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Autore: xMoonyx    29/02/2012    8 recensioni
[Spoiler 4xO4]
L'uovo si è schiuso solo per lui...
O forse no?
Aithusa non è nato solo per lui.
E' nato per Albion: quindi anche per Arthur.
Per lui e per Arthur.
La sua nuova famiglia.
xxx
«Mamma?» ripeté Merlin sconvolto mentre il piccolo saltava giù dal ceppo per raggiungerlo.
Il moro indietreggiò, cercando gli occhi lampeggianti di Kilgarrah, che sembrava non riuscire a trattenere le risate.
«Cosa significa questo?!»
«Ops. Credevo di averti già parlato dell'imprinting di un drago.»
«Impri-che?» biascicò Merlin, distraendosi, e di conseguenza inciampando su una radice.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino | Coppie: Merlino/Artù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Mum&Dady 4

Dedico il capitolo a elfin emrys, Princess Mithian, alice cullen88, chibisaru81 per le loro fantastiche recensioni :) 

Mum&Dady

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Leon's POV


Gwaine si esibì in una manciata di respiri particolarmente rasposi, alché lo sfortunato Sir Leon meditò seriamente di tagliargli la gola durante il sonno e seppellire il corpo dove non sarebbe potuto essere visto.
Con i nervi a fior di pelle e i timpani che reclamavano pietà il prode guerriero senza macchia e senza paura si spostò alla ricerca di una posizione più comoda -che gli permettesse di ignorare la fonte di disturbo costituita dal bruno- e batté le palpebre perplesso quando ai suoi occhi gli si presentò in una visione piuttosto... assurda.
Merlin dormiva silenziosamente, col capo abbandonato sulla spalla del Re, il quale non sembrava minimamente turbato della cosa.
Inizialmente il cavaliere fu tentato di chiudere gli occhi e riprendere il sonno interrotto, sicuro che certe immagini fossero solo frutto della sua mente.
Quando riaprì gli occhi si rese conto che non poteva certo attribuire la visione alla stanchezza: Merlin rabbrividì nel sonno, affondando sempre di più nella tunica di Arthur che, come se fosse una cosa ovvia e naturale, lo avvolse con un braccio.
Sir Leon batté le palpebre, si pizzicò le guance, si tormentò l'interno della guancia alla ricerca della lucidità, e alla fine accolse piacevolmente la più saggia delle decisioni: rimettersi a dormire e smetterla di sognare ad occhi aperti.

Dady's POV



Arthur aveva sonno.
Ma questo gli era chiaro da un paio d'ore.
Eppure, adesso, non era solo il sonno a farlo rabbrividire: no, anche il freddo faceva la sua parte.
Con gli occhi chiusi e ormai praticamente avvolto dal mondo dei sogni l'asino cercò il calore.
E lo trovò. Fu semplicemente un sollievo.
Sospirò, in preda al conforto.
Era così rilassato...
Tutto andava meravigliosamente bene...

Aithusa's POV


Aithusa aprì un occhietto, poi un altro, e dal suo musetto spuntò una coppia di canini affilati e lucenti.
Agitò la codina, scuotendo la testina candida, e un solo sibilo si levò dalla sua gola.
Poi, ignorando le lamentele del tipo capelloso, sfuggì dalle sue braccia per andare a rifugiarsi tra i suoi genitori.
Quando si fu accucciata al calore di quei due corpi si permise, finalmente, di abbassare le palpebre. Il sonno colpì anche lei.
Nessuno ne era immune, nemmeno i draghi.

Mumy's POV


Merlin rabbrividì, quando qualcosa di umido e gelido gli solleticò una guancia.
Qualcos'altro nel naso.
Merlin fece una smorfia, con un fremito.
Quando quel qualcosa gli calò anche sulla palpebra destra Merlin aprì di scatto gli occhi, cercando di mettere a fuoco ciò che lo circondava: realizzò che delle goccioline di rugiada tamburellavano tutto attorno, di tanto in tanto, scivolando giù dalle morbide foglie verdi.
La seconda sensazione che lo investì fu uno strano, ma più che piacevole, calore: quando mosse le mani per capire se erano ancora attaccate alla sua colonna vertebrale le trovò occupate.
Corrucciò le sopracciglia, perplesso, e quando abbassò lo sguardo rimase inebetito a fissare ciò che vide -e che, chissà come, stringeva tra le braccia-.
«Arthur?» chiamò, confuso, e quello mugugnò qualcosa di gutturale, stringendosi ancora di più a lui.
Merlin arrossì, timoroso perfino di muovere le mani -una immersa nei biondi capelli dell'altro, chissà come e perché- l'altra poggiata sulla sua schiena, e tentò di schiarirsi la gola.
Niente da fare.
Provò a discostarsi dal corpo dell'altro ma quello grugnì, stringendo ancora di più la presa e affondando sempre di più il naso nell'incavo del suo collo.
Merlin sospirò, sconfitto.
«Ho capito, lasciamo stare.»
Qualcuno ridacchiò e Merlin sussultò, cercando la fonte.
I cavalieri erano -bontà divina!- tutti svegli, e lo scrutavano ghignando, ma fingendo al contempo di svolgere le solite mansioni, in quel caso preparare la colazione.
Merlin si districò in un lampo dal corpo di Arthur, in preda all'imbarazzo, e quando lo fece qualcosa sibilò.
Un sibilo che non apparteneva al somaro -Arthur si limitò a corrugare la fronte e stringere il vuoto, alla ricerca del suo cuscino umano.
Una testina bionda irritata fece capolino dalle sue braccia, ringhiando il suo disappunto.
«B-buongiorno ragazzi!» li salutò Merlin, forse con troppa enfasi.
Gwaine si coprì la bocca per nascondere la risata liberatoria che fremeva per uscirne, mentre gli altri distolsero lo sguardo divertiti, fischiettando.
«Non devi spiegarci niente.» lo accolse Elyan, con un sorrisetto che non prometteva niente di buono. «Sospettavamo già da tempo.»
«Non c'è niente da sospettare!» ribatté Merlin rosso come un pomodoro «Che avete capito?»
«Stai tranquillo, non ci scandalizziamo.» gli diede corda Percival, ficcandosi in bocca senza tante cerimonie una coscia di chissà quale delle tante quaglie arrostite.
Gwaine continuò a ridacchiare e quando Merlin tentò di sviare il discorso il bruno non resistette e si spanciò nuovamente dal ridere, aggrappandosi alle proprie ginocchia per riprendere fiato.
Merlin, imbronciato e al colmo dell'imbarazzo, si sentì a disagio quando si sedette tra di loro per fare colazione.
I loro sguardi maliziosi gli davano sui nervi.
Più che mangiare arrossì, e ciò che seguì non servì a calmare le acque.
Dopo appena pochi minuti, infatti, il principino -ora re- si era alzato: uno si sarebbe aspettato un tipetto aitante col volto roseo e riposato, e invece una coppia di macchie nere si mostrò sotto gli occhi del somaro, correlata ad un'espressione  alla stregua di quella dell'esorcista.
Gwaine finse di spaventarsi quando lo vide e allorché il somaro prese posto a sedere, senza una parola, buio, cupo e gonfio di sonno come prima, il prode cavaliere non resistette dal far nota la sua.
«Freddo, eh, Arthur?»
Quello grugnì un assenso, senza distogliere lo sguardo dal fuoco e Merlin arrossì conscio della domanda che sarebbe seguita.
«Già, certo, dopo tutto quel calore confortante il freddo è proprio fastidioso, nevvero?»
«Mh?» Arthur batté le palpebre senza capire, massaggiandosi un sopracciglio.
I cavalieri si scambiarono occhiate complici, ridacchiando, e Merlin affondò sempre di più dietro la sua ciotola, con le orecchie a fuoco.
«Massì, comodo, caldo e morbido il tuo cuscino, vero?»
Il biondo scrollò le spalle, continuando a non seguire quel discorso. Poi si servì da mangiare e affogò i dubbi nel cibo.
Merlin si morse il labbro, mentre Aithusa gli si strofinava contro il fianco, facendo le fusa.
Arthur, fortunatamente, si era dimostrato ancora una volta un asino. E meno male!
Il non capire le cose sembrava una sua prerogativa, ormai, e per una volta -probabilmente l'unica- Merlin fu grato al cielo per questo.

~


Aithusa seguì annoiata con lo sguardo gli spostamenti di quegli strani draghi alti e senza squame, con la pelle tenera e rosea come quella dei passeri appena nati che zio Kil le mostrava, quando volavano fianco a fianco sopra le creste degli alberi di Camelot.
Erano più che strani questi draghi: camminavano su due zampe, si coprivano di pellicce e non avevano una coda, e nemmeno le ali.
Come si può sopravvivere senza coda e ali?
Inoltre ringhiavano continuamente, ma non assumevano l'aspetto minaccioso dei draghi normali.
Era come un ringhio... amichevole, ecco.
Poi ognuno di loro aveva un comportamento diverso: c'era il drago bruno, che dormiva quasi sempre o si lamentava, poi c'era quello capelloso, che si divertiva a scuotere il piumaggio come un pavone vanitoso, quello alto e lucido, che tuttavia era sempre gentile e premuroso con lei, ed infine quello che sembrava avere un cespuglio di ortiche gialle sulla testa, e che non sembrava mai a suo agio.
Aithusa era riuscita a graziarseli al buio di prima: bastava guaire e muovere la coda e immediatamente quei draghi le offrivano da mangiare.
Semplice, no?
E poi c'erano loro, mamma e papà, i draghi più strani e incomprensibili che avesse mai incontrato.
Mamma guardava papà, papà non la notava.
Poi papà guardava mamma, ma mamma non se ne accorgeva.
E andava avanti così per diverso tempo.
Era frustrante.
Zio Kill le aveva spiegato che i suoi genitori erano destinati ad un grande futuro insieme, e che avrebbero fondato un potente regno, chiamato Albion.
Aithusa non aveva idea di cosa significasse regno, ma almeno a giudicare dalle parole dello zio, doveva essere come un grande nido in cui tutti i draghi sono amici e non si combattono a vicenda per la sopravvivenza.
 Era felice di poter vivere coi suoi genitori, anche se non le era possibile vederli tutti i giorni.
Per fortuna zio Kill si occupava di lei.
Aithusa voleva anche molto bene ai suoi genitori: certo, papà era molto diffidente, specialmente all'inizio, ma Aithusa sapeva come prenderlo, e in ogni caso papà tendeva a fare tutto ciò che mamma voleva - ovviamente senza accorgersene-.
Era bella quella vita... e sarebbe rimasta così.
Aithusa sospirò, socchiudendo gli occhi. Una dormitina prima di partire e dire addio ai suoi genitori era la prospettiva più allettante, al momento.
Era così bello avere una mamma e un papà che si amavano!


~


Merlin attese che i cavalieri si fossero allontanati abbastanza, in sella ai propri cavalli, per richiamare indietro il biondo somaro e subito dopo poggiare un dito sulle proprie labbra.
«Cosa?» sussurrò Arthur, senza capire, e Merlin allungò il collo osservando le schiene dei cavalieri allontanarsi oltre la sua spalla.
Quando il pericolo fu sventato artigliò il polso dell'asino e lo condusse tra gli alberi, con un laconico: «Seguimi.»
«Sono il tuo re, Merlin!» protestò però il babbeo reale. «Si può sapere che accidenti...»
«Dopo che avremo varcato l'ultima fila di alberi non potremo più vedere Aithusa per un lungo tempo.» illustrò il mago, senza rallentare il passo e nemmeno voltarsi. «Così, devo farvi vedere una cosa, prima che andiate. Un qualcosa che, dovrete promettermi, rimarrà un segreto.»
«Di che stai parlando?» lo redarguì a quel punto Arthur, divincolandosi dalla stretta. «E cosa ha a che fare con me?»
Merlin sospirò, interrompendo il suo incedere per voltarsi a guardarlo. «Riguarda entrambi... e anche Aithusa.»
Allorché l'asino sembrò sul punto di replicare, saggiamente il maghetto pensò di fargli segno di tacere. Poi avanzarono a passo felpato tra gli sterpi spinosi e i cespugli folti e larghi.
Arthur imprecò quando quei rametti arcuati e tentatori gli si infilarono nella cotta di maglia e Merlin lo zittì nuovamente, con un dito sulle labbra.
«Voglio mostrarvi, sire, colui che ha badato ad Aithusa quando io non ho potuto.»
Arthur sgranò gli occhi, improvvisamente attento e incurante dei graffi provocati dagli sterpi. «Colui? Vuoi dire che un'altra persona è a conoscenza dell'esistenza di un drago?»
Merlin avanzò ancora, silenziosamente. «Sì e no.»
«Com'è possibile? Hai appena detto che ha badato a...»
«Ciò che intendo.» lo interruppe Merlin, col cuore a mille.
Cavolo, lo stava facendo davvero?! «E' che c'è qualcun altro che, effettivamente, è a conoscenza dell'esistenza dei draghi, ma...»
«Ma?» lo incitò il re.
«Ma non è, ehm, ecco... esattamente una persona.»
Arthur corrugò la fronte, senza capire, e Merlin sospirò lasciandogli andare il polso.
«Dovete promettermi, Arthur, che nessuno verrà a sapere di quello che so fare.»
«Tu sai fare qualcosa?»
«Sto parlando seriamente!»
Il biondo fece una smorfia. «Sono io il Re: non prometto niente, se prima non mi spieghi che accidenti sta succedendo.»
«Per una buona volta, volete fidarvi di me?»
Arthur lo studiò intensamente, da capo a piedi, come soppesando le sue parole e la situazione.
Merlin deglutì, sentendosi sotto pressione, ma ricacciò indietro ogni possibile replica, aspettando pazientemente che l'altro comunicasse coi propri neuroni, fidandosi di lui.
Quando ciò accadde il somaro annuì, riluttante, e Merlin si ritrovò a sorridere da orecchio a orecchio.
«Non così entusiasta, però!» lo biasimò il re all'istante, cogliendo la luce esaltata dei suoi occhi. «Non sono ancora sicuro al cento per cento di potermi fidare. Quindi, chi è questo... essere?... che devi farmi vedere?»
Merlin sorrise, se possibile, ancora di più.
L'aveva già chiamato prima, il vecchio Kill, lontano da orecchie indiscrete. Adesso doveva soltanto mostrarlo all'asino.
«Kilgarrah?» chiamò.
Non accadde niente, e Arthur roteò gli occhi al cielo.
«Eih, Kilgarrah! Sono io, Merlin! Devo farti incontrare una persona!»
Dal momento che nemmeno dopo questo annuncio qualcuno apparve tra le frasche, Arthur ghignò senza allegria.
«Molto sveglio il tuo amico, eh?»
Parlò troppo presto, e se ne pentì subito dopo quando qualcosa si sollevò dal fondo del bosco e quella che fino ad un momento prima aveva scambiato per una collinetta si rivelò essere...
Un drago?!
Oh merda! fu la reazione dell'asino reale.



~To be continued~ 


Uncle's POV




_____________________________________________________________________________
Angolo Autrice.

Sì, va bene, linciatemi pure, sta volta ho esagerato... da quand'è che non aggiorno? Due mesi. Perdonooo, chiedo umilmente venia, non speditemi alla gogna da Uther, vi prego!! T___T 

Se volete dare la colpa a qualcosa datela a Supernatural, che mi ha catturata per più di un mese (per vedere ben sette stagioni) e adesso, per colpa di questo telefilm, non riesco a leggere o scrivere qualcosa che non lo riguardi D: Ma mantengo le promesse, e questa fic avrà una fine (il prossimo capitolo, l'ultimo, che è work in progress ma che, salvo imprevisti, vedrà la luce la prossima settimana su questo sito ;) Naturalmente non abbandonerò nemmeno Changing (l'unica long ancora in corso), che continuerò a pubblicare regolarmente. Non è neanche detto che abbandoni questo fandom, anche perché ho incontrato delle persone fantastiche e sono un po' restia a dar loro le spalle ** E poi, avevo ancora due bozze di due storie su Merlin (una scritta a metà, l'altra ancora totalmente nella mia mente) e una fic su Gwaine che aveva partecipato ad un concorso ma che, per un mio errore, non ha potuto gareggiare poichè non era una drabble. Dunque immagino che quest'ultima sarà presto nei vostri schermi, se vi andrà di leggere, è un tentativo di angst per questo personaggio che nel corso della quarta stagione, almeno a mio dire, è stato messo un po' da parte :) 

Note: Il capitolo è corto e non succede un granché, ne sono consapevole, ma è per preparare il tutto al prossimo che è, lo ricordo, l'ultimo. Naturalmente ho pensato di mischiare un'idea che avevo avuto inizialmente per l'altra mia long (Changing) ma che per motivi di cui non posso parlare, ho pensato potesse risultare fuori trama in quella. E così la vedrete nel prossimo capitolo, intessuta ovviamente dell'ironia che caratterizza il mio stile in questa fic xD Mi auguro di non ricevere pomodori, dunque *w* In ogni caso, ho deciso di seguire gli eventi di Aithusa fin quando compare nel telefilm (il prossimo cap sarà un mezzo spoiler per chi non ha visto l'ultima puntata... ma se siete arrivate fino a qui immagino che abbiate già provveduto a tale mancanza xD) analizzando i pensieri della dragonessa.... Questo è quanto, non so che altro dire, pardòn! ^O^ 

Oh, eccomi ancora qui :3 Volevo ringraziare quelle dolcissime persone che hanno messo la fic tra le seguite/preferite/ricordate, avete uno spazio nel mio cuoricino e mi fate venir voglia di continuare a scrivere. Grazie <3
Un ringraziamento particolare, ovviamente, va a chi ha recensito. Sono sempre contentissima di leggere i vostri pareri, quindi non temete nemmeno voi, lettori silenziosi, perché a noi autori fa piacere :D  

Ma mi sto dilungando come sempre (aih aih sono logorroica ç_ç) ergo vi lascio qui. 

Per adesso, arrivederci al prossimo capitolo! =(°-°)=

Perciò non perdetevi il prossimo capitolo, in cui sarà uno strano dialogo con un personaggio molto particolare. E povero Arthur! ;)






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Farai felice milioni di scrittori.

(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)







   
 
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