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Autore: buffy_91    01/03/2012    7 recensioni
"“Sei bellissima” disse sporgendosi in avanti e piazzandole un bacio sulla tempia.
In tutta risposta il braccio magro di lei gli cinse il fianco. "
[b]Spoiler generici 4 stagione [/b]
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kate Beckett, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione, Nel futuro
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5 mesi e 8 giorni prima



Kate guardò l'orologio. Mancavano 10 minuti alla fine del suo ultimo turno. Ultimo giorno al dodicesimo. Alzò gli occhi e incontrò gli sguardi di Esposito e Ryan.

Lui non c'era. Lo aveva aspettato tutto il giorno. Nessun cadavere come scusa per chiamarlo. Aveva passato l'ultimo giorno a riempire scartoffie. E Castle era un mago nell'evitarle.

Kate però si era convinta che sarebbe passato, almeno per un caffè. Almeno per salutarla.

Per tutta la giornata non aveva fatto altro che guardare l'orologio ed alzare gli occhi ogni volta che sentiva le porte dell'ascensore aprirsi o dei passi familiari dietro le sue spalle.

Si stiracchiò sulla sedia e cominciò a raccogliere le poche cose che erano rimaste sulla scrivania. I suoi effetti personali erano già imballati e pronti per raggiungerla a Chicago. Elefantini compresi.

Dopo un ultimo sguardo frustrato verso l'ascensore si alzò. Esposito colse subito il movimento e le si avvicinò.

Già te ne vai, Beckett?”

Finisco ora il turno, Espo. Vedrai che non ti accorgerai nemmeno della mia assenza, ti lascio in buone mani” scherzò la detective indicando con un cenno del capo Ryan impegnato a riparare una cucitrice con un'espressione alquanto inquietante sul viso.

Esposito lo fissò per un attimo,inorridito. “Non lo aspetti?” chiese poi.

Chi, Ryan?”

Il tuo scrittore.”

Punto primo, non è mio. Punto secondo non credo si farà vedere. Sicuramente avrà di meglio da fare.”

Meglio di dare l'ultimo saluto alla su-” lo sguardo killer di Beckett impedì al collega di finire la frase.

Amico, alza le chiappe e vieni a salutare Beckett. Sta per uscire dalla prigione dorata!” gracchiò Esposito in direzione di Ryan, che stava ancora lottando con la cucitrice. Aveva segni rossi di punture su quasi tutti i polpastrelli.

Kate abbracciò entrambi e salutò qualche altro collega.

Si diresse verso casa. La aspettavano le ultime valigie da chiudere e una serata con Lanie.



Castle uscì dall'ascensore con una bottiglia in una mano ed il cellulare nell'altra. Tra i denti teneva un sacchetto bianco.

Lasciò tutto sulla scrivania di Esposito e si guardò attorno in cerca di lei.

Se n'è andata 15 minuti fa, fratello” Esposito comparve alle sue spalle.

Come sarebbe a dire se n'è andata? Eravamo d'accordo che l'avresti trattenuta qui fino al mio arrivo!”

Ci ho provato, amico. Sembrava piuttosto nervosa.”

Castle lanciò un'occhiata all'orologio. Erano le 18.20. Riprese bottiglia e sacchetto e si precipitò fuori dal distretto.




Stava lottando con la cerniera di una valigia quando sentì il campanello suonare.

Andò ad aprire con calma, convinta che fosse Lanie.

Si stupì quando invece della donna vide alla sua porta Castle, una bottiglia ed un sacchetto.

Non potè trattenere un sorriso. Ultimamente le riusciva davvero difficile non sorridere ogni volta che lui le parlava. O la guardava. O era nella stessa stanza.

Castle, che ci fai qui?”

Domanda sciocca Beckett. Non ti avrei lasciata partire senza un saluto” disse con un sorriso, porgendole la bottiglia.

In realtà volevo offrirti da bere al distretto, ma quando sono arrivato te n'eri già andata.”

Kate trattenne un sospiro. Era passato.

Prese la bottiglia e si spostò in cucina per prendere un apribottiglia.

Quando si voltò, vide Castle accomodato sul divano con una sua scarpa in mano.

Tacco assassino” disse, rigirandosi la scarpa di vernice nera tra le mani. “Oh, era qui, di fianco al divano. Non l'ho -presa- da-” si giustificò, rispondendo allo sguardo inquisitore della detective.

Sai, Castle, non ti facevo tipo da tacco a spillo” incalzò Kate, provocandolo.

Uh, so essere molto discreto.”le rispose, offrendole un ghigno. “Quindi lasci New York domani mattina?”

Sì, stavo finendo di chiudere le ultime valigie.”

Parte delle sue cose era già a Chicago.

Quindi sto disturbando?” chiese lui, dando segno di volersi alzare.

In tutta risposta Kate lo raggiunse sul divano, porgendogli un bicchiere di vino.

No, mi fa piacere se resti” disse, quasi senza pensarci “Cosa c'è nel sacchetto?”

Cupcake!” ghignò Castle, eccitato. Le porse un cupcake al cioccolato.

Kate ne prese un morso, chiuse gli occhi,assaporandone il gusto. Quando li riaprì lo scoprì a fissarla, con una luce strana negli occhi. Si sentì arrossire,ma non distolse lo sguardo.

Sai, credo che mi mancherai, Kate.”

Il suono del suo nome la fece irrigidire e quasi non si accorse che Castle si era fatto più vicino. La mano di lui si posò sulla sua guancia.

Calore.

Senza avere controllo del suo corpo si sporse leggermente in avanti. Ancora troppo lontana da lui.

Distolse lo sguardo, per posarlo sulle labbra di Castle. Invitanti.

Anche lui si sporse leggermente in avanti. Ora poteva sentire il suo respiro solleticarle il viso. Sentiva il bisogno di baciarlo quanto sentiva la necessità dell'aria per respirare. Chiuse gli occhi, in attesa della sua mossa. La mano che le accarezzava la guancia si spostò sul collo.

Il campanello suonò. Di nuovo. Lanie.

Kate spalancò gli occhi, si allontanò da Castle in fretta, quasi fosse pentita di ciò che stava per succedere.

Che diavolo le era preso?

Vide il disappunto negli occhi dello scrittore.

Si alzò per andare ad aprire e sentì anche Castle alzarsi.

Il medico legale entrò, sorpresa di vedere Rick.

Ho interrotto qualco-”

No!”esclamò Kate, senza lasciare il tempo all'amica per finire la frase.

Perplessa Lanie chiese di poter usare il bagno. Kate sospettava fosse una scusa per lasciarli soli.

Castle era ormai alla porta, incerto sul da farsi. Kate decise di mantenere le distanze.

Sono solo diciotto mesi, Kate. Tornerai. Al distretto ti aspetteranno tutti. Ti aspetteremo tutti. Ti aspetterò.”

Detto questo uscì, lasciandola impalata di fronte alla porta, senza quel bacio d'addio che forse lei aspettava.



Oggi


Per tutta la notte, stesa sul divano, non aveva fatto altro che pensare all'ultima volta che l'aveva visto prima della partenza.

Si era aspettata di vederlo la mattina dopo, ma rimase delusa.

Rigirandosi tra i cuscini ripensò alla sua frase. Al distretto ti aspetteranno tutti. Ti aspetteremo tutti. Ti aspetterò.

La sera prima però era assieme ad una bionda. Sapeva che era colpa sua. Colpa di quella telefonata. Ma non riusciva a pensare ad altro se non al fatto che se cinque mesi prima lo avesse baciato ora le cose sarebbero state diverse.













Nota dell'autrice: chiedo perdono per la brevità, ma l'università assorbe quasi tutte le mie energie.

Detto questo, ringrazio sempre chi legge e chi commenta :)

Cercherò di aggiornare presto,ma non assicuro nulla. Intanto spero che questo capitolo vi piaccia. :)

A presto,

buffy_91

  
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