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Autore: Glory Of Selene    29/02/2012    2 recensioni
"È qualcosa di talmente toccante – suonato qui, ora, da un uomo ormai sfinito dal dolore – che mai si vorrebbe che finisse; ma le note si interrompono di colpo, sgradevolmente. Il suonatore si è accasciato sul proprio strumento, come si affloscerebbe un bimbo perduto e spaventato sul petto della madre, incapace di trattenere le lacrime."
E' Tuomas Holopainen l'uomo che si ritrova a piangere disperatamente al'interno di una buia soffitta. Viene però irrimediabilmente disturbato nella sua intimità da un uomo, venuto lì dal nulla. Senza volerlo, il musicista si ritroverà a raccontargli le vicende della sua vita che l'hanno portato a quella soffitta polverosa. Tutte legate alla figura di una donna, che ha ispirato tante delle sue canzoni...
Allora, avevo intenzione di descrivere i momenti struggenti di un intenso amore di Tuomas, ma nello scrivere non so perchè mi è venuta una storia così malinconica! Sono soddisfatta della trama, ma credo che tutta questa malinconia di fondo vi faccia scappare via xD Mi raccomando di recensire :P
Genere: Malinconico, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Tuomas Holopainen
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Passarono giorni.
Passarono giorni, settimane, mesi, anni; ormai tenere il conto non aveva più alcuna importanza.
Ci furono album, ci furono tour e canzoni, ci furono serate in birreria insieme agli amici, e risate, e divertimento.
Ci furono cambiamenti, litigi e chiarimenti, e la promessa di lei venne mantenuta, non tornò mai più, per quanto lo cercasse nelle notti quel lampo rosso non tornò a brillare sotto la sua finestra.
Il tempo però, come le impetuose onde del mare contro un’imponente scoglio, aveva levigato i suoi ricordi e il suo amore, li aveva smussati, trasfigurati.
E l’inguaribile nostalgia di lei era rimasta confinata in un angolo del suo cuore, un’ombra appena distinguibile nella nebbia della sua vita concreta ed impegnata, tranquilla, felice.
Ma la diga diligentemente costruita dagli anni e dalle distrazioni fu destinata a rompersi quando, un pomeriggio uggioso, tornò nella soffitta di casa sua – nella quale v’era anche il pianoforte, ormai abbandonato sotto un bianco telo, erano passati tanti anni, troppi anni –, attratto da chissà quale richiamo.
E fu il destino – a volte di una crudeltà estrema, va detto – a fargli ritrovare i vecchi appunti di ‘Ever Dream’, le note, gli scarabocchi di quella fredda notte su una panchina.
E tre capelli rossi, attorcigliati su sé stessi in un’armonia di rame, lucenti come se lei glieli avesse donati solo la notte prima, come se la notte prima fosse giaciuta nel suo letto.
E allora crollò.
Non poté più negare la realtà, la nostalgia, il peso di tutti quegli anni senza di lei gli si riversò addosso in un attimo solo e lui, incapace di sostenerlo, crollò in ginocchio. E cominciò a piangere.
Voleva solo piangere, e pianse per ore, o per interi giorni, senza che nessuno venisse a disturbarlo.

…Finchè non fu interrotto da un uomo mai visto e mai conosciuto, silenzioso e invadente al tempo stesso.

Bellissima, bellissima è l’ultima canzone che il suonatore ha in serbo per il suo solo spettatore, è bellissima la sua malinconia, e la sua promessa, per sempre tuo.
Ma, si sa, la bellezza è effimera, e quanto può essere effimera la cosa più bella di tutte! È quindi facile che finisca, in un lampo, come in un lampo è cominciata. E un racconto che è sembrato durare una vita in realtà ha impiegato pochi minuti a consumarsi, il tempo di posare le dita sul pianoforte e lasciare ad esso la parola.
E ora che il disturbatore ha avuto quello che voleva – una storia da ascoltare – è Tuomas a guardarlo, è lui adesso a volere delle risposte.
«Ecco, questa è la storia di come io sono finito in questa soffitta. E tu, come mai sei qui?»
L’uomo ridacchia, gli lancia uno sguardo di traverso, come se conoscesse perfettamente qualcosa che a Tuomas è sempre sfuggito.
«Temo che il mio racconto non sarà coinvolgente come il tuo… vedi, io sono venuto per sentirti suonare.»
E per il musicista non vi è tempo nemmeno per lo stupore, tanto le sue parole sono strane e incomprensibili. Ma perché s’è ostinato a chiedere, se poi non riesce  a comprenderne le risposte?
«Per sentirmi suonare?»
«Beh, sì. E per chiederti di voltarti.»
Cos’altro gli rimane da fare, se non assecondarlo, rinunciando del tutto a capire?
Ma una volta girata la testa, lo stupore è talmente grande da farlo balzare di scatto dallo sgabello, con gli occhi sbarrati.
Forse il dolore per la sua lontananza l’ha davvero fatto diventare pazzo, e quel dialogo è stato tutta un’illusione; perché non può essere reale quello che ora sta vedendo.
È inutile anche tornare con lo sguardo a quell’uomo, ogni tentativo di chiedergli spiegazioni è vano, perché ormai anche lui è scomparso, al suo postò v’è solo il vuoto, e allora Tuomas è sicuro di aver assistito e di star ancora assistendo ad uno scherzo inscenato dalla sua fragile mente.
E può solo calmarsi, farsi coraggio, ed affrontare le illusioni che la follia ha in serbo per lui.
Vorrebbe solamente che avessero un aspetto diverso.

Davanti a lui si trova Aurora, bellissima, ancor più bella, ora lo è talmente tanto da emanare una calda luce soffusa.
«Non puoi essere tornata, non puoi essere qui. Dannazione, sei comparsa dal nulla! È impossibile che tu sia vera.»
Non vuole lasciarle tempo di dire nulla, forse in questo modo riuscirà a combattere la propria pazzia, mettendola di fronte al rigido muro della ragione.
Ma la follia avanza verso di lui, gli si avvicina, e lui non indietreggia, la vuole fronteggiare a testa alta.
«Tuomas, mi sei mancato»
È un abbraccio quello che ora lo sta scaldando così tanto?
È il suo abbraccio, è l’abbraccio dell’unica donna che abbia mai davvero desiderato, e amato, è un abbraccio che non può essere spiegato con le semplici parole. E insieme a quelle braccia delicate si trova avvolto anche dalla sua luce, ora non può più negare la realtà né dell’una né dell’altra.
I loro corpi sono costretti a staccarsi, infranto il muro della ragione ora lui la osserva per la prima volta, per la prima volta la vede risplendere in tutta la sua dolcezza e la sua bellezza.
Vorrebbe dire qualcosa, pensare qualcosa, ma ora la sua mente è solo caos; e tutto ciò che ha lo spazio per emergere è qualcosa di stupido.
Non vede più lampi, i tuoni sono spariti, dov’è finito il temporale?
Si gira, guarda fuori dalla finestra, dal vetro sporco si riesce a intravedere un timido biancore che si fa strada nella notte.
Sono candidi fiocchi di neve quelli che ora cadono lievi sui rami degli alberi, la furia della pioggia si è trasformata nella delicatezza della neve.

Se i temporali sono le lacrime degli angeli, allora la neve dev’essere la loro felicità, gli ha detto qualcuno, una volta.

Si gira di scatto verso di lei, la osserva, sconvolto.
«Tu…»
«Io ho sempre pianto con te»
Ed ora, ora gli manca il fiato, e quella ragione incatenata dall’amore si sta dimenando, cerca selvaggiamente di ribellarsi.
«No, non può essere… noi abbiamo…»
Anche lui, con i suoi balbettii sconvolti, sta tentando di opporsi all’assurdità di quell’idea.
«Sì, è vero, l’ho fatto. È naturale, io ti ho donato il mio amore.»
E allora, che non ha più argomenti con cui contrastarla, la realtà va a sbattergli contro con violenza, facendolo vacillare.
Ma una volta accusato il colpo, d’improvviso tutto si fa più chiaro.
E come dopo il temporale è arrivata la morbidezza della neve, ora anche dentro di sé è nata una nuova consapevolezza, chiara e limpida.
E il caos di emozioni e pensieri è stato spazzato via come da un soffio di vento; ora c’è solo l’amore e un nuovo, giovane germoglio di felicità.
«Per questo…per questo non abbiamo potuto stare insieme»
«Avrei voluto che vivessi la tua vita come ogni uomo normale, ma è stato più forte di me, scusami. Ti ho amato da quando ti ho visto nascere. Dovevo conoscerti… tu hai una sensibilità speciale.»
Gli sorride, si sorridono, si guardano, sanno che adesso nessuno più può dar loro una scadenza da rispettare.
«Nessun altro avrebbe saputo comporre delle canzoni così belle.»
Lui le prende una mano, ne osserva la perfezione e la bellezza, poi di nuovo alza lo sguardo su di lei, in volto ha il mezzo sorriso di un uomo che ha già capito tutto.
«Ma adesso è diverso vero? Adesso possiamo stare insieme, per sempre, perché devo venire con te, è così?»
Un velo di preoccupazione negli occhi castani di lei, la rende ancora più bella, e nonostante la sua sensualità e la sua saggezza è lei la fragile, lei la delicata, la sua dolcezza e la sua innocenza di bambina la rendono tale.
«Non devi avere paura»
«Non ho paura, sono felice.»
Ed ora è lui a sorriderle, e a guardarla con tenerezza. Si allontana da lei, lentamente si siede al piano, e sempre con il sorriso sulle labbra lancia un ultimo sguardo ai soffici fiocchi di neve che ondeggiano lievi sospinti dal vento.
Se ripensa al loro primo incontro, a come gli era sembrata affascinante, o a tutti i momenti di rabbia spesi a pensare a lei come ad un’incantatrice… quanto si era sbagliato, quanto era stato stupido.
E la prima nota dell’ultimissima canzone risuona nell’aria.
E senza dire nulla, lui sta suonando, sta componendo, è una nuova melodia, e lei gli si avvicina curiosa, come tanto tempo prima.

«Un’incantatrice venne da me e mi disse: “Incontriamoci al lago stanotte”. Ho canticchiato al biancore questa canzone, attraverso il velo di neve ho visto il Paradiso… Pace, niente più bugie…»

(Enchantress came to me and said: “Meet me at the lake tonight”. I hummed this song to the white, through the shroud of snow I saw Paradise… Peace, no more lies…)

«Riposati per questa notte, anima addolorata… L’amore è qui, proprio qui, sotto le mie ali»

(Crestfallen soul, rest for this night… Love is here, right here, under my wings)

È lei ad aver cantato, è un duetto, il migliore che si sia mai sentito, e lui già si sente in paradiso mentre suona, e canta, e la sente cantare al suo fianco.

«Sogno di lupi, e corro con loro: per me lei ha allungato la notte. …Sono a casa… Sono in pace…»

(I dream of wolves, with them I run: for me she lengthened the night. …I am home… I am in peace…)

«Riposati per questa notte, anima addolorata… L’amore è qui, proprio qui, sotto le mie ali»

(Crestfallen soul, rest for this night… Love is here, right here, under my wings)

Le dita di lui continuano a suonare, ora più lentamente, più dolci… e lei lo abbraccia, mentre lui finisce di suonare; e se osservasse l’angolo più buio della soffitta, forse scorgerebbe l’uomo che, ridacchiando, sta trascrivendo su spartito ogni nota e parola di quel capolavoro, l’ultimo, del suo compositore.
Ma al compositore non importa di ciò che lascia nella soffitta, o nella sua casa, o in qualunque altro posto. A lui importa solo di lei, e del bacio che ora le sta dando.

E mentre fuori la città si riveste di bianchi merletti, lui la prende per mano, si affida a lei, si lascia guidare fuori dal buio della soffitta e della sua vecchia vita, consapevole solo del futuro che lo attende.














Ciò che dice l'Autore

Prima di tutto ho un paio di cose che devo dire: la canzone citata era "White Night Fantasy" (composta da Tuomas Holopainen ed eseguita dai Nightwish,) e non mi appartiene, così come non mi appartengono le altre canzoni citate, cioè "Ever Dream", "Sleepwalker", "Come Cover Me" (composta da Tuomas Holopainen ed Emppu Vuorinen), "She is my Sin" e "Forever Yours", e non mi appartengono neppure Tuomas, Emppu, Marco, Jukka e Tarja. Inoltre le figure degli angeli e del paradiso non sono inserite in associazione a quelle proposte dal cristianesimo o da altre religioni eccetera eccetera ecco ho finito quanto odio i disclaimer.
Dicevamo.
Un enorme grazie e un enorme bacio a chi ha avuto la pazienza e la voglia di sorbirsi tutti i capitoli per arrivare fin qui e a chi mi ha fatta tanto tanto felice e contenta con le recensioni ^^
Ho paura che il finale lasci insoddisfatti essendo me una fanatica del melodramma come si sarà forse capito ^^ Non ho chiarito apposta l'identità dell'uomo misterioso, vi lascio il beneficio del dubbio ;D
 Devo dire che in questa fanfiction ho sfogato tutta la mia sete di romanticismo sfrenato, a discapito forse dei poveri lettori... Beh, che dire, spero comunque che sia piaciuto questo capitolo e tutta la ff ai lettori, un bacione grande a tutti quanti! Ci si vede alla prossima fic, che sarà meno pesante prometto! xDD



 


















  
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