I
Wanna Be The Puella Magi
Una
fanfiction crossover (I Wanna Be The Guy / Puella Magi Madoka Magica) scritta
da: Justice Gundam
----------
Certo,
non capita tutti i giorni di essere risucchiate in un mondo che assomiglia molto
ad un videogioco… né capita spesso di incontrare un gruppo di ragazze in grado
in trasformarsi in una sorta di guerriere magiche e combattere i mostri più
spaventosi a colpi di magia. Eppure, era esattamente in questa situazione che
The Kid e le cinque ragazze provenienti dall’altro mondo si erano ritrovati… e
adesso, mentre si incamminavano verso il luogo che The Kid aveva eletto come
propria dimora poco dopo aver sconfitto il precedente The Guy, entrambe le parti
cercavano di sapere quanto più possibile dell’altra, camminando lungo una strada
spianata che si faceva largo nel bel mezzo di un grande complesso industriale
dagli edifici grigi e dal cielo nebbioso. The Kid aveva subito fatto amicizia
con Madoka… e anche Sayaka e Miki
erano state abbastanza affabili. Mentre Homura e Kyoko restavano per lo più
sulle loro, senza dire nulla a meno che non venissero
interpellate.
“Hmm…
e così, questo è un mondo in cui esistono… per così dire… tutti i personaggi e i
mondi che si vedono nei videogiochi d’altri tempi?” stava chiedendo Madoka,
senza riuscire a nascondere la sua meraviglia mentre si guardava in giro. In
quel momento, vicino a loro, stava passando una piccola pattuglia di Tipitimidi
in sella ad alcuni cannoni neri su ruote, che salutarono The Kid alzando una
delle loro mani palmate, e ricevettero dal piccolo eroe un simile cenno di
saluto.
“Esatto…
come potete vedere, ragazze, quelli sono dei Tipitimidi in sella alle loro
Autobomb, che loro usavano in Super Mario Bros 2… o meglio, in Doki Doki Panic!”
disse The Kid, specificando il titolo che aveva il gioco prima di essere
modificato ed importato negli Stati Uniti. “In pratica, qualsiasi cosa faccia
parte dei videogiochi degli anni 80-90 può essere trovato in questo mondo. E
anche qualcosa in più, oserei dire…”
“Beh…”
disse Miki, sfregandosi il mento. “Non è che noi ci intendiamo molto di queste
cose, ma sicuramente Kyoko-chan è più esperta di
videogiochi.”
The
Kid diede un’occhiata alla ragazza dai capelli rossi armata di lancia che
camminava separata rispetto al resto del gruppo, e che non sembrava prestargli
troppa attenzione. “Ehm… capisco.” Affermò, sentendosi un po’ a disagio per il
comportamento di Kyoko e di Homura. “In pratica, quello che voi mi state dicendo
è che esistono queste cose… queste Streghe, voi le avete chiamate… che attaccano
il vostro mondo per motivi ancora non chiari… e che voi quattro vi trasformate
così per affrontarle! Mi sembra una cosa molto interessante… e anche eroica,
sotto un certo punto di vista!”
Homura
interruppe il proprio silenzio, giusto il tempo di rimproverare The Kid per
l’idea sbagliata che si era fatto del ruolo di una Puella Magi, e soprattutto
della sua pericolosità. “Non parleresti così se avessi visto una vera Strega e
sapessi cosa comporta affrontarle.” Disse severamente la Puella Magi più
esperta. “Non dire cose di cui potresti pentirti più
avanti.”
The
Kid rimase abbastanza interdetto dalla reazione di Homura. Non si aspettava che
a lei potesse non piacere l’apprezzamento che lui aveva fatto su di lei… in
fondo, si disse, loro erano un po’ come lui, no? Nel loro mondo, erano delle
eroine, e anzi combattere contro le Streghe gli sembrava uno scopo più
altruistico di quello che aveva avuto lui a suo tempo. In fondo, lui si era
limitato a sconfiggere il The Guy precedente e a prenderne il
posto…
“Homura-chan,
non mi sembra molto carino quello che hai detto…” protestò Madoka. Homura
sospirò, ma non disse nulla, e Madoka decise che era il caso di scusarsi anche a
nome suo. “Ehm… chiedo scusa a nome di Homura-chan… devi capirla, è piuttosto
nervosa, con tutto quello che è accaduto di recente. Siamo stati attaccati da
moltedi queste Streghe, ultimamente, e siamo tutte un po’ nervose… certo, se
anch’io fossi una Puella Magi, magari potrei dare una mano,
però…”
The
Kid si sfregò il mento. Quindi, Madoka, al contrario delle altre quattro, non
era ancora diventata una Puella Magi. Se ne chiese il perché, ma decise di
rimandare a dopo le discussioni e avvertire le ragazze di un altro possibile
pericolo. Ora la zona industriale stava finendo, e lastrada da asfaltata stava
diventando di terra battuta, affiancata da grandi estensioni di prati verdi e da
alberi carichi di frutti, che crescevano anche ai lati della strada. In effetti,
The Kid si accorse che i loro rami ricoperti di foglie stavano facendo ombra… e
su di essi crescevano dei grossi frutti rossi simili a ciliegie
giganti…
“Okay,
ragazze… tenetevi al centro della strada…” avvertì The Kid, facendo cenno al
gruppo di Madoka di non attardarsi sotto l’ombra degli alberi. Quando alcune di
loro, Sayaka in particolare, gli rivolsero uno sguardo interrogativo, e il
giovane eroe non perse tempo a spiegare il motivo del suo consiglio. “Vedete
quei grossi frutti che penzolano dagli alberi? Ecco, quelli sono la minaccia
principale in questo mondo… a parte gli spuntoni che saltano fuori da tutti i
posti possibili ed immaginabili… si chiamano Frutti Deliziosi, e possono
staccarsi dai rami e muoversi in qualsiasi direzione per
colpirvi.”
A
dimostrazione delle parole di The Kid, uno dei Frutti Deliziosi si staccò da un
ramo e cadde al suolo, pericolosamente vicino alla bionda Miki, che si ritirò
con un breve grido di sorpresa e guardò lo strano vegetale che era caduto. “Huh?
Mamma mia, a momenti mi finiva in testa… ma come fa un frutto che sembra anche
così buono da mangiare ad essere così pericoloso?”
“Heheheee…
beh, così vanno le cose, in questo mondo…” affermò The Kid con una breve risata
ironica. “Qui si gioca con regole molto diverse da quelle a cui siete abituate,
quindi è meglio che vi abituate in fretta, se volete durare a lungo!”. Detto
questo, si chinò per raccogliere il Frutto Delizioso e buttarlo
via…
Quando
si ritrovò la lancia di Kyoko puntata alla gola!
“Ah!”
esclamò, ritirandosi di colpo. “Ma… ma che diavolo? Che ti salta in mente,
rossa?”
“Che
cavolo salta in mente a te, cretinetto? Come ti salta in mente di gettare via il
cibo in questo modo?” esclamò Kyoko, raccogliendo il Frutto Delizioso come se
fosse una comune mela. “Accidenti, se non fosse per il fatto che ci servi come
guida in questo strano mondo di videogiochi, ti avrei già trasformato in uno
spiedino!”
“Hey,
aspetta un momento…” disse The Kid, vedendo che Kyoko stava guardando il Frutto
Delizioso con espressione inequivocabile… “Non avrai mica intenzione di
mangiartelo, vero?”
“E
perché no? Li hai chiamati anche tu Frutti Deliziosi, no?” ribattè la rossa
Puella Magi. Prima che The Kid potesse dire qualsiasi cosa, Kyoko spalancò la
bocca e affondò voracemente i denti nel frutto, staccandone un pezzo con un
soddisfacente suono di polpa strappata! The Kid strabuzzò gli occhi,
assolutamente incredulo, vedendo Kyoko che masticava con gioia il delizioso
frutto, stando bene attenta a non perdere neanche una goccia del suo succo dolce
e zuccherino. “Mmmmh, e se lo meritano davvero il loro nome! Chi mai vorrebbe
buttare via una cosa così buona?”
“Ma
che cavolo fai?” esclamò The Kid, quasi in panico! “Tu… tu… tu non sai cosa hai
fatto! Quei frutti sono velenosi! Bisogna bollirli almeno tre volte prima che
diventino commestibili…”
“Ah,
davvero?” rispose Kyoko, restando completamente indifferente alla notizia che
stava ingerendo del veleno. “Beh, la cosa non fa una gran differenza per me… noi
Puellae Magi abbiamo un organismo molto più resistente rispetto a quello di un
normale essere umano, e i veleni non ci fanno né caldo né freddo! Hmph,
figurarsi… bastasse così poco per farci schiattare, io sarei già morta almeno
una dozzina di volte…”
Un
grosso gocciolone di sudore scese dalla testa di The Kid e delle altre quattro
ragazze, mentre guardavano Kyoko che come niente fosse continuava a mangiare il
Frutto Delizioso, sgranocchiando con gioia anche il torsolo. “Beh… Kyoko-chan è
il tipo che non butta mai via niente, di cibo…” affermò Sayaka, che ormai
conosceva bene le abitudini dell’amica, oltre al motivo per cui Kyoko si
comportava così.
“Cavolo,
è in questi momenti che mi spiace non essere una Puella Magi…” mormorò Madoka,
stando attenta a non farsi sentire da Homura. “Chissà come devono essere buoni,
quei frutti… allora, The Kid… scusa per l’interruzione ma… stavi
dicendo?”
“Er…
giusto, ho un po’ perso il filo del discorso…” affermò il piccolo eroe. “Allora,
come stavo dicendo… io ho ottenuto il titolo di The Guy dopo aver sconfitto la
persona che lo deteneva prima di me…” Tralasciò delberatamente il fatto che
forse la suddetta persona fosse suo padre. “In effetti, non è che avessi chissà
quali aspirazioni eroiche, però… insomma, in questo mondo, il titolo di The Guy
è il più ambito in assoluto, e sono in molti che lo desidererebbero. E poi, mi
sono detto, se diventassi The Guy, e potessi quindi disporre di questo mondo
come mi pare… beh, io cercherei almeno di dare una vita migliore a tutti coloro
che ci vivono, non vi sembra giusto? Ho sempre pensato che chi ha il potere, lo
deve usare saggiamente…”
Madoka
annuì, ascoltando con interesse la spiegazione di The Kid. In effetti, doveva
ammettere che la cosa la interessava molto. Un desiderio espresso con intenti
assolutamente altruistici, senza secondi fini…
“Da
quando sono diventato The Guy, ho cercato di impiegare il mio tempo anche a
studiare e a scoprire i mondi che esistono al di fuori delle… barriere
dimensionali… che lo circondano.” Continuò The Kid. “E… quando voi siete
arrivate da quel passaggio dimensionale, mi sono reso conto che la mia teoria,
che esistesse altro al di fuori di questo mondo, era effettivamente
corretta.”
Homura
annuì. “Ci sono moltissime dimensioni oltre a questa.” Affermò, con aria
distaccata. “Non puoi neanche immaginare cosa si nasconda oltre l’universo
conosciuto.”
C’era
qualcosa, nel modo in cui Homura aveva detto quella frase, che mise i brividi a
The Kid, ma il giovane eroe decise di ignorare i suoi presentimenti, e riprese
con la sua spiegazione. “Beh… in effetti, immagino che non debba essere molto
piacevole…” disse. “Comunque… tornando a noi, finchè non avrete capito come
tornare nel vostro mondo, vi posso ospitare nella mia fortezza, dove dovreste
essere al sicuro. Cercherò anche di darvi una mano a trovare una soluzione al
vostro problema.”
“Grazie,
The Kid! Lo apprezziamo molto!” affermò Mami, tenendo sempre d’occhio gli alberi
sopra di lei, nel caso qualche Frutto Delizioso si fosse staccato all’improvviso
e le fosse caduto addosso. In parte perché voleva evitare di spiaccicarsi come
The Kid aveva detto che sarebbe successo in caso di contatto… e in parte perché
sperava segretamente di afferrarne uno e mangiarlo come aveva fatto Kyoko! La
biondina sgranò leggermente gli occhi quando vide una delle ciliegie giganti che
cominciava a muoversi su un ramo… e subito dopo, si staccò e cominciò a muoversi
lateralmente, facendosene un baffo della legge di gravità!
“Ehm…
sono fatti così, i Frutti Deliziosi… non tutti cadono dove potreste aspettarvi…”
spiegò nuovamente The Kid.
Mami
non potè fare altro che sospirare stancamente. “Sigh… ma perché è a Kyoko-chan
che capitano, questi colpi di fortuna?” si chiese. La diretta interessata
sogghignò e alzò le spalle, come per dire che non poteva farci niente… “Vabbè…
The Kid, scusa, da qui quanto manca alla tua fortezza?”
“Dovremmo
essere vicini… ma comunque, tenete sempre d’occhio quei Frutti Deliziosi, non si
sa mai.” Avvertì il ragazzino. Ben presto, le fronde degli alberi si divisero, e
le ragazze videro una enorme fortezza, simile ai castelli europei dell’Alto
Medioevo, che si stagliava maestosamente sopra un costone di roccia, toccando il
cielo con le sue torri fortificate. Il marmo bianco di cui erano fatte le mura
sembrava quasi risplendere di luce propria alla luce del sole, e si vedevano
numerosi esseri alati di vario tipo che pattugliavano i cieli sopra la grande
fortezza… e mentre le Puellae Magi osservavano con meraviglia (tranne la stoica
Homura, che non sembrava troppo impressionata) quella gigantesca costruzione,
The Kid abbozzò un sorriso e indicò la sua fortezza con un elegante gesto della
mano. “Oh, eccola qui! Questa è la mia… ehm… modesta dimora! Spero che non vi
dispiaccia, ho dato fondo alla mia immaginazione per costruirla… o meglio,
modificarla rispetto a come era prima!”
“Accidenti,
non ho mai visto niente di simile!” esclamò Sayaka. “Nel mio mondo, castelli del
genere si vedono soltanto nei libri delle fiabe!”
“Ma…
a me sembra piuttosto ordinario.” Affermò Kyoko. “Sì, è grande e ha un
bell’aspetto. Però, a parte questo, non mi sembra che abbia tanto di diverso dai
castelli che si vedono nel mio mondo. Dovrei essere
impressionata?”
“Ehm…
già, immagino che a prima vista non sembri esattamente una cosa fuori dal
mondo…” ammise The Kid, sfregandosi la nuca con una mano. “Ma credetemi quando
vi dico che all’interno è completamente diverso! Non vi aspettereste mai di vedere quello che
vi mostrerò tra poco… quindi, forza, ragazze! Seguitemi!”
“Beh…
non vedo molte alternative… vero, ragazze?” chiese Madoka, facendo un piccolo
sorriso alle sue compagne. Mentre Miki e Sayaka sembravano abbastanza impazienti
di vedere la fortezza di The Kid, Homura e Kyoko avevano tutta l’aria di volersi
semplicemente togliere di mezzo quell’incombenza il prima
possibile…
----------
Da
tutt’altra parte, nel mondo in cui le ragazze si erano ritrovate dopo aver
sconfitto la Strega…
La
misteriosa creturina rosa mosse il suo primo passo fuori dal passaggio
dimensionale, guardandosi attentamente intorno e analizzando con freddo distacco
tutto ciò che lo circondava. Il suo volto, perennemente congelato in quello che
sembrava essere un sorrisetto grazioso, non esprimeva neanche un sospetto di
quelle che in realtà erano le sue emozioni… cioè, praticamente nessuna se non la
riconosciuta necessità di sapere qualcosa di più di quella strana dimensione
dove le Puellae Magi erano capitate.
“Questa situazione è imprevista.” Pensò
tra sé Kyuubey, alias Incubator, il misterioso essere che, in cambio di un
desiderio, aveva dato ad Homura, Sayaka, Miki e Kyoko l’incombenza di difendere
il loro mondo dalle Streghe. “Il
collettivo non conosce molto di questa dimensione, per il semplice motivo che
fino ad adesso essa non è mai stata di grande interesse. Essa non produce
Streghe, ed è quindi inutile ai fini dei nostri scopi. Tuttavia, sembra che le
cose dovranno cambiare, a partire da adesso.”
Mentre
usciva dal passaggio dimensionale, assomigliando a tutti gli effetti ad una
delle strane creature che risiedevano in quel mondo, Kyuubey si accorse con la
coda dell’occhi di qualcosa che li si stava avvicinando – tre mostri umanoidi,
ognuno alto poco più di un essere umano, con la testa di un cane mastino e
coperti da una corta pelliccia blu, tutti e tre armati di lance. L’animaletto
rosa, muovendo un po’ le sue lunghe orecchie, si voltò verso la nuova minaccia,
senza smettere di sorridere, mentre i tre uomini-cane gli tenevano le armi
puntate contro.
“Hey!
E tu chi sei, piccoletto?” ringhiò il più grosso dei tre. “Tu non sei di qui… da
dove diamine sei venuto?”
Non
vedendo l’utilità di rispondere a quella domanda, Kyuubey ignorò la minaccia e
fece per andarsene… quando i suoi sensi acutissimi si accorsero di un pericolo,
e la misteriosa creatura saltò di lato appena in tempo per evitare un colpo di
lancia che stava per trafiggerlo. Fece una capriola in aria, e atterrò con
grazia sull’erba alta poco distante, continuando a tenere lo sguardo sui tre
uomini-cane.
“Tsk…
sei agile, piccoletto…” ringhiò il primo dei tre Molblin, raccattando la sua
arma. “Ma hai un’aria troppo sospetta perché noi ti lasciamo andare così.
Avanti, ragazzi, prendete quel cuccioletto!”
“Subito,
capo!” ringhiarono assieme i due Molblin più piccoli – che erano comunque alti
un metro e ottanta circa! Con fare sicuro, tipico dei veterani di mille
battaglie, gli uomini-cane attaccarono Kyuubey con le loro lance, sicuri che lo
avrebbero trafitto in un attimo… ma senza che il misterioso animaletto avesse
anche bisogno di voltarsi, una barriera invisibile bloccò le lance dei suoi
aggressori quando erano ormai a pochi centimetri da lui! Sorpresi, i Molblin
cercarono di ritirare le loro lance e attaccare di nuovo, ma si resero conto con
loro grande disappunto che le micidiali armi restavano dov’erano, come se
fossero state attaccate ad un enorme magnete invisibile.
“Che
cavolo state facendo, imbranati?” ringhiò il Molblin più grande. “Avanti, non
restate là come due babbei! Trasformate quella cosa in uno
spiedino!”
“E’…
è quello che stiamo cercando di fare, capo!” ringhiò uno dei due, tirando con
tutte le sue considerevoli forze per liberare la sua lancia, ma senza
apprezzabili risultati. “Questa cosa… usa qualche strana magia per tenerci
fermi! Ci dia una mano, la prego!”
Il
capo dei Molblin grugnì antipaticamente. “Qui devo sempre fare tutto io…”
borbottò, andando ad aiutare il Molblin più vicino… e scoprendo con sua grande
rabbia che, anche aggiungendo la sua forza, la lancia non si smuoveva di un
millimetro! “Ugh… e che diavolo… la lancia non si stacca! Cosa diavolo sei,
bestiolina del cavolo? Da dove vieni?”
“Hmm… questa sì che è una cosa
inaspettata…” disse tra sé Kyuubey, osservando le creature che ancora si
dibattevano nel tentativo di sfuggire alla sua presa invisibile. “Le creature che abitano in questo mondo
hanno una composizione completamente diversa da quella degli esseri che vivono
sulla Terra, e anche da noi… sono composti da dati altamente malleabili, che
possono essere modificati facilmente se si possiedono i giusti strumenti, o
comunque il giusto modo di accedere ad essi e modificarli. In termini pratici,
questa dimensione altro non è che un enorme computer autoregolante, con il suo
ecosistema e le sue regole. Per quanto diverse da quelle della maggior parte
delle dimensioni, non dovrebbero essere difficili da
comprendere.”
Kyuubey
volse lo sguardo verso i tre Molblin, che rimasero per un attimo paralizzati da
una non meglio definita paura nel momento in cui si trovarono davanti
l’espressione eternamente sorridente dell’animaletto… era un sorriso carino, ma
che non prometteva nulla di buono…
“Malgrado le condizioni inusuali, non vanno
fatte modifiche sostanziali al piano.” Disse Kyuubey, con fredda e
distaccata logica. “Questo mondo possiede
un grande potenziale, si tratta solo di saperlo
sfruttare.”
----------
CONTINUA…