L'alba
del sole romantico
{Quando è troppo è troppo}
Quando
non può andare peggio di così, lo farà
Legge di Murphy
Quel
giorno Alfea non avrebbe potuto essere di umore peggiore. Non
solo perché avrebbe dovuto essere a studiare Pozioni invece
che
stare lì, nel parco, a patire tutto il freddo del mondo, no.
Oltre
a quello nevicava anche.
E lei odiava la neve; Alfea era come i
fiori, dalla bellezza straordinaria. Aveva
il colore degli occhi dei nontiscordardime, i capelli di quello che
chiamava oro rosso e le labbra scarlatte come le rose a maggio.
Come
ogni pianta, odiava tutto ciò che era l'inverno, preferendo
il dolce
tepore estivo e la brezza profumata della primavera.
E
quel giorno, costretta a forza a lasciare il dormitorio, si vedeva
obbligata a sopportare tutto ciò che più odiava.
Neve,
pioggia, gelo e ghiaccio.
Una
giornata da dimenticare che non avrebbe potuto andare peggio.
“Buongiorno"
Quando
sentì quella voce, la sua voce, Alfea
dovette apportare una
necessaria correzione alla sua precedente considerazione. A
quanto pareva, poteva andare peggio. Ecco
perché quando si voltò trovò a
fissarla gli occhi smeraldini e
malandrini di Albus Severus Potter, il suo incubo.
“Non
c'è niente di buono in questo giorno, specialmente da quando
mi sei
comparso davanti” confessò lei.
“Dolce
come al solito” la schernì con un sorriso sghembo.
“Poche
chiacchiere e dimmi che diavolo vuoi” ringhiò
Alfea.
“Calma
Cornwell. Fino a prova contraria questo è suolo pubblico,
perciò...”
“E
pensi che questa sia una buona ragione per tormentarmi?”
“Non
sei contenta di vedermi?” si finse offeso, assumendo un
broncio che
Alfea avrebbe giudicato adorabile se il soggetto in questione non
fosse stato Albus Severus Potter.
“Sai,
a volte penso che tu sia proprio la persona più acuta di
tutta
Hogwarts”
“Mi
spezzi il cuore”
“Evapora,
Potter” sibilò Alfea, molto vicina al limite della
sopportazione.
“Ti
piacerebbe, vero?” le rispose lui, l'eco di una risata in
quella
sua voce maledettamente seducente.
Tutto
di lui era attraente, dovette ammettere Alfea mentre lo scrutava con
astio da sotto le ciglia, dai capelli castani agli occhi verdi.
“Non
hai idea di quanto” sospirò lei.
Ricevette
in cambio un sorriso e il silenzio: che non avesse intenzione di
liberarla della sua scomoda presenza era palese.
“Non
mi hai ancora detto cosa vuoi. Spero che il motivo per cui mi assilli
con la tua fastidiosa presenza sia molto
buono”
“In
effetti, mi chiedevo perché mentre tutti si divertono a
giocare con
la neve tu te ne stai qui, tutta sola, a guardare...”
osservò il
punto in cui fino a poco tempo prima era posato lo sguardo di Alfea
“il nulla, tecnicamente”
“Vai
al diavolo” scandì lei guardandolo in cagnesco.
“Francamente
mi aspettavo qualcosa di più fantasioso da parte
tua” ridacchiò
lui con una tale leggerezza da far capire ad Alfea che non la
prendeva minimamente sul serio.
“Be',
mi dispiace aver deluso le tue aspettative” sibilò
tra i denti.
“Non
hai risposto alla domanda di prima”
“Io
odio la neve; sono qui solo perché mi hanno
costretta”
“Certo.
Immagino che tu non veda l'ora di tornare in biblioteca così
magari
potrai portarti avanti con lo studio, giusto per essere
sicura”
Tacque
ad un'occhiata di fuoco di Alfea. I suoi occhi potevano anche essere
di un colore freddo come il ghiaccio, ma a volte potevano diventare
più ardenti della lava.
“Io
ti odio Potter ”
“Stai
mentendo”
“Cosa?”
Alfea si voltò verso di lui, pensando che stesse scherzando.
Non
poteva mettere in dubbio il suo odio, era contro ogni logica. Era
una delle sue certezze, insieme al fatto che sarebbe diventata un
Auror e che avrebbe avuto dei figli splendidi, un giorno.
“Ho
detto che stai mentendo. Tu nascondi dietro all'odio il fatto che sei
irresistibilmente attratta da me”
Alfea
sbatté le palpebre, confusa, guardandolo come gli fosse
comparso un
terzo occhio sulla fronte. Poi
scoppiò a ridere così di gusto da doversi
asciugare gli occhi dopo.
“Ti
sbagli” esalò alla fine tenendosi la pancia. Albus
intanto era
rimasto perfettamente immobile, con quel sorriso stampato sul bel
volto, imperturbabile.
“Dubiti
delle mie doti di
seduttore?” le
chiese.
“Tu
non hai doti di seduttore” lo sbeffeggiò lei con
una smorfia, ora
terribilmente a disagio. Chissà perché il suo
sesto senso le urlava
che quello era proprio il momento perfetto per darsela a gambe.
“Scommettiamo?”
“Sei
molesto Potter”
“Paura
di perdere Cornwell?”
La
provocazione solleticò il suo orgoglio e la spinse ad alzare
lo
sguardo e la testa in un gesto di sfida sprezzante.
“Cosa
vorresti scommettere?”
“Una
settimana” le disse lui, alzando il dito indice a indicare il
tempo
“Dovrai fingere di essere la mia fidanzata per una settimana.
Se
qualcuno dubiterà, anche uno solo, avrai vinto. Facile,
no?”
Alfea
si mordicchiò il labbro, cosa che faceva sempre quando era
nervosa.
Accettare o no? Rifiutarsi sarebbe stato come ammettere pubblicamente
di aver paura e non era quello che voleva.
Dopotutto,
cos'era una settimana? Solo 7 giorni, 10 080 minuti e 604 800 secondi
in cui avrebbe dovuto rimanere a stretto contatto con il giovane
Potter.
Se
proprio doveva farlo, pensò, almeno si sarebbe assicurata
una
vincita notevole.
“Cosa ci guadagno se vinco?”
“Farò
ciò che vuoi. E viceversa dovrai fare tu se vinco io. Ci
stai?” le
chiese, palesemente eccitato.
“Accetto”
gli tese la mano e lui la strinse. E mentre le loro mani erano
intrecciate, Alfea si maledisse pensando che quella fosse proprio una
pessima, pessima idea.
“Ha
accettato?” Scorpius Hyperion Malfoy si degnò
appena di alzare lo
sguardo dalla rivista di Quidditch, ampiamente stravaccato su una
panca in Sala Grande.
“Sì,
ma secondo me è una pessima idea”
ribadì Albus. Era la sesta
volta, o giù di lì, che lo ripeteva e ogni volta
sembrava sempre
peggiore.
“Secondo
me invece è geniale. D'altronde è una mia idea.
Vedrai, la Finnigan
non potrà che mangiarsi le mani di gelosia, salvo poi
esultare
quando la inviterai al ballo. Essere preferite ad Alfea Cornwell non
è cosa da tutti i giorni”
“Non
è un po'... crudele?”
“Alfea
ti odia. Per lei è una scommessa senza significato, non si
sentirà
ferita quando e se scoprirà di essere stata usata”
Albus
alzò le spalle, scuotendo un po' il capo, pensando che,
chissà
perché, lui non ne era troppo convinto.
Oramai
tuttavia era in ballo e tanto valeva impegnarsi.
Chissà
perché aveva la sensazione che una sfida con Alfea Cornwell
fosse
tutto fuorché facile da vincere.
**
Nostro compito era scegliere elementi
dalla a. alle e., caratteristiche da usare per "creare" la nostra Mary
Sue. Vorrei poi ringraziare TittiGranger per avermi permesso di usare
la sua idea della scommessa iniziale in questa storia.
Idea che ho attinto dalla sua storia "Dangerous Beat".
Elemento categoria: a)
ibrido tra due specie (mezza Veela); b)data in adozione alla nascita;
c)straordinaria bellezza; d)è la prima della classe,
intelligentissima e studiosissima; e)ha una relazione con Albus
Severus Potter
Elemento bonus: nome
della Mary Sue
Ora, che ne dite di lasciarmi un commentino? Ino, ino, eh!