The Smiths – Asleep
Nell’umida e calda notte estiva aveva girato in bicicletta sui quais, più veloce, sbandando distratto, chiudendo gli occhi, piangendo. Era sceso dalle scalette alzandosi dal sellino e stringendo il manubrio più forte, per avvicinarsi ancora alla Senna, lo sciabordio contro gli argini, i brevi lampi di luce riflessa che seguivano i movimenti e i ritmi dell’acqua.
Il lungofiume illuminato da qualche pallido lampione arancione, in certi punti l’asfalto si alternava al pavé per poi diradarsi in sottile ghiaia, c’erano degli uomini che dormivano sulle panchine, un fumatore solitario che ascoltava la musica da un walkman.
Pedalando più veloce li aveva superati.
I want you to know, deep in the cell of my heart, I really want to go.
Rientrando a casa lo trovò disteso sul tappeto, in salotto, con la testa sotto il tavolino basso su cui bruciavano dei ceri. Non avendo le forze per prenderlo sulla schiena e trascinarlo a letto preferì spostare un poco il tavolino, spegnere una ad una le candele, coricarsi su un fianco e addormentarsi vicino a lui, stringendolo e fondendo i respiri.
Un altro mondo, un mondo migliore, li accoglierà.
Deve esistere.
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