dal mondo…” ammise The Kid, sfregandosi la nuca con una mano. “Ma credetemi quando vi dico che all’interno è completamente diverso! Non  vi aspettereste mai di vedere quello che vi mostrerò tra poco… quindi, forza, ragazze! Seguitemi!”

“Beh… non vedo molte alternative… vero, ragazze?” chiese Madoka, facendo un piccolo sorriso alle sue compagne. Mentre Miki e Sayaka sembravano abbastanza impazienti di vedere la fortezza di The Kid, Homura e Kyoko avevano tutta l’aria di volersi semplicemente togliere di mezzo quell’incombenza il prima possibile…

 

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Da tutt’altra parte, nel mondo in cui le ragazze si erano ritrovate dopo aver sconfitto la Strega…

La misteriosa creturina rosa mosse il suo primo passo fuori dal passaggio dimensionale, guardandosi attentamente intorno e analizzando con freddo distacco tutto ciò che lo circondava. Il suo volto, perennemente congelato in quello che sembrava essere un sorrisetto grazioso, non esprimeva neanche un sospetto di quelle che in realtà erano le sue emozioni… cioè, praticamente nessuna se non la riconosciuta necessità di sapere qualcosa di più di quella strana dimensione dove le Puellae Magi erano capitate.

Questa situazione è imprevista.” Pensò tra sé Kyuubey, alias Incubator, il misterioso essere che, in cambio di un desiderio, aveva dato ad Homura, Sayaka, Miki e Kyoko l’incombenza di difendere il loro mondo dalle Streghe. “Il collettivo non conosce molto di questa dimensione, per il semplice motivo che fino ad adesso essa non è mai stata di grande interesse. Essa non produce Streghe, ed è quindi inutile ai fini dei nostri scopi. Tuttavia, sembra che le cose dovranno cambiare, a partire da adesso.

Mentre usciva dal passaggio dimensionale, assomigliando a tutti gli effetti ad una delle strane creature che risiedevano in quel mondo, Kyuubey si accorse con la coda dell’occhi di qualcosa che li si stava avvicinando – tre mostri umanoidi, ognuno alto poco più di un essere umano, con la testa di un cane mastino e coperti da una corta pelliccia blu, tutti e tre armati di lance. L’animaletto rosa, muovendo un po’ le sue lunghe orecchie, si voltò verso la nuova minaccia, senza smettere di sorridere, mentre i tre uomini-cane gli tenevano le armi puntate contro.

“Hey! E tu chi sei, piccoletto?” ringhiò il più grosso dei tre. “Tu non sei di qui… da dove diamine sei venuto?”

Non vedendo l’utilità di rispondere a quella domanda, Kyuubey ignorò la minaccia e fece per andarsene… quando i suoi sensi acutissimi si accorsero di un pericolo, e la misteriosa creatura saltò di lato appena in tempo per evitare un colpo di lancia che stava per trafiggerlo. Fece una capriola in aria, e atterrò con grazia sull’erba alta poco distante, continuando a tenere lo sguardo sui tre uomini-cane.

“Tsk… sei agile, piccoletto…” ringhiò il primo dei tre Molblin, raccattando la sua arma. “Ma hai un’aria troppo sospetta perché noi ti lasciamo andare così. Avanti, ragazzi, prendete quel cuccioletto!”

“Subito, capo!” ringhiarono assieme i due Molblin più piccoli – che erano comunque alti un metro e ottanta circa! Con fare sicuro, tipico dei veterani di mille battaglie, gli uomini-cane attaccarono Kyuubey con le loro lance, sicuri che lo avrebbero trafitto in un attimo… ma senza che il misterioso animaletto avesse anche bisogno di voltarsi, una barriera invisibile bloccò le lance dei suoi aggressori quando erano ormai a pochi centimetri da lui! Sorpresi, i Molblin cercarono di ritirare le loro lance e attaccare di nuovo, ma si resero conto con loro grande disappunto che le micidiali armi restavano dov’erano, come se fossero state attaccate ad un enorme magnete invisibile.

“Che cavolo state facendo, imbranati?” ringhiò il Molblin più grande. “Avanti, non restate là come due babbei! Trasformate quella cosa in uno spiedino!”

“E’… è quello che stiamo cercando di fare, capo!” ringhiò uno dei due, tirando con tutte le sue considerevoli forze per liberare la sua lancia, ma senza apprezzabili risultati. “Questa cosa… usa qualche strana magia per tenerci fermi! Ci dia una mano, la prego!”

Il capo dei Molblin grugnì antipaticamente. “Qui devo sempre fare tutto io…” borbottò, andando ad aiutare il Molblin più vicino… e scoprendo con sua grande rabbia che, anche aggiungendo la sua forza, la lancia non si smuoveva di un millimetro! “Ugh… e che diavolo… la lancia non si stacca! Cosa diavolo sei, bestiolina del cavolo? Da dove vieni?”

Hmm… questa sì che è una cosa inaspettata…” disse tra sé Kyuubey, osservando le creature che ancora si dibattevano nel tentativo di sfuggire alla sua presa invisibile. “Le creature che abitano in questo mondo hanno una composizione completamente diversa da quella degli esseri che vivono sulla Terra, e anche da noi… sono composti da dati altamente malleabili, che possono essere modificati facilmente se si possiedono i giusti strumenti, o comunque il giusto modo di accedere ad essi e modificarli. In termini pratici, questa dimensione altro non è che un enorme computer autoregolante, con il suo ecosistema e le sue regole. Per quanto diverse da quelle della maggior parte delle dimensioni, non dovrebbero essere difficili da comprendere.

Kyuubey volse lo sguardo verso i tre Molblin, che rimasero per un attimo paralizzati da una non meglio definita paura nel momento in cui si trovarono davanti l’espressione eternamente sorridente dell’animaletto… era un sorriso carino, ma che non prometteva nulla di buono…

Malgrado le condizioni inusuali, non vanno fatte modifiche sostanziali al piano.” Disse Kyuubey, con fredda e distaccata logica. “Questo mondo possiede un grande potenziale, si tratta solo di saperlo sfruttare.

 

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CONTINUA…  

  

 

  
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